Scriptorium
Recensioni – rubrica quindicinale di Cristina Siccardi
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Il Papa – di Joseph de Maistre. L’autore, con quest’opera, divenuta un classico
del pensiero contrario alla Rivoluzione, mise in luce l’importanza del
potere papale per ristabilire la civiltà cristiana sulle sue autentiche
basi «oggi che un genio malefico le ha infrante o spostate».
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Questa settimana desideriamo rammentare un libro che è entrato di diritto nella storiografia bibliografica, Il Papa di Joseph de Maistre. L’opera Du Pape
venne pubblicata nel 1819 e fu scritta in un tempo di gravi circostanze
in cui si trovavano la Chiesa e gli Stati europei, in un momento in cui
si sentiva l’urgente necessità di conoscere le cause reali del generale
sommovimento della Rivoluzione Francese e del dominio napoleonico;
alcune menti cattoliche sentivano l’impellente bisogno di ritornare ai
principi dell’ordine. Scriveva nella prefazione de Maistre: «Da
quando l’empietà, sotto il nome di filosofia, ha dichiarato guerra allo
scettro e alla tiara, gli uomini più autorevoli per profondità di
pensiero e vastità di sapere hanno rivaleggiato nel tentativo di
combattere le dottrine perverse e salvare i popoli richiamandoli alla
religione come al fondamentale legame di ogni società. Essi perseguono
ancora questo nobile scopo con altrettanto coraggio e capacità». De
Maistre auspicava l’influenza esercitata dal Sommo Pontefice sulla
formazione e il mantenimento dell’ordine sociale. L’autore, con
quest’opera, divenuta un classico del pensiero contrario alla
Rivoluzione, mise in luce l’importanza del potere papale per ristabilire
la civiltà cristiana sulle sue autentiche basi «oggi che un genio malefico le ha infrante o spostate».
«Che cosa si è avverato del sogno di Joseph De Maistre?» si chiedeva Carlo Bo, ventun anni fa (Introduzione a J. De Maistre, Il Papa, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1995, p. XIX), e così rispondeva: «La
storia lo ha smentito su quasi tutti i punti della sua generosa
confessione d’amore, eccezion fatta per il dogma dell’infallibilità […] Dell’idea madre per cui il Papato avrebbe dovuto raccogliere sotto le sue ali protettrici tutte le ansie e le ambizioni spirituali dei popoli d’Europa si direbbe che la storia si sia preoccupata di smentirla o per lo meno di disattenderla. La vittoria è andata al mondo, peraltro la Chiesa cattolica – specialmente in questi ultimi decenni [con il Concilio Vaticano II ndr] – ha mostrato di saper reagire alla spogliazione delle sue prerogative terrene nel senso più giusto, accentuando il carattere spirituale e religioso della sua natura. L’accento è stato messo con amore sulla vita dell’anima e così si è dimenticato di persistere nella linea che De Maistre aveva sostenuto e avallato con tutte le sue energie». In realtà anche le attenzioni all’anima sono state abbondantemente scalzate… e quelle considerazioni di De Maistre appaiono attualmente non più così anacronistiche come le intese Carlo Bo e molti altri con lui, in particolare progressisti e cattolici modernisti.
confessione d’amore, eccezion fatta per il dogma dell’infallibilità […] Dell’idea madre per cui il Papato avrebbe dovuto raccogliere sotto le sue ali protettrici tutte le ansie e le ambizioni spirituali dei popoli d’Europa si direbbe che la storia si sia preoccupata di smentirla o per lo meno di disattenderla. La vittoria è andata al mondo, peraltro la Chiesa cattolica – specialmente in questi ultimi decenni [con il Concilio Vaticano II ndr] – ha mostrato di saper reagire alla spogliazione delle sue prerogative terrene nel senso più giusto, accentuando il carattere spirituale e religioso della sua natura. L’accento è stato messo con amore sulla vita dell’anima e così si è dimenticato di persistere nella linea che De Maistre aveva sostenuto e avallato con tutte le sue energie». In realtà anche le attenzioni all’anima sono state abbondantemente scalzate… e quelle considerazioni di De Maistre appaiono attualmente non più così anacronistiche come le intese Carlo Bo e molti altri con lui, in particolare progressisti e cattolici modernisti.
L’appello che De Maistre fece ai
Protestanti è stato inascoltato non soltanto dai Protestanti stessi,
che, comunque, in Europa sono rimasti un numero esiguo (i più sono
diventati agnostici o atei), ma esso non fu percepito dal mondo
cattolico con sufficiente attenzione ed il Cattolicesimo, nella nostra
età, declina sempre più verso la protestantizzazione ed il sincretismo
religioso; basti fare, come ultimo esempio, riferimento a ciò che Padre
Raniero Cantalamessa ha osato affermare, nella sua terza predica di
Avvento, nei confronti della devozione a Maria Santissima http://www.cercoiltuovolto.it/vaticano/p-raniero-cantalamessa-terza-predica-avvento-18-12-2015/
ed è comunque interessante evincere che la volontà di perseguire
l’ecumenismo conciliare porti, inevitabilmente, all’annacquamento,
all’avvilimento, fino alla corrosione dei dogmi e della dottrina della
Chiesa. Scriveva De Maistre:
«[…] in questo momento solenne,
quando tutto annunzia l’avvento di una memorabile rivoluzione in Europa,
di cui quella che abbiamo visto non fu che il terribile e inevitabile
preludio, è anzitutto ai protestanti che devono rivolgersi le nostre
fraterne rimostranze e le nostre fervide suppliche. Che cosa aspettano
ancora, e che cosa cercano? Hanno percorso l’intero arco dell’errore. A
forza di attaccare, di corrodere, per così dire, la fede, essi hanno
distrutto il cristianesimo, e grazie agli sforzi della loro terribile
scienza, che non ha cessato di protestare, la metà dell’Europa si trova
adesso senza religione». Infatti, in Europa, il Cattolicesimo, al
tempo di De Maistre, resisteva in Italia grazie alla presenza del
Papato, ma nelle altre nazioni la scristianizzazione era già galoppante.
Dopo un excursus da parte dell’autore dei mille e mille attacchi bellici ed eretici alla Chiesa lungo i secoli, si legge: «Quando degli uomini senza missione osano intraprendere una riforma della Chiesa, deformano il loro partito e non riformano realmente
la vera Chiesa, la quale è costretta a difendersi e a vegliare su se
stessa. È appunto quel che è successo; perché l’unica vera riforma è
il Concilio di Trento; mentre la presunta riforma è rimasta fuori della
Chiesa, senza regola, senza autorità, e ben presto senza fede, così
come la vediamo oggi. Ma quali terribili convulsioni per arrivare al
nulla che è oggi!» (pp. 420; 433).
L’autorità del Sommo Pontefice continua,
oggi come allora, come sempre, ad essere determinante per la Chiesa
degli uomini e Cristo e la Sua Sposa mistica di essa si servono per
essere presenti nel mondo. Di fronte a questa responsabilità ci sono
stati Papi che hanno tremato e hanno temuto di non essere all’altezza
del compito assegnato. Anche San Pietro tremò e titubò… ma con lui c’era
anche San Paolo e Roma divenne il cuore della Cristianità tutta.
Vengono allora alla mente le parole che pronunciò San Giovanni
Crisostomo: «Per questo motivo io amo Roma […] Il cielo non è
splendido, quando il sole diffonde i suoi raggi, come lo è la città di
Roma, che irradia lo splendore di quelle fiaccole ardenti per tutto il
mondo. Da quel posto Pietro, da quel posto Paolo saranno rapiti al
cielo. Pensate ed ammirate che spettacolo contemplerà Roma quando,
all’improvviso, Paolo risorgerà dalla tomba, insieme con Pietro, per
andare incontro al Signore! Quale rosa Roma presenta al Cristo, di quali
corone è adorna quella città, di quali catene auree circondata e quali
fonti ha in sé! Questo è il motivo per cui ammiro questa città; non per
l’oro, non per le statue e tutto il suo fasto, ma per queste due colonne
della Chiesa» (Commento alla lettera ai Romani, 33, 2).
De Maistre chiude il suo libro con un inno ai Santi («che ogni lingua e ogni età li benedica!»), con un canto a Maria Santissima («La Vergine immacolata, la migliore di tutte le creature nell’ordine della grazia e della santità, il primo essere umano che pronunciò la parola SALVEZZA»),
con il trionfo di Cristo Re, seguito dai suoi Evangelisti, dai suoi
Apostoli, dai suoi Dottori, dai suoi Martiri, dai suoi Confessori. E
davanti all’Uomo-Dio gli dei-uomini spariranno e tutte le virtù
prenderanno il posto di tutti i vizi e l’errore «dalle cento teste»
fuggirà di fronte all’indivisibile Verità. Come nessuna istituzione
umana è durata XX secoli, così nessun attacco bellico o eretico riuscirà
ad annientare la Chiesa, anche se in molti hanno continuato, continuano
e continueranno a provarci (dalle pagliacciate come questa: https://www.facebook.com/video.php?v=10153333639606239&pnref=story
alle parole di Padre Cantalamessa; dagli insegnamenti del Cardinale
Kasper o alla pessima formazione dei Seminaristi o ai drammatici
catechismi svolti nella maggior parte delle parrocchie), fino a quando
Dio permetterà. L’errore «dalle cento teste» soccomberà anche
grazie a coloro che, nella prova di questi tempi, rimarranno umilmente
fedeli e stabili, così come sono rimasti fedeli e stabili i Santi che li
hanno preceduti in terra e in Paradiso.
Fonte: Riscossa Cristiana