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giovedì 18 gennaio 2018

La Chiesa omofoba e cattiva è solo nella vostra testa (e nei vostri articoli)

Dal Blog di Costanza Miriano qualche interessante considerazione su una penosa vicenda di queste settimane. Si noti che, come rileva la Miriano, uno dei peggiori articoli sulla vicenda di questo sconsiderato parroco  è di un amico vaticanista che i lettori di Mil ricorderanno durante il pontificato di Benedetto XVI come difensore dei valori tradizionali,  descrivere  Pontificali e Messe Tridentine e fare interviste a esponenti del mondo della Tradizione. Purtroppo il passaggio da Il Foglio a La Repubblica pare abbia fatto  i suoi effetti; anche se chiunque può - lecitamente cambiare - idea. 
Pur con la nostalgia di un buon vaticanista e di una brava persona.
Da leggere sulle tristi vicende della tolleranza dell'omosessualità della new wave ecclesiale la vicenda del funerale dei due ragazzi veneti morti  in provincia di Vicenza (VEDERE QUI).
L.


di Costanza Miriano 29-12-17

Il premio per l’articolo più intellettualmente disonesto del 2017, salvo sorprese dell’ultimo giorno, per me va a Paolo Rodari, col suo pezzo sul sacerdote omosessuale che fa coming out ed è applaudito dai parrocchiani. Se lo merita perché invece lui sa benissimo come stanno davvero le cose, ma racconta, ovviamente sempre virgolettando e attribuendo ad altri, una realtà che non esiste.

Cioè una Chiesa omofoba e cattiva, che giudica e opprime le persone, che le fa vergognare e le costringe a vivere nel segreto, e infine un prete coraggioso che rompe l’omertà. Non è assolutamente vero che le cose che stanno così. Solo dentro la Chiesa ho incontrato persone
davvero capaci di abbracciare il vero bene delle persone con attrazione per lo stesso sesso, capaci di dire loro la verità ma anche di dire loro “ti voglio bene qualunque cosa tu scelga di fare”, perché tu vali il sangue di Cristo. Capaci di dire: se non stai bene nella tua condizione, se vuoi aiuto per guardare alla tua ferita, io posso starti vicino nella ricerca della tua verità. Solo nella Chiesa ci sono persone capaci di questa virilità, di questa chiarezza di giudizio.

Dunque, i fatti: padre Gregory Greiten, un sacerdote di non so quale ordine religioso (forse dei Gesuiti di padre Martin?), parroco a Milwaukee ha sentito il bisogno di raccontare ai suoi parrocchiani di provare attrazione per persone del suo stesso sesso. I parrocchiani avrebbero applaudito, il vescovo avrebbe“timidamente approvato, e tutto ciò ha subito indotto Repubblica, notoriamente molto interessata alla vita spirituale delle persone, a dare alla vicenda la prima pagina.

Vorrei innanzitutto ricordare al sacerdote che gay è una parola ideologicamente connotata, ed è contro il Catechismo, perché vuol dire contento, mentre per il Catechismo della Chiesa Cattolica, che non è cambiato nonostante la nuova veste editoriale e il commento di Enzo Bianchi (tra gli altri), se gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati, evidentemente l’omosessualità viene da una ferita, se fosse una condizione naturale gli atti conseguenti sarebbero ordinati).

Vorrei ricordare anche che a noi fedeli non interessa affatto l’orientamento sessuale del sacerdote, che comunque, che si senta attratto dagli uomini o dalle donne, deve vivere nella castità del corpo e del cuore, e la cosa decisamente non riguarda l’assemblea, ma lui e il suo confessore. Altro che “I preti della chiesa cattolica romana e del mondo dovrebbero incoraggiare a rompere il muro del silenzio e dire la verità sulla propria identità sessuale”. L’identità sessuale è una: maschio o femmina, e quello che interessa i fedeli è solo questo.

Il padre, e con lui Rodari, appare scandalizzato dal fatto che dai seminari venissero allontanate le persone “sessualmente attive”, mentre a me sinceramente pare il minimo. Se uno chiamato al celibato è sessualmente attivo, c’è qualcosa che non torna, ed è preciso e necessario dovere dei formatori far ripensare la scelta. O forse la si vuole incoraggiare perché così i giornali hanno qualcosa di cui (s)parlare quando un sacerdote fa sesso con una parrocchiana, o meglio ancora un parrocchiano, o magari un bambino così possiamo sparare (giustissimamente) sui preti pedofili? E’ un preciso dovere della Chiesa non permettere il sacerdozio a chi non ce la fa neppure all’inizio, quando l’entusiasmo dovrebbe essere al massimo, a mantenere l’impegno della castità.

Una parentesi: ho visto seminari in cui si respirava una particolare virilità tra i ragazzi (ne ho visti altri in cui non era così), e sono i seminari del Cammino Neocatecumenale, che peraltro sono oltre 110, e tutti strabordanti di giovani (a differenza degli altri): è stata una vera gioia. So che si fa una grande attenzione alla chiarezza su questi temi. Il sacerdote deve essere molto virile, perché dare la vita, saper morire è una cosa da maschi.

E infine la perla: “Fin dai giorni del seminario negli anni 80, mi è stato insegnato che l’omosessualità è qualcosa di disordinato, indicibile, qualcosa da punire”. Riportare il virgolettato senza un minimo di commento vale da solo il premio disonestà. La Chiesa non dice affatto di punire l’omosessualità. Anzi, a volte, a giudicare da quanto fanno carriera certi, è fin troppo indulgente. La Chiesa non dice che è qualcosa di indicibile ma anzi incoraggia il guardare con verità alla propria storia, e propone dei cammini (Courage, obiettivo Chaire) per partire con onestà dalle proprie ferite, che sono sempre delle chiamate: per tutti, perché tutti siamo feriti, e la Verità ci fa liberi. E’ dalla nostra particolare e unica ferita che passa Cristo, da quel punto in cui ci scopriamo particolarmente non autosufficienti. Solo nella Chiesa ci sono persone veramente libere e veramente felici, perché solo Cristo ti dice chi sei davvero, ma ti ama lo stesso.

Detto questo, ma che noia questi pezzi sulla Chiesa cattiva e omofoba. Eddai, cambiate genere per il 2018, fateci divertire un po’.

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