Cordialiter 14-3-17
Dagli scritti di Fratel Candido delle Scuole
Cristiane
[Brano tratto da "Lasciate che i fanciulli vengano a Me", di Fratel Candido delle Scuole Cristiane, titolo originale: "Formiamo il bimbo al soprannaturale", "L.I.C.E."]
Ma non basta
educare il bambino alla preghiera personale, bisogna educarlo anche alla
preghiera comunitaria e liturgica. Così, quando assiste alla S. Messa facciamolo
riflettere sull'importanza dei diversi momenti. Non basta comperargli un bel
libretto di preghiere e portarlo in chiesa. Le cerimonie del culto devono
parlare al suo cuore, e questo non avviene se non gli si spiega ciò che
vede.
Si porti
qualche volta il bambino in chiesa anche quando non ci sono delle funzioni sacre
per fargli conoscere meglio il luogo e ciò che serve al culto: l'altare, il
Tabernacolo, il pulpito, il confessionale, l'acqua santa, la lampada che segnala
la presenza di Gesù Eucaristia, ecc... [...] Diamo al bambino tutte queste
nozioni, finché la sua mente è ancora tenera e può esser plasmata dal senso del
sacro e del mistero. Tutto serve a formarlo. Cosi il bambino, già educato alla
confidenza con Dio, verrà anche educato a sentire la sua infinita maestà e la
presenza dell'invisibile nascosta nelle parole e nei riti
sacri.
[...]
Come pregavano
gli Apostoli? "Salvaci, Signore, siamo perduti!" (Mt 8, 25). Come pregò il buon
ladrone in croce? "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno" (Lc 23,
42). Come pregò la Cananea? "Pietà di me, Signore, mia figlia è crudelmente
tormentata da un demonio" (Mt 15, 22). Come si vede, non ricorsero a formule
attinte dai libri, ma uno per uno inventarono la preghiera adatta alla
circostanza, al bisogno. E come pregò Gesù nell'orto degli Olivi? "Padre mio, se
è possibile, passi da me questo calice..." (Mt 26, 39).
Ma i bambini
sono capaci di inventare preghiere simili a queste? Si dovrebbe credere che Dio
non abbia dato loro la capacità di parlare confidenzialmente con Lui? Dio, che
ha fatto il loro cuore, non lo avrebbe dotato della facoltà di sentirlo, di
amarlo e di parlare con Lui?
Gesù che amava
avere attorno a Sé i bambini, forse si accontenta di averli muti o di sentirli
ripetere solo dei complimenti imparati a memoria?
Naturalmente
bisogna formare i bambini a questo modo di esprimersi, a questa intimità col
Signore.
Se un bambino
non sentisse mai nessuno conversare, se non facesse mai una visita in casa
d'altri, o comunque se fosse escluso da qualsiasi rapporto con altre persone, o
se sentisse i grandi confabulare tra loro sottovoce o con un linguaggio a lui
sconosciuto, pensate che diventerebbe capace di parlare con gli
altri? [...] Ebbene, col Signore facciamo altrettanto? Educhiamo il
bambino a ringraziare Dio dei tanti doni che riceve?
[...]
Dopo la
Comunione una bambina pregò a lungo, e poi disse alla mamma: "Ho già detto a
Gesù la preghiera del mattino e già ho recitato la poesia che mi ha insegnato la
maestra... che cosa devo dirgli ancora?...". Quella bambina voleva parlare con
Gesù, ma nessuno le aveva mai insegnato a parlare cuore a cuore con
Lui!
In casa i
bambini non sentono mai conversare col Signore, tuttalpiù sentono dire delle
formule, come il Rosario o altre preghiere... cose buone, ma una vera
conversazione col Signore non la sentono mai. E allora, ovviamente, non pensano
nemmeno loro a parlare col Signore.
Se invece,
vedendo la mamma triste, la sentissero pregare dal fondo del cuore per chiedere
questa o quella grazia, con parole che escono spontanee dal cuore strappate dal
dolore o dal bisogno; se quando si è nella gioia sentissero i genitori
ringraziare il Signore con parole inventate lì per lì, sgorgate da cuori
riconoscenti... allora imparerebbero anche loro a invocare Dio, la Madonna e i
Santi; a ringraziarli col linguaggio del cuore, spontaneamente.
Per esempio, in
una disgrazia: "Signore, aiutaci; vedi che disgrazia ci è capitata! Tu vedi
tutto, Tu puoi aiutarci! Abbiamo meritato i tuoi castighi, ma Tu perdonaci,
saremo più buoni".
O in un momento
di pericolo: "Signore, pietà, aiutaci; evitaci questa disgrazia; confidiamo in
Te, perché da soli non possiamo nulla. Gesù, che tanto compatisci le miserie
umane, aiutaci...".
Nella gioia:
"Grazie, Signore, della tua bontà verso di noi. Quanto sei stato buono con
noi... Grazie!".
È andato bene
qualche affare? "Grazie, Signore, di questo aiuto. Te ne siamo riconoscenti. Tu
sei stato buono con noi e noi vogliamo essere generosi con i poveri, perciò
porteremo al parroco questa offerta per chi è nel bisogno".
E questo
davanti ai figli, che sentano e imparino.
È ammirevole il
delicato pensiero del "Sarto" nel Manzoni. Il raccolto è stato scarso? "Grazie
lo stesso, Signore, non meritiamo neanche questo, siamo così poco buoni.
Perdonaci, Signore, aiutaci in altro modo. Per ora ci accontentiamo di quello
che ci avete dato".
Il bambino,
testimone di questi sentimenti, di queste preghiere dei genitori, non sarà mai
tra quelli che dimenticano ciò che Dio concede e lo bestemmiano per quello che
non dà; e saranno forti e rassegnati nelle prove della vita.
grazie di questo articolo postato, veramente bravi. da bambini si capisce e si ama Dio di più che da grandi perché si è ancora puri di cuore. articolo da diffondere.... grazie ancora.
RispondiEliminaI bambini comprendono il Mistero senza tanti fronzoli.
RispondiEliminaQuesto articolo ci ricorda con commozione quando le nostre mamme e nonni ci portavano in Chiesa bambini educandoci alla fede e a non peccare. Ora i bambini sono preda dell'esibizione di cosiddetti catechisti che raccontano loro che siamo stati creati dal caso e che non esistono più peccati perché cancellati da una misericordia a buon mercato! La sorella di un alto prelato arcivescovo attivo mi disse che in casa non ha messo immagini sacre per non condizionare i figli !
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