Prove generali del Vaticano III, contro la Dominus Jesus
Da Disputationes Theologicae del 29.01.2015
Alberto Melloni con Enzo Bianchi |
Non è un caso che da qualche tempo, nell’attuale complesso quadro dottrinale ed ecclesiale, sia in atto - unitamente ad una vera e propria “liquidazione” organizzata della Dominus Jesus - un’opera di rivalutazione delle teorie del gesuita Jacques Dupuis, la cui condanna, sotto il Pontificato di Giovanni Paolo II, fu un evento di portata non secondaria. In nome del famoso “Spirito del Concilio” (ormai Vaticano III o IV) sono state anche avanzate delle aperte accuse all’allora Card. Ratzinger - Benedetto XVI -, affermando che l’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede non sarebbe stato in sintonia con Giovanni Paolo II[1]. Quest’ultimo - non senza una buona dose di spregiudicatezza politica - viene dipinto in quest’operazione come vicino nientemeno che alle teorie (ereticali) del Dupuis. Si misconosce che Papa Giovanni Paolo II dedicò l’Angelus del 1 ottobre 2000 alla Dichiarazione Dominus Jesus, e già rispondeva: “che l’ho voluta io, che è perfettamente conforme al mio pensiero”[2], come riportato anche nella testimonianza resa dal Card. Tarcisio Bertone, allora Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Nella stessa sede (il libro “L’ultima veggente di Fatima”) il porporato testimonia anche l’interessante genesi del suddetto documento: al medesimo Pontefice erano pervenute numerose testimonianze da missionari di tutto il mondo, secondo le quali la marea ecumenista stava provocando un danno al vigore missionario[3].
I fautori del Vaticano Terzo infatti hanno in speciale antipatia la Dichiarazione Dominus Jesus, vista come un testo che volle porre, pur coi limiti dei testi di compromesso, un freno ai loro progetti di estrema dissoluzione dei contenuti della fede. Il dissenso non si limita a parti accidentali o a ciò che potrebbe in certa misura essere ancora una questione aperta, ma si scatena proprio sul contenuto di fondo, ovvero sull’unicità della salvezza in Gesù Cristo e per mezzo di Lui solo, diffondendo di fatto l’aperta eresia. Tale contestazione, che cova sommessamente sotto la cenere da anni (nel febbraio 2011 la nostra rivista scrisse L’Osservatore Romano attacca la “Dominus Jesus” e l’ “Ecclesia Dei”?), coinvolge anche l’altro testo connesso alla problematica e purtroppo noto quasi solo fra specialisti, la Notificazione sul libro del Père Dupuis[4]. Su quest’ultima ci soffermeremo, essa infatti - più concisa della Dominus Jesus, cui si riconnette, e forse più puntuale - usa delle espressioni che hanno la “colpa” di un certo coraggio dottrinale e di certa nettezza espressiva. Affermazioni che non a caso hanno attirato i violenti strali della “Scuola di Bologna” ed anche di chi - su famiglia e matrimonio - vorrebbe giustificare teologicamente il divorzio tra il Vangelo di Cristo e un nuovo “soffio dello Spirito”. Un disegno teologico (o meglio ideologico) piuttosto ampio
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I fautori del Vaticano Terzo infatti hanno in speciale antipatia la Dichiarazione Dominus Jesus, vista come un testo che volle porre, pur coi limiti dei testi di compromesso, un freno ai loro progetti di estrema dissoluzione dei contenuti della fede. Il dissenso non si limita a parti accidentali o a ciò che potrebbe in certa misura essere ancora una questione aperta, ma si scatena proprio sul contenuto di fondo, ovvero sull’unicità della salvezza in Gesù Cristo e per mezzo di Lui solo, diffondendo di fatto l’aperta eresia. Tale contestazione, che cova sommessamente sotto la cenere da anni (nel febbraio 2011 la nostra rivista scrisse L’Osservatore Romano attacca la “Dominus Jesus” e l’ “Ecclesia Dei”?), coinvolge anche l’altro testo connesso alla problematica e purtroppo noto quasi solo fra specialisti, la Notificazione sul libro del Père Dupuis[4]. Su quest’ultima ci soffermeremo, essa infatti - più concisa della Dominus Jesus, cui si riconnette, e forse più puntuale - usa delle espressioni che hanno la “colpa” di un certo coraggio dottrinale e di certa nettezza espressiva. Affermazioni che non a caso hanno attirato i violenti strali della “Scuola di Bologna” ed anche di chi - su famiglia e matrimonio - vorrebbe giustificare teologicamente il divorzio tra il Vangelo di Cristo e un nuovo “soffio dello Spirito”. Un disegno teologico (o meglio ideologico) piuttosto ampio
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