Un interessante dossier sulle ultime vicende dei rapporti tra FSSPX e S. Sede.
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Una Vox, luglio 2016
Si sa che Mons. Lefebvre e i suoi sacerdoti sono stati sospesi nel 1976 e che i vescovi sono stati scomunicati nel 1988. Ma quale data fisseranno gli storici del futuro per indicare la reintegrazione? In realtà, il processo si svolge per tappe già a partire dall’inizio del XXI secolo: i primi contatti sotto Giovanni Paolo II, la liberalizzazione della Messa tradizionale e la remissione della scomunica sotto Benedetto XVI. tanti piccoli passi sotto Papa Francesco.
La storia si scrive a posteriori e nessuno sa quale limite miliare essa fisserà. Viene da pensare alla concessione di uno statuto (una prelatura prossima), ma altri elementi si presentano come seri “candidati”, come la cancellazione delle sanzioni o la concessione di una giurisdizione per confessare. Nell’attesa che l’avvenire si attenga a ciò che forse è il nostro passato, ecco una memoria dei passi avanti sotto l’attuale pontificato.
Abbiamo indicato dei rinvii a degli articoli apparsi su Internet che permettono di illustrare questo dossier.
Bergoglio prima di Francesco
Come vescovo di Buenos Aires, il cardinale Bergoglio ha facilitato l’azione della FSSPX in Argentina. Don Bouchacourt, allora Superiore del Distretto sudamericano della FSSPX, ha dichiarato a DICI:
“L’ho incontrato 5 o 6 volte e mi ha sempre ricevuto con benevolenza, cercando di concedermi ciò che chiedevo, senza farsi indietro in caso di ostacolo…”
In pratica, il cardinale Bergoglio aveva ottenuto dei visti per dei seminaristi non argentini de La Reja, in seguito all’espulsione di Mons. Williamson dal suolo argentino.
13 dicembre 2013
Un primo breve incontro tra Mons. Fellay e il Papa nella Casa Santa Marta a Roma.
DICI relativizza:
“Mons. Fellay e i suoi Assistenti si sono recati a Roma, su richiesta della Commissione Ecclesia Dei, per un incontro informale. Alla fine di quest’incontro, Mons. Guido Pozzo, Segretario della Commissione, ha invitato i suoi interlocutori a pranzare nella sala da pranzo della Casa Santa Marta ove sono stati raggiunti da Mons. Augustine Di Noia, Segretario aggiunto della Congregazione della Fede. E’ in questo grande refettorio che il Papa viene giornalmente a mangiare, lontano dagli altri commensali. Mons. Pozzo ha voluto presentare Mons. Fellay al Papa, mentre questi lasciava la sala. Vi è stato un breve scambio nel quale Francesco ha detto a Mons. Fellay, secondo la formula abituale di buona educazione, «piacere di fare la sua conoscenza», al che Mons. Fellay ha risposto che egli pregava molto e il Papa gli ha chiesto di pregare per lui. Fu questo l’incontro, che è durato alcuni secondi.»
23 settembre 2014
http://www.dici.org/actualites/entretien-avec-mgr-fellay-apres-sa-rencontre-avec-le-cardinal-muller/
Incontro a Roma tra Mons. Fellay e il cardinale Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. DICI ricorda in particolare:
«il desiderio reciproco, a Roma e nella Fraternità San Pio X, di mantenere degli incontri dottrinali in un quadro allargato e meno formale di quello degli incontri precedenti»
In seguito a questo incontro, il cardinale Brandmüller e Mons. Schneider hanno visitato diversi seminari della FSSPX, al pari di Mons. Huonder e Mons. Arrieta.
20 ottobre 2014
In una intervista a Famille Chrétienne, Mons. Pozzo dichiara:
«E’ esattamente per superare le difficoltà di natura dottrinale che ancora sussistono, che la Santa Sede intrattiene dei rapporti e delle discussioni con la FSSPX, tramite la Pontificia Commissione Ecclesia Dei. Questa è strettamente legata alla Congregazione per la Dottrina della Fede, poiché il Presidente della Commissione è il Prefetto della stessa Congregazione.»
5 dicembre 2014
Il cardinale Walter Brandmüller visita il seminario Herz Jesu a Zaitzkofen, in Germania, e vi discute dell’autorità magisteriale del concilio Vaticano II.
16 gennaio 2015
Visita di Mons. Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana in Kazakistan, al seminario Saint-Curé d’Ars a Flavigny, in Francia.
11 febbraio 2015
Mons. Schneider incontra Mons. Bernard Fellay e diversi sacerdoti della Fraternità, al seminario Saint-Thomas d’Aquin a Winona negli Stati Uniti. Questa visita coincide con “la riunione sacerdotale annuale, in cui circa 80 sacerdoti del Distretto degli Stati Uniti si ritrovano nel seminario.”
Questi due incontri vertono sulla riforma liturgica di Paolo VI e i presupposti dottrinali del Novus Ordo Missae.
14 aprile 2015
Lo Stato argentino riconosce la FSSPX come cattolica, Apic nota che:
«L’arcivescovo di Buenos Aires, il cardinale Mario Poli, dà il suo appoggio alla Fraternità San Pio X di Mons. Lefebvre (SSPX) in vista dell’ottenimento del suo riconoscimento da parte dello Stato argentino. Gli osservatori ritengono che probabilmente questa iniziativa non si sarebbe potuta intraprendere senza l’avallo di Papa Francesco.»
5 giugno 2015
La Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) dà il mandato a Mons. Fellay come giudice di prima istanza nei processi dei suoi sacerdoti accusati di gravi crimini.
Mons. Fellay nota con ironia:«Ho ricevuto il mandato da Roma per emettere dei giudizi secondo il Diritto Canonico nei confronti di alcuni dei nostri sacerdoti appartenenti ad un gruppo che per la Santa Sede non esiste.»
1 settembre 2015
Il Papa autorizza i sacerdoti della FSSPX a confessare durante l’Anno della Misericordia. In una lettera al Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, egli scrive:
«Un’ultima considerazione è rivolta a quei fedeli che per diversi motivi si sentono di frequentare le chiese officiate dai sacerdoti della Fraternità San Pio X. Questo Anno giubilare della Misericordia non esclude nessuno. Da diverse parti, alcuni confratelli Vescovi mi hanno riferito della loro buona fede e pratica sacramentale, unita però al disagio di vivere una condizione pastoralmente difficile. Confido che nel prossimo futuro si possano trovare le soluzioni per recuperare la piena comunione con i sacerdoti e i superiori della Fraternità. Nel frattempo, mosso dall’esigenza di corrispondere al bene di questi fedeli, per mia propria disposizione stabilisco che quanti durante l’Anno Santo della Misericordia si accosteranno per celebrare il Sacramento della Riconciliazione presso i sacerdoti della Fraternità San Pio X, riceveranno validamente e lecitamente l’assoluzione dei loro peccati.»
22 settembre 2016
L’arcivescovo di Ravenna invita la FSSPX a celebrare regolarmente in una delle sue parrocchie, per rispondere ai bisogni dei fedeli che hanno chiesto la Messa tradizionale. Il blog Messa in latino osserva:
«dopo l’annuncio di Papa Francesco sulle confessioni lecite anche da parte dei sacerdoti lefebvriani, anche nell’episcopato italiano ci si affretta ad allinearsi al nuovo corso. Cosicché quello che era impensabile fino a ieri, oggi è non solo permesso, ma quasi auspicato.»
17 gennaio 2016
In una conferenza a Bailly, Mons. de Galarreta dichiara:
«io penso che il Papa andrà verso un riconoscimento unilaterale della Fraternità»
22 gennaio 2016
In una conferenza negli USA, Mons. Fellay precisa diversi punti.
Sulla giurisdizione accordata per confessare;
«Non si tratta di una delega di poteri, ma di un potere ordinario per ascoltare le confessioni. In tempi normali questo potere è concesso al sacerdote dal vescovo. Ma nel caso presente noi l’abbiamo ricevuto direttamente dal Papa. Questo è molto raro, ma egli può farlo. … E questo implica anche, necessariamente, che tutte le sanzioni che gravavano sui sacerdoti della Fraternità San Pio X sono rimosse. Le sanzioni e il permesso di confessare non potrebbero andare di pari passo, sarebbe assurdo.»
Sulle relazioni con Roma:
«Ma non v’è assolutamente alcun dubbio che il Papa è personalmente implicato nel nostro dossier. Egli ci conosce molto bene e la maniera in cui si comporta ci obbliga a pensare che egli provi della simpatia nei nostri confronti… Questo può sembrare contraddittorio! Personalmente, penso veramente che noi potremmo andare incontro a nuove condanne da parte di Roma, ma è il contrario che si prospetta.»
Su Papa Francesco e la Fraternità San Pio X:
«Gli abbiamo offerto la biografia di Mons. Lefebvre, e l’ha letta due volte! Cosa che uno non fa se non è interessato all’argomento. Egli dice spesso pubblicamente che non bisogna chiudersi in se stessi, che non bisogna rimanere in casa, ma prendersi cura ‘della periferia’, ecc. Ed egli vede cosa noi facciamo esattamente. Noi andiamo alla ricerca delle anime là dove esse si trovano, cerchiamo di aiutarle, ed io sono quasi sicuro che il Papa vede tutto questo e ne è soddisfatto. Forse non è contento di tutto quello che facciamo, ma di questo sì.»
Sulla regolarizzazione della Fraternità:
«È impossibile dire ciò che accadrà domani. Saremo riconosciuti? Sinceramente, non ne ho alcuna idea. Perché? A causa della situazione nella Chiesa! Nella stessa Roma, alcuni vogliono la nostra morte. Vogliono che noi si sia condannati! A chi interessa? Al Papa o agli altri? Mi dispiace dirvi che non lo so.»
1 aprile 2016
Papa Francesco e Mons. Fellay si incontrano a Roma. Mons. Pozzo parla di un incontro
«molto cordiale costruttivo che rappresenta un ulteriore passo sul cammino della riconciliazione che auspichiamo.»
10 aprile 2016
In una omelia a Puy-enVelay, Mons. Fellay fornisce dei particolari sul suo incontro con Papa Francesco:
«ci ha spiegato che sotto Benedetto XVI, alla fine del suo pontificato, era stata fissata una scadenza e che se la Fraternità non avesse accettato la proposta romana entro quella data era deciso che sarebbe stata scomunicata, e Papa Francesco ci ha detto: probabilmente è stato lo Spirito Santo che ha ispirato il Papa Benedetto XVI e che gli ha fa fatto dire alcuni giorni prima delle sue dimissioni di abbandonare quest’idea, poiché Benedetto XVI ha detto: Lascio questa questione al mio successore. E al suo successore, Papa Francesco, è stata proposta… gli è stata portata la nostra scomunica dicendo: c’è solo da mettere la data e la firma. E Papa Francesco ha detto: No, io non li scomunico, non li condanno»
e ancora:
«ci ha detto: il potere di confessare continua evidentemente dopo (l’Anno Santo) ed anche quello di dare l’estrema unzione e anche di dare l’assoluzione per l’aborto, tutto questo continua. A quel punto gli ho detto: Perché allora non per gli altri sacramenti? Egli era del tutto disponibile, vedremo come si svilupperanno le cose»
e con Mons. Pozzo:
«ci ha detto: voi avete il diritto di difendere la vostra opinione sulla libertà religiosa, sull’ecumenismo, sulle relazioni con le altre religioni, esposte in Nostra Aetate. La cosa era talmente sorprendente che gli ho detto: Non è impossibile che io le chieda di venirci a dire questo da noi»
e ancora:
«Mons. Pozzo ci ha detto: bisogna pensare di stabilire al più presto un seminario in Italia!»
Il vescovo di Ratisbona, nel cui territorio è posto il seminario di Zaitzkofen della FSSPX, annuncia che le ordinazioni sacerdotali non comporteranno più alcuna sanzione, su richiesta di Roma:
«Le ordinazioni sono solo tollerate e accettate senza sanzioni. Questo deriva da una concessione che la Santa Sede accorda senza contropartita, in vista dello sperato riavvicinamento della Fraternità dopo un periodo di intensa riflessione ed esame.»
29 giugno 2016
La Fraternità riafferma i suoi princípi in maniera forte in seguito ad una riunione dei suoi membri più eminenti:
«La Fraternità San Pio X, nell’attuale stato di necessità che gli dà il diritto e il dovere di distribuire gli aiuti spirituali alle anime che ad essa ricorrono, non ricerca innanzi tutto un riconoscimento canonico, al quale ha diritto in quanto opera cattolica. Essa ha un solo desiderio: portare fedelmente la luce della Tradizione millenaria che mostra la sola via da seguire in quest’epoca di tenebre in cui il culto dell’uomo si sostituisce al culto di Dio, nella società come nella Chiesa.»
30 giugno 2016
Commentando la dichiarazione della vigilia, Mons. Pozzo ritiene che non ci sia da formalizzarsi:
«Alcune di queste dichiarazioni sono prevedibili, nel senso che essi hanno sempre detto queste cose, altre sono attendiste, nel senso che non entrano nei particolari delle questioni che attualmente sono oggetto di discussione e di cui dobbiamo ancora parlare.»