Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

lunedì 29 gennaio 2018

Rahner, la chiave per scardinare duemila anni di fede; ci siamo?

Prima o poi ci si doveva arrivare. E infatti ci siamo arrivati. Don Maurizio Chiodi, teologo moralista e neo-membro ordinario della Pontificia accademia della vita, recentemente rinnovata da papa Francesco, ha sostenuto che in alcune circostanze la contraccezione non è solo consentita, ma necessaria. Le dichiarazioni di Chiodi sono arrivate durante il suo intervento del 14 dicembre 2017 all’Università Gregoriana di Roma nell’ambito di un ciclo di lezioni pubbliche per i cinquant’anni dell’enciclica di Paolo VI «Humanae vitae».

Ha detto dunque don Chiodi: «Ci sono circostanze, mi riferisco ad “Amoris laetitia” capitolo VIII, che proprio per responsabilità richiedono la “contraccezione”». «Rileggere “Humanae vitae” (1968) a partire da “Amoris laetitia” (2016)» è stato il titolo della relazione, nel corso della quale il professore ha spiegato:  «La tecnica, in determinate circostanze, può consentire di custodire la qualità responsabile dell’atto coniugale anche nella decisione di non generare quando sussistano motivi plausibili per evitare il concepimento di un figlio. La tecnica, mi pare, non può essere rifiutata a priori quando è in gioco la nascita di un figlio, perché anche la tecnica è una forma dell’agire e quindi richiede un discernimento sulla base di criteri morali, irriducibili però a una interpretazione materiale della norma».


Come si vede, centrale è l’idea di «discernimento» utilizzata per mettere in discussione l’oggettività, l’universalità e la cogenza della norma morale. Il disastro è a un passo. 
Ci siamo? 
Gesù lo impedirà. 
Ne siamo certi

Da leggere un denso ed importante commento dell'amico Stefano Fontana su Karl Rahner (che, a dispetto della cravatta qua sopra,  era, tanto per cambiare, un gesuita....).
Da leggere QUI anche l'approfondimento sul tema di Aldo Maria Valli.
L

Stefano Fontana, La Nuova Bussola Quotidiana, 13-1-18
Molti hanno commentato le affermazioni di don Maurizio Chiodi, teologo e membro della Pontificia Accademia per la Vita, sulla contraccezione, e tra di essi anche noi de la Nuova Bussola Quotidiana (vedi qui e qui). In genere però ci si è soffermati sulle sue affermazioni e meno sulle motivazioni o assunzioni di principio. Queste ultime, da lui espressamente indicate, sono due: il principio della interpretazione di Humanae vitae alla luce di Amoris Laetitia e la “svolta antropologica” di Karl Rahner.

Può essere utile indugiare su questi due principi perché, a partire da essi, il prof. Chiodi è stato assolutamente coerente nelle sue conclusioni di apertura alla contraccezione nella morale cattolica. Si potrà così capire anche che i due principi sono strettamente connessi l’uno con l’altro.

La “svolta antropologica” di Karl Rahner, come ho cercato di mostrare in un mio recente libretto, non consiste genericamente in uno sguardo rivolto all’uomo, una specie di nuovo umanesimo o di nuovo personalismo cristiano. Esso consiste nella radicale accettazione della completa storicità dell’uomo. Svolta antropologica vuol dire che Dio si incontra nell’uomo e nel suo mondo storico. L’uomo è sempre “dentro” la storia, è strutturalmente “situato”, ha sempre alle spalle qualcosa che lo condiziona, un orizzonte che viene prima della sua esperienza storica e che la rende possibile.

Per riprendere una immagine di Étienne Gilson, è come se l’uomo fosse davanti ad una scenografia e, tentando egli di andare al di là della scenografia per conoscere la realtà, qualcosa in lui producesse un’altra scenografia, senza mai uscire dalla successione delle scenografie. L’uomo non incontra mai il trascendente, incontra sempre l’immanente perché l’uomo – ecco appunto la “svolta antropologica” – fa strutturalmente parte del problema che egli vorrebbe risolvere, quello del senso della vita, e facendone strutturalmente parte, non vede mai le cose da un punto di vista esterno e trascendente ma sempre dall’interno.

La rivelazione di Dio avviene così, dentro la storia umana e in modo umano,tramite eventi umani: Dio nella storia non c’è, c’è solo l’uomo, e se vogliamo parlare di Dio dobbiamo parlare dell’uomo, se vogliamo vedere Dio dobbiamo guardare l’uomo. Dio si incontra nell’uomo e il mondo è grazia.

Si capisce subito che, date queste premesse, non si potrà pensare all’esistenza di divieti morali da rispettare sempre e in ogni situazione. Né la Humanae vitae né la Veritatis splendor possono stare dentro questo contesto teologico. Esso le espelle da se stesso e, se assunto, ne provoca la radicale revisione. Le pretese di principi morali assoluti sarebbero da considerarsi ideologiche. Dopo la svolta antropologica di Rahner, infatti, ogni posizione dottrinale definitiva, sia in campo dogmatico che morale, è da considerarsi la pretesa ideologica di voler vedere Dio come se fosse una cosa di questo mondo, mentre invece vediamo solo l’uomo, la pretesa di sottrarci al condizionamento strutturale in cui ci troviamo e ridurre la verità cristiana a definizione, a legge, a norma, a struttura, la pretesa di sentire la Parola di Dio definitiva mentre invece Egli è il Silenzio e si esprime atematicamente (ossia non dandoci dei contenuti) da dentro le vicende umane. Dio non lo si vede, e nemmeno la sua dottrina immutabile: nella storia ci si può solo porre domande (la cosiddetta “questionabilità”), discernere sempre provvisoriamente le situazioni, accompagnarci in una ricerca priva di pretese.

Dichiarando i suoi principi di partenza, il Prof. Chiodi si è dimostrato coerente nelle conclusioni. Il problema, piuttosto, è che egli ha indicato nella “svolta antropologica” di Rahner un presupposto ovvio e scontato, mentre rimane ancora qualcuno che lo contesta. Non c’è dubbio che tale principio oggi rappresenti una nuova Scolastica, che il teologo che lo negasse avrebbe difficile vita accademica, che le applicazioni che ne derivano sono dilagate e diventate pane quotidiano fin nella più piccola parrocchia, ma con ciò la “svolta antropologica” di Rahner non è ancora dottrina della Chiesa.

E così arriviamo al secondo dei principi indicati dal prof. Chiodi. Sarebbe normale pensare che, dato che esiste una tradizione della Chiesa, è l’ultimo documento magisteriale a dover essere letto a partire dai precedenti e non viceversa. Anzi, prima ancora, il magistero dovrebbe aver pubblicato l’ultimo documento garantendo che è in linea con i precedenti e ammettendo quindi implicitamente già con la stesura e l’autorevole pubblicazione del nuovo testo che così esso deve essere letto. Ma se ci si colloca dentro la nuova prospettiva della “svolta antropologica” emerge l’esigenza contraria. Dogmi e principi morali cambiano perché Dio ce li rivela non in presunte “tavole” fuori dal tempo, ma dentro le vicende della storia e quindi oggi potrebbe essere proprio Dio a volere che la Chiesa faccia questo passo in avanti nel tema della contraccezione.

5 commenti:

  1. Eh sì ci siamo. La trasformazione in protestantesimo avanza ad ampie falcate.

    RispondiElimina
  2. Giusto l'articolo di Fontana. L'argomentare criptico e involuto di Chiodi, tipico del pensiero modernista e della presunzione gesuitica, ha il seminascosto scopo di legittimare la contraccezione con il solito subdolo 'discernimento' che giustifica tutto, adeguandosi all'ideologia bergogliana, il quale ha stravolto, a suo favore, l'Accademia per la Vita e l'Istituto GPII. La 'svolta antropologica' di Ranher, anti-teologica e antilogica, si oppone al Dio predicato da Cristo e trasmesso dagli apostoli, che incontra, ad un certo punto, l'uomo che gli oppone la sua storia che non avrebbe niente a che vedere con Lui, e non deve avere, pertanto, nulla a pretendere. Ricorda la Donna Prassede manzoniana che si crede ispirata dell'Alto, scambiandolo per il suo cervello.

    RispondiElimina
  3. Il carattere totalitario dell'immanentismo dell'idealismo e dello storicismo assoluti, è evidente, come la garanzia della libertà che invece, paradossalmente, assicura la teologia della trascendenza, vera dottrina della Chiesa da 2000 anni. infatti come nell'idealismo hegeliano un dittatore come Napoleono era l'incarnazione dello Spirito assoluto, così ogni forma di potere, storicamente affermatosi, anche a livello dottrinario nella Chiesa cattolica,incarnerebbe la volontà di Dio, a cui non sarebbe lecito opporre alcuna obiezione ma solo cieca ed irazionale obbedienza.

    RispondiElimina
  4. Fontana fa bene a sottolineare che alla base della lettura di Chiodi dell'HUMANAE VITAE vi sia un mutamento dell'antropologia, da cristiana a rhaneriana, ma occorre approfondire il discorso al piano ontologico. E' infatti il pensiero dell'Essere che viene storicizzato e quindi relativizzato poichè a cambiare è il concetto metafisico dell' Essere di Dio: da trascendente ad immanente.

    RispondiElimina
  5. " Pornoteologia" la definì il grande teologo e filosofo Cornelio Fabro, uno fra quelli che avevano portato ad alto livello la cultura cattolica sotto Pio XI e XII, fatti fuori dai manovratori del CVII, i quali riempirono le Commissioni di incompetenti e quindi acquiescenti figurette.

    RispondiElimina