Post in evidenza

MiL è arrivato a 20.000 post, ad maiorem Dei gloriam! #messainlatino #blogmil #sonosoddisfazioni #20000

Con piacere, ed una punta di sana soddisfazione (per il traguardo che ripaga i tanti nostri sacrifici) avvisiamo i nostri lettori che il blo...

mercoledì 28 settembre 2016

I cattolici tradizionalisti sono “strani”?



 Con la benemerita traduzione del nostro amico Giovanni, pubblichiamo la traduzione dell'interessantissimo articolo di NLM.
L

Quante volte ci siamo sentiti dire, in un modo o nell'altro, che i cattolici tradizionali sono "strani" a causa del nostro modo di vestire, per le cose verso cui siamo più zelanti, per la nostra devozione alla liturgia, per la nostra adesione alle vecchie abitudini, per la nostra tendenza a evitare gli intrattenimenti popolari, e cose del genere? Quante volte ci hanno rivolto il consiglio, dato con buone intenzioni, secondo il quale quando si tratta dei nostri gusti, opinioni e pratiche dovremmo stare attenti a non essere "troppo diversi" da ciò che ci circonda?


Vero è che non si dovrebbero coltivare deliberatamente stranezze, eccentricità, o affettazioni, in quanto questi sono espressione di vanità. Inoltre, coloro che si sforzano di influenzare positivamente le persone con cui entra in contatto dovrebbe dimostrare loro una certa naturalezza. Tuttavia, troppo spesso i consigli di cui sopra sembrano portare un messaggio subliminale: "conformati al mondo laicizzato e non resistere ostinatamente. La maggior parte di ciò che le persone fanno e pensano va bene, dopo tutto, e si deve andare al passo con i tempi, dal momento che lo Spirito soffia in tutto il mondo. Non resistere alla cultura della tolleranza, dell’informalità, della convenienza, o alle sollecitazioni dei media. In realtà, è necessario acquisire tutte le novità moderne e trasformarle in strumenti per la nuova evangelizzazione!".
Questo messaggio non è solo falso, ma pericolosamente falso. Tutti i movimenti di riforma nella storia della Chiesa hanno voltato le spalle agli aspetti tipici della società e alla cultura del loro tempo - proprio quegli aspetti che rappresentavano compromessi con la mondanità e la laicità. Come Papa Giovanni Paolo II ha detto giustamente riguardo al mondo secolare di oggi: "Urge che i cristiani riscoprano la novità della loro fede e la sua forza di giudizio di fronte alla cultura dominante e invadente"[1]. Coloro che stanno coraggiosamente affrontando, resistendo, e cercando di ribaltare la cultura anti-cattolica della modernità, che è ovunque diffusa e del tutto egemonica, stanno facendo quindi proprio quello che devono fare, come soldati e testimoni di Cristo segnati col sigillo di Cresima.

La “Homeschooling” è considerata "strana" dagli americani convenzionali, ma milioni di cristiani negli Stati Uniti, tra cui molti cattolici di orientamento tradizionalista, l’hanno abbracciata per il suo essere più in sintonia con i diritti e doveri dei genitori, in particolare quando le alternative istituzionali sono così vergognosamente cattive. La formazione umanistica con le grandi opere classiche viene considerata del tutto fuori moda, antiquata, irrilevante, e perfino estremista, ma i cattolici che hanno preso questo modello di istruzione a vari livelli ne stanno dimostrando la perenne efficacia e ottima utilità. Credere che le seguenti cose, il divorzio, la contraccezione, l'aborto e il comportamento omosessuale sono sbagliate è visto come assolutamente strano da una crescente maggioranza dei nostri concittadini, ma i fedeli cattolici vogliono contrastare questi mali per il veleno amaro che sono, non importa cosa succeda. Essere cattolico in modo serio – cioè credere nell'Incarnazione del Figlio di Dio, nei sette sacramenti, nella presenza reale del Corpo e del Sangue di Cristo nella Santa Eucaristia - ci qualifica nel 2016 come la più strana delle stranezze.
Forse, allora, il nostro problema è che ci preoccupiamo troppo di risultare strani nella percezione di coloro che non hanno né la capacità né il diritto di giudicarci. E' ora di smettere di preoccuparsi di ciò che "la gente là fuori potrebbe pensare" e di essere i "santi folli" della tradizione cristiana. San Paolo venne deriso ad Atene dai sapienti dell’epoca, ma non ha cambiato il suo messaggio o il suo modo di vivere. San Giovanni Crisostomo ha dato questo consiglio alla sua congregazione: "Quegli altri [i pagani] fanno della loro casa un teatro; è necessario che voi facciate della vostra casa una chiesa. Perché là dove si recitano i salmi, le preghiere, le letture dei profeti, con un atteggiamento pio tra i cantori, non si commetterebbe errore nel chiamare chiesa una tale assemblea".

I critici dei tradizionalisti spesso li accusano di ritirarsi dalla società e formare le proprie comunità. Mentre sappiamo che ci può essere un modo malsano di fare questo, non di meno c'è un modo sano e anzi necessario di farlo, in un momento di degrado sociale e di decadimento morale. Infatti una figura come Joseph Ratzinger ha spesso elogiato tali "comunità intenzionali":

Oggi ci sono cristiani che abbandonano questa strano consenso verso la vita moderna, che tentano nuovi stili di vita. A dire il vero, non ricevono alcun riconoscimento pubblico, ma stanno facendo qualcosa che davvero punta al futuro [3].
Nella nostra epoca la fede è in gran parte scomparsa come forza formativa pubblica. Come diventare creativi? La fede non è stata forse ricacciata in tutto il mondo per farla diventare una semplice sottocultura? . . . Ma anche nel mondo occidentale, la parola "sottocultura" non deve spaventarci. Nella crisi di civiltà che stiamo vivendo, è solo dalle isole di rifugio spirituale che potrà uscire una nuova purificazione e unificazione culturale. Ovunque la fede si risveglia in comunità vive vediamo come anche la cultura cristiana si sviluppa di nuovo, come l'esperienza comune fornisce l’ispirazione e apre nuove strade che non potevamo vedere prima [4].

Una stretta associazione con le comunità monastiche sarà sicuramente un modo per avere una sperimentazione della realtà cristiana. In altre parole, se la società nella sua totalità non è più un ambiente cristiano, così come non lo era nei primi quattro o cinque secoli, la Chiesa stessa deve formare cellule in cui il sostegno reciproco e il cammino comune, ossia il grande ambiente vitale della Chiesa in miniatura, possano essere conosciuti e messi in pratica [5].

Forse siamo di fronte ad un nuovo e diverso tipo di epoca nella storia della Chiesa, dove il cristianesimo sarà nuovamente caratterizzato dall’essere principalmente “il granello di senape”, dove esso esisterà in piccoli gruppi apparentemente insignificanti ma che sapranno comunque vivere una lotta intensa contro il male e portare nel mondo il bene, lasciando che il Signore agisca [6].

Tutto questo, ovviamente, ha implicazioni liturgiche. Mi viene in mente un'altra affermazione di Giovanni Paolo II: "In una cultura che non approva né pratica la meditazione silenziosa, l'arte dell’ascolto interiore si apprende solo con difficoltà. Qui vediamo come la liturgia, anche se deve sempre essere adeguatamente inculturata, deve anche essere una contro-cultura " [2].

I secoli più missionari nella storia della Chiesa sono stati, per qualche strana coincidenza, anche ricchi di tradizioni ecclesiastiche (si pensi solo alla grande ondata di missionari nel Nuovo Mondo nei secoli XVI e XVII, i quali hanno portato la Messa tradizionale in latino e l'Ufficio divino ovunque andassero, e li hanno radicati saldamente nelle anime dei loro convertiti). Al contrario, gli ultimi 50 anni sono stati caratterizzati da un drastico calo della vita religiosa, da una devastazione del sacerdozio, da un crollo senza precedenti del lavoro missionario. Stiamo cominciando a riprenderci da tutto questo, ma solo perché stiamo smaltendo l’ubriacatura pseudo-teologica degli anni ‘60 e ‘70 - e con che postumi!

In ultima analisi, sparare contro la Tradizione della Chiesa o contro coloro che la amano e la custodiscono è una forma di protestantesimo, o, peggio, una forma di modernismo, come lo definisce San Pio X. Il cattolicesimo è definito dalla sua Tradizione; cacciatela via e scaccerete la fede stessa. Inoltre, le tradizioni ecclesiastiche - anche se non fanno parte del depositum fidei apostolico -meritano di essere accolte con gratitudine, abbracciate con umiltà e conservate con riverenza [7]. Il Signore ci conceda la grazia di essere oppositori della cultura dominante e pazzi per Cristo.

NOTE
[1] Lettera Enciclica Veritatis Splendor, n. 88.
[2] Giovanni Paolo II, Visita Ad Limina dei Vescovi di Washington, Oregon, Montana, Idaho e Alaska (9 Ottobre 1998).
[3] Cardinale Joseph Ratzinger, Il sale della terra, dalla traduzione di Adrian Walker (San Francisco: Ignatius Press, 1997), p. 128.
[4] Joseph Ratzinger, A New Song for the Lord [Cantate al Signore un nuovo canto, ed. Jaca Book], traduzione di Martha M. Matesich (New York: Crossroad, 1997), cap. 7 p. 126: "L’immagine del mondo e dell’essere umano nella liturgia e la sua espressione nella musica sacra”.
[5] Il sale della terra, pp. 264-65.
[6] Il sale della terra, p. 16.
[7] Su questi argomenti e affini, vedi gli eccellenti libri di F. Chad Ripperger, The Binding Force of Tradition e Topics on Tradition.

Fotografie: Joseph Shaw, The Latin Mass Society di Inghilterra e Galles. La foto ritrae persone in ginocchio sotto la pioggia che assistono la Messa solenne in uno dei pochissimi luoghi di culto medievali in mani cattoliche, la Cappella Slipper a Walsingham, che è stata appena dichiarata Basilica Minore. Questa Messa è stata il culmine di un pellegrinaggio a piedi di 58 miglia organizzata dalla Latin Mass Society.
Pubblicato il 29 Agosto 2016