Il 21 dicembre è stata celebrata, secondo la forma
straordinaria del Rito Romano, presso la chiesa tergestina della B. V. del
Soccorso una Santa Messa in suffragio dell’anima del Cardinale Carlo Caffarra.
Il rito è stato celebrato da don Paolo Rakic ed accompagnato
con la Messa da Requiem di Perosi , cantata dal coro “Alabarda” con all’organo
il M° Cossi.
Molti i fedeli presenti che con partecipazione e devozione
hanno pregato per il defunto Cardinale.
Don Rakic, al termine della cerimonia, ha raccontato come
l’estate scorsa sia stato proposto di invitare il Cardinale in questa chiesa;
la sua salita al Cielo il passato 6 settembre ha colto di sorpresa tutti ed
allora lo si è voluto accogliere almeno spiritualmente.
Il Cardinale fu uno dei più grandi studiosi sul matrimonio e la famiglia ed il suo impegno e dedizione a questi temi sono stati molto ben ricordati nell’orazione funebre tenuta da don Samuele Cecotti, che ha enunciato diverse sue opere di misericordia, sottolineando anche come gli stessi presenti, secondo la definizione classica della Chiesa, pregando per il defunto Cardinale, stessero realizzando quella settima opera di misericordia spirituale che dice proprio di pregare per i vivi e per i morti.
Il Cardinale fu uno dei più grandi studiosi sul matrimonio e la famiglia ed il suo impegno e dedizione a questi temi sono stati molto ben ricordati nell’orazione funebre tenuta da don Samuele Cecotti, che ha enunciato diverse sue opere di misericordia, sottolineando anche come gli stessi presenti, secondo la definizione classica della Chiesa, pregando per il defunto Cardinale, stessero realizzando quella settima opera di misericordia spirituale che dice proprio di pregare per i vivi e per i morti.
Il Cardinal Caffarra ha costantemente ricordato a tutti la
santità del matrimonio così come da sempre insegnato da Santa Madre Chiesa. Ha
ammonito i peccatori con quella dolcezza unita a fermezza che è propria dei Santi;
ha ricordato la gravità del peccato senza per questo abbandonare i peccatori,
ma offrendo loro quella mano di salvezza che sta proprio nel dire loro la
verità.
Ordinato a 23 anni nel 1961, Caffarra fu il primo ad
affrontare alcune spinose tematiche bioetiche e forse tra i primi ad affrontare
in ambito teologico le questioni di ingegneria genetica.
Paolo VI nel 1974 lo nominò membro della Commissione teologica Internazionale e nel 1980 San Giovanni Paolo II lo volle come esperto al Sinodo dei Vescovi sul matrimonio e la famiglia, per dargli l’anno successivo il mandato di fondare il Pontificio Istituto degli Studi sul matrimonio e la famiglia; nel 1988 ha fondato a Washington la sezione americana dell’Istituto sulla famiglia. Nel 2006 Papa Benedetto XVI lo crea Cardinale e nel 2014 e 2015 è padre sinodale nei due sinodi sulla famiglia ed è protagonista del dibattito teologico e morale nella discussione che è seguita.
Nel 1983 Caffarra ha scritto una lettera a Lucia di Fatima
in merito al neonato Pontificio Istituto; teologo di grande fama, ma senza
grande esperienza di “governo”, era intimorito da questo suo importante ruolo
di guida dell’Istituto, che riguardava l’intera Chiesa universale; scrisse a
Suor Lucia chiedendo preghiere e lei rispose in tempi brevissimi, nonostante il
complesso meccanismo di dialogo, poiché era vietato potersi rivolgere
direttamente a lei, ma lo si poteva fare solo attraverso il Vescovo di Fatima;
la veggente nella lettera di risposta conferma che lo scontro finale tra il Signore
ed il regno di Satana sarà sulla famiglia ed il matrimonio, concludendo che
comunque la Madonna al serpente ha già schiacciato la testa.
In un’Intervista di maggio 2017 Caffarra ha dichiarato che
le parole di Suor Lucia si stanno adempiendo, denunciando due eventi terribili:
la legittimazione dell’aborto, diventato diritto soggettivo della donna ed il
tentativo di equiparare il rapporto omosessuale al matrimonio. “Satana sta
tentando di minacciare e distruggere i due pilastri, - ha detto il Cardinal Caffarra
- in modo da poter forgiare un’altra creazione. Come se stesse provocando il
Signore, dicendo a Lui: “Farò un’altra creazione, e l’uomo e la donna diranno:
qui ci piace molto di più”.
Sempre sul matrimonio,il Cardinal Caffarra ha ricordato che
esistono norme morali assolute, valide sempre e senza eccezioni, che
proibiscono atti intrinsecamente cattivi, che non è mai ed a nessuno lecito
trasgredire e che nessuna autorità può modificare; ha ricordato ancora che
l’adulterio è grave offesa alla giustizia e violazione della legge di Dio e mai
ed in nessun caso può essere lecito, come mai ed in nessun caso unioni
adulterine possono essere legittimate, anzi: la convivenza more uxorio in un
rapporto adulterino costituisce grave stato di peccato; ed ancora che il
peccato è inconciliabile con la grazia e che mai ed in nessun caso una vita di
grazia è compatibile con una condotta peccaminosa.
La grazia distrutta con il peccato si riacquista con il
sacramento della penitenza, per accostarsi al quale è però necessario il
pentimento ed il proposito di non peccare, incompatibili con la volontà di
permanere nello stato di peccato in cui ci si confessa.
Al termine della celebrazione diversi fedeli si sono
trattenuti per ringraziare don Paolo e don Samuele, tra questi il consigliere
comunale (di Trieste) Salvatore Porro, don Roberto de Paolis della Prelatura
dell’Opus Dei e il M° Vladimir Matesic organista titolare della cattedrale
felsinea (che ha anche portato i saluti del Primicerio del capitolo cattedrale
di Bologna). Il presidente del Consiglio comunale (di Trieste) Marco Gabrielli,
impossibilitato ad essere presente, ha telefonato per dare la propria adesione
morale. Nei giorni precedenti molti Sacerdoti, diocesani e religiosi, di
diverse parti d’Italia (ma anche dall’Austria e dalla Germania), tra cui un
Vescovo emerito, avuta notizia dell’iniziativa, avevano comunicato la loro
adesione orante.
La Messa di suffragio per Caffarra ha rappresentato un
profondo momento di preghiera e di riflessione per Trieste.
Amedeo Rossetti
Qui alcune foto. Consiglio anche di leggere il commento postato all'articolo.
RispondiEliminahttp://traditiomarciana.blogspot.com/2018/01/resoconto-della-messa-in-suffragio-del.html
In riferimento ai due ragazzi morti: personalmente, avrei vietato il funerale se non frequentavano la Santa Messa da anni (cosa probabile) o se... offendevano il Signore a parole: non certo perché erano fidanzati.
RispondiEliminaAmor Vincit Omnia! Molti dei nostri tradizionalisti lo dovrebbero capire... e tutto andrebbe meglio! Ma si sa, nei gruppi tradizionali, l'importante è che fuori non si veda nulla...
Chi sono i "tradizionalisti"???
EliminaRicorda bene che nella religione Cristiana non esistono categorie come tradizionalisti o modernisti. O ami Cristo o non lo ami!
EliminaTratto dal
Elimina-Catechismo Maggiore-
966. Quali sono i peccati che si dicono gridare vendetta nel cospetto di Dio?
I peccati che diconsi gridar vendetta nel cospetto di Dio sono quattro:
1.omicidio volontario;
2.peccato impuro contro l'ordine della natura;
3.oppressione dei poveri;
4.fraudare la mercede agli operai.
967. Perché si dice che questi peccati gridano vendetta al cospetto di Dio?
Questi peccati diconsi gridare vendetta al cospetto di Dio, perché lo dice lo Spirito Santo e perché la loro iniquità è così grave e manifesta che provoca Dio a punirli con più severi castighi.
Da dove esce sto eretico finto tradizionalista? L'amore vince (in latino), carissimo cattolicoluterano 2.0 la sodomia è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio...ai mafiosi e a Priebke i funerali si vietano e a due sodomiti impenitenti no?
EliminaCon tutta la misericordia di Dio che possa avere se si fossero per un momento pentiti dei loro peccati....
La penso come Anonimo delle 17:11. D'altronde basta leggere le Scritture.
EliminaIl card. Caffarra è stato un sacerdote che con coraggio, sostenuto da una grande preparazione dottrinale e morale ormai in via di estinzione, ha affrontato i temi più drammatici della società attuale: l'etica della famiglia e della società. Diresse da par suo il prestigioso Istituto di Studi sulla famiglia, voluto da GPII, ridotto, ora, a propalare le ideologie bergogliane.
RispondiEliminaI “tradizionalisti” sono i Farisei del tempo presente (non tutti grazie a Dio...ma troppi!). Sono quelli che ostentano Santità...che non hanno! Ostentano Povertà...che non hanno! Ma chi ne ha conosciuto qualcuno, come me, diffida di loro perché è meglio un vero peccatore (come il Pubblicano) che un finto Santo (come il Fariseo) perché il primo ha la possibilità di convertirsi ma il secondo no perché si crede “a posto”!!!
RispondiEliminaBravo Anonimo delle 12:37, hai fatto un bel ritratto dei bergogliani.
EliminaMi sa che il ritratto è il tuo e dei tuoi colleghi scismatico-tradizionalisti!
EliminaAnonimo delle 19:58, il pontificato del moralista Bergoglio volge al termine, assisterò con gioia alla lenta agonia della gang affarista bergogliana, che con la scusa della carità chiagne e ruba. Buon declino!
EliminaI tradizionalisti, non tutti, ma tanti, sono quelli che usano Dio (usandolo come mezzo...) per arrivare al rito (dicendo, ereticamente, che la Messa antica è meglio della “moderna”...) invece che usare il rito (mezzo) per arrivare a Dio (Unico Vero Fine).
RispondiEliminaNon si capisce nulla. Prova a inserire più parentesi.
EliminaProva tu a cercare Dio...invece del tuo IO...
EliminaCiao cuccioletto. Cosa intendi per IO?
EliminaHa ragione Anonimo del 1 febbraio ore 7.23: lui ti indica il sole e tu guardi il dito...sei un poverino...schiavo del proprio IO. Farebbe bene a non rispondere nemmeno più a uno come te.
Elimina"lui ti indica il sole e tu guardi il dito"
EliminaCaspita che metafora! Sei un grande! Ih! Ih!
Che hai un problema da risolvere: il tuo IO
RispondiEliminaSe questo qui mi chiamasse a me “cuccioletto” saprei come rispondergli...
RispondiEliminaSe non riesci a capire tu il tuo “io” capisco...sei un ottuso come la maggior parte dei tradizionalisti...chi si somiglia si piglia!
RispondiElimina"sei un ottuso"
EliminaOlà! Perdiamo il controllo? Sarai mica un cattivone tradizionalista?