Meditazioni sull'Incarnazione e il Natale di N.S.G.C.
l'Incarnazione illustrata come parte di un ciclo della vita di Gesù (cromolitografia di Fridolin Leiber, XIX secolo) |
Perché questo mistero fosse
sempre vissuto dai cristiani, la Chiesa
ha, fin dalle gallerie delle catacombe e poi nelle chiese, offerto ai fedeli
scena dell’Angelo annunciante e di Maria, il più delle volte sull’Arco Trionfale
che sovrasta proprio l’altare del sacrificio eucaristico. In effetti il mistero
dell’Incarnazione è stato sempre considerato un tutt’uno con quello della
Passione e Morte di Cristo, come dice l’ inizio del Vangelo di Giovanni, ‘l’ultimo Vangelo’ dei nostri padri’ ,
cancellato come inutile dalla riforma liturgica postconciliare.
Ce lo ricorda papa Leone Magno che nella III omelia di Natale dice:
Ce lo ricorda papa Leone Magno che nella III omelia di Natale dice:
"Per la riconciliazione doveva essere offerta un’ostia che avesse la nostra natura e fosse estranea alla propagazione del peccato. Tutto questo poi doveva avvenire in modo che la volontà di Dio, il quale si è compiaciuto di distruggere il peccato del mondo nella nascita e nella passione di Gesù Cristo, fosse riferita alle generazioni di tutti i secoli. Doveva accadere, inoltre, in modo che i misteri anziché procurarci turbamento per il loro variare secondo i tempi, ci dessero maggior convinzione per il fatto che la fede di cui viviamo non fu diversa in nessuna età.”
Tommaso d’ Aquino nel suo commento al Credo
afferma:
“ Come è necessario al cristiano credere all’Incarnazione del Figlio di Dio, così è necessario che egli creda nella Sua passione e morte”.
Per questo S. Francesco d’Assisi fece porre l’altare per la S.
Messa sulla mangiatoia del presepe di Greccio.
Lo stesso concetto è contenuto nella commovente omelia della Notte di
Natale che T. S. Eliot, nel suo dramma l’Assassinio nella Cattedrale, immagina
sulle labbra del santo arcivescovo di Canterbury Thomas Becket, pochi giorni
prima del suo assassinio per mano dei sicari
del re Enrico.
“Diletti figli di Dio, la mia predica in questa mattina di Natale sarà molto breve. Vorrei che voi in cuor vostro meditaste il profondo significato e mistero delle nostre Messe di Natale. Perché ogni volta che una Messa vien detta, noi facciamo rivivere la Passione e la Morte di Nostro Signore e, in questo giorno di Natale noi la diciamo per celebrare la Sua nascita. Così, nello stesso tempo ci rallegriamo della Sua venuta per la salvezza degli uomini e di nuovo offriamo a Dio il Suo corpo e il Suo sangue, in sacrificio per riparazione e risarcimento dei peccati del mondo intero… Cosi, questo momento è l’unico, in tutto l’anno, in cui celebriamo insieme la Nascita di Nostro Signore e la sua Passione e Morte sulla Croce. Diletti figli, per il mondo, dal suo punto di vista, questo è uno strano comportamento. Perché, chi nel mondo si rattrista e si rallegra nello stesso tempo e per la stessa ragione? Infatti, o è la gioia superata dal dolore o il dolore sarà scacciato dalla gioia; così è solo in questi nostri cristiani misteri che noi possiamo rattristarci e rallegrarci e, per la stessa ragione.”
Viviamo
il Natale del Signore con questi Santi.
Enzo Fagiolo
La figura non è affatto "l'Incarnazione illustrata come parte di un ciclo della vita di Gesù". L'immagine raffigura, come dice anche il titolo, le singole proposizioni di cui si compone il Pater noster, e all'Incarnazione non vi è la benché minima allusione, né nella preghiera né nelle figure.
RispondiEliminaBellissima immagine che illustra il Pater Noster in tedesco...un catechismo illustrato da antologia, secondo i metodi istituiti per i fanciulli (e non...) da San Pio X.
RispondiEliminaIeri ho visto con mio grande piacere e stuporeche durante la Messa in san Pietro il santo Padre Francesco ha fatto inserire il bellissimo Et incarnatus est di Mozart nel Credo gregoriano. Il papa dimostra un grande amore per la bella musica sfatando ogni calunnia. Del resto non tutte le riforme di Pio X furon felici, fu lui a cacciare la musica moderna che arricchiva le nostre chiese, più vicina al nostro sentire, si è finito con l' isterilire la messa propinandoci in mosdo ossessivo i canti gregoriani. Invece è bene cambiare e attingere alla musica del XVI, XVIII XVIII XIX XX secolo. Un grazie al nostro grande Papa Francesco! E Buon Natale a tutti.
RispondiEliminaGià, ogni tanto Paoa Francesco ci dà delle piacevoli sorprese: siamo talmente abituati al peggio, che il normale ci sembra stupendo. Come oggi che ha citato con gravità di espressione del volto i bambini uccisi prima di nascere, oramai non ci speravamo quasi più! Peccato per la profonda delusione dei tanti fedeli non italiani, per l'uso esclusivo del nostro idioma. Altro che i Papi precedenti, tutti poliglotti, da Paolo VI in poi!
EliminaMi deve spiegare in che modo il canto gregoriano "isterilisca" la Messa....resto sempre più senza parole.
EliminaL'Inter sollecitudines di S. Pio X resta un documento fondamentale per chi voglia riflettere sulla musica sacra, le sue finalità e il retto modo d'intenderla. Dato doverosamente atto di questo, è altrettanto vero che alcune applicazioni concrete dei principi, alcune preclusioni di papa Sarto - comprensibili in un contesto di musica sacra che aveva conservato ben poco di liturgico (ma pure oggi...) - possono sembrare non del tutto illuminate. O almeno esse possono avere valore in certi contesti, ma essere meno condivisibili come regola generale. Anche io sono restato incantato dall'Et Incarnatus di ieri sera. Buon natale a tutti! Antiquario
RispondiEliminaLe cose non stanno proprio così. Pio X intese sopprimere quel particolare tipo di musica sacra invalso nell'Ottocento soprattutto in Italia: musica operistica presa di peso dal palcoscenico e portata in cantoria, con quel tipico spirito di compiacenza verso il mondo. Bisognava accontentare i fedeli, che volevano sentire in chiesa la domenica mattina quello stesso tipo di musica che avevano ascoltato all'opera la sera prima. Basti sentire per esempio le composizioni per organo di p. Davide da Bergamo. Il bando decretato da Pio X fu in questo senso un'opera meritoria, anche se bisogna aggiungere che non tutta la musica composta dopo quei provvedimenti è di qualità. Ad esempio molte messe di Perosi a me danno l'impressione di pure sequenze di note accostate senza un'idea chiara in mente. Anche la promozione del gregoriano è un gran merito di Pio X, soprattutto perché in questo modo è stata fatta piazza pulita di altri repertori più o meno tradizionali di varie parti dell'orbe cattolico, materiale musicale anche piuttosto antico ma totalmente privo di bellezza estetica. Penso ad esempio all'abominevole canto detto "patriarchino" che fino ai primi decenni del novecento era usato nelle diocesi del Friuli e dell'Istria. Cose degne assai più di una bettola o di un sodalizio di appassionati di belcanto che non della sacra liturgia.
RispondiEliminaBuon Natale a tutti, in unitate orationis!
RispondiEliminaBuongiorno. Mi chiamo Sabrina e ho 18 anni. Augurando a tutti Buon Natale, vorrei comunicare che dopo la maturità comincerò un percorso vocazionale per verificare cosa voglio scegliere per la mia vita. Questo perché ultimamente ho avuto diversi pensieri riguardo all'idea di diventare suora. Forse era cominciato intorno ai 15 anni quando per un po ho fatto la chierichetta. La vicinanza all'altare mi dava un senso religioso fortissimo e sentivo ogni volta il mio cuore pieno di gioia. Così ho parlato a lungo con il parroco ed egli mi ha consigliato di fare questo percorso vocazionale che mi aiuterà a scegliere. Ancora Buon Natale
RispondiEliminaCara Sabrina, sono Chantal, ti ho già risposto nell'altro post che hai scritto (quasi identico a questo). Ti auguro nuovamente di perseverare nella vocazione! Scegli bene, mi raccomando!
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