Accolgo molto volentieri l'invito della redazione di Messa in Latino a scrivere qualche parola in occasione del decennale del Motu Proprio, anche se, dopo l'edificante intervento di Don Alfredo Morselli e quelli degli amici Luigi C. e Giuseppe Capoccia, non è facile aggiungere qualcosa che meriti di essere letto.
Come responsabile del Coordinamento Nazionale del Summorum Pontificum (CNSP), vorrei sottolineare che questo importante anniversario segna anche una specie di compleanno: il compleanno di quella inattesa e sempre crescente realtà che molto opportunamente è stata battezzata – per l’appunto – Populus Summorum Pontificum: «l’insieme di tutti coloro che si sentono particolarmente legati alla messa tradizionale, che siano sacerdoti, religiosi, seminaristi, o fedeli», come disse Don Claude Barthe aprendo il grande pellegrinaggio internazionale a Roma del 2015.
Un popolo, proseguiva in quella circostanza Don Barthe, la cui storia, «la nostra storia, non è finita. Nella Chiesa di domani, una Chiesa di famiglie cristiane numerose, di sacerdoti ben consapevoli della propria identità sacerdotale, di apostoli missionari, di comunità religiose e di associazioni espressione dell’eterna giovinezza della Chiesa, la liturgia tradizionale, eternamente giovane, avrà senza dubbio un ruolo di fermento spirituale nell’ordine sacramentale».
In questo decennio, prima timidamente, poi sempre più consapevolmente, il Populus Summorum Pontificum è riuscito a rappresentare un motivo di speranza per tutti, anche per coloro che non coltivano la liturgia tradizionale, ma che – specie nella tormentata attualità ecclesiale – avvertono l’urgenza di appoggiare la fede sulle incrollabili basi della Tradizione. Pur ben consci di essere servi inutili, i fedeli del Summorum Pontificum hanno saputo offrire le fatiche, i sacrifici, spesso le aspre sofferenze che hanno incontrato ed incontrano nel diffondere e difendere la liturgia tradizionale, perché la vita liturgica della Chiesa possa esprimere sempre più e sempre meglio la fede cattolica tutta intera, nella sua incorrotta purezza, e, così, la vera evangelizzazione possa riprendere il vigore che le è oggi quanto mai necessario.
A questo popolo davvero indomito – che mi auguro saprà riunirsi numeroso a Roma per il Pellegrinaggio del decennale, dal 14 al 17 settembre prossimi – vada dunque, nella preghiera, il caloroso augurio di perseverare lungo la strada profeticamente apertagli dieci anni fa da Benedetto XVI, al quale in questi giorni vogliamo rivolgere pensieri di affettuosa e filiale gratitudine.
Marco Sgroi
Resp. Naz.le CNSP
avanti così!!
RispondiEliminaMeno male che avete lasciato le campane , perche' appena si apre il blog si avverte un 'aria fragrante di incenso , un soave profumo di Chiesa Cattolica Apostolica Romana !
RispondiEliminaSanta giornata a tutti
Ave Maria !
Gustate e vedete com’è buono il Signore.
RispondiEliminaBenedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.