Ringraziamo di cuore il Dott. Marcello Derudas di Sassari per averci cortesemente inviato in occasione del X anniversario del Motu Proprio Summorum Pontificum una bellissima riflessione piena di cristiana speranza.
Ne approfittiamo per rivolgere un affettuoso saluto ai carissimi amici di Sassari!
AC
Arcidiocesi di Sassari. Dieci anni di Summorum Pontificum.
Una buona retrospettiva per un miglior avvenire.
di Marcello Derudas (*)
Nel decennale della promulgazione del Motu proprio ‘Summorum Pontificum cura’ di Benedetto XVI, anche dalla diocesi di Sassari – che attende in autunno l’insediamento del nuovo arcivescovo – l’eletto mons. Gianfranco Saba - si leva una voce che, ringraziando il Pontefice emerito di questo dono, vuole – assieme al resto del Coordinamento Nazionale Summorum Pontificum italiano – offrire un breve resoconto della propria esperienza.
La celebrazione è iniziata regolarmente dopo il 14 settembre 2007, e fin da subito –
nonostante le strane critiche verso la ‘Messa in latino’ (che non staremo a ripetere perché sempre le solite e già sentite) – ha attirato un nutrito gruppo di fedeli nell’oratorio della Madonna del Rosario, tempio di fede, d’arte e storia, anche per la Chiesa universale.
nonostante le strane critiche verso la ‘Messa in latino’ (che non staremo a ripetere perché sempre le solite e già sentite) – ha attirato un nutrito gruppo di fedeli nell’oratorio della Madonna del Rosario, tempio di fede, d’arte e storia, anche per la Chiesa universale.
Poche persone, infatti, sanno che proprio in questa chiesa nacque la Giornata Missionaria Mondiale, al tempo di Pio XI.
Vale la pena darne qualche cenno, per rimarcare come la predilezione divina verso questo tempio non è solo da rimandarsi verso il suo ‘ritorno’ al rito millenario della Chiesa, ma ha radici più profonde.
Nei primi anni’ 20 era nata nell’oratorio del Rosario una pia pratica – un triduo per la precisione (che i giovani seminaristi turritani recitavano dinanzi al Santissimo Sacramento) - per le Missioni.
Nel marzo 1926 a questo triduo, che si celebrava a maggio (diretto e predicato da illustri personalità come lo storico mons. Damiano Filia, mons. Nicolò Frazioli futuro vescovo o lo stesso arcivescovo metropolita Cleto Cassani) fu presente, invitato per la solenne preghiera missionaria annuale, mons. Luigi Drago, segretario della Sacra Congregazione di Propaganda Fide.
Vedendo il fervore della preghiera e constatando la bellezza dell’iniziativa – che infervorò con le sue omelie – promise di parlarne al Prefetto della Congregazione e al Santo Padre, con grande entusiasmo dell’arcivescovo Cassani.
E Pio XI accogliendo il piccolo suggerimento della diocesi turritana (“Questa è un’ispirazione che viene dal Cielo!” esclamò sorpreso il papa), estese solennemente questa grande giornata di preghiera a tutto l’orbe cattolico nello stesso 1926 (24 aprile), stabilendola alla penultima domenica di ottobre, dove ancora si aggiunge – alla colletta del giorno – quella per la propagazione della Fede (che vogliamo vedere come un piccolo segno che ancora lega questo giorno alla chiesa sassarese che ha accolto dieci anni fa l’antico rito).
Ora, quel rito che ha visto nascere una giornata così importante, anzi, la ha accolta nel suo seno, ha anche visto nascere l’adorazione perpetua del Santissimo Sacramento – mai interrotta – durante i difficili tempi della II Guerra Mondiale.
A questa adorazione portata avanti dai membri dell’Azione Cattolica, partecipava spesso – in silenzio e anonimato – anche l’arcivescovo mons. Arcangelo Mazzotti, collaboratore del padre Gemelli nella fondazione dell’Università Cattolica, suo direttore spirituale , amico e direttore anche di Armida Barelli.
Ancora oggi chi visita la chiesa, troverà esposto l’Augusto Sacramento.
Di tutto questo fu testimone e sapiente narratore il presule bonorvese Enea Selis, di santa memoria, turritano, accademico e già arcivescovo di Cosenza e Canonico Vaticano.
Queste antiche mura dunque, che da quattro secoli conservano il retablo ligneo più grande e bello della Sardegna, sorvegliato dalla statua miracolosa della Madonna del Rosario con san Pio V alla sua destra assieme a una coorte di santi domenicani, non potevano che essere onorate ulteriormente nel sentire ancora una volta le parole del salmo XLII.
Dal 2007 ad oggi la presenza dei fedeli è stata costante e sino al 2011, addirittura, si è portata avanti – al sabato mattina – la pratica antica del rosario solenne in latino dinanzi al Santissimo Sacramento, con la recita dell’Ora sesta secondo il Breviarium Romanum (ed. 1960/1961).
In dieci anni si è avuto un aumento specialmente di giovani provenienti dal mondo del lavoro e della cultura.
Ai fedeli viene offerto l'opuscolo con il Proprium del giorno (se si tratta di una solennità prevista dal calendario sardo e/o diocesano non presente dunque nei normali messalini) ed eventuali altri sussidi, tutti con la traduzione, approvata, italiana a fronte.
Il celebrante, mons. dott. Pietro Desole, canonico penitenziere della primaziale di San Nicola, rettore della chiesa e storico benemerito della Diocesi,lume e guida spirituale per molti fedeli nonché esempio di carità (non è vuota retorica), è sempre presente anche per le confessioni prima e dopo la Messa.
Il nuovo avanza nella Chiesa (non dobbiamo temere questo aggettivo o sostantivo ... ), e il ritorno sui nostri altari del rito antico, è il ritorno del nuovo che mai è stato vecchio, perché non soggetto al tempo, all’età, all’azione distruttiva dell’uomo.
Il rito antico è sotto l’ala della Chiesa, di Dio dunque, e non può perire: è divina promessa.
Nell’offrire questa piccola testimonianza dei primi dieci anni, che ci auguriamo siano non dieci ma cento e ancor più, ci affidiamo – come Coordinamento Summorum Pontificum Sardegna sezione di Sassari (ma non dimentichiamo i fedeli di Cagliari devoti al grande taumaturgo San Benedetto e quelli di Oristano e delle altre Diocesi sarde) – al gran cuore dell’arcivescovo eletto di Sassari, che saprà aiutarci e sostenerci come il suo amato predecessore – mons. Paolo Atzei – e al clero tutto della nostra Diocesi. Invitiamo parimenti nuovi fedeli ad aggiungersi al nostro Coetus, stretto dalla dolce ‘catena che ci rannoda a Dio’ ovvero il Santo Rosario (beato B. Longo).
Il tempo della ‘missione’ non è finito; per la Chiesa ne inizia oggi uno nuovo, e la forza per questa nuova missione, portare la Fede sino ai confini del mondo, la si trova ai piedi dell’altare, salendo all’altare di quel Dio che allieta la nostra spirituale giovinezza.
(*) Coordinatore Regionale Summorum Pontificum Sardegna e responsabile del Coetus “Madonna del Rosario” di Sassari
Bellissimo!
RispondiEliminaSi fanno ancora le messe in latino a Sassari?
RispondiElimina