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lunedì 26 settembre 2016

Giovanni Tebaldini "figura eminente nel panorama organistico e liturgico-musicale italiano"

Il 7 settembre era il giorno anniversario della nascita di Giovanni TEBALDINI (1894-1952), figura eminente nel panorama organistico e liturgico-musicale italiano. 
Forse molti hanno iniziato a muovere mani e piedi col celebre metodo teorico-pratico per organo "Bossi-Tebaldini" 

Giovanni Tebaldini nasce a Brescia il 7 settembre 1864 ; cugino di Padre Giovanni Piamarta, santificato nel 2012, dal quale fu invogliato allo studio della musica. 
Giovane prodigio, suona in chiesa ancor prima di seguire i corsi di pianoforte e violino presso il locale Istituto Musicale “Venturi”. 
Dall’età di quindici anni al 1881 collabora con i teatri di Brescia, Macerata e Milano come maestro di coro; indi
diviene organista a Vespolate (Novara).
Entrato nel 1883 al Regio Conservatorio di Milano, diretto da Antonio Bazzini, studia armonia, contrappunto e fuga con Angelo Panzini e composizione con Amilcare Ponchielli. In una scuola serale, dove lavora come pianista accompagnatore, conosce don Guerrino Amelli - l’iniziatore della riforma della musica sacra in Italia - che lo introduce agli studi di paleografia musicale, canto gregoriano e polifonia vocale. 
Contemporaneamente scrive sui quotidiani “La Sentinella Bresciana” e “La Lega Lombarda”; sui periodici “Gazzetta Musicale di Milano” (edita da Giulio Ricordi) e “Musica Sacra”. 
Nel 1885 va a dirigere la Schola Cantorum di Vaprio d’Adda. Espulso nel 1886 dal Conservatorio per un articolo critico su una Messa del suo professore d’organo Polibio Fumagalli, si trasferisce per nove mesi a Piazza Armerina (Sicilia) dove fa l’organista della Cattedrale. 
Nel 1888 riprende nel capoluogo lombardo l’attività giornalistica e a Vaprio il posto di organista. Quindi, dopo aver vinto un concorso del Wagnerverein, parte per la Germania, primo italiano a frequentare la famosa Kirchenmusikschule di Regensburg (Ratisbona), sotto la guida dei professori Haberl e Haller. Soggiorna a Monaco, Norimberga, Bayreuth dove assiste al Festival wagneriano. 
Nel 1889, su proposta dello stesso Haberl, di Padre Angelo De Santi e di Giuseppe Gallignani, è nominato direttore della Schola Cantorum e secondo maestro di Cappella in San Marco a Venezia; incarico che lascia nel 1894 per andare a dirigere la Cappella Musicale della Basilica di Sant’Antonio a Padova, dove, tra l’altro, organizza le Feste Centenarie del Santo (1895) con significativi concerti ed esegue la sua Missa Solemnis in honorem Sancti Antonii Patavini commissionatagli per l’occasione. Seguendo le sue specifiche vocazioni, nel 1892 fonda e dirige, fino all’ultimo numero (giugno 1895), il periodico “La Scuola Veneta di Musica Sacra”. 
Successivamente è chiamato a collaborare alla “Rivista Musicale Italiana” dei F.lli Bocca di Torino. 
Non c’è stata prestigiosa testata musicale su cui non abbia scritto, evidenziando qualità di critico acuto e determinato. 
Incoraggiato da Giuseppe Sarto (prima Vescovo di Mantova, poi Patriarca di Venezia), si impegna per la restaurazione della musica sacra. In quel periodo intrattiene rapporti con musicisti come Boito, Sgambati, Martucci, Bossi, Perosi; uomini di cultura come Fogazzaro, Fortuny, Gianturco, Illica, Luigi e Urbano Nono. 
Dal 1894 al 1901 è in corrispondenza con Giuseppe Verdi e dal 1897 lo incontra più volte. 
Nel 1940 su “Rassegna Dorica” pubblicherà a puntate i Ricordi Verdiani. 
Tra il 1895 e il 1897 consegue cinque primi premi (all’unanimità) per composizioni vocali ed organo in concorsi indetti dalla Schola Cantorum di Saint-Gervais di Parigi. Dirige il Conservatorio di Parma dal 1897 al 1902, dove ha come allievi Ildebrando Pizzetti, Vito Frazzi, Bruno Barilli, Agide Tedoldi… 
Subito dopo diviene direttore della Cappella Musicale della Basilica della Santa Casa di Loreto fino al 1925, attuando “un programma di radicali riforme sulla base della restaurazione della vera musica liturgica”. 
Nell’ultimo anno il Ministero della Pubblica Istruzione fa realizzare dalla “Voce del Padrone” una serie di dischi con sue esemplari esecuzioni. Per l’azione meritoria svolta è nominato direttore perpetuo ad honorem con invito a dirigere in quattro annuali festività. 
Quando nel 1903 Giuseppe Sarto viene eletto Papa (Pio X), emana il Motu proprio e lo incarica (con De Santi, Bossi, Terrabugio, Gallignani e pochi altri) di vigilare sull’applicazione della riforma della musica sacra in Italia. 
Nel 1917 e nel 1923 organizza e dirige “Concerti Spirituali” a Bologna. 
Nel 1919 è tra i fondatori dell’Associazione “Alessandro Scarlatti” di Napoli. 
Due anni dopo, per le Celebrazioni del VI Centenario Dantesco a Ravenna, viene chiamato ad allestire e a dirigere la sua Trilogia Sacra, espressa con melodie gregoriane, mottetti ed inni palestriniani. 
Nel 1925 commemora a Napoli Giovanni Pierluigi da Palestrina con un discorso e un concerto di musiche del sommo Maestro. 
Nello stesso anno Francesco Cilèa gli affida la cattedra speciale di “Esegesi del canto gregoriano e della polifonia palestriniana” presso il Conservatorio “San Pietro a Majella” della città partenopea; mentre dal 1930 al 1932 ha la direzione artistica dell’Ateneo Musicale “Claudio Monteverdi” di Genova. 
Riceve varie onorificenze tra cui la Commenda dell’Ordine di San Silvestro dal Papa Pio X (1906), l’Encomio Solennedall’Accademia d’Italia (1940) e la nomina ad Accademico di Santa Cecilia (1950). 
È rimasto attivo fino alla morte, avvenuta a San Benedetto del Tronto l’11 maggio 1952. 
Molta sua produzione compositiva è di genere sacro (circa 140 titoli). 
Comprende messe, oratori, mottetti, salmi, inni, pezzi per organo. 
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Fonte : Organi&organisti