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sabato 22 ottobre 2016

Riflessioni marginali da parte di chi è ... marginale

Riprendiamo dal sito Scuola Ecclesia Mater

Riflessioni marginali da parte di chi è ... marginale ..... ad un'intervista di Giacomo Galeazzi

Dopo l’articolo di domenica scorsa pubblicato su ben due paginoni centrali dal quotidiano de La Stampa, per parlare di un movimento – asseritamente marginale all’interno della Chiesa – di contrasto al Vescovo di Roma, il co-autore dott. Galeazzi è ritornato sul tema con una sua intervista: Pierluigi MieleLa “Cyber guerra” contro Papa Francesco. Intervista a Giacomo Galeazzi, in Rainews, 18.10.2016. Ci sarebbe da dire: se il fantomatico movimento oppositivo fosse marginale, o pressoché irrilevante, l’enfasi che se ne è data è certamente controproducente, poiché significa tirarlo fuori da quella presunta marginalizzazione o irrilevanza in cui sarebbe confinato, dandogli notorietà (cfr. Goffredo PistelliLa Stampa cala l’elmo in difesa di Papa Francesco dai putiniani, in Italiaoggi, 20.10.2016). Forse era questo il vero intento dei dott.ri Tornielli e Galeazzi? Cioè tirar fuori dall’anonimato ed indistinto quel movimento variopinto? Non si attacca se non chi si teme o, forse, guardando al subconscio, quelli che, segretamente, si ammirano o, forse, ancora si bacchettano questi movimenti “marginali”, ma in realtà si vorrebbe bacchettare il Vescovo di Roma … secondo l’adagio Parlare a nuora, perché suocera intenda.

Non abbiamo il tempo di seguire le reazioni a quest’articolo né vogliamo esprimere dirette considerazioni, benché ce ne sarebbero. Francamente, però, questa dimostrazione di “muscoli” non ci interessa, preferendo seguire la nostra strada. 
Per chi, con animo più battagliero del nostro, voglia seguire un po’ da vicino queste vicende rinviamo volentieri ai vari aggiornamenti forniti da MiL (v. Lista di proscrizione sui cattolici “cattivi”: numeri di lettori dei blog, altre considerazioni e secondo aggiornamento, in blog MiL – Messa in latino, 20.10.2016Aggiornamenti sugli articoli de La Stampa e La Nuova Europaivi, 17.10.2016Articolo de La Stampa di oggi sui tradizionalisti: alcune nostre riflessioniivi, 16.10.2016MiL annoverato tra gli “adoratori” di Putin antibergogliani. (La Stampa 16.10.2016)iviQui rilancia le risposte di don Nicola Bux già da noi pubblicate qualche giorno fa e che sono state parimenti pubblicate, riprese dal nostro blog, da Chiesa e postconcilio e da Cristianesimo cattolico) così come a Chiesa e postconcilio (La Stampa: Tornielli, Galeazzi & Introvigne inseriscono CHIESA E POSTCONCILIO nel “grande gombloddoh” antibergogliano, in Chiesa e postconcilio, 16.10.2016), a Radiospada (Cristiano LugliLe comiche: ‘La Stampa’ e i suoi strafalcioni su Radio Spada & co., in Radiospada, 18.10.2016), a Riscossa cristiana(Alessandro GnocchiFuori moda - La posta di A. Gnocchi, in Riscossa cristiana, 20.10.2016; Paolo DeottoLa Stampa, Galeazzi, Tornielli, Introvigne. C’è un nuovo “cattivo” da mettere alla gogna: chi critica Bergoglio e apprezza Putin. Ma soprattutto c’è il tentativo (goffo) di inoculare un veleno più sottile, in ivi, 17.10.2016), a Libertà e persona(Francesco AgnoliLe terribili poltiglie di Andrea Tornielli, in Libertà e persona, 16.10.2016Id., Gli adoratori di Putin (anche Benedetto XVI e Francesco?)ivi, 17.10.2016Asianews risponde alle accuseivi, 18.10.2016CaiusCritica a Galeazzi: disinformazione, calunnia e diffamazione?ivi, 19.10.2016), a Sandro Magister (il quale non ha mancato di sottolineare gli errori dozzinali in cui è incorso il Vescovo di Roma: Quanti errori, Santità. E qualcuno da matita blu, in blog www.chiesa, 19.10.2016) ed agli amici Francesco Colafemmina (Vatikan Pravda, in Fides et forma, 16.10.2016) ed Antonio Socci (Ecco perché gli italiani non credono ai giornali (e non li leggono). Ed ecco perché l’opposizione a Bergoglio è esplosa sui siti internet, in Lo Straniero, 20.10.2016). Questi sono molto più qualificati di noi per replicare, punto per punto, come merita l’articolo de La Stampa. L’unico rammarico è che il nostro blog non è stato neppure menzionato, benché spesso sia stato evocato da altri … Forse siamo ancor più marginali. Ed insignificanti. Meglio così. In una prospettiva evangelica ciò che è disprezzato, è appunto marginale, diviene fermento e creta malleabile per essere forgiata da Dio stesso per i suoi fini. 
Ah … dimenticavamo: anche Il Sussidiario si scopre essere un fan di Putin … (vCarl LarkyIl gioco pericoloso di Obama per incastrare Trump e aiutare Hillary, in Il Sussidiario, 19.10.2016).
No. A noi non interessano molto questi discorsi. A noi è più congeniale un profilo più discreto, più attinente alla dottrina. Per questo riprendiamo dall’articolo di Miele l’intervista al dott. Galeazzi semplicemente per sfatare un mito: che cioè il sostegno di una maggioranza voglia significare giustezza delle ragioni e che una minoranza si coniughi necessariamente e sempre con il torto. 
E questo mito va subito sfatato per una serie di ragioni: 
1. in primo luogo non può sfuggire come questa maggioranza/minoranza sia governata dal notevole impatto mass-mediatico che Francesco riceve. Indubbiamente si tratta di un personaggio che gode un forte favore sui maggiori mass-media. Chi lo nega? I media, non servono analisi sociologiche al riguardo, sono in grado di creare la fortuna o la sventura di una persona, buona o pessima che sia. E miti. E così ad es. si è imposto il mito di un “Papa amante dei poveri” o di “Papa ecologico” o altre amenità. Eppure si dimentica che proprio questo papa, o chi per lui (visto che chi lo fa, lo compie in suo nome), non disdegna di voler dare in locazione un enorme immobile a Borgo, nella Città Leonina, alla multinazionale Mac Donald, non certo famosa per il rispetto della biodiversità e l’impegno ecologico, suscitando l’irritazione anche di alcuni prelati; o permettere di aprire in via della Conciliazione un locale di movida dell’Hard rock Cafe in luogo della sacra Elledici. Non si può ancora dimenticare l’affitto, alla nota casa automobilistica Porsche, per un evento mondanissimo … ovviamente “per i poveri”, della Cappella Sistina … quasi che la stessa non fosse più luogo di preghiera, ma auditorium per eventi mondani asseritamente benefici (Domus mea domus orationis vocabitur e non già speluncam latronum, esclamerebbe il Salvatore!). 
Philip Alexius de László, Pio XI, 1924,
University of Oxford - Bodleian Library & Radcliffe Camera, Oxford.
Pio XI qui, secondo il parametro dei nostri autori
e fan del Vescovo di Roma, apparirebbe in posa
da ... principe rinascimentale (sic!)
Sempre il nostro vuol degradare Castel Gandolfo a museo, cercando di captare, dietro ovviamente esborso di denaro, le pruriginose curiosità del pubblico odierno dei media che accorrerà, sulle prime, a vedere dove (ci sia permesso usare il tono ironico-sarcastico!) il buongustaio Pio XI pranzava, o dove singhiozzava il discusso Pio XII o i passaggi, più o meno segreti, del bonaccione Giovanni XXIII o il letto magnificentissimo in cui l’efferatoBenedetto XV passava i suoi ozi o, infine, lo studio in cui il perfido Paolo VI compose l’Humanae vitae, per poi - dopo qualche mese - reputare tutto un piccolo ammasso di anticaglie e lasciar perdere e magari mettere all’asta per rastrellare il fondo del barile … ovviamente sempre per … i poveri …. dando ovviamente alla notizia la massima enfasi mass-mediatica. 
Resterebbe aperto, dunque, l’interrogativo se le figure costruite dai mass-media siano reali o meno. Ma questo sarebbe un altro discorso.
2. In secondo luogo, va rammentata la prospettiva evangelica. Questo consenso “mondiale”, questo plauso coniuga forse l’ottica evangelica? A noi sembra proprio di no. Chi poco poco conoscesse il Vangelo saprebbe benissimo che il consenso “di questo mondo” è, anzi, guardato con estremo sfavore. “Questo mondo”, infatti, è al servizio di colui che Gesù stesso affermò essere il “principe di questo mondo”: quest’ultimo, nelle celebri Tentazioni, volle offrirglielo, perché, diceva: “è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio” (Luc. 4, 6) …. a condizione che, prostrandosi, lo adorasse. In una prospettiva, dunque, evangelica, il plauso “di questo mondo” dovrebbe far inorridire un cattolico e non compiacere. Gesù indica chiaramente, non a caso, la strada del vero discepolato: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia” (Johan. 15, 18-19). La parola del Signore, dunque, non lascia dubbio alcuno: il mondo ama ciò che è suo, ciò che gli appartiene e gli è proprio e congeniale. Ognuno, dunque, ne tragga le debite e logiche conseguenze. La minoranza, asseritamente di “oppositori”, perciò, lungi dall’essere capodica, è, anzi, composta di quei pochi che, non facendosi abbagliare dalle luci della ribalta e dalle luci del mondo, cerca di leggere gli eventi con obiettività, tenendo, o cercando di tenere, innanzi agli occhi il Vangelo e la Verità.
3. In terzo luogo, ci sarebbe da domandarsi in che misura questo consenso “mondiale” sia sincero. Bisognerebbe domandarsi quanta parte di questo plauso non sia interessato; interessato non al bene delle anime, cioè alla loro salvezza eterna, ma per godere di più limitati e contingenti benefici. Bisognerebbe vedere quanti, ad es., nel clero – a differenza di quanto avveniva in passato – pur consapevoli dell’infondatezza e dell’erroneità delle ragioni del Vescovo di Roma manifestino nondimeno un consenso apparente, magari per beneficiare di qualche promozione ecclesiastica presso la nuova corte dei miracoli o, più semplicemente, per “non avere noie” dai propri superiori. Quanti fedeli, poi, più o meno lontani dalla regolare pratica religiosa e dal depositum fidei, e quindi fedeli solo in quanto registrati nei registri di battesimo, sarebbero consapevoli della fondatezza/infondatezza delle motivazioni del Vescovo di Roma? Francamente ci riesce difficile immaginare che un fedele, che, a malapena fosse in grado di segnarsi con la Croce, poi riesca ad esprimere un consenso o un dissenso consapevoli. Quel che si vuol dire insomma è quanta parte di questo consenso sia costituita da una massa informe ed anodina di “pecore matte” di dantesca memoria, manipolata dai mass-media ed affascinata da zuccherosi, e poco virili, abbracci e bacetti? Quanta poi, in situazione irregolare, esprime un consenso decisamente interessato, pensando al proprio particulare?
Per cui, non si dovrebbe equiparare una minoranza al torto delle ragioni: ciò che certamente non si può fare è l’equiparazione contraria, cioè attribuire al consenso della maggioranza la correttezza delle motivazioni.
Un dettaglio non secondario abbiamo dimenticato: l’analisi dei dottori Tornielli-Galeazzi è parziale perché circoscritta solo al fenomeno italiano, forse neppure molto rappresentativo. Dovrebbero estenderla anche a livello più universale per avere uno sguardo più completo.

Augustinus Hipponensis

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