Ancora un eminente intervento, questa volta di Paolo Rodari, tratto dal suo blog Palazzo Apostolico.
Leggendo, si capirà come a noi questa notizia sia di buon auspicio e motivo di fiduciosa gioia. Le intenzioni del Santo Padre, infatti, sono state fatte proprie dal nostro blog: rinnovamento della liturgia (attuale) nel solco della Tradizione, e cioè riforma della riforma.
(il sottolineato è nostro).
.
*
.
Arriva il Motu Proprio di B-XVI che risistemerà la liturgia
La fede nasce da come si prega, dice il Papa.
Che adesso vuole raddrizzare un po’ di storture del post Concilio.
La fede nasce da come si prega, dice il Papa.
Che adesso vuole raddrizzare un po’ di storture del post Concilio.
di Paolo Rodari, il Foglio, 09.02.2011
.
.
Dalla fine del Concilio vaticano II a oggi la liturgia della chiesa cattolica ha subìto abusi che sovente l’hanno trasformata, a tratti anche sventrata, nel suo nocciolo più profondo. Benedetto XVI ha denunziato più volte questi abusi, queste cattive interpretazioni di quanto i testi del Vaticano II avevano sancito – su tutti la “Sacrosanctum Concilium”, il primo documento conciliare – spiegando che se la fede della chiesa la si scopre in come prega (“lex orandi, lex credendi”) occorre tornare a una liturgia fedele alle regole, nuova come il Vaticano II ha sancito, senza però che sia sganciata da certe peculiarità del passato. [intento e premura che son stati fatti propri anche dal nostro blog, il cui motto recita: Rinnovamento liturgico della Chiesa nel solco della Tradizione, n.d.r.]
Come ha detto recentemente anche il cardinale spagnolo Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione del culto divino e della disciplina dei sacramenti, in un’intervista al Giornale, “ciò che occorre è un nuovo movimento liturgico, che riporti più sacralità e silenzio nella messa, e più attenzione alla bellezza nel canto, nella musica e nell’arte sacra”.
Il Papa questo nuovo movimento liturgico l’ha sponsorizzato dall’inizio del suo pontificato con l’esempio: le sue liturgie hanno perso molto di quella teatralità che era diventata un imprinting delle celebrazioni papali ai tempi di Wojtyla, e hanno guadagnato parecchio in silenzio, senso dell’orientamento, attenzione per i particolari. [si veda questa rubrica dal sito del Vaticano, sugli approfondimenti del "movimento liturgico" del Papa, n.d.r.] E adesso, dopo quasi sei anni di pontificato, tutto il suo sforzo si convoglia in un Motu Proprio di imminente uscita. Il testo, atteso da tempo, serve per passare le competenze del matrimonio “rato ma non consumato” dalla congregazione per il Culto divino alla Sacra Rota. E, dunque, per snellire il Culto divino di tutti quegli impegni che non hanno a che fare direttamente con la liturgia. Lo scopo dichiarato è che sia d’ora in poi il Culto divino – è quanto in parte il Motu Proprio andrà a specificare – a lavorare affinché questo nuovo movimento liturgico trovi le energie necessarie e le giuste disposizioni per passare da un pio desiderio papale a una realtà.
L’idea di impiantare nella chiesa una sorta di “riforma della riforma” liturgica – nel post Concilio avvenne quella riforma che in parte tradì il volere dei padre conciliari – è un chiodo fisso del Papa. Egli, non a caso, ha voluto che la pubblicazione della propria “Opera omnia” iniziasse partendo dal volume undicesimo, quello dedicato alla liturgia, perché, scrive, è “nel rapporto con la liturgia che si decide il destino della fede e della chiesa. Cristo è presente nella chiesa attraverso i sacramenti. Dio è il soggetto della liturgia, non noi. La liturgia non è un’azione dell’uomo, ma è azione di Dio”.
Troppo spesso non è stato così. Troppo spesso la liturgia è stata ferita da deformazioni arbitrarie. In tante celebrazioni non si è più posto al centro Dio, ma l’uomo e il suo protagonismo, la sua azione creativa, il ruolo principale dato all’assemblea. Il rinnovamento conciliare è stato inteso come una rottura e non come uno sviluppo organico della tradizione. Per questo motivo Ratzinger ha riproposto l’orientamento dell’azione liturgica, la croce al centro dell’altare, la comunione in ginocchio, il canto gregoriano, lo spazio per il silenzio, una certa cura dell’arte sacra. Per questo motivo esce con un Motu proprio, una disposizione importante che va a sanare una lacuna divenuta oramai atavica.
Già da cardinale Joseph Ratzinger disse parole chiare in merito. Il 28 dicembre del 2001 intervenne sul quotidiano francese La Croix: “Alcuni addetti ai lavori vorrebbero far credere che tutte le idee non perfettamente conformi ai loro schemi sono un ritorno nostalgico al passato. Lo dicono solo per partito preso. Bisogna riflettere seriamente sulle cose e non accusare gli altri di essere partigiani di San Pio V. Ogni generazione ha il compito di migliorare e rendere più conforme allo spirito delle origini la liturgia. E penso che effettivamente oggi c’è motivo di lavorare molto in questo senso, e riformare la riforma. Senza rivoluzioni (sono un riformista, non un rivoluzionario), ma un cambiamento ci deve essere. Dichiarare impossibile a priori ogni miglioramento mi sembra un dogmatismo assurdo”.
.
Il Papa questo nuovo movimento liturgico l’ha sponsorizzato dall’inizio del suo pontificato con l’esempio: le sue liturgie hanno perso molto di quella teatralità che era diventata un imprinting delle celebrazioni papali ai tempi di Wojtyla, e hanno guadagnato parecchio in silenzio, senso dell’orientamento, attenzione per i particolari. [si veda questa rubrica dal sito del Vaticano, sugli approfondimenti del "movimento liturgico" del Papa, n.d.r.] E adesso, dopo quasi sei anni di pontificato, tutto il suo sforzo si convoglia in un Motu Proprio di imminente uscita. Il testo, atteso da tempo, serve per passare le competenze del matrimonio “rato ma non consumato” dalla congregazione per il Culto divino alla Sacra Rota. E, dunque, per snellire il Culto divino di tutti quegli impegni che non hanno a che fare direttamente con la liturgia. Lo scopo dichiarato è che sia d’ora in poi il Culto divino – è quanto in parte il Motu Proprio andrà a specificare – a lavorare affinché questo nuovo movimento liturgico trovi le energie necessarie e le giuste disposizioni per passare da un pio desiderio papale a una realtà.
L’idea di impiantare nella chiesa una sorta di “riforma della riforma” liturgica – nel post Concilio avvenne quella riforma che in parte tradì il volere dei padre conciliari – è un chiodo fisso del Papa. Egli, non a caso, ha voluto che la pubblicazione della propria “Opera omnia” iniziasse partendo dal volume undicesimo, quello dedicato alla liturgia, perché, scrive, è “nel rapporto con la liturgia che si decide il destino della fede e della chiesa. Cristo è presente nella chiesa attraverso i sacramenti. Dio è il soggetto della liturgia, non noi. La liturgia non è un’azione dell’uomo, ma è azione di Dio”.
Troppo spesso non è stato così. Troppo spesso la liturgia è stata ferita da deformazioni arbitrarie. In tante celebrazioni non si è più posto al centro Dio, ma l’uomo e il suo protagonismo, la sua azione creativa, il ruolo principale dato all’assemblea. Il rinnovamento conciliare è stato inteso come una rottura e non come uno sviluppo organico della tradizione. Per questo motivo Ratzinger ha riproposto l’orientamento dell’azione liturgica, la croce al centro dell’altare, la comunione in ginocchio, il canto gregoriano, lo spazio per il silenzio, una certa cura dell’arte sacra. Per questo motivo esce con un Motu proprio, una disposizione importante che va a sanare una lacuna divenuta oramai atavica.
Già da cardinale Joseph Ratzinger disse parole chiare in merito. Il 28 dicembre del 2001 intervenne sul quotidiano francese La Croix: “Alcuni addetti ai lavori vorrebbero far credere che tutte le idee non perfettamente conformi ai loro schemi sono un ritorno nostalgico al passato. Lo dicono solo per partito preso. Bisogna riflettere seriamente sulle cose e non accusare gli altri di essere partigiani di San Pio V. Ogni generazione ha il compito di migliorare e rendere più conforme allo spirito delle origini la liturgia. E penso che effettivamente oggi c’è motivo di lavorare molto in questo senso, e riformare la riforma. Senza rivoluzioni (sono un riformista, non un rivoluzionario), ma un cambiamento ci deve essere. Dichiarare impossibile a priori ogni miglioramento mi sembra un dogmatismo assurdo”.
.
di Paolo Rodari
© - FOGLIO QUOTIDIANO
© - FOGLIO QUOTIDIANO
'' che adesso vuole raddrizzare un po' di storture del post CONCILIO ,, ........... alla faccia !!!!!!!!!!!!!!!!!!! ..........
RispondiEliminanon si illuda nessuno.Indietro non si torna...........parola di mons Marini
RispondiEliminaa MONS . MARINI cedo la parte piu' grossa ......... ma chi ssene ............... !!!!!!!
RispondiEliminaRingrazio la redazione di MIL di ricordare a tutti la missione che si è proposto: "<span><span>Rinnovamento liturgico della Chiesa nel solco della Tradizione</span>" </span>
RispondiEliminaCome non essere d'accordo e non sostenervi in questa opera santissima! I.P.
lo abbiamo ampiamente capito in tutto il suo significato !!!!!!! .......
RispondiEliminaNon posso che riproporre la riflessione già inserita nella I parte:
RispondiElimina<span>non mi sento di anticipare né timori né speranze, in attesa di vedere come si configura l'innovazione e, soprattutto, con quali passi concreti riuscirà ad imprimere dei cambiamenti, soprattutto in merito agli abusi liturgici.
Tuttavia, proprio per i riferimenti al card Canizares e alla sua intervista, non posso non esprimere perplessità perché un movimento liturgico che parte dal basso e che corre il rischio di essere ispirato all'iperattivismo, all'arrembanza, nonché alle discutibili innovazioni di qualche movimento, francamente mi fa venire i brividi... Tanto più se consideriamo che un ambito così serio e sacro come la Liturgia, che ci porta il respiro della Fede Apostolica arricchita da quella delle generazioni e dei grandi Santi che ci hanno preceduto, non può essere messo in mano né a laici cosiddetti ispirati o carismatici né a liturghi improvvisati né costruito a tavolino (come accaduto per il NO)...
Qualunque modifica, dunque, NON PUO' in ogni caso nascere dal basso, ma DEVEsgorgare dalla fede viva e dalla preghiera e dalla 'sapienza' di chi ha dimestichezza e conoscenza anche storica -in riferimento alla Tradizione- ma soprattutto spirituale delle "cose sacre" e soprattutto della Liturgia che davvero è la fonte e il culmine della nostra Fede e poiché lex orandi è lex credendi, è un discorso che rifugge sia dalle improvvisazioni, sia dalle sperimentazioni, sia dagli spiriti che hanno perso il contatto con la Tradizione e che purtroppo non mancano di darcene drammatiche riprove...
Piuttosto, il VO definito "mai abrogato", non c'è il rischio che venga sfigurato con il pretesto dell'"arricchimento reciproco"? E' davvero roba da brividi, al solo pensiero di una contaminazione di un tesoro che ci è pervenuto intatto nella sostanza (pensando soprattutto al canone Romano) dal Sacramentario Gelasiano e Damasiano, prima ancora di quello Gregoriano e che tutt'al più richiederebbe degli aggiornamenti ben calibrati ma cum granu salis (penso al santorale, ovviamente)
Piuttosto ancora, che fine ha fatto il decreto attuativo del Summorum pontificum, già da tempo pronto sulla scrivania del Papa?</span>
Quindi avremo prima questo nuovo MP e solamente dopo (forse...) il decreto relativo al Summorum Pontificum? Mah..
RispondiElimina<span>Per questo motivo Ratzinger ha riproposto l’orientamento dell’azione liturgica, la croce al centro dell’altare, la comunione in ginocchio, il canto gregoriano, lo spazio per il silenzio, una certa cura dell’arte sacra. Per questo motivo esce con un Motu proprio, una disposizione importante che va a sanare una lacuna divenuta oramai atavica.</span>
RispondiEliminase, in luogo del convivio fraterno non si ripropone chiaramente il Sacrificio di Cristo, che è il cuore della nostra Fede e il vero culto da rendere a Dio primaria funzione della Chiesa da cui tutto il resto scaturisce, cambieranno solo alcune 'forme', ma non cambierà la sostanza
Ogni generazione ha il compito di migliorare e rendere più conforme allo spirito delle origini la liturgia.
RispondiEliminaTesi, antitesi, sintesi, tesi, antitesi, sintesi, tesi antitesi, sintesi, tesi, antitesi, sintesi, tesi, antitesi, sintesi, tesi, antitesi, sintesi, tesi, antitesi, sintesi
mi piacerebbe sapere IN CHE COSA il Rito Latino Gregoriano può essere reso più conforme allo spirito delle origini.
RispondiEliminaSe è vero che la Tradizione è viva e si arricchisce nove (non nova), non c'è il rischio dell'"insano argheologismo liturgico" di cui parlava Pio XII nella Mediator Dei?
Quello di cui abbiamo bisogno è di colmare lo iato generazionale che ha cancellato i significati autentici e il vero spirito delle origini della Liturgia (non quello supposto ed enfatizzato dalle innovazioni selvagge) e di viverla sempre più consapevolmente e profondamente per quanto ci è dato, perché si tratta di un tesoro e di una Grazia inesauribili...
Insomma, piantatela con le chiacchiere, e ridateci la nostra Messa, perché lì c'è anche il nostro Signore!
RispondiElimina........dopo 50 anni di devastazioni....a chi vogliono radrizzare.....!!!! Che Marini faccio l'ispettore della Liturgia......ma mi fanno ridere!
RispondiEliminaRitengo che il da più parti invocato decreto attuativo (rectius: istruzione) sul Motu Proprio, sia in dirittura d'arrivo.
RispondiEliminaNon vorrei sbagliare, ma fra un mesetto dovrebbe venir fuori anche lui.
Forse la coeva pubblicazione dei due documenti sottintende una strategia più vasta e organica di vera risistemazione della Liturgia?
Speriamo di sì: le macerie sul campo di battaglia sono tante, ed è giunta l'ora di cominciare l'opera sfibrante di ricostruzione.
Sarà il Piano Marshall di Benedetto XVI?
Sia lodato Dio! Che non si dimentica dei suoi piccoli. Dio bendica il Papa.
RispondiEliminaIl piano marshall ha svenduto l'Europa sconfitta dalle plutocrazie, alle medesime plutocrazie, facendole diventare suddita prima che del loro benessere "liberale", delle loro filosofie perverse e antitradizionali. Speriamo che non sia un piano marshall.
RispondiEliminaOttimo ,ospite : è ciò che risuona nelle povere teste "kantiane" di alcuni uomini di Chiesa!!
RispondiEliminadovremmo essere contenti che almeno si riconosca la fondamentale importanza della Liturgia.
RispondiEliminache si riconosca infine l'importanza del SAcro, che si rimetta l'accento sul soprannaturale, che si
capisca infine che la religione non è sociologia ne' antropologia ne' morale ne' politica.. ma appartiene ad una altra sfera, la sfera del Sacro. Che dopo decenni di de-sacralizzazione si faccia autocritica.. certo
non è che domani possiamo aspettarci istantaneamente dei cambiamenti.. ma la rotta, è stata cambiata magari di qualche grado.. magari il timoniere poteva essere più ardito.. ma accontentiamoci!!
governare una barca come quella di Pietro non è facile , e la barra del timone non può procedere a "strattoni". comunque qualcosa sta cambiando, grazie a Dio, e dovremmo per questo essere contenti!
Qualunque modifica, dunque, NON PUO' in ogni caso nascere dal basso.
RispondiEliminaD'accordo, però dal basso si può preparare il terreno, togliere i rovi...Liberarsi dalla filosofia del sospetto e della diffidenza ad oltranza. Quel che tutti speriamo è una riforma, non una rivoluzione, non una ruspa che butti giù tutto e ricominci da dove eravamo rimasti. Ratzinger disse di sé 'sono un riformista, non un rivoluzionario'. Appunto. E noi?
una grande notizia ,speriamo che i vescovi non si mettano di traverso,il problema è quello
RispondiEliminaUna cosa che non capisco, è perchè si chiede un "rinnovamento nella tradizione", o una liturgia rinnovata secondo la volontà del concilio ma con "peculiarità del passato". Questo sito vuole questo? Ma a cosa serve allora il motu proprio, e a cosa serve giocare con la tradizione?
RispondiEliminaBasta allora avere il messale di Paolo VI con il manipolo e l'altare girato, magari il latino e l'applicazione delle rubriche, per avere questo rinnovamento nella tradizione. Senza scomodare papi, cardinali e dicasteri, sono 40 anni che in tutte le cappelle dell'Opus Dei si celebra esattamente così, senza sciatterie e senza abusi.
E' questa la conquista del movimento tradizionalista, che la messa nuova sia fatta bene? Ma esistono le rubriche, il diritto canonico, le pene canoniche, i tribunali. Se tutto lo scopo del movimento tradizionale è quello di una liturgia moderna ben fatta, perchè scassare con le messe tridentine, con il rispetto del rito del 62 (che peraltro tutti dicono di rispettare, per terrore di sembrare scismatici sedevacantisti, ma poi nessuno rispetta, dato che gli stessi cardinali non omettono il confiteor alla comunione, e se si ricordano di inchinarsi a qualcosa, invece di farlo al libro, lo fanno alla croce, comeda rubriche "Divino Afflatu")? Perchè lamentarsi se i vescovi non applicano e non fanno applicare un motu proprio che definisce non abrogato un rito che è definito abrogato dal papa che lo ha abrogato?
Uno va a pensare che alla base del tradizionalismo ci sia una questione dottrinale, per cui la dottrina della messa nuova non viene riconosciuta cattolica, si ritiene che vi sia una crisi in atto nella chiesa, che il Papa dia direttive nocive, ecc.
Invece tutto il problema sarebbero "abusi" e interpretazione "abusiva" di testi e riti che vanno benone? Ma allora i tradizionalisti sono una manica di rompiballe inutili. Hanno ragione i conservatori, la crisi non c'è, l'unico peccato è solo che non abbia capito niente il 99% del mondo di quanto sia ovvio, buono e bello tutto quello che è stato fatto negli ultimi 50 anni.
Ecco il chiarimento di padre Lombardi: “È vero che è da tempo allo studio un Motu Proprio per disporre il trasferimento di una competenza tecnico-giuridica, come ad esempio quello di dispensa per il matrimonio ‘rato e non consumato’ dalla Congregazione per il Culto Divino al Tribunale della Sacra Rota. Ma non vi è alcun fondamento né motivo per vedere in ciò un’intenzione di promuovere un controllo di tipo ‘restrittivo’ da parte della Congregazione nella promozione del rinnovamento liturgico voluto dal Concilio Vaticano II”.
RispondiEliminaPiù che kantiane, direi hegeliane. Nelle teste kantiane forse pensano "solo il fenomeno è conoscibile razionalmente, solo il fenomeno è conoscibile razionalmente, solo il fenomeno è conoscibile razionalmente"
RispondiEliminami piacerebbe, per poter rispondere con cognizione di causa, che "però" mi facesse qualche esempio concreto di cosa intende con le sue belle parole.
RispondiEliminaAnch'io potrei dire di me stessa 'sono una riformista, non una rivoluzionaria', anche perché le rivoluzioni hanno in sé elementi di irrazionalità (e forse, se ci pensi bene, è proprio un aspetto della Riforma che abbiamo subìto). Tuttavia bisogna vedere il 'riformismo' in che cosa consiste e cosa provoca... Intanto "riformista" mi sa tanto di uno che vuol cambiare ad ogni costo, mentre un "riformatore" è uno che dovrebbe propuovere i cambiamenti con consapevolezza e oso dire con 'sapienza'... Ecco a me piacerebbe potermi riconoscere tra i "riformatori", coloro che non perdono mai il contatto col "Logos", la vera "ragion d'essere" di tutte le cose, quelle vecchie e quelle nuove: quelle 'fecondate' e portatrici della Vita Vera, non quelle che sbucano dal nulla, come i funghi velenosi...
Questo mettere le mani avanti, giustificarsi senza che nessuno lo abbia chiesto, in continuo, continuo, continuo, continuo, continuo per qualsiasi cosa, è veramente indisponente. Ma gli ortodossi, se devono fare una cosa, fanno prima cinquanta proclami in cui rassicurano tutti quelli che li odiano che non stanno facendo nulla di ortodosso?
RispondiElimina...Ma infatti l'attuazione della vera Riforma liturgica non ha nulla di restrittivo. Anzi! Si deve allargare il più possibile, per essere fedele alla Tradizione. Direi che le restrizioni sono state fatte da chi ha ideologizzato il VII.
RispondiEliminaIn ogni caso, non sarebbe il caso di attendere di vedere il contenuto di questo MP prima di dire qualsiasi cosa?
vogliono rimettere le cose al proprio posto? Bene: da domani il Papa dichiari il NOM fuorilegge con scomunica e riduzione allo stato laicale per chi si ostina a celebrarlo. Sarò drastico, ma sic stantibus rebus bisogna usare le maniere forti.
RispondiEliminaOps! Dimenticavo che c'è la ''collegialità''...
<span>Mattina romana inondata di sole, ad anticipare la primavera. La chiesa è piena e silenziosa: la cerimonia funebre si snoda lineare, senza canti eppure densa, partecipe.
RispondiEliminaE’ morta la mamma di una cara amica scout: famiglia credente senza fronzoli, impegnata e praticante, dallo stile asciutto, quasi giansenista. La fede la cogli nell’aria perché la sai, non c’è qui necessità di urlarla.
Al termine, inatteso, Don Nicolò intona la Salve Regina: mia madre la cantava sempre, ricordo la dolcezza della sua voce, anche quando stava male. Quel canto scioglie le anime, massaggia il cuore dei presenti. Un bacio e un arrivederci - “post hoc exilium” - alla signora Gianna. </span>
Oggi non abbiamo preso il bicarbonato eh?
RispondiElimina<span>mi piacerebbe, per poter rispondere con cognizione di causa, che "però" mi facesse qualche esempio concreto di cosa intende con le sue belle parole.
RispondiEliminaAnch'io potrei dire di me stessa 'sono una riformista, non una rivoluzionaria', anche perché le rivoluzioni hanno in sé elementi di irrazionalità (e forse, se ci si pensa bene, è proprio un aspetto della Riforma che abbiamo subìto). </span>
<span>Tuttavia bisogna vedere il 'riformismo' in che cosa consiste e cosa provoca... Intanto "riformista" mi sa tanto di uno che vuol cambiare ad ogni costo, mentre un "riformatore" è uno che dovrebbe promuovere i cambiamenti con consapevolezza e oso dire con 'sapienza'... Ecco a me piacerebbe potermi riconoscere tra i "riformatori", coloro che non perdono mai il contatto col "Logos", la vera "ragion d'essere" di tutte le cose, quelle vecchie e quelle nuove: quelle 'fecondate' e portatrici della Vita Vera, non quelle che sbucano dal nulla, come i funghi velenosi... Quindi non parlerei né di "filosofia del sospetto né di diffidenza ad oltranza", ma di vigile consapevolezza.</span>
Quello che mi suscita perplessità è l'aver già letto in qualche intevento, non so se più su o nell'altra pagina: "chi vuol essere attore e protagonista, si deve fare avanti. Poste"le tre cose" il resto si gioca sul campo. Fecondazione è la parola per chi vuol essere del gioco, chi pensa a "contrapposizione", resta spettatore fuori dal campo, al massimo farà il "tifo" (in un senso o nell'altro )
Ecco, rimane da capire, cosa si intende per 'fecondazione', come sarebbe a dire "chi vuol essere protagonista si faccia avanti"... c'è chi sta già andando all'arrenbaggio?
E come sarebbe a dire "chi vuol essere del gioco": si tratta di un problema che riguarda la Chiesa TUTTA, ma la chiesa non è una democrazia. Oggi, per la verità appare sempre più un'anarchia: l'ordine gerarchico, che non ha mai escluso la comunione, cancellato con la scusa della "comunione e basta", solo che non si comunione su cosa, essendosi perso per la strada il con CHI, cioè Colui che la crea la Comunione... E allora una faccenda seria e sacra come la Liturgia non può essere lasciata in mani profane, ma affidata a mani e cuori veramente 'sapienti'.
Il problema è che tutto è nelle mani della solita 'cultura egemone', che ha generato la crisi in cui siamo ed ora sta continuando a cavalcarla!
La presentazione di Rodari è certamente più accettabile! Comunque se il modus operandi del Ponefice rimane lo stesso, sganciate le bombe al plutonio-conciliar-progressiste: Neocat, sigillati dallo "spirito" (non si sa quale), solenne ri-festeggiamento dell'anniversario dei polli sgozzati a Santa Chiara: Assisi3; e beatificazione del "magno" ("miracolosamente" riconosciuta per un miracolo assai poco miracoloso) arriveranno le bombe atomiche del conservatorismo trad-hegeliano, quello amato dai "timonisti, bussolisti...
RispondiEliminail Pontefice faccia quel che vuole basta che si ricordi di conformare canonicamente la FSSPX e di consentire ai parroci di celebrare esclusivamente (se lo vogliono) il suo cosidetto rito "straordinario"... senza minacce e vessazioni camorriste delle Conferenze Episcopali Mondiali!
mi piacerebbe, per poter rispondere con cognizione di causa, che "però" mi facesse qualche esempio concreto di cosa intende con le sue belle parole.
RispondiEliminaAnch'io potrei dire di me stessa 'sono una riformista, non una rivoluzionaria', anche perché le rivoluzioni hanno in sé elementi di irrazionalità (e forse, se ci si pensa bene, è proprio un aspetto della Riforma che abbiamo subìto).
Tuttavia bisogna vedere il 'riformismo' in che cosa consiste e cosa provoca... Intanto "riformista" mi sa tanto di uno che vuol cambiare ad ogni costo (ovvio che dico così in generale e non mi riferisco al Papa), mentre un "riformatore" è uno che dovrebbe promuovere i cambiamenti con consapevolezza e oso dire con 'sapienza'...
Perciò, per rispondere alla domanda: e noi? Ecco, a me piacerebbe potermi riconoscere tra i "riformatori", coloro che non perdono mai il contatto col "Logos", la vera "ragion d'essere" di tutte le cose, quelle vecchie e quelle nuove: quelle 'fecondate' e portatrici della Vita Vera, non quelle che sbucano dal nulla, come i funghi velenosi... Quindi non parlerei né di "filosofia del sospetto né di diffidenza ad oltranza", ma di vigile consapevolezza.
Quello che mi suscita perplessità è l'aver già letto in qualche intevento, non so se più su o nell'altra pagina: "chi vuol essere attore e protagonista, si deve fare avanti. Poste "le tre cose" il resto si gioca sul campo. Fecondazione è la parola per chi vuol essere del gioco, chi pensa a "contrapposizione", resta spettatore fuori dal campo, al massimo farà il "tifo" (in un senso o nell'altro)
Ecco, rimane da capire, cosa si intende per 'fecondazione'. E poi, come sarebbe a dire "chi vuol essere protagonista si faccia avanti"... c'è chi sta già andando all'arrembaggio?
E come sarebbe a dire "chi vuol essere del gioco"? Si tratta di un problema che riguarda la Chiesa TUTTA, ma la chiesa non è una democrazia partecipativa (la partecipazione non è nel governo, ma in altro...). Oggi, per la verità appare sempre più un'anarchia: l'ordine gerarchico, che non ha mai escluso la comunione, cancellato con la scusa della "comunione e basta", solo che non si sa più comunione su cosa, essendosi perso per la strada il con CHI, cioè Colui che la crea la Comunione... E allora una faccenda seria e sacra come la Liturgia non può essere lasciata in mani profane, ma affidata a mani e cuori veramente 'sapienti'.
Il problema è che tutto è nelle mani della solita 'cultura egemone', che ha generato la crisi in cui siamo ed ora sta continuando a cavalcarla!
Non resta che metter tutto nelle mani del Signore e della Vergine Santa!
HA HA HA HA HA
RispondiEliminase i neocaz possono celebrare unicamente nella loro forma straordinaria, non si capisce perchè non dovrebbe essere possibile, in linea di principio a chiunque. Se il principio è che nella chiesa c'è posto per tutti (Ossia, ognuno fa come gli pare), mi pare un pochettino ipocrita lasciare fare tutto e il contrario di tutto ad alcuni, e a sparrocare, trasferire, vessare altri. O no?
RispondiEliminaCerto,come kantiano "rasoio di Occam";ma io,nel suo intervento, intendevo agganciarmi alle' tesi e antitesi 'delle antinomie nella "dialettica trascendentale"e al "giudizio sintetico a priori", come se gli uomini di Chiesa non potessero utilizzare migliore filosofia!!
RispondiElimina;)
Il matrimonio ''rato e non consumato'' è un caso speciale riguardante la Santa Sede, questo passerà alla Rota, così la cogregazione del Culto Divino sarà libera da questi affari sacramentari. Ora all'interno di questo provvedimento che impegna la potestà di governo del papa si acc3enna alla liturgia, a come essa dovrebbe essere.
RispondiEliminaquella non è una "forma straodinaria", perché di "straordinaria", nel senso di unico e speciale, ce n'è una sola! il sincretistico rito neocat è semplicemente un'"altra" cosa...
RispondiEliminaQuello che viene detto in linea di principio è vero e non si capisce perché non debba valere per il VO
Riporto alcuni interessanti commenti scritti da Andrea Tornielli sul suo blog:
RispondiEliminaore 13.04: Vorrei invitare tutti alla prudenza: non si tratterà, per quanto ne so, di un motu proprio dedicato alla correzione degli abusi liturgici, quanto piuttosto un documento tecnico, che nel ridisegnare le competenze del dicastero del Culto divino, dovrebbe menzionare quel “nuovo movimento liturgico” di cui ha parlato più volte il cardinale Canizares.
ore 14.32: (...) il testo dell’istruzione applicativa del Motu proprio Summorum Pontificum è in dirittura d’arrivo, da quanto mi risulta. Penso che sarà pubblicata per Pasqua (nota bene per la Sala Stampa: ho scritto “penso”, e il mio pensiero non ha valore, dunque spero che questa risposta – dove esprimo un parere personale – non provochi una tempestiva smentita).
ore 14.57: Come sempre accade, quando soltanto si usa la parola “liturgia” in un articolo, le precisazioni fioccano con una velocità supersonica. Nel mio articolo non parlavo di volontà restrittiva, ma dicevo che il motu proprio potrebbe contenere un passaggio nel quale il Papa affida alla Congregazione del culto divino la promozione di un nuovo movimento liturgico. Che questa sia la volontà di Benedetto XVI non lo dico io che sono niente, lo ha detto più volte il cardinale Prefetto del culto divino, che qualcosa conta in materia liturgica. Lo ha detto al concistoro dello scorso novembre, lo ha detto anche in un’intervista che i lettori di questo blog conoscono bene. Intervista lunga, meditata, nella quale Canizares spiegava quale fosse la volontà del Papa e descriveva alcune iniziative del dicastero. (...)
Vedremo allora cosa sarà scritto.
RispondiEliminaè proprio in riferimento all'intervista di Canizares che ho espresso le mie perplessità sulle caratteristiche del "nuovo movimento liturgico" e sullo spirito che potrebbe ispirarlo...
RispondiEliminachi scassa come dice ospite sono i progressisti con le pseudo messe .la riforma che papa benedetto xvi porterà non farà non altro che bene
RispondiEliminaIl Papa sta preparando il terreno per un'applicazione corretta si SC e della reale volontà dei padri conciliari. La famosa 'riforma della riforma'. Ovviamente non avrebbe senso imporre in fretta e furia una rivoluzione di segno opposto a quella degli '70 ma con la medesima inefficacia...
RispondiEliminaquesto significa che si riconosce che quella degli anni 70 fu una rivoluzione e che fu inefficace?
RispondiEliminafatece na camomillaàààààààààààààààààààà
RispondiEliminaLe Conferenze Episcopali ( la prima quella italiana) non sono convinte di una "riforma nella riforma" .Se riforma dovrà esserci dovrà star al passo coi tempi come la immaginava il Bugnini, poi il Noè e infine il laconico Piero Marini ( amante di sax e danze tribali , ma ostile a fronzoli e merletti) . Naturalmente , tutta la miglior scuola catto progressista e stata chiamata a visionare questo MP, con buona pace di coloro che invocano una sana Tradizione. Risultato? Penso più libertè, fraternitè, egalitè. Il buon Bugnini può star tranquilo la sua opera inziata a favor di una massoneria biancogialla potrà dirsi terminata.
RispondiEliminaIl Benedetto....si dovrà rassegnare a qualche aggiustamento non rilevante......La parola d'ordine. Indietro tutta ai tempi del glorioso Noè.
<span>Attenzione che il Papa ha dato l'incarico a Canizares che e' questo qui....</span>
RispondiEliminahttp://3.bp.blogspot.com/_rZFzri_DLr0/TEXaSyiIQwI/AAAAAAAAAPI/ZNoYCLcHorY/s640/canzares.JPG
Quello dell'arca o quello delle ciofeche?
RispondiEliminaPerché ho parlato di perplessità, pensando all'intervista di Canizares citata da Tornielli:
RispondiElimina1. invece di recuperare la sacralità della Liturgia e dare le attese disposizioni per l'attuazione della Messa Gregoriana, il card preannuncia «Perciò apriremo una nuova sezione della nostra Congregazione dedicata ad “Arte e musica sacra” al servizio della liturgia. Ciò ci porterà a offrire quanto prima criteri e orientamenti per l’arte, il canto e la musica sacri. Come pure pensiamo di offrire prima possibile criteri e orientamenti per la predicazione».
Il dramma degli abusi liturgici sembra non sfiorarlo affatto e il rimedio di cui parla è solo di tipo "burocratico"...
2. E poi: «Non so se si possa, o se convenga, parlare di “riforma della riforma”. Quello che vedo assolutamente necessario e urgente, secondo ciò che desidera il Papa, è dar vita a un nuovo, chiaro e vigoroso movimento liturgico in tutta la Chiesa».
Mi sembra che così dichiara già "tramontata" la "Riforma della Riforma" di Benedetto XVI. Chi lo ha stabilito, di nuovo la Curia? E è saggio parlare di un movimento che così com'è adombrato sembra venire 'dal basso', per un ambito così sacro e serio come la Liturgia?
3. Queste sono le parole chiave dell'intervista del card che celebra con i neocatecumenali a Porto S. Giorgio (vedi foto) quando accenna al "nuovo movimento liturgico" "Questo impegno sarà accompagnato dalla revisione e dall’aggiornamento dei testi introduttivi alle diverse celebrazioni (prenotanda). Siamo anche coscienti che dare impulso a questo movimento non sarà possibile senza un rinnovamento della pastorale dell’iniziazione cristiana».
Badate bene che la "pastorale d'iniziazione cristiana" è quella di conio neocat che sta già entrando nelle diocesi (in molte è già consolidata: Campobasso, ad esempio)
4. Attenzione a come si esprime: «La bellezza è fondamentale, ma è qualcosa di ben diverso da un’estetismo vuoto, formalista e sterile, nel quale invece talvolta si cade. Esiste il rischio di credere che la bellezza e la sacralità del liturgia dipendano dalla ricchezza o dall’antichità dei paramenti. ...»
E' vero quel che dice; ma mettere l'accento su questo non ricorda gli slogan triti e ritriti dei pregiudizi di chi si riferisce al VO in questi termini?
Sono perfettamente d'accordo con Liturgo. E questo significa che il Papa sta giustamente cercando la Via migliore per una fruttuosa riforma.
RispondiElimina<span><span>Perché ho parlato di perplessità, pensando all'intervista di Canizares citata da Tornielli:
RispondiElimina1. siamo ancora in attesa delle disposizioni per l'attuazione della Messa Gregoriana, ma il card preannuncia «Perciò apriremo una nuova sezione della nostra Congregazione dedicata ad “Arte e musica sacra” al servizio della liturgia. Ciò ci porterà a offrire quanto prima criteri e orientamenti per l’arte, il canto e la musica sacri. Come pure pensiamo di offrire prima possibile criteri e orientamenti per la predicazione».
Il dramma degli abusi liturgici sembra non sfiorarlo affatto e il rimedio di cui parla è solo di tipo "burocratico"...
2. E poi: «Non so se si possa, o se convenga, parlare di “riforma della riforma”. Quello che vedo assolutamente necessario e urgente, secondo ciò che desidera il Papa, è dar vita a un nuovo, chiaro e vigoroso movimento liturgico in tutta la Chiesa».
Mi sembra che così dichiara già "tramontata" la "Riforma della Riforma" di Benedetto XVI. Chi lo ha stabilito, di nuovo la Curia? E è saggio parlare di un movimento che così com'è adombrato sembra venire 'dal basso', per un ambito così sacro e serio come la Liturgia?
3. Queste sono le parole chiave dell'intervista del card che celebra con i neocatecumenali (vedi foto nella loro cittadella a Porto S. Giorgio) quando accenna al "nuovo movimento liturgico" "Questo impegno sarà accompagnato dalla revisione e dall’aggiornamento dei testi introduttivi alle diverse celebrazioni (prenotanda). Siamo anche coscienti che dare impulso a questo movimento non sarà possibile senza un rinnovamento della pastorale dell’iniziazione cristiana».
Badate bene che la "pastorale d'iniziazione cristiana" è quella di conio neocat che sta già entrando nelle diocesi (in molte è già consolidata: Campobasso, ad esempio)
4. Attenzione a come si esprime: «La bellezza è fondamentale, ma è qualcosa di ben diverso da un’estetismo vuoto, formalista e sterile, nel quale invece talvolta si cade. Esiste il rischio di credere che la bellezza e la sacralità del liturgia dipendano dalla ricchezza o dall’antichità dei paramenti. ...»
E' vero quel che dice; ma mettere l'accento su questo non ricorda gli slogan triti e ritriti dei pregiudizi di chi si riferisce al VO in questi termini?
</span><span>
</span></span>
<span><span>mic</span>
RispondiElimina<span><span><span>Perché ho parlato di perplessità, pensando all'intervista di Canizares citata da Tornielli:
1. siamo ancora in attesa delle disposizioni per l'attuazione della Messa Gregoriana, ma il card preannuncia «Perciò apriremo una nuova sezione della nostra Congregazione dedicata ad “Arte e musica sacra” al servizio della liturgia. Ciò ci porterà a offrire quanto prima criteri e orientamenti per l’arte, il canto e la musica sacri. Come pure pensiamo di offrire prima possibile criteri e orientamenti per la predicazione».
Il dramma degli abusi liturgici sembra non sfiorarlo affatto e il rimedio di cui parla è solo di tipo "burocratico"...
2. E poi: «Non so se si possa, o se convenga, parlare di “riforma della riforma”. Quello che vedo assolutamente necessario e urgente, secondo ciò che desidera il Papa, è dar vita a un nuovo, chiaro e vigoroso movimento liturgico in tutta la Chiesa».
Mi sembra che così dichiara già "tramontata" la "Riforma della Riforma" di Benedetto XVI. Chi lo ha stabilito, di nuovo la Curia? E è saggio parlare di un movimento che così com'è adombrato sembra venire 'dal basso', per un ambito così sacro e serio come la Liturgia?
3. Queste sono le parole chiave dell'intervista del card che celebra con i neocatecumenali (vedi foto nella loro cittadella a Porto S. Giorgio) quando accenna al "nuovo movimento liturgico" "Questo impegno sarà accompagnato dalla revisione e dall’aggiornamento dei testi introduttivi alle diverse celebrazioni (prenotanda). Siamo anche coscienti che dare impulso a questo movimento non sarà possibile senza un rinnovamento della pastorale dell’iniziazione cristiana».
Badate bene che la "pastorale d'iniziazione cristiana" è quella di conio neocat che sta già entrando nelle diocesi (in molte è già consolidata: Campobasso, ad esempio)
4. Attenzione a come si esprime: «La bellezza è fondamentale, ma è qualcosa di ben diverso da un’estetismo vuoto, formalista e sterile, nel quale invece talvolta si cade. Esiste il rischio di credere che la bellezza e la sacralità del liturgia dipendano dalla ricchezza o dall’antichità dei paramenti. ...»
E' vero quel che dice; ma mettere l'accento su questo non ricorda gli slogan triti e ritriti dei pregiudizi di chi si riferisce al VO in questi termini?
</span><span> </span></span></span></span>
Avete letto il comunicato stampa di Padre Lombardi a proposito di questo Motu Proprio? Ecco qua:
RispondiElimina<span>“che è da tempo allo studio un Motu Proprio per disporre il trasferimento di una competenza tecnico-giuridica - come ad esempio quella di dispensa per il matrimonio ‘rato e non consumato’ - dalla Congregazione per il Culto Divino al Tribunale della Sacra Rota. Ma – ha affermato - non vi è alcun fondamento né motivo per vedere in ciò un’intenzione di promuovere un controllo di tipo ‘restrittivo’ da parte della Congregazione nella promozione del rinnovamento liturgico voluto dal Concilio Vaticano II"</span>
Io la leggo così:
1)BACCHETTATA ALL'ARTICOLO DI TORNIELLI;
2) LA RICREAZIONE NON E' FINITA...NESSUN CONTROLLO CONTINUATE PURE (ALLA FACCIA DELLA RIFORMA DELLA RIFORMA...)
<span>Perché ho parlato di perplessità, pensando all'intervista di Canizares citata da Tornielli:
RispondiElimina1. siamo ancora in attesa delle disposizioni per l'attuazione della Messa Gregoriana, ma il card preannuncia «Perciò apriremo una nuova sezione della nostra Congregazione dedicata ad “Arte e musica sacra” al servizio della liturgia. Ciò ci porterà a offrire quanto prima criteri e orientamenti per l’arte, il canto e la musica sacri. Come pure pensiamo di offrire prima possibile criteri e orientamenti per la predicazione».
Il dramma degli abusi liturgici sembra non sfiorarlo affatto e il rimedio di cui parla è solo di tipo "burocratico"...
2. E poi: «Non so se si possa, o se convenga, parlare di “riforma della riforma”. Quello che vedo assolutamente necessario e urgente, secondo ciò che desidera il Papa, è dar vita a un nuovo, chiaro e vigoroso movimento liturgico in tutta la Chiesa».
Mi sembra che così dichiara già "tramontata" la "Riforma della Riforma" di Benedetto XVI. Chi lo ha stabilito, di nuovo la Curia? E è saggio parlare di un movimento che così com'è adombrato sembra venire 'dal basso', per un ambito così sacro e serio come la Liturgia?
3. Queste sono le parole chiave dell'intervista del card che celebra con i neocatecumenali (vedi foto nella loro cittadella a Porto S. Giorgio) quando accenna al "nuovo movimento liturgico" "Questo impegno sarà accompagnato dalla revisione e dall’aggiornamento dei testi introduttivi alle diverse celebrazioni (prenotanda). Siamo anche coscienti che dare impulso a questo movimento non sarà possibile senza un rinnovamento della pastorale dell’iniziazione cristiana».
Badate bene che la "pastorale d'iniziazione cristiana" è quella di conio neocat che sta già entrando nelle diocesi (in molte è già consolidata: Campobasso, ad esempio)
4. Attenzione a come si esprime: «La bellezza è fondamentale, ma è qualcosa di ben diverso da un’estetismo vuoto, formalista e sterile, nel quale invece talvolta si cade. Esiste il rischio di credere che la bellezza e la sacralità del liturgia dipendano dalla ricchezza o dall’antichità dei paramenti. ...»
E' vero quel che dice; ma mettere l'accento su questo non ricorda gli slogan triti e ritriti dei pregiudizi di chi si riferisce al VO in questi termini? </span>
Il Mp sarà una grande delusione per i tradizionalisti. Kiko avrà la parte migliore, mentre la Tradizioe dovrà necessariamente soccombere.
RispondiEliminaRassegnatevi alla fine di un ciclo storico.......i catto progressisti sono troppo potenti in Curia e già affilano le armi. Una riforma strettamente secondo il pensiero dei padri Conciliari non ci sarà . Al più saranno chiamnati a redigerla il kiko, martinez, mellomio Filoni, Sorrentino....... Marini Piero, il Forte......... il disastro notevole sarà assicurato. Buona fortuna a tuttiiiiiii.
aspettiamo il MP e vediamo.
RispondiEliminaSe è come dici tu non sarà la fine di un cilo storico, ma la fine della Chiesa cattolica...
mhm scenario apocalittico!
RispondiEliminaio ho parlato di perplessità basate su indizi di un certo calibro. Tuttavia <span>aspettiamo il MP e poi potremo dir meglio. </span>
RispondiElimina<span>Se è come dici tu non sarà la fine di un ciclo storico, ma la fine della Chiesa cattolica.</span>
<span>possiamo ammettere che succeda? No, se crediamo nelle promesse del Signore...</span>
"Risistemerà la liturgia"
RispondiEliminaLa riforma del N.O.? Certamente è valida se è offerta correttamente, ma non sarà mai veramente Cattolica perchè le radici vengano da un altra RIFORMA - quella Protestante. Basta fare un pò di ricerca per verificare questo. La Nuova Messa ha fatto accellerare il crollo della identità Cattolica in tutto il mondo.
Adesso è tutto più chiaro, insomma il Papa se ne lava le mani! Se uno solo che può decidere e basta (Il Sovrano Pontefice Romano) NON fa, non vuole fare niente (quanti anni son passato dal suo inizio pontificato???) cosa farà un dicastero che già poco conta al cui interno si sa, ci sono 100 consulenti dalle 1000 idee (progressiste) e pochissime convergenze verso un culto diciamo più "tradizionale"?
RispondiEliminascenario realista!
RispondiEliminaBenedetto attualmente non ha la forza fisica ( conserva quella intellettuale) che a volte va più di quella del cervello. La voce per il bene di una struttura complessa, quale è la Chiesa , a volte bisogna farla forte e chiara. I se i ma, non esistono considerato i se e i ma di montiniana memoriache tanto male hanno portato alla Chiesa.
RispondiEliminaLe "volpi" permettorno a benedetto la pubblicazione di libri, di encicliche, di Mp , ma ttenzione a toccare alcune "riforme" fatte da uomini che non AVEVANO A CUORE IL BENE DELLA CHIESA. A noi toccherà l'arduo compito di pregare. Il "resto" che rimarrà fedele avrà due colonne . l'Eucaristia e l'imacolata (il sogno di don Bosco).
prima della rinascita, la Chiesa dovrà subire un'eclissi totale: sia pur "breve" , sarà inevitabile: è la china discendente che deve essere percorsa tutta, fino in fondo, un gradino dopo l'altro, secondo l'immagine qui sotto. E' un castigo (=purificazione).
RispondiEliminaSolo dal fondo raggiunto si potrà sperare (adiuvante Deo) la risalita.
vedo che cominciamo ad essere in molti a pensarla cosi' . n pezzettino per volta , piano , piano , zitti , zitti ......... come i topi che erodono le mura dal di dentro , nessuno vede nulla fino a quando .............
RispondiEliminal' importante è non dare nelì' occhio , non traumatizzare , ...... è questo il passaparola ... da qualche buon decennio !!!!! ........... altro che CONCILIO !!!!!! ........
E' importante leggere, su Una Fides, cosa ne pensa Francesco Colafemmina
RispondiEliminabeh, almeno posso rivendicare la paternità del titolo.... mi veniva un'emoticon; ma c'è poco da scherzare!
arieccoci col focaccione di LINZ ................. SIGNORE PIETA' !!!!!!!
RispondiElimina... altro che scomunica !!!!!!!!! .........
Ero passata prima da Una Fides, che lo riporta, ma l'intervento di Francesco è su Fides et Forma
RispondiElimina<span>[intento e premura che son stati fatti propri anche dal nostro blog, il cui motto recita: <span>Rinnovamento liturgico della Chiesa nel solco della Tradizione</span>, n.d.r.]</span>
RispondiEliminaCarissimo Enrico e voi tutti dela redazione,
debbo aggiungere, come già scrissi, C.V.D.
Con le parole di cui sopra, confermate che il vostro, pur benemerito impegno, è ESSENZIALMENTE liturgico, pertanto, non avete gli stessi scopi dei tradizionalistI ante- MP (almeno non i miei). Come già scrissi, possiamo essere commilitoni circa alcune lotte parziali, ma il quadro di riferimento globale non è lo stesso. Mi confermate che debbo scrivere un testo su questo tema. Spero di riuscire a falro, prima della fine dei miei giorni.
DIO ci benedica
vostro
UomochenonfuMAI
Ma io in generale e in questi ultimi mesi non mi faccio più aspettative da Sua Santità!
RispondiEliminaBasti pesare che negli ultimi 2mesi ne ha combinate 3 una peggio dell'altra:
1. Libro intervista Luce del mondo.
2. Annuncio della convocazione del convegno d'assisi con le false religioni.
3. Batificazione di GPII.
E speriamo di fermarci qua !
figuriamoci....che proprio questi signori che hanno devastato la Chiesa....adesso vogliono radrizzarla!!!!!Sono fiabe da bambini!
RispondiEliminaPreparatevi alle delusioni più cocenti!
RispondiEliminaSolo gli illusi verranno delusi!
RispondiEliminala Speranza del cristiano è centrata solo su Gesù Crocifisso per la nostra salvezza.
RispondiEliminaNessuna strategia umana, o politica ecclesiale, per quanto ben intenzionata, può salvare la Chiesa dal crollo totale:
solo la Croce di Cristo, che chiede a tutti di percorrere la Via Crucis, passo dopo passo, seguendo il Signore al Suo Calvario, così come la Chiesa intera, Sposa di Cristo, è chiamata a fare, per giungere alla vera Resurrezione.
Null'altro sarà salvifico, null'altro ricondurrà alla Luce tutti quelli che ora sono immersi nel buio fitto, in ombra di morte.
STAT CRUX, dum volvitur orbis.
("riforma della riforma", che spingerà poi ad altre riforme di riforme.....panta rei)
a mmme mme serve !!!!!!!!!!
RispondiEliminaMah! Abbiamo la bellissima Messa "straordinaria" (nel vero senso della parola), perchè bisogna inventarsi una liturgia alternativa a quella circense (messa nuova per intendersi), basta ritornare sui propri passi, chiedere scusa ai tanti cattolici defraudati e ridare il posto alla S.Messa di sempre. Più semplice di così!
RispondiEliminaANNARI' ........ sveja !!!!!!!! .............
RispondiEliminaNella storia della Chiesa non è la prima volta che si deve ricominciare da zero
RispondiEliminaPenso che per rinnovare o meglio equilibrare secondo tradione la liturgia non possano servire a nulla altri documenti se non un nuovo messale. Il documento, m.p., in oggetto è un atto di governo che sposta la competenza, riservata alla Sede Apostolica, di giudicare sui matrimoni rati e non consumati dal Culto Div. alla Rota Romana, niente di più, potranno esserci degli indirizzi, degli incoraggiamenti ma la liturgia è e srà ancora sotto anarchia.
RispondiEliminase dobbiamo anche credere che lo sfascio attuale è stato causato dall'accumulo delle cause "super rato" .....
RispondiEliminame devo svejà? dici che l'ora?
RispondiEliminaAH AH AH AH !!!!!!!!!!!
RispondiEliminaCerto che questo Rodari tanto applaudito e cercato talvolta si sdoppia in due Rodari.Dei due quale è quello vero?
RispondiElimina