23 agosto 2017
"Auden mi raccontava che a New York andava spesso nella chiesa armena e in quella russa. Diceva che era terribilmente bello essere in chiesa e ascoltare la funzione senza conoscere la lingua, perché non ci si distraeva dall’essenziale. Che penso sia un atteggiamento intelligente per celebrare le funzioni in latino”. Brodskij era un grande, non lo sapevo e lo scopro leggendo i “Dialoghi con Iosif Brodskij” di Solomon Volkov (LietoColle). Grande nella letteratura..., grande nella sprezzatura: notevoli le pagine in cui racconta le persecuzioni che gli inflissero i comunisti e in cui non c’è odio e nemmeno perdono, solo distacco e disprezzo. Sebbene non molto religioso, Brodskij così come Auden, altro perspicacissimo esteta, sapeva che la lingua corrente nuoce al culto. In una messa in italiano e dunque abitualmente logorroica, ingombra di monizioni, di avvisi, di discorsi sentiti dal prete la sera prima alla tv, la parola che più avvicina a Dio, forse l’unica parola che davvero avvicina a Dio, è ebraica: amen.
Andiamo, le funzioni in latino sono nate quando il latino era la lingua d'uso, e appunto per quello (prima erano in greco anche in occidente, e i latinofoni non le capivano). Alla faccia della lingua corrente che nuoce al culto: ditelo a San Damaso I Papa.
RispondiEliminaD'accordo che non è necessario capire perché la messa abbia la sua efficacia, d'accordo sui pregi del latino nella liturgia (si è parte di una lunghissima tradizione, si evitano traduzioni problematiche ecc.), ma cosa sarebbe l'essenziale da cui una lingua ignota non faceva distrarre l'Auden? La coreografia? Degno dell'esteta frocio Auden (si può dire "frocio"?)
E questo a prescindere dalla diatriba tra messa in latino o messa in italiano: i falsi argomenti sono falsi argomenti.
Il latino lingua d'uso non è mai stata come intendiamo oggi l'italiano. Andrei un po' a studiare
Elimina"...i falsi argomenti sono falsi argomenti".
EliminaROTFL Alla faccia della tautologia...
A quanto pare farebbe bene, Hierro1973. Magari venga a studiare da me, insegno appunto latino.
EliminaNel merito, Lei forse ha sentito dire che in certe epoche il latino parlato non era come quello letterario o come quello che oggi si insegna a scuola, e questo è vero; ma non è affatto vero che il latino non sia mai stato effettivamente in uso proprio come oggi l'italiano. Certo, ci sono sempre stati più registri, oltre alla naturale evoluzione della lingua; e il latino della liturgia (che infatti non è il latino classico: si pensi al "miserere nobis" dell'Agnus Dei) è un latino orientato a quello dell'epoca in cui fu fatta la traduzione, cioè il IV secolo. Non dev'essere proprio quello che si parlava dal panettiere perché naturalmente è infarcito di tecnicismi cristiani e comunque tende a una certa cura formale in più della lingua d'uso, come è naturale, ma è comunque la lingua della gente di allora.
Del resto, se non fosse stato per rendere la liturgia comprensibile, perché mai tradurla dal greco?
Anonimo, quando ci vuole ci vuole.
Eliminaun punto fermo e una sintesi esemplare; per profondità di visione, un'analisi da cui d'ora in poi sarà impossibile prescindere
RispondiEliminaQuante disobbedienze , quanto poco amore e timore , come puo' regnare Dio in mezzo a noi ?
RispondiEliminaIl Linguaggio ne e' un esempio , vogliamo che Lui si adatti , che si accontenti delle briciole che Gli diamo , costringendoLo ad abbassarsi al nostro livello, al livello della polvere .
Permettetemi , io non voglio capire .
RispondiEliminaVoglio semplicemente "stare" con la Madonna , con la Maddalena , con S.Giovanni , sotto la Croce a piangere i miei peccati e a domandare pieta' per il male che ho prodotto in me e attorno a me !
Mi scusi, ma l'italiano Glielo impedisce?
EliminaCaro Latinista, le sottopongo questo paragone: se un utente entrasse in un forum di appassionati di cavalli dove si decantano la bellezza e l'eleganza dell'animale, la sua grazia del muoversi, e alcuni nostalgici criptoamish esaltassero i buoni tempi andati quando il cavallo costituiva quasi l'unico mezzo di trasporto e tutta la vita girava ad una velocità ancora umana e sostenibile [quant ghe saran pù cavai sarà en munt pien de guai in cremonese] e questo benedett'uomo vi cominciasse a parlare con passione di motociclette e di automobili varie... Non le sembra un atteggiamento scientemente trolleggiante o provocatorio?
EliminaAnche semplicemente il definirsi Latinista e dar contro al latino nella liturgia (il sito non parla di poetica coturnata ovviamente) non le sembra un po' ambiguo/ingannevole?
Inoltre non giochiamo tutto sul capire. La comunicazione usa anche altri canali. Chi va a messa sa che cosa lì si faccia. Addirittura la non immediata comprensione obbliga ad una rilettura, ad un ripensamento di quanto detto... Non mi dilungo perché di motivi ne sono trovati e trattati tanti, anche in questo sito. La regola del "quotidiana vilescunt" è sempre valida.
EliminaIl mio prete per esempio ha la passione di cambiare il testo delle preghiere accorciandole. Dice "benedetto sei tu Signore per questo pane. Lo presentiamo a te perché diventi cibo di vita eterna" o in Inghilterra "il Signore sia con te-E anche con te". Ce lo vede un'assemblea che risponde Tecum quoque?
E poi come è bello girare l'Europa e sentire la messa dei cattolici identica ovunque con i peculiari accenti ma con le stessissime parole...?