Il titolo dell'Articolo, com'è costume per tutti gli organi di stampa, interpreta enfaticamente la realtà descritta.
Concordando appieno con la conclusione dell'Articolo, che ben esprime il concetto del "sentire cum Ecclesia" : «ne avranno beneficio, ne siamo sicuri, anche tutti gli altri fedeli», ci auguriamo che gli amici-fratelli ravennati non abbiano a soffrire per l'Articolo in questione ripreso poi da questo ed altri blog.
Confidiamo che l'Arcivescovo Mons. Lorenzo Ghizzoni vorrà seguire, anche in questo, lo stile pastorale che caratterizza il Pontificato di Papa Francesco.
Ringraziamo di cuore gli amici romagnoli per la gentile segnalazione molto apprezzata, a giudicare dalle "visite" dei nostri Lettori a questo post ....AC
Ghizzoni, il censore dei latinisti che ora apre ai lefebvriani
di Andrea Zambrano
RAVENNA – Quando era a Reggio Emilia come vescovo Ausiliare era stato il più acerrimo nemico dei gruppi di fedeli che chiedevano di celebrare messa secondo la forma straordinaria, impropriamente detta messa in latino.
Un’opposizione a volte ostica, che sembrava il più delle volte non tenere conto del Motu proprio di Benedetto XVI Summorum Pontificum che sdoganava, facendoli uscire da un ghetto, i fedeli tradizionalmente affezionati alla cosiddetta vecchia messa.
Singolare “conversione” per Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo reggiano di Ravenna e Cervia.
Ha appena concesso per domenica prossima e per la seconda domenica di ottobre due messe in latino ad una parrocchia della sua Diocesi, Santa Maria del Torrione ( vedere nostro post QUI N.d.R), che in vista della creazione di un gruppo stabile di fedeli inviterà a celebrare il reverendo don Enrico Doria.
Don Doria (foto) è un sacerdote del Priorato ‘Madonna di Loreto’di Rimini della Fraternità Sacerdotale San Pio X“, la fraternità che segue il carisma del vescovo Marcel Lefebvre.
Un cambiamento non da poco.
Si vede che dopo l’annuncio di Papa Francesco sulle confessioni lecite anche da parte dei sacerdoti lefebvriani, anche nell’episcopato italiano ci si affretta ad allinearsi al nuovo corso. Cosicchè quello che era impensabile fino a ieri (aprire le parrocchie di casa ai lefebvriani, quasi come fossero appestati) oggi è non solo permesso, ma quasi auspicato.
Ne gioiranno i fedeli vicini alla comunità di Econe, ma, ne avranno beneficio, ne siamo sicuri, anche tutti gli altri fedeli della Catholica.
Fonte : Primapaginareggio.it
Cosa si potranno ormai inventare i fratini , tipo padre A.M.Bruno, che gridavano ai loro umili e pavidi confratelli: "lefevbriano! lefevbriano" per umiliarli e confinarli?
RispondiEliminaStanno meglio i "lefevbriani" che i FI !
Speriamo anche Frascati
RispondiEliminaDeo Gratias!
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