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martedì 25 novembre 2014

La frustata di Francesco all’Europa vecchia, stanca, impaurita (Magister)

Visita del Santo Padre Francesco al Parlamento Europeo e al Consiglio d'Europa
(A.C.) 

 da Settimo cielo
Dal discorso del Papa al parlamento europeo, a Strasburgo, il 25 novembre 2014

LEGGE NATURALE 

Parlare della dignità trascendente dell’uomo significa fare appello alla sua natura, alla sua innata capacità di distinguere il bene dal male, a quella “bussola” inscritta nei nostri cuori e che Dio ha impresso nell’universo creato; soprattutto significa guardare all’uomo non come a un assoluto, ma come a un essere relazionale. 
QUESTIONE ANTROPOLOGICA 
Si constata con rammarico un prevalere delle questioni tecniche ed economiche al centro del dibattito politico, a scapito di un autentico orientamento antropologico. 
L’essere umano rischia di essere ridotto a semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo da utilizzare, così che – lo notiamo purtroppo spesso – quando la vita non è funzionale a tale meccanismo viene scartata senza troppe remore, come nel caso dei malati terminali, degli anziani abbandonati e senza cura, o dei bambini uccisi prima di nascere. 
LIBERTÀ RELIGIOSA 
Sono convinto che un’Europa che sia in grado di fare tesoro delle proprie radici religiose, sapendone cogliere la ricchezza e le potenzialità, possa essere anche più facilmente immune dai tanti estremismi che dilagano nel mondo odierno, anche per il grande vuoto ideale a cui assistiamo nel cosiddetto Occidente, perché “è proprio l’oblio di Dio, e non la sua glorificazione, a generare la violenza”. 
Non possiamo qui non ricordare le numerose ingiustizie e persecuzioni che colpiscono quotidianamente le minoranze religiose, e particolarmente cristiane, in diverse parti del mondo. 
Comunità e persone che si trovano ad essere oggetto di barbare violenze: cacciate dalle proprie case e patrie; vendute come schiave; uccise, decapitate, crocefisse e bruciate vive, sotto il silenzio vergognoso e complice di tanti. 
IMPERI SCONOSCIUTI 
Mantenere viva la realtà delle democrazie è una sfida di questo momento storico, evitando che la loro forza reale – forza politica espressiva dei popoli – sia rimossa davanti alla pressione di interessi multinazionali non universali, che le indeboliscano e le trasformino in sistemi uniformanti di potere finanziario al servizio di imperi sconosciuti. 
FAMIGLIA 
Dare speranza all’Europa non significa solo riconoscere la centralità della persona umana, ma implica anche favorirne le doti. 
Si tratta perciò di investire su di essa e sugli ambiti in cui i suoi talenti si formano e portano frutto. 
Il primo ambito è sicuramente quello dell’educazione, a partire dalla famiglia, cellula fondamentale ed elemento prezioso di ogni società. 
La famiglia unita, fertile e indissolubile porta con sé gli elementi fondamentali per dare speranza al futuro. 
Senza tale solidità si finisce per costruire sulla sabbia, con gravi conseguenze sociali. 
MIGRAZIONI 
Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero! 
Sui barconi che giungono quotidianamente sulle coste europee ci sono uomini e donne che necessitano di accoglienza e di aiuto. 
L’assenza di un sostegno reciproco all’interno dell’Unione Europea rischia di incentivare soluzioni particolaristiche al problema, che non tengono conto della dignità umana degli immigrati, favorendo il lavoro schiavo e continue tensioni sociali. 
L’Europa sarà in grado di far fronte alle problematiche connesse all’immigrazione se saprà proporre con chiarezza la propria identità culturale e mettere in atto legislazioni adeguate che sappiano allo stesso tempo tutelare i diritti dei cittadini europei e garantire l’accoglienza dei migranti; se saprà adottare politiche corrette, coraggiose e concrete che aiutino i loro Paesi di origine nello sviluppo socio-politico e nel superamento dei conflitti interni – causa principale di tale fenomeno – invece delle politiche di interesse che aumentano e alimentano tali conflitti. 
È necessario agire sulle cause e non solo sugli effetti. 

 E dal discorso del Papa al Consiglio d’Europa: 

COSCIENZA E VERITÀ 

 Le radici si alimentano della verità, che costituisce il nutrimento, la linfa vitale di qualunque società che voglia essere davvero libera, umana e solidale. 
D’altra parte, la verità fa appello alla coscienza, che è irriducibile ai condizionamenti, ed è perciò capace di conoscere la propria dignità e di aprirsi all’assoluto, divenendo fonte delle scelte fondamentali guidate dalla ricerca del bene per gli altri e per sé e luogo di una libertà responsabile. 
Occorre tenere presente che senza questa ricerca della verità, ciascuno diventa misura di sé stesso e del proprio agire, aprendo la strada dell’affermazione soggettivistica dei diritti, così che al concetto di diritto umano, che ha di per sé valenza universale, si sostituisce l’idea di diritto individualista. 
Ciò porta ad essere sostanzialmente incuranti degli altri e a favorire quella globalizzazione dell’indifferenza che nasce dall’egoismo, frutto di una concezione dell’uomo incapace di accogliere la verità e di vivere un’autentica dimensione sociale. »



I testi integrali e in più lingue dei due discorsi;; Visita del Santo Padre Francesco al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa 

Il commento di Avvenire QUI

6 commenti:

  1. Dal Papa mi aspettavo almeno un richiamo alla famiglia naturale formata da un uomo e una donna. Invece niente, belle parole ma sempre nel vago...
    In più, cito "Dare speranza all’Europa non significa solo riconoscere la centralità della persona umana...": mi dispiace dover contraddire il Papa ma la speranza per l'uomo e per l'Europa non viene mettendo al centro la persona umana (i suoi bisogni, i suoi diritti, le sue voglie, i suoi desideri, ...) ma mettere al centro Dio. Solo in Dio ci può essere la Speranza, quella che non delude mai!
    Se queste cose non le dice il Papa, chi dovrebbe dirle?

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    1. "mettere al centro Dio."
      bravo! grazie per essere stato chiaro. hai detto la verità.
      grazie

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  2. Certo che lo sport del cercare il pelo nell'uomo ha oggi molti praticanti. Non capite che certe cose sulla famiglia dette da un Papa implicano in re ipsa che il riferimento è alla famiglia naturale costituita da uomo e donna, dato che è dottrina certa della Chiesa, che il Papa anche laddove personalmente dovesse pensarla diversamente non può pubblicamente negare, che tale è la famiglia naturale. Per quanto riguarda il "mettere al centro Dio" idem: è dottrina cattolica che l'uomo è imago Dei sicché dire mettere al centro la persona umana significa dire che al centro vi è l'imago Dei, che è persona perché Dio è tripersonale, e quindi per immediato e conseguenziale rinvio significa dire che al centro vi è Dio Creatore di cui la persona è appunto solo immagine. Ed è esattamente questo evidente, benchè implicito, richiamo a Dio che gli umanitaristi di tutte le risma, anche dentro il parlamento europeo, contestano da sempre alla Chiesa ed ai suoi Pontefici. Ad ogni modo invito a leggere attentamente, come ad esempio i passaggi quali il seguente "il grande vuoto ideale a cui assistiamo nel cosiddetto Occidente, ... è proprio l’oblio di Dio, e non la sua glorificazione, (che) ... genera ... violenza”. Qui, ed altrove, apapre chiaro che il Papa non esita certo a richiamare la centralità di Dio. Sarebbe ora di finirla con questa guerra, inutile, tra bergogliani ed antibergogliani. Facciamo tutti ridere.

    Luigi

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    Risposte
    1. Caro Luigi, se per dire che per "mettere al centro Dio" dobbiamo dire che bisogna "mettere al centro l'uomo" io capisco solo una cosa: che l'uomo è Dio (Adamo ed Eva volevano essere come Dio...).
      Lei (e anche molti altri) non deve dare per scontato che se il Papa dice A "in verità è chiaro ed evidente che intendeva B" perchè "A" è ontologicamente diverso da "B".
      Quelli che fanno ridere non sono i "bergogliani o gli antibergogliani", come Lei li definisce, ma coloro che insistono in certi esercizi ermeneutici molto arditi (per quello che mi riguarda io non sono nè l'uno nè l'altro, io sono papista perchè amo il Papa in quanto Vicario sulla terra di N.S.G.C.).
      Vista la confusione e le incomprensioni fra i fedeli (sia in buona che in cattiva "fede") degli ultimi decenni sarebbe bene che il Papa parlasse nella maniera più chiara possibile!
      Poi lui è libero di continuare a dire e fare quello che vuole ma io, in coscienza, ho seri dubbi che fornisca un buon servizio alla Chiesa, soprattutto a quei fedeli che non leggono i documenti ufficiali del magistero (e li sanno ben interpretare come Lei e me) ma a tutti quelli che leggono l'Espresso o la Repubblica (cioè il 99,9%) e si fidano delle balle spaziale di Scalfari, Pannella & co.

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  3. Dare per scontata la dottrina cattolica? Mah, allora a che servono i pastori, ed il Pastore? Se sappiamo tutto son inutili.

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