Leggiamo questo dal sito di Radio Vaticana ( 09.09.2014) sul Sinodo sulla famiglia. Intervista a mons. Bruno Forte (di cui abbiamo già scritto molto su MiL, e a cui rimandiamo; per capirci è il Vescovo che disse che il sepolcro vuoto di Cristo è una leggenda, e che irrise la lettera sul Summorum Pontificum di Benedetto XVI ai Vescovi)
Alcune risposte del prelato, in perfetto curialese, se lette tra le righe sono terribili e fanno presagire innovazioni fosche e nefasti cambiamenti.
Roberto
Per un commento sui partecipanti al Sinodo straordinario
sulla famiglia, in particolare sulla presenza di 14 coppie di coniugi, Isabella
Piro ha intervistato mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e
segretario speciale dell’Assemblea:
R. - Parlando della famiglia, i protagonisti primi che hanno
esperienza di essa e che possono dunque contribuire a discernere vie
adeguate per proporre, con nuovo slancio e nuova attrazione, il Vangelo
della famiglia sono proprio quelli che la vivono in prima persona come
le coppie, come i coniugi e come i genitori. Dunque è una scelta che
guarda alla famiglia non solo come ad una destinataria dell’attenzione
che la Chiesa ed il Sinodo avranno verso i suoi problemi, ma anche come
ad un soggetto, un protagonista diretto nella ricerca di prospettive e
soluzioni adeguate.
D. - Durante il Sinodo si seguiranno nuove modalità di lavoro…
R.
- Papa Francesco ha più volte ribadito di credere fortemente nel valore
della collegialità, di volere promuovere, sollecitare il consiglio e il
contributo dei vescovi di tutto il mondo nel discernimento di linee
adeguate ad affrontare le sfide del nostro presente. Dunque una
struttura, quella sinodale, che dovrà caratterizzarsi sempre più come
luogo di esercizio effettivo della collegialità. Ecco perché il lavoro
dovrà essere, in una prima settimana, soprattutto di dialogo a tutto
campo sui temi di fondo che interessano oggi la famiglia e anche
l’esperienza della separazione, del divorzio, eccetera; e poi, nella
seconda settimana, si lavorerà all’indicazione di proposte che potranno
portare non solo un messaggio alla Chiesa, ma anche, nell’anno che
separa dall’Assemblea ordinaria del 2015, le soluzioni, le indicazioni,
le riflessioni da presentare al Santo Padre.
D. - Lei sarà
segretario speciale di questa assemblea straordinaria: come ha accolto
questa nomina e come porterà avanti questo incarico?
R. - Con
grande senso di responsabilità nei confronti delle attese anzitutto del
Santo Padre e poi della Chiesa tutta, e nella profonda umiltà di sapere
che il vero lavoro lo fa lo Spirito Santo, attraverso i Padri Sinodali
in comunione con il Successore di Pietro.
D. - A Suo parere, qual è l’immagine della famiglia che emerge con più rilevanza dall’Instrumentum Laboris di questo Sinodo?
R.
- Il primo dato è che, in un momento in cui si parla di crisi
dell’istituto familiare, c’è - specialmente tra i giovani - un grande
desiderio di famiglia, di relazioni autentiche, in cui potersi
liberamente esprimere e in cui poter maturare anche il proprio cammino
di vita, di formazione, di maturazione umana, spirituale e
intellettuale. Quindi la famiglia è avvertita come un bene desiderato.
Contemporaneamente, però, ci sono poi tante situazioni di crisi,
soprattutto nei Paesi dell’Occidente - nel Nord e Sud America, ma anche
in Europa - che riguardano l’istituto familiare: aumenta il numero delle
coppie di fatto, aumentano le situazioni di separazione e di divorzio.
Ora, su tutto questo, si posa certamente lo sguardo della misericordia
di Dio, che ama tutti i suoi figli. Ed ecco allora la grande sfida del
Sinodo: come tradurre questo sguardo di misericordia nelle scelte
pastorali della Chiesa.
D. – Per il 28 settembre è stata indetta
una Giornata di preghiera per il Sinodo: questo ci ricorda anche
l’importanza spirituale di questa Assemblea…
R. - Proprio il fatto
che Papa Francesco abbia voluto anche questa mobilitazione nella
preghiera ci fa capire quanto gli stia a cuore questo Sinodo, quanto
egli metta in luce come il protagonista del Sinodo dovrà essere lo
Spirito Santo, che dovrà illuminare i Padri e aiutarli ad arrivare a
proposte credibili, affidabili per il bene della Chiesa e della
famiglia.
D. - Questo Sinodo straordinario è solo la prima tappa
di un percorso che si concluderà nel 2015. Quali sono, quindi, i suoi
auspici per queste due Assemblee sinodali?
R. - Il mio auspicio
fondamentale è che si possano trovare vie per mostrare sia alle famiglie
felici e unite, sia alle famiglie ferite, sia agli stessi divorziati e
risposati, il Vangelo, cioè la Buona Novella dell’amore di Dio e della
sua misericordia. La Chiesa non è altro che lo strumento che deve
attualizzare, nell’oggi e nel tempo, il dono dell’infinita misericordia
che c’è stata fatta in Gesù Cristo. Questa mediazione fra la salvezza e
la storia è la sfida che noi dobbiamo assumere e certamente non è
facile, ma sicuramente il Signore non ci fa mancare il suo aiuto.