Sembrerebbe che la Chiesa stia cedendo su punti fermi in
materia di morale sessuale...
E quel che è peggio, è l'impressione che tale cedimento
venga considerato inevitabile, se non necessario e persino utile.
A nostro giudizio, vista l'attitudine ormai quasi universale
dei cattolici ad ignorare gli insegnamenti e i principi morali in merito a
contraccettivi, aborto, convivenza prematrimoniale, la Chiesa a maggior ragione
dovrebbe difenderli con convinzione e forza maggiore, in modo da rimanere
coerente con se stessa, e da rappresentare un faro per coloro che nonostante la
"disobbedienza" si dovessero ravvedere e pentire. Ipotesi che non si
verificherebbe (quella del pentimento) se i fedeli perdessero quel senso di
contrizione per un peccato commesso a causa di un "ripensamento"
della Chiesa in materia di morale sessuale. Se la Chiesa rinnegasse se stessa
getterebbe nello sconforto e nella rabbia coloro che tra sacrifici e dileggi
hanno provato ad essere buoni cattolici, e perderebbe di far tornare all'ovile
le pecorelle smarrite.
Ma ancor peggio se la Chiesa arrivasse ad una
"sconfessione" della dottrina precedente (Evangelium Vitae, ad es.),
sarebbe l'inizio dell'implosione della Chiesa stessa, dello sfaldamento
dell'unità, della perdita di trascendenza mistogogica ("se si è cambiato
su questo, vuol dire che non era così vero e giusto", "se si cambia
su questo, si può cambiare anche su altro") e si fornirebbe così pretesto
e spunto alla formazione di sottochiese "nazionalistiche" improntate
ciascuna ad una corrente "ideologica" relativizzata, mutabile e
strumentale agli interessi secolari.
Roberto
In Giappone come sulle rive del Reno. La resa della Chiesa
Le risposte dei vescovi giapponesi e centroeuropei al questionario
del sinodo sulla famiglia registrano il cedimento dei cattolici al
"pensiero unico" dominante. Ma anche l'incapacità di guida dei pastoridi S. Magister, da Chiesa Espresso, del 06.06.2014
ROMA, 6 giugno 2014 – Sono finora sei le conferenze episcopali
che violando la consegna della riservatezza hanno rese pubbliche le
risposte alle 39 domande del questionario preparatorio al prossimo
sinodo dei vescovi, convocato sul tema della famiglia.
La tedesca: Le sfide pastorali della famiglia…
L'austriaca: Fragebogen zur Bischofssynode...
La svizzera: Risultati della consultazione...
La belga: Rapport de synthèse...
La francese: Les défis pastoraux de la famille...
La giapponese: Response to the Secretariat...
In Italia la rivista dei dehoniani di Bologna "Il Regno" ha fornito le traduzioni integrali dei sei documenti nei numeri 5, 7 e 9 del 2014:"Il Regno - Documenti"
Come si può notare, cinque su sei di queste conferenze episcopali appartengono a quell'area geografica centroeuropea che fu l'ala marciante delle innovazioni del Concilio Vaticano II ma successivamente è stata anche la più segnata dal fenomeno della secolarizzazione.
Oggi è sopratutto da quest'area che vengono le più forti pressioni per un cambiamento della dottrina e della prassi pastorale in materia di matrimonio, in particolare con la richiesta di dare la comunione ai divorziati risposati.
Si sa che papa Francesco non gradisce questa insistenza sulla sola questione della comunione ai risposati. L'ha detto rispondendo ai giornalisti durante il viaggio di ritorno a Roma dalla Terra Santa. Per lui la questione è "molto, molto più ampia" e va affrontata nella sua globalità. Riguarda la famiglia in quanto tale. Che è in crisi ovunque, ha detto: "È in crisi mondiale". [si veda post di MiL qui, n.d.r.]
Le risposte dei vescovi giapponesi al questionario presinodale sono la conferma clamorosa di questa convinzione del papa.
Ma c'è di più. Sono la conferma che l'eclisse della visione cristiana della famiglia è il prodotto non solo del "pensiero unico" dominante, ma anche della resa della Chiesa a tale pensiero.
I vescovi giapponesi lo riconoscono con candore: "La Chiesa in Giappone non è ossessionata dalle questioni sessuali".
In questa e in altre loro affermazioni c'è l'ammissione di un diffusa rinuncia, da decenni, a proporre la novità cristiana sui terreni cruciali della vita e della famiglia.
In Giappone i cattolici autoctoni sono appena 440 mila, lo 0,35 per cento di una popolazione che non è mai stata cristianizzata nel suo insieme. Ma dalla descrizione che ne fanno i vescovi si ricava un profilo di Chiesa tutt'altro che da "minoranza creativa" in terra di missione. Una Chiesa molto ripiegata sulla gestione dell'esistente. Molto vicina al profilo medio di quel cattolicesimo residuale, fortemente secolarizzato, tipico dell'area centroeuropea.
Da questo punto di vista, anche la tesi cara a Jorge Mario Bergoglio di una Chiesa troppo sbilanciata, se non "ossessionata", durante i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, sulle questioni dell'aborto, del matrimonio omosessuale e dei contraccettivi, appare contraddetta dai fatti.
Infatti, stando alle risposte al questionario presinodale finora rese pubbliche, non risulta in alcun modo che in Centroeuropa o in Giappone la "Evangelium vitae" o i "principi non negoziabili" siano stati un asse portante della pastorale della Chiesa degli ultimi decenni, a livello di vescovi, sacerdoti e fedeli, né che al posto di questo la Chiesa si sia prodotta in uno slancio missionario concentrato "sull'essenziale" della proposta evangelica.
Non è avvenuta né l'una né l'altra cosa, come prova, qui di seguito, l'antologia tratta dalle riposte dei vescovi del Giappone al questionario presinodale.
Il documento dei vescovi giapponesi – firmato da Peter Takeo Okada, arcivescovo di Tokyo e presidente della conferenza episcopale – è tanto più interessante perché frutto di una consultazione ristretta ai soli vescovi e ai superiori maggiori degli ordini religiosi maschili e femminili.
È una sorta di confessione esplicita di resa, da parte di coloro che pur hanno in sorte di guidare quella piccola Chiesa tra i moderni "pagani".
Brani scelti da:
La tedesca: Le sfide pastorali della famiglia…
L'austriaca: Fragebogen zur Bischofssynode...
La svizzera: Risultati della consultazione...
La belga: Rapport de synthèse...
La francese: Les défis pastoraux de la famille...
La giapponese: Response to the Secretariat...
In Italia la rivista dei dehoniani di Bologna "Il Regno" ha fornito le traduzioni integrali dei sei documenti nei numeri 5, 7 e 9 del 2014:"Il Regno - Documenti"
Come si può notare, cinque su sei di queste conferenze episcopali appartengono a quell'area geografica centroeuropea che fu l'ala marciante delle innovazioni del Concilio Vaticano II ma successivamente è stata anche la più segnata dal fenomeno della secolarizzazione.
Oggi è sopratutto da quest'area che vengono le più forti pressioni per un cambiamento della dottrina e della prassi pastorale in materia di matrimonio, in particolare con la richiesta di dare la comunione ai divorziati risposati.
Si sa che papa Francesco non gradisce questa insistenza sulla sola questione della comunione ai risposati. L'ha detto rispondendo ai giornalisti durante il viaggio di ritorno a Roma dalla Terra Santa. Per lui la questione è "molto, molto più ampia" e va affrontata nella sua globalità. Riguarda la famiglia in quanto tale. Che è in crisi ovunque, ha detto: "È in crisi mondiale". [si veda post di MiL qui, n.d.r.]
Le risposte dei vescovi giapponesi al questionario presinodale sono la conferma clamorosa di questa convinzione del papa.
Ma c'è di più. Sono la conferma che l'eclisse della visione cristiana della famiglia è il prodotto non solo del "pensiero unico" dominante, ma anche della resa della Chiesa a tale pensiero.
I vescovi giapponesi lo riconoscono con candore: "La Chiesa in Giappone non è ossessionata dalle questioni sessuali".
In questa e in altre loro affermazioni c'è l'ammissione di un diffusa rinuncia, da decenni, a proporre la novità cristiana sui terreni cruciali della vita e della famiglia.
In Giappone i cattolici autoctoni sono appena 440 mila, lo 0,35 per cento di una popolazione che non è mai stata cristianizzata nel suo insieme. Ma dalla descrizione che ne fanno i vescovi si ricava un profilo di Chiesa tutt'altro che da "minoranza creativa" in terra di missione. Una Chiesa molto ripiegata sulla gestione dell'esistente. Molto vicina al profilo medio di quel cattolicesimo residuale, fortemente secolarizzato, tipico dell'area centroeuropea.
Da questo punto di vista, anche la tesi cara a Jorge Mario Bergoglio di una Chiesa troppo sbilanciata, se non "ossessionata", durante i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, sulle questioni dell'aborto, del matrimonio omosessuale e dei contraccettivi, appare contraddetta dai fatti.
Infatti, stando alle risposte al questionario presinodale finora rese pubbliche, non risulta in alcun modo che in Centroeuropa o in Giappone la "Evangelium vitae" o i "principi non negoziabili" siano stati un asse portante della pastorale della Chiesa degli ultimi decenni, a livello di vescovi, sacerdoti e fedeli, né che al posto di questo la Chiesa si sia prodotta in uno slancio missionario concentrato "sull'essenziale" della proposta evangelica.
Non è avvenuta né l'una né l'altra cosa, come prova, qui di seguito, l'antologia tratta dalle riposte dei vescovi del Giappone al questionario presinodale.
Il documento dei vescovi giapponesi – firmato da Peter Takeo Okada, arcivescovo di Tokyo e presidente della conferenza episcopale – è tanto più interessante perché frutto di una consultazione ristretta ai soli vescovi e ai superiori maggiori degli ordini religiosi maschili e femminili.
È una sorta di confessione esplicita di resa, da parte di coloro che pur hanno in sorte di guidare quella piccola Chiesa tra i moderni "pagani".
Brani scelti da:
RISPOSTE AL QUESTIONARIO SULLA FAMIGLIA
Conferenza dei vescovi cattolici del Giappone
Non di rado le persone vivono insieme senza sposarsi… L’aborto e la contraccezione sono una pratica comune e molti feti vengono eliminati prima di nascere… Questi fenomeni e queste tendenze nei matrimoni valgono anche per i cattolici…Per lo più le persone non conoscono gli insegnamenti [della Bibbia] e i documenti [della Chiesa sulla famiglia]. Nella migliore delle ipotesi, ne hanno una conoscenza frammentaria, derivante da commenti fatti da sacerdoti che possono essere essi stessi non ben informati…In generale, le persone conoscono solo i divieti relativi all’aborto, al controllo artificiale delle nascite, al divorzio e a un nuovo matrimonio. Esse sono influenzate dagli usi e costumi della società più che da questi insegnamenti, specialmente riguardo al controllo delle nascite… Anche fra i cattolici molti criticano la posizione della Chiesa in materia di metodi contraccettivi come il profilattico… Riguardo all’educazione alla fede, dobbiamo riconoscere che, a livello nazionale, diocesano e parrocchiale, non esistono programmi pastorali [per la famiglia]. Vi sono ovviamente attività dedicate a questo da parte di diocesi, parrocchie, sacerdoti e parrocchiani, ma esse sono frutto di sforzi individuali... Anche molti cattolici non si distinguono dall’opinione comune in tema di divorzio e nuovo matrimonio consentiti dalla legge civile, diagnosi prenatale, aborto ecc. e criticano anch’essi la Chiesa per il suo insegnamento sul concepimento e la nascita dei figli… Molti ritengono che gli insegnamenti sul divorzio e la separazione violino la saggezza tradizionale...
In Giappone, il matrimonio fra persone non battezzate e non credenti che ricorrono ai riti della Chiesa fa normalmente parte dell’attività della Chiesa da molti anni, con l’approvazione della Santa Sede. La prassi abituale è la richiesta di almeno una qualche formazione prima del matrimonio basata sulla visione del matrimonio da parte della Chiesa. Inoltre, non devono esservi impedimenti canonici al matrimonio (come il divorzio), anche se singoli pastori tendono in genere a essere indulgenti...
La preparazione al matrimonio varia generalmente da contesto a contesto: esistono programmi regolari in alcuni luoghi, ma in molte situazioni essa dipende dall’interesse e dall’abilità del pastore. In Giappone sono stati introdotti l’incontro matrimoniale e l’incontro per i fidanzati e per un certo tempo hanno ottenuto un buon interesse, ma ora sembrano quasi scomparsi...
In una risposta al questionario si legge: "Quasi tutte le coppie che ho unito in matrimonio negli ultimi anni hanno cominciato a vivere insieme per vari mesi prima del matrimonio. Nessuna pensava che questo contrastasse con gli insegnamenti della Chiesa"...
Nell’elaborazione di un orientamento pastorale forse è importante ricordare che l’unica volta nei Vangeli in cui Gesù incontra chiaramente una persona in situazione di convivenza al di fuori del matrimonio (la samaritana al pozzo) non incentra l’attenzione su questo aspetto. Tratta invece con grande rispetto la donna e la trasforma in una missionaria...
La maggior parte delle persone divorziate e risposate è apparentemente indifferente… Decidono loro di ricevere i sacramenti o di non riceverli e si comportano in base alla propria decisione… Vi sono persone che non sanno di non poter ricevere la comunione se si sono risposate dopo il divorzio. Anche fra le persone che lo sanno, alcune ricevono la comunione e vi sono sacerdoti che non dicono nulla pur conoscendo la loro situazione…
Non esiste un ministero specifico [per i divorziati risposati]. I pastori rispondono nel modo più pastorale possibile, ma sembra che il popolo di Dio abbia oltrepassato la necessità di un tale ministero. Le persone prendono loro delle decisioni e si comportano in base a esse...
In Giappone non esiste un riconoscimento legislativo delle unioni di persone dello stesso sesso… Lo stato non promuove questi matrimoni e la Chiesa non ha elaborato una posizione particolare riguardo alla possibilità di un eventuale cambiamento...
Oggi i cattolici o sono indifferenti verso l’insegnamento della Chiesa [sulla regolazione delle nascite] o non lo conoscono. Molti cattolici in Giappone non hanno mai sentito parlare della "Humanae vitae"… Pur potendovi essere qualche menzione dell’insegnamento della Chiesa sul controllo artificiale delle nascite nei corsi prematrimoniali, la maggior parte dei sacerdoti non lo mette in evidenza… In genere non si conosce e non s’insegna la dottrina morale della "Humanae vitae", e quando la si conosce non la si segue...
La Chiesa in Giappone non è ossessionata dalle questioni sessuali… A parte l’aborto, sembra che non vi siano molti sensi di colpa riguardo alla contraccezione…
Pur essendo importante continuare a sottolineare l’importanza della famiglia e della vita, la Chiesa deve presentare anche un volto che guarisce, sostiene e incoraggia coloro che non possono raggiungere l’ideale, piuttosto che limitarsi a giudicare e criticare…
"il matrimonio fra persone non battezzate e non credenti che ricorrono ai riti della Chiesa fa normalmente parte dell’attività della Chiesa da molti anni"
RispondiEliminaUn matrimonio in chiesa non si nega a nessuno, insomma. Annamo bene, se il principio è questo.
E' l'Adrianopoli della CC sconfitta e resa incondizionata al NOM, d'altra parte il 'Chi sono io per?' divenuto slogan per ogni evenienza, ha tagliato definitivamente i ponti con la chiesa d'antan, i principii non esistono più né quelli non negoziabili né altri, tutti a correre dietro al mondo, non è la primavera di Roma dopo l'inverno terribile venuto dalla Baviera? Stiamo messi bene e io non sono nemmeno tradi,quindi.....
RispondiEliminaSta crollando tutto credo che il Cattolicesimo se resisterà, non sarà merito di questi ultimi papi ma perché sarà conservato intatto nei cuori più puri...aspettiamo sto famoso sinodo di ottobre e poi vedremo...
RispondiEliminaLa tragica situazione dei cattolici giapponesi, che in niente si distingue da quella dei cattolici di tutte le altre nazioni, è frutto di un'ignoranza da attribuire alla gerarchia, e non solo a quella locale ed ai preti di questa o quella parrocchia che chiudon gli occhi.
RispondiEliminaTutti dovran renderne conto a Cristo, prima o poi.
Il Cattolicesimo resisterà, Hierrot: il sangue dei cristiani è semenza. La tempesta non scuoterà la solida rioccia su cui la Chiesa è fondata, anche quando sembra travolta dai flutti. Non temete, piccolo gregge, è stato detto. Quindi, il piccolo gregge ci sarà sempre, attivo e fedele, e Cristo, al Suo ritorno, lo troverà.
Questa tragica situazione si deve agli otto anni di un pontificato imbelle trascorso senza far nulla ossessionato solo dalla pwedofilia. La Chiesa andava governata .Lui nominava i vescovi di sinistra. Giovanni Paolo II cercò di arginare la deriva modernista sessantottina .Ratzinger ha servito loro la viottoria su un piatto d'argento. Lui sembrava guardasse il mondo con gli occhi di. Bertone! Povera Chiesa!
RispondiEliminaGiovanni Paolo II ammise candidamente che il limite primo del suo pontificato era stato il mancato governo della Chiesa. Se qualcosa di buono è stato fatto mentre il Papa girava il mondo - quante conversioni? - lo si deve a Ratzinger che ha preso le redini del governo in mano. Limitare l'azione di Bennedetto alla sola lotta alla pedofilia è riduttivo, ma avesse fatto solo quello sarebbe già un grande merito. Ha cercato, tra molte resistenze e incomprensioni, di risollevare dal baratro la morale e la liturgia della Chiesa. Che Giov. Paolo II sia stato più antimodernista di Ratzinger è tutto da dimostrare. La sua dottrina della salvezza universale dovrebbe lasciar quanto meno perplessi. La cultura di base di tutt'e due i papi resta il modernismo, ma a me sembra che Ratzinger nel tempo si sia allontanato a sufficienza dalle posizioni del giovane perito del Concilio. Poteva far di più, certo, ma almeno ci ha provato.
EliminaLa chiesa cattolica, come istituzione, è evidentemente giunta ormai al capolinea. Sta implodendo mentre falle enormi la stanno facendo sprofondare. La cosa incredibile è che la fine della Chiesa è accellerata (se non causata) proprio da colui che dovrebbe difenderla come una roccia: da Pietro! Pover'uomo! Povero Bergoglio! Fa il male pensando candidamente di fare il bene! Chi più sciocco di lui?
RispondiEliminacome si può dare dello sciocco al Santo Padre?? dov'è il rispetto e l'obbedienza filiale che si deve al Vicario di Cristo in terra?? Prego per la tua anima.
EliminaIo direi anche: chi più sciocco di chi scrive in certi termini? Si argomenti invece di scader nell'insulto.
EliminaDove sarebbe l'insulto?
EliminaDar dello sciocco è un apprezzamento, per caso? Conosci il significato del termine?
EliminaPontificato ossessionato dalla pedofilìa? Ma caro, sai quanto è costata 'sta storia alla CC? Mln.di dollari per risarcimenti, campagne di odio della stampa tutta insieme, accuse infamanti ad personam e adesso visto che le chiavi sono state consegnate a chi di dovere, tutto va col liscio.....svegliati, la chiesa è morta da 50 anni, non 8 anni fa.....
RispondiEliminaLa pedofilia, in sé un fenomeno spaventoso, nella Chiesa aveva assunto proporzioni inquietanti e intervenire era assolutamente prioritario. Benedetto XVI ha il merito straordinario di avere aggredito il problema in modo fermo e deciso, senza buttare la sporcizia sotto il tappeto come qualche suo illustre predecessore e qualche anima sozza che bazzica anche qui.
EliminaContinuo a chiedermi se veramente questa è la verità. Mai avuto così tanti dubbi come ora
RispondiEliminaChiediti piuttosto se finora avevi inteso correttamente la verità.
EliminaPio XII è stato un grande papa , un grande romano, un grande europeo. Ben diverso l'atteggiamento di francesco che se ne va a redipuglia, a benedire le tombe dei macellai piemontesi e savoiardi che precipitarono l'Italia nelliinfame guerra che costò un milione di morti. redipuglia è un cimitero fascista in cui trasuda l'odio contro gli austriaci, gli sloveni e gli ungheresi e i croati. vergogna! Pace, pace fu il grido di benedetto XV che si rifiutò sempre di benedire gli stendardi insanguinati dei guerrafondai italiani
RispondiEliminaEh ma non è che gli austriaci fossero questi cherubini. La guerra fra l'altro la iniziarono loro attaccando la Serbia, mica i piemontesi.
EliminaUn piemontese valeva (e vale) 10 austriaci. I Savoia furono una grande dinastia, che fra l'altro assicurò la croce alla nostra bandiera nazionale.
EliminaQuesto è quello che ti insegnano alla pubblica scuola massonica. Le consiglio di informarsi su come andarono realmente le cose.
EliminaE' stata una sciocchezza chiedere una relazione su questi temi alla Chiesa Giapponese, che, quasi inesistente, è calata in un mondo assolutamente pagano e disinteressato al Cattolicesimo da sempre.
RispondiEliminaE' una non-chiesa che ha deposto le armi, che non evangelizza.
Perché non far fare invece questa relazione alla Chiesa della Corea del Sud, assai più viva, con oltre 6 Milioni di fedeli (più dell11% della popolazione), assai più ligia alle regole, ferrea (le donne lì portano ancora il velo in Chiesa, per dire) e che, grazie proprio alla sua attenzione nei riguardi di queste tematiche, affascina centinaia e centinaia di persone che annualmente si converte con speranza ?
E' la Chiesa di Corea ad essere rappresentativa dell'Asia, non certo quella del Giappone.
Al questionario la conferenza episcopale coreana ha risposto, come tutte le altre. Solo che rispettando le consegne, a differenza dei giapponesi, non l'ha reso pubblico, tutto qui.
EliminaE dunque è una Conferenza Episcopale molto più seria.
EliminaNon mancano, tuttavia, in Giappone, vescovi coraggiosi. Le Conferenze Episcopali, a cui adesso si vorrebbero addirittura attribuir poteri dottrinali, schiacciano la libertà dei singoli vescovi.
Un mondo a lui caro. In fondo l'Argentina di Videla non era dissimile
RispondiEliminaLuke, la relazione e' stata chiesta a tutti nell' orbe cattolico, solo che qualcuno, ad usum Delphini, l' ha pubblicata, mentre era stato suggerito- mai imporre, per carita' - di tenerle riservate fino al Sinodo. E guarda caso, chi pubblica ? I padri dehoniani di Bologna.
RispondiEliminaMa in Giappone non erano andati in missione i Gesuiti ?
Rosa
In Giappone i gesuiti hanno lasciato tanti di quei martiri che anche solo per questo bisognerebbe inchinarsi e tacere.
EliminaSi stanno preparando alla ratifica finale della dittatura del relativismo con le pacche sulle spalle di Bergoglio .Benedetto ma sei stato solo un'illusione?ha vinto la falsa chiesa il falso vangelo l'anticristo almeno per il momento
RispondiEliminaL'aspetto più stupefacente non è il quadro che traspare dai questionari, che in fondo son serviti soltanto a certificare una realtà nota. Si sapeva benissimo che gli insegnamenti su matrimonio, sessualità e contraccezione erano disattesi dalla stragrande maggioranza di chi si dichiara cattolico.
RispondiEliminaE' stupefacente invece che si cerchi il colpevole di questo stato di cose, il capro espiatorio su cui sfogare il proprio disappunto. Colpa del Concilio Vaticano II, dei Papi conciliari, colpa di questo o di quello, non capendo invece che negli ultimi cinquant’anni c’è stata una vera e propria rivoluzione antropologica che ha investito in profondità la società e il modo di rapportarsi degli individui, i quali semplicemente non percepiscono più, come peccaminosi alcuni comportamenti.
È bene quindi convincersi che saranno sempre meno chi aderirà agli insegnamenti della Chiesa, almeno per quanto riguarda il matrimonio e la sessualità in generale.
Mi chiedo piuttosto come mai si pubblicano i risultati dei questionari di mezzo mondo e nulla si sa di quelli italiani? Sono così drammatici che si teme possano sconvolgere chi crede ancora che l’Italia rappresenti il tempio fedele della cattolicità?
Marco
Nella storia le "rivoluzioni antropologiche" non son certo mancate, ma gl'insegnamenti della Chiesa erano chiari e netti, senza ambiguità e pseudo-comprensione. Se il senso del peccato è venuto meno lo si deve al venir meno del sacro. E nella Chiesa chi ha distrutto il senso del sacro?
RispondiEliminaL'ossessione per i temi sessuali ci fu, ma nel dopo Vat II riguarda il pontificato di GPII, non quello di Benedetto XVI.
RispondiEliminaVisto il degrado morale dell'umanità non credo che si possa parlar d'ossessione, ma di precisa volontà di richiamar la retta dottrina della Chiesa in campo morale per il bene delle anime e della società civile.
EliminaE vero che nella storia le "rivoluzioni antropologiche" non sono certo mancate, ma cinquant'anni fa è accaduto qualcosa d’inimmaginabile: l’uomo è riuscito a recidere il nesso che lega il piacere sessuale alla riproduzione.
RispondiEliminaUna vera rivoluzione nel modo di essere uomini e donne. La donna è stata liberata dalla vita domestica ed è stato possibile procrastinare il desiderio di un figlio, liberando così la sessualità, rendendola meno poetica e più pratica.
Tutto ciò ha radicalmente mutato il modo di percepire e di vivere la sessualità ed è chiaro che a questo punto l’insegnamento della Chiesa, teso a considerare lecita soltanto la sessualità ai fini procreativi, ha mostrato un evidente anacronismo. Se così non fosse, non si spiegherebbero i risultati dei questionari sull’argomento.
Marco
Tornare subito al Rito Tridentino senza se e senza ma o per la Chiesa Cattolica sarà la fine....
RispondiEliminaguardate un po' qua cosa fanno in una chiesa di Roma per Pentecoste...
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=FzpgEDWz7t8
Purtroppo si è passati dal concetto di sessualità e genitalità = Satana all'estremo opposto. Non credo che la Chiesa non abbia in questo responsabilità. Dai collegi sono usciti i peggiori atei e anticlericali, ci sarà un motivo.
RispondiEliminaGentile redazione di MiL come si dice in latino "Secondo le intenzioni del Sommo Pontefice"?
RispondiEliminavorrei fare una domanda al vescovo di Roma. Non ho mai sentito che abbia condannato il genocidio delle popolazioni indigene della Terra del Fuoco e della Patagonia, deciso da Julius Popper, non ostante questa eliminazione di un popolo sia capitata in Argentina, patria di questo vescovo. Come mai? Poiche' a pensar male si commette peccato ma spesso si scopre la verita', non e' che per caso l'appartenenza del predetto Popper a un determinato popolo abbia indotto il nostro Papa a non dire niente?
RispondiElimina