Abbiamo letto su un "social network" un post che riguarderebbe i nostri fratelli ed amici del Coetus di Terni che aspirano di avere la celebrazione della Santa Messa tridentina secondo la disciplina canonica indicata dal Motu Proprio Summorum Pontificum.
Lo pubblichiamo (per ora) "tra virgolette" perchè non siamo in grado di pronunciarci ulteriormente.
Ci auguriamo però, con tutto il cuore, che quel che c'è scritto non corrisponda pienamente a verità.
Lo pubblichiamo (per ora) "tra virgolette" perchè non siamo in grado di pronunciarci ulteriormente.
Ci auguriamo però, con tutto il cuore, che quel che c'è scritto non corrisponda pienamente a verità.
Confidiamo per questo che la Rev.ma Curia Vescovile di Terni intervenga al più presto per fugare ogni dubbio sul contenuto dell'articolo.
In ogni caso ne approfittiamo per esprimere ancora una volta la nostra piena solidarietà ai fratelli e amici del Coetus Fidelium di Terni, i quali, non essendo dei marziani, sono perfettamente conosciuti dai loro Parroci e anche dalla Curia.
Da troppo tempo essi aspettano infatti che venga applicato il Motu Proprio nella loro Città come completamento devoto e pio della loro vita ecclesiale vissuta nel costante impegno in diverse attività diocesane.
"Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?" (Dal Santo Vangelo di Luca)
AC
( Il testo è riportato integralmente salvo l'omissione di due sole parole)
" TERNI: IL VESCOVO DISATTENDE IL MOTU PROPRIO E DIROTTA I SUOI FEDELI A MESSA DAI LEFEBVRIANI.
È già, nella Chiesa moderna (-ista?), post sessantottina e che strizza l'occhio alle diverse eresie (in specie a quelle protestanti), può succedere addirittura che un Vescovo si rifiuti di applicare nientepopodimeno che il Motu Proprio di un Papa, tra l'altro ancora vivente. Succede a Terni, dove un gruppo stabile di circa 15 persone, in virtù di quanto stabilito dal Motu Proprio Summorum Pontificum del 2007, emanato da Sua Santità Benedetto XVI, aveva chiesto la celebrazione stabile della Santa Messa nella forma extra-ordinaria del Rito Romano, la Messa di sempre.
In ogni caso ne approfittiamo per esprimere ancora una volta la nostra piena solidarietà ai fratelli e amici del Coetus Fidelium di Terni, i quali, non essendo dei marziani, sono perfettamente conosciuti dai loro Parroci e anche dalla Curia.
Da troppo tempo essi aspettano infatti che venga applicato il Motu Proprio nella loro Città come completamento devoto e pio della loro vita ecclesiale vissuta nel costante impegno in diverse attività diocesane.
"Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?" (Dal Santo Vangelo di Luca)
AC
( Il testo è riportato integralmente salvo l'omissione di due sole parole)
" TERNI: IL VESCOVO DISATTENDE IL MOTU PROPRIO E DIROTTA I SUOI FEDELI A MESSA DAI LEFEBVRIANI.
È già, nella Chiesa moderna (-ista?), post sessantottina e che strizza l'occhio alle diverse eresie (in specie a quelle protestanti), può succedere addirittura che un Vescovo si rifiuti di applicare nientepopodimeno che il Motu Proprio di un Papa, tra l'altro ancora vivente. Succede a Terni, dove un gruppo stabile di circa 15 persone, in virtù di quanto stabilito dal Motu Proprio Summorum Pontificum del 2007, emanato da Sua Santità Benedetto XVI, aveva chiesto la celebrazione stabile della Santa Messa nella forma extra-ordinaria del Rito Romano, la Messa di sempre.
A quanto riportato, il gruppo, dopo un anno di attesa, ricevuto da Mons. Piemontese si è sentito rispondere dal prelato che, "come aveva già detto ad Ecclesia Dei, egli non aveva alcun sacerdote da designare (sic!) a questo servizio".
Il gruppo ha quindi ventilato l'ipotesi che si potesse far venire un celebrante da Roma o da altre parti (come gia avviene, ad esempio, ad Orvieto), ma l'idea è stata subito rigettata recisamente da Sua Eccellenza.
Alla richiesta delle ragioni di questo diniego S.E. ha risposto che non poteva concedere la Messa ad ogni piccolo gruppo che la richiedesse, per non creare divisioni all'interno della diocesi.
Alla richiesta delle ragioni di questo diniego S.E. ha risposto che non poteva concedere la Messa ad ogni piccolo gruppo che la richiedesse, per non creare divisioni all'interno della diocesi.
A questo punto, mons. Piemontese, ha invitato i fedeli della Tradizione Cattolica a frequentare la Santa Messa di Vigne di Narni (a 25 Km da Terni!), presso le Suore della FSSPX (per fortuna ci sono loro!), con le quali egli aveva già preso accordi e che sarebbero state ben liete di ospitare il gruppo".
Insomma, concludiamo con la considerazione che, nella Chiesa misericordiosa che accoglie ed ama tutti (fuorché i cattolici autentici, s'intende) se non frequenti (... N.d.R.) non sei nessuno e non trovi accoglienza.
Insomma, concludiamo con la considerazione che, nella Chiesa misericordiosa che accoglie ed ama tutti (fuorché i cattolici autentici, s'intende) se non frequenti (... N.d.R.) non sei nessuno e non trovi accoglienza.
Adveniat Regnum Tuum, Domine! (possibilmente, alla svelta...) "
"fuorché i cattolici autentici, s'intende"
RispondiEliminaNon ci sentite puzza di superbia in questa affermazione?
Gli altri cattolici e l'altra messa sarebbero di serie B?
Perchè non leggere il lato altamente positivo dello scritto "nella Chiesa misericordiosa che accoglie ed ama tutti (fuorché i cattolici autentici, s'intende)": i fedeli che professano la fede espressa dal Magistero immutabile della Chiesa è un dato positivo che non si presta a critiche. La superbia, che non viene da Dio, è, al contrario, quando un individuo professa idee del proprio ego, della propria presunzione e del proprio individualismo. Che bello invece raffrontarsi, come accaduto per secoli, in piena armonia con le idee della madre chiesa con umiltà e nella piena aderenza al Vangelo di Gesù.
EliminaNon vedo superbia dunque nella frase "nella Chiesa misericordiosa che accoglie ed ama tutti (fuorché i cattolici autentici, s'intende)" ( tralaltro nessuno cita in alcun modo la messa riformata che, secondo le indicazioni del Motu Proprio deve coesistere con quella antica.
I Cattolici autentici sono e saranno sempre una garanzia per resistere con le sole armi della fede alle tentazioni mondane che affievoliscono il sensus fidei.
No, solo 'diversamente cattolici. Speriamo che si convertano con i loro pastori.
EliminaE' ovvio, per chi conosce questo blog, che quella voleva essere una frecciatina nei confronti di papa Francesco, colpevole, a loro avviso, di richiamare coloro che hanno comportamenti farisaici, ma che invece loro ritengono siano quelli dei veri fedeli.
EliminaE' esattamente la stessa identica cosa accaduta a noi a Mirano. Alla nostra richiesta di beneficiare di una seconda Messa mensile in forma straordinaria, il Vicario Generale della Diocesi di Treviso, Mons. Cevolotto, ci risponde che in diocesi non hanno più preti da mandarci. Quando abbiamo risposto che noi ne conosciamo alcuni provenienti da fuori, egli ha risposto picche e mons. Pozzo, dell'Ecclesia Dei, anzichè venire incontro al nostro gruppo ha dato ragione alla Diocesi di Treviso. Ora ci mandano i preti della FSSP di Venezia, che parlano male l'italiano, non celebrano la Messa pre-festiva e continueranno a celebrare una sola volta al mese perchè non hanno tempo di fare di più. Il danno oltre la beffa.
RispondiEliminaNella decisione del vescovo vedo un gesto magnanimo nei confronti della fraternità Pio X: le suore sono felici di accogliere i fedeli e, conoscendo come curano la liturgia, credo ne valga la pena. Al cetus miranese consiglio di recarsi a Lanzago, dove la s. Messa viene celebrata quotidianamente. I padri della fraternità, da quando si sono insediati in diocesi di Treviso, hanno chiesto udienza al vescovo per presentarsi: a tutt'oggi (e sono trascorsi 4 anni) non li ha mai ricevuti per i suoi molti impegni. Per fortuna non tutte le diocesi sono cosi e, davanti a certi casi, la disobbedienza è d'obbligo!!! Con tutte le chiese artistiche presenti in diocesi il vescovo di Treviso ha dato la chiesa di san Leopoldo: la più moderna e disadorna, con un crocifisso che non riesci a guardare quanto è osceno: la meno adatta al sacro rito tridentino.....e siamo nella diocesi di Pio X e del beato Longhin!!!
EliminaSe mi si permette, Mirano è a 20 minuti di auto o treno da Venezia, dove viene celebrata tutti i giorni la Messa nella forma straordinaria (tra l'altro la Messa cantata domenicale è alle 11.00, quindi non avete neanche bisogno di svegliarvi così presto la domenica mattina...).
EliminaNon pensate che forse questo abbia inciso sul responso dell'Ecclesia Dei? Sapete, devono occuparsi anche di situazioni ben più urgenti e complicate di un gruppo di persone che si lamentano perché la domenica devono fare 20 minuti di strada per andare ad una Messa in tarda mattinata... se non lo sapete c'è anche chi va a San Simeone Piccolo tutte le domeniche pur abitando a Verona.
Ed i due sacerdoti sono si stranieri, ma capiscono bene e si fanno capire bene in italiano: l'omelia se la preparano a casa con calma (quindi non sono improvvisate e sono molto più chiare delle omelie di tanti preti italiani), per le confessioni non c'è problema (come ho appena detto capiscono e si fanno capire), la Messa è in latino... quindi non vedo dove sia il problema, a meno che non disturbi qualche congiuntivo sbagliato o l'accento tedesco/francese (ma spero vivamente che tu non sia riferendo a questo, altrimenti potrei -ripeto, potrei, condizionale- suggerirti di farti tu prete visto che parli l'italiano meglio di loro ed è la cosa che più sembrerebbe importarti).
Per quanto riguarda la Messa prefestiva, essa non sarebbe contemplata nel Messale del 1962 e, secondo quanto stabilito dal motu proprio Summorum Pontificum, ci si dovrebbe attendere in toto ad esso, quindi i dubbi sulla liceità della Messa prefestiva sono leciti (dubbi non sulla validità, ci mancherebbe, ma sulla legittimità canonica).
Pertanto il mio consiglio è di non sputare sul piatto in cui si mangia: siate grati al buon Dio che questi sacerdoti vengano almeno una volta al mese e pregate affinché si risolvano i veri problemi che ha tra le mani l'Ecclesia Dei, così che possa occuparsi anche di voi.
Perdonatemi se sono stato un po' duro in questo messaggio.
E, allora, voi andate al priorato Fsspx di silea, vicino a treviso..
EliminaLa Messa pre-festiva non esiste nella liturgia tridentina, cosa che condivido in pieno: il sabato è sabato quindi perché bisognerebbe festeggiare la domenica di sabato?
RispondiEliminaA Venezia si parla male l'italiano?
RispondiEliminaAvranno il loro accento come succede in ogni località!
Prima, come sottolineato da anonimo 18:02, trattate noi che partecipiamo alla messa normale come cattolici di serie B, ora ce l'avete anche con l'accento veneziano! Fra l'altro, come tutto il dialetto veneto, è molto simpatico.
25 km sono una distanza tutto sommato considerabile come normale per poter assistere ad una Messa di sempre.
RispondiEliminaInvidio i fedeli di Terni: lo vorrei io un vescovo come quello, che riconosce spontaneamente la cattolicità di coloro che salvarono l'autenticità della Messa e del Sacerdozio.
Caro Marius io ero al colloquio con il Vescovo e ti posso garantire che i sentimenti che animavano Sua Eccellenza erano tutt'altro che nobili come credi, se ne voleva lavare le mani (e sorvolo su certe affermazioni che sono state fatte).
EliminaLe intenzioni del Vescovo erano quelle di allontanarci il più possibile da Terni per scoraggiare ed impedire ogni forma di apostolato "tradizionale" (tra l'altro il parroco di Vigne si ostina a definire la comunità di Vigne, che io frequento regolarmente, come eretica e scismatica).
Attenzione a giudicare i pastori dalle apparenze perché non è come pensi...
Venite a Lanzago di Silea.Il problema è risolto.
RispondiEliminaPer alcuni in effetti è meglio pagare laute prebende e rimborsi spese; magari a chierici vaganti che, intendendo il motu proprio in senso esclusivo, celebrano solo la forma straordinaria lagnandosi di non poter lucrare l'otto per mille. Questi sono i veri preti della vera chiesa di sempre che dicono la messa di sempre formando i cattolici autentici, i cattolici di prima classe con ottava. Ma non vi vergognate della vostra schizofrenia?Da una parte considerate e venerate i lefevriani come cattolici e dall'altra non volete immischiarvi con loro. Da una parte volete sostenere i settori tradizionali della Chiesa lodando e fomentando chi sceglie una vita sacerdotale come la fraternità San Pietro, dall'altra vi lagnate che i preti della FSSP non parlano bene l'italiano. Da una parte siete regressisti all'inverosimile, dall'altra volete la messa prefestiva. Da una parte sostenete che "è bello raffrontarsi, come accaduto per secoli, in piena armonia con le idee della madre chiesa con umiltà e nella piena aderenza al Vangelo", dall'altra accusate il vicario generale del diniego, avvallato dall'Ecclesia Dei nella persona di mons. Pozzo,alle vostre richieste senza chiarire come l'Arcivescovo abbia motivato le sue ragioni. Con il vostro fare da portinai non fate altro che motivare sempre di più chi sostiene che i tradizionalisti siano un problema e non aiutate minimamente la causa. Pagate un corso di perfezionamento in lingua italiana al vostro prete FSSP anzichè i rimborsi spese ad extradiocesani, pregate e vedrete che le cose, come ci testimonia questo bel sito, ogni tanto possono anche risolversi felicemente.
RispondiEliminaNon capisco perché ci si stupisca così tanto. Il Vescovo li manda a 15 km, mica a 500... dalla FSSPX.... inutile affannarsi ulteriormente a cercare compromessi illussori... motu propri che sanno solo di riserva degli indiani. La chiesa non è più guidata da santi sacerdoti, quindi è molto meglio farsi aiutare da sacerdoti veramente cattolici
RispondiEliminaPeccato che monsignor Piemontese non ha MAI indicato a nessuno di frequentare i lefebvriani....ha detto cose ben diverse!!!!! Chi vuol intendere, intenda!
RispondiEliminaIn verità ha detto proprio così al colloquio (che era privato e a cui ero presente). Il punto è che lo spirito e le intenzioni di fondo erano quelle di mandare i "quattro balordi tradizionalisti" lontano da Terni per evitare polemiche, quindi non bisogna stupirsi: rientra tutto nella logica!
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