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lunedì 3 luglio 2017

Un sospiro di sollievo per Mons. Ladaria nuovo Prefetto della CDF?

di Enrico Roccagiachini

Vi confesso che ho qualche difficoltà a scrivere di qualcosa che non sia l’angosciante vicenda del piccolo Charlie Gard. Mi sembra che occuparsi d’altro, per quanto importante, sia come voler sfuggire alla gravità dell’ora presente, una specie di diserzione rispetto alla vera battaglia in corso: una battaglia che stiamo combattendo con la preghiera, il sacrificio, il digiuno.

Ma, nonostante i nostri pensieri siano tutti rivolti a Charlie e ai suoi coraggiosi genitori, cui si impedisce di adempiere il sacro dovere di prendersi cura del figlio che la Provvidenza ha affidato loro, altri eventi, per certi versi anch'essi sconvolgenti, stanno accadendo sotto i nostri occhi.

La mancata riconferma del Card. Müller alla guida della Congregazione per la Dottrina della Fede, e la sua sostituzione con Mons. Luis Francisco Ladaria Ferrer, hanno suscitato nel nostro mondo dapprima una vasta ondata di preoccupazione, poi – quando, appunto, si è appreso chi fosse il nuovo Prefetto – un certo sollievo: Mons. Ladaria Ferrer è stato presentato come teologicamente “centrista”, per certuni addirittura conservatore. Per cui anche Messa in Latino ha deciso di dare la notizia sotto il titolo “Nominato il successore di Muller: forse la Congregazione per la Dottrina della Fede resterà cattolica”. Ovviamente, della cosa si sono occupati praticamente tutti: de Mattei, Valli, Tosatti... si attende con curiosità un eventuale commento di Magister. 

Vi confesso che io questo gran sospiro di sollievo non riesco a tirarlo.
Mi domando, infatti, perché mai Müller sia stato licenziato per sostituirlo con una specie di suo alter ego, che era già il numero due della Congregazione, addirittura più anziano, e sicuramente personalità decisamente più defilata: se, dal punto di vista teologico, i due possono pensarla in termini più o meno analoghi, che cosa può esserci che non andava nel Cardinale – e che deve, invece, andar bene nel nuovo Prefetto?

Forse c’entra il fatto che il Card. Müller avesse le idee chiare in merito ad Amoris Laetitia, e che sostenesse l’inderogabile necessità di interpretarla conformemente al magistero bimillenario della Chiesa? Può essere che chiarezza e continuità non siano esattamente le chiavi di lettura dell’Esortazione preferite ai piani alti; però c’è chi ricorda che anche Mons. Ladaria Ferrer si espresse – a suo tempo: cioè dopo il Sinodo ma, mi pare, prima che Amoris Laetitia vedesse la luce – nel senso della non ammissione alla Comunione dei divorziati civilmente risposati che non vivessero come fratello e sorella. 

Io penso, però, che il vero e imperdonabile peccato del Card. Müller sia stato un altro: quello di aver ostinatamente sostenuto che la pastorale dipende dalla dottrina, e non il contrario; che la dottrina non è un irrilevante gioco intellettuale per specialisti, ma la base di tutto; che non si può affermare la dottrina e contestualmente promuovere una prassi da essa del tutto indipendente. Egli ha sempre dichiarato che il compito della sua Congregazione è quello di dare una struttura teologica al pontificato: cioè di rendere effettivo quel principio di dipendenza, che è esattamente il contrario di ciò che sembra oggi andare per la maggiore nei sacri palazzi. 

Insomma: il Card. Müller – al di là delle sue specifiche opinioni su questo o quel tema – lottava e lotta davvero contro l’eresia del momento, la raffinata forma di modernismo che oggi spopola. Quella per cui non debba esserci «più ortodossia, non più eretici, non più condanne di eresie ed eretici. Si enuclea un’eresia nuova, forse mai pensata prima: l’eresia che nega l’esistenza della stessa ortodossia» (lo disse, se non sbaglio: non sono riuscito a controllare, il Card. Siri ormai molti anni fa).

Al netto delle qualità di Mons. Ladaria Ferrer, che sono certo siano eminenti, che Müller sia stato sostituito con una figura inequivocabilmente defilata, silente e finora secondaria, che in passato ha dichiarato di non gradire iniziative personali, di preferire parlare solo con atti ufficiali – insomma, mi pare di capire, di essere disinteressato a tutto ciò che, volontariamente o meno, potrebbe disturbare il manovratore – risulta dunque del tutto comprensibile. E assai poco rassicurante.





15 commenti:

  1. Qualcuno si è dimenticato che Ladar Ferrero Rocher è a capo della congregazione per l'introduzione delle "diaconesse", alias sacerdozio femminile....altro che conservatore!

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  2. Non dimentichiamo che OGNI parola e OGNI decisione di Bergoglio hanno per scopo la realizzazione dello spirito del Vaticano II come da lui stesso affermato. La nomina di Ladaria Ferrer è quindi matematicamente funzionale al progetto bergogliano.

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  3. Lo farà fuori..
    Mons. Ladaria è un uomo di Dio onesto intellettualmente umile ma senza compromessi

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    1. Ma per piacere!!!

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    2. "Ma per piacere!!!" in che senso?

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    3. Che scrivere che Ladaria è un uomo di Dio è pure follia....recentemente ha incontrato un ex prete comunista e ha fatto tanto di elogi...un altro modernista di pura razza!

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  4. Ladaria può pure essere un santo, ma è innanzitutto un gesuita. E un gesuita, si sa, non è mai quello che è appare...

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  5. Non c'entra col tema ma vorrei segnalare l'ultima eresia della "Gospa" di Medgiugorje che nessuno a notato. Ella avrebbe detto:"(mio figlio) che ERA UOMO ED È DIO ". Quindi prima non era Dio? E ora non sarebbe più uomo??? Nel sito di Radio Maria la frase è riportata inodo diverso:" mio figlio CHE ERA UOMO, ERA ED È DIO" come se p. Livio avesse voluto mettere una pezza, ma la frase anche così è eretica. Gesù è uomo anche adesso! Perché nessuno ne parla?

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    1. Molto grave questa affermazione anticristica... Andrebbe letta nel contesto, sai la data del messaggio, così lo cerco?

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  6. Non perdiamo tempo, mentre la barca affonda, a divinare cosa farà il tale o tal altro. Dal CVII i subdoli novatori riaffermano, sempre con frasi altisonanti, la fedeltà alla tradizione dottrinale e morale della Chiesa cattolica. Ma, introducendo sottobanco, delle apparenti piccole aperture per il caso per caso etc., ovviamente da attuare con cautela, hanno generalizzato la rottura. L'esempio più dimostrativo recente, oltre alla triste riforma liturgica è la comunione ai divorsiati risposati che alcune conferenze episcopali hanno esteso a tutti. Il nuovo prefetto è un gesuita che da Arrupe, e poi Martini fino a Bergoglio, hanno proclamato, seguendo la confusa ideologia modernista, che la Chiesa è rimasta indietro di secoli. Pertanto adatterà, gesuiticamente, la dottrina ai voleri del padrone.

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  7. Radio Maria è una radio privata che però è diretta da padre Livio che,come si dice, "sta coi frati e zappa l'orto" e quindi è un papista convinto. Si tratta di una situazione assai ambigua: in quanto radio privata somministra come una goccia cinese i messaggi di Medgiugorie, evidentemente ritenendoli attendibili in maniera assoluta, in quanto radio papista si allinea, ignorandolo, allo scettiscismo abbastanza accentuato di Francesco I circa la "Madonna postina". E' una situazione penosa oltre che ambigua. Insomma, roba da preti, compresi gli sfondoni su cui viene messa un pezza.

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  8. I gesuiti andavano sciolti nel XVIII secolo, non lo ha fatto il papa di allora e sono ancora qua, pochi, ma determinati a distruggere, pare il solve et coagula degli alchimisti, d'altra parte scaltrezza e doppiezza sono le loro arti migliori, mi meraviglio che esista ancora gente credulona che si affida ai falsi messaggi dei veggenti miliardari che fanno il tour degli stadi per annunciare fake news ovverosia falsità.

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  9. I guai sono cominciati quando i gesuiti hanno preso potere, Pio XII ingenuamente sotto la scristianizzazione a macchia d'olio del comunismo nel dopoguerra, dette incarichi importanti a Padre Lombardi per la "nuova evangelizzazione" con l'opera "Per un mondo migliore", l'inizio del Vaticano II (rivoluzione francese) nella Chiesa con i guai che subiamo oggi....

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  10. A me sembra che un grave problema sia il seguente,che nessuno sembra rilevare. I Gesuiti fanno voto di obbedienza assoluta al Papa, pertanto il controllo che questo Prefetto può esercitare è nullo. In qualunque momento il suo principale gli può imporre di tacere.

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