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giovedì 21 novembre 2013

Sulla presunta deriva "lefebvriana" dei F. Francescani dell'Immacolata

A proposito della presunta deriva “lefebvriana”
dei Francescani dell’Immacolata…

C’è un elemento nella vicenda dei Francescani dell’Immacolata che ormai sta emergendo sempre di più. Ascoltando diverse persone del mondo dei Frati, di entrambe le “fazioni”, risulta più chiaramente il “capo d’accusa” nei confronti di Padre Stefano Manelli: quello cioè di avere favorito una svolta tradizionalista e critpo-lefebvriana nell’Istituto (ed ecco perché nei siti ufficiali dei F.I. si possono trovare numerosi articoli contro la Fraternità e contro vari esponenti - reali o immaginari – del mondo tradizionalista).
Per questo mi sento in dovere di scrivere qualche riga – un dovere di riconoscenza, come poi capirete -  nella speranza che questa testimonianza possa aiutare a riacquisire una prospettiva un po’ più oggettiva. Desidero mantenere l’anonimato, non per paura, ma solo per delicatezza nei confronti di altre persone che vengono coinvolte in questo scritto.
Sono stato “lefebvriano” (termine che non mi piace, ma pazienza) per molti anni. Non posso non guardare con gratitudine al Signore per gli anni trascorsi in questo ambiente sia per ciò che di buono (e non è poco) vi ho potuto trovare, sia per le prove sofferte, a motivo delle chiusure, degli errori e delle mancanze che ho potuto costatare (e subire).
Come ebbe a dire una volta confidenzialmente l’allora Cardinal Ratzinger, “la Fraternità San
Pio X ha tante ragioni, ma non ha ragione”. Due proposizioni che dicono tutto.
Vengo al sodo. Posso testimoniare che, quando mi sono rivolto ad un Padre FI, uno di quelli che oggi vengono accusati di essere “cripto-lefebvriani” e che è già stato mandato in esilio, questo Frate mi ha ascoltato e non ha esitato un attimo ad indicarmi le asserzioni e gli atteggiamenti della Fraternità San Pio X, che viziano alla radice la sua posizione.
Un’altra persona molto amica, in un’altra circostanza, ha voluto chiedere consiglio direttamente a P. Stefano. Anche in quel caso, P. Stefano dopo aver prestato grande attenzione, ha anche aggiunto che in coscienza, se la Fraternità non fosse rientrata nella Chiesa (si era ai tempi dei colloqui dottrinali), il suo interlocutore era tenuto ad allontanarsene, conformemente a quanto affermò in più occasioni Benedetto XVI, e cioè che la Fraternità non esercita in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa. Né più, né meno.
Terzo caso. Chiesi preoccupato ad un Padre F.I. – anche questi caduto in disgrazia e “spedito” – cosa effettivamente dovevo pensare di amici che continuano a confessarsi dai sacerdoti della FSSPX oppure si sono sposati presso i loro priorati. Anche in questo caso, la risposta è stata chiara: questi due sacramenti sono oggettivamente invalidi, anche se nel caso della confessione è possibile pensare che valga il principio dell“Ecclesia supplet”.
Un’altra persone mi confidava che era sul punto di passare nella Fraternità e fu proprio un Frate – sempre uno di quelli “spediti in posta prioritaria” – a frenarlo.
Si potrà essere d’accordo o meno su tante cose scritte, dette o fatte, ma è ingiusto e calunnioso accusare P. Manelli e altri Frati di aver portato l’Ordine ad una deriva lefebvriana. Padre Stefano ama la Chiesa e il Papa più di se stesso e questo suo amore non retorico ma fattivo – che lo sta portando a sopportare in silenzio decisioni molto ingiuste -  è evidente in ogni suo figlio spirituale e si riversa su tutti coloro che lo avvicinano.
E’ grazie a lui e a questi Padri che io ed altre persone abbiamo trovato forza e determinazione per ritornare nella Chiesa; è grazie ai FI che ho potuto costatare che effettivamente le due forme del Rito romano, celebrate con dignità e sacralità, possono coesistere (il che non significa che si equivalgano); è grazie a loro che ho riconosciuto che eventuali riserve su alcuni passaggi del Vaticano II non devono mai sostituirsi al giudizio ultimo che ne dà il Magistero o che la perplessità su alcuni elementi della riforma liturgica non devono portare ad escludere il nuovo Messale (esattamente quello che scrisse Benedetto XVI nella lettera del 2007 ai Vescovi, in occasione della pubblicazione del Summorum Pontificum).
Adesso invece mi ritrovo che proprio questi Frati, che hanno aiutato me ed altri a prendere le distanze dalla Fraternità San Pio X, vengono accusati di aver favorito una svolta lefebvriana nell’Ordine! E addirittura si arriva a sostenere che bisognerebbe aiutare p. Stefano a rimanere nella Chiesa!
Queste calunnie – perché tali sono – si scontrano con i fatti: le storie che ho raccontato e che sono pronto a testimoniare davanti a chiunque; il fatto, altrettanto incontestabile, che i Frati non hanno mai adottato la forma straordinaria come esclusiva; la considerazione che gli studi fatti dai Frati sul Vaticano II non hanno mai avuto la pretesa di dire l’ultima parola sul Concilio, e non hanno mai parlato di eresie presenti nei testi conciliari.
C’è un altro fatto che può aiutare a capire come si sia arrivati a costruire il mito di un Istituto che stia andando verso una deriva lefebvriana. Nel gennaio 2010, come ogni anno, la Fraternità San Pio X organizzò a Parigi ilCongès théologique du Courrier de Rome. Quell’anno p. Stefano decise di mandare due Frati a portare la loro testimonianza. L’intento di P. Manelli era chiaro: estendere quella mano che Benedetto XVI stava tendendo nei loro confronti, perché potessero comprendere – più con l’esempio che con le parole – che nella Chiesa possono stare anche coloro che sono fortemente legati alla Tradizione, in tutte le sue espressioni: liturgia, teologia, ascetica… P. Stefano fu incoraggiato da quelle domande così accorate che Benedetto XVI pose nel 2009, in occasione della lettera scritta per motivare la remissione delle scomuniche dei quattro Vescovi ordinati da Mons. Lefebvre: “Ma ora domando: Era ed è veramente sbagliato andare anche in questo caso incontro al fratello che “ha qualche cosa contro di te” (cfr Mt 5, 23s) e cercare la riconciliazione?… Può essere totalmente errato l’impegnarsi per lo scioglimento di irrigidimenti e di restringimenti, così da far spazio a ciò che vi è di positivo e di ricuperabile per l’insieme? Io stesso ho visto, negli anni dopo il 1988, come mediante il ritorno di comunità prima separate da Roma sia cambiato il loro clima interno; come il ritorno nella grande ed ampia Chiesa comune abbia fatto superare posizioni unilaterali e sciolto irrigidimenti così che poi ne sono emerse forze positive per l’insieme. Può lasciarci totalmente indifferenti una comunità nella quale si trovano 491 sacerdoti, 215 seminaristi, 6 seminari, 88 scuole, 2 Istituti universitari, 117 frati, 164 suore e migliaia di fedeli? Dobbiamo davvero tranquillamente lasciarli andare alla deriva lontani dalla Chiesa?”.
Bene, anzi male. Perché questi due Frati vennero immediatamente accusati – guarda a caso, proprio da coloro che oggi hanno assunto posti di guida nell’Istituto, dopo il commissariamento – di essere lefebvriani. Mentre invece né l’uno né l’altro approvano quelle posizioni della Fraternità che non sono state accettate nemmeno dalla Santa Sede.
Padre Stefano e i Frati che in questo momento vengono allontanati hanno le idee molto ben chiare a riguardo. Avere avuto contatti con la Fraternità ai tempi dei colloqui non significa affatto sposarne le tesi, ma significa ricordarsi che la carità va esercitata con tutti… Forse qualcuno si è dimenticato quello che scrisse Benedetto XVI, poco oltre, nella lettera già citata: “A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio. E se qualcuno osa avvicinarglisi… perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio senza timore e riserbo”.
In effetti, l’attuale corso dei F.I. ha tanto il sapore di un regolamento di conti covato da tempo (già era ben attivo nel 2010…) ed esploso repentinamente, perché sta succedendo l’inimmaginabile: oltre alle accuse, alle calunnie, ai toni arroganti con cui alcuni Frati si rivolgono a colui che è stato per loro non solo superiore, ma padre, provvedimenti coercitivi senza spiegazioni di nessun tipo, manipolazioni di dati (in effetti stiamo ancora aspettando il numero effettivo delle risposte al questionario…), etc., c’è il tristissimo “spettacolo” dello spostamento repentino di tutti quei Frati ritenuti “cripto-lefbvriani”…
Che cosa rimarrà dei FI, se si proseguirà in questo modo? C’è un brano del Liber vitae meritorum di Santa Ildegarda che descrive esattamente quello che sta accadendo e l’origine di questa situazione. Trattando della coppia discordia/concordia, la Santa afferma: “Quando degli uomini cattivi cercano per cupidigia di avere molte cose che non possono avere, nella loro follia giungono alla discordia e attaccano gli altri come un cane arrabbiato attacca una persona. Seminando il dissenso, nella loro durezza e nel loro rancore, sperperano ciò che è stato fatto da Dio, perché non vogliono la pace e trovano piacere nel fare a pezzi gli altri con le parole e gli atti. Costoro non vogliono cedere a nessuno, non risparmiano nessuno, e non hanno alcuna preoccupazione del bene comune. Quando la discordia ha commesso molte azioni inique, essa giunge ad un punto tale di confusione e di scandalo che, secondo lei, è come se non le avesse mai commesse!”.
Se l’ultima parola sulla vicenda dei Francescani dell’Immacolata sarà quel delirio che stiamo vedendo, in cui non si è cercato un riequilibrio, ma si è dato ragione esclusivamente ad una parte contro l’altra (e questo è evidente a chiunque abbia occhi per vedere e cervello per pensare), allora davvero si darà il colpo di grazia a quella grande opera di riconciliazione interna inaugurata da papa Benedetto e che ha visto proprio nei Francescani dell’Immacolata un esempio da seguire. E’ inutile nascondere che i provvedimenti presi sono stati unilaterali: imposizione di un’unica forma del Rito romano; oltre 100 richieste interne di autorizzazione a celebrare secondo la Forma straordinaria, ovviamente respinte; nessuna riconferma dei Frati che occupavano posti nel governo e nella formazione fino al Commissariamento; allontanamento dei Frati poco graditi, etc.
In una tale situazione, è meglio per tutti imitare il grande Patriarca Abramo: “Non vi sia discordia tra me e te – disse a Lot -, tra i miei mandriani e i tuoi, perché noi siamo fratelli. Non sta forse davanti a te tutto il territorio? Separati da me. Se tu vai a sinistra, io andrò a destra; se tu vai a destra, io andrò a sinistra” (Gen. 13, 8-9).

53 commenti:

  1. I sacramenti della confessione e del matrimonio officiati da sacerdoti della comunita S. Pio X non sono definibili come invalidi.

    Sono certamente illeciti ma non certamente invalidi. L'invalidità secondo il CIC del 1983 (che ha riformato in modo assai ambiguo quello del 17) non sussiste essendo innegabile una Potestas jurisditionis (necessaria in questi due sacramenti) di supplenza che prende ancor maggior corpo a seguito della remissione della scomunica effettuata da benedetto XVI.

    Se poi si ritenesse (come molti ritengono) che i cosiddetti lefevriani fossero scismatici approvando la tesi dello scisma, allora
    i loro sacramenti sarebbero da ritenersi certamente validi come lo sono nel caso degli ortodossi.

    Questo solo a puntualizzazione di una affermazione in forma di certezza contenuta nel pezzo che invece per quel che concerne l'attuale magistero non è certa ma dubbia.

    Sul resto dello scritto esprimo piena concordanza.

    Bertoldo

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    1. Gent.mo Bertoldo, certamente lei saprà che la Potestas jurisdictionis di supllenza, nel caso della FSSPX ha avuto dei sostenitori e dei negatori. Penso perciò che il Frate che ha dato risposta affermativa circa l'invalidità dei Sacramenti della Penitenza e del Matrimonio si sia avvalso del pronunciamento di Mons. Perl, autorizzato dal Card. Hoyos nel 2008: "Concretely, this means that the Masses offered by the priests of the Society of St. Pius X are valid, but illicit, i.e., contrary to Canon Law. The Sacraments of Penance and Matrimony, however, require that the priest enjoys the faculties of the diocese or has proper delegation. Since that is not the case with these priests, these sacraments are invalid. It remains true, however, that, if the faithful are genuinely ignorant that the priests of the Society of St. Pius X do not have proper faculty to absolve, the Church supplies these faculties so that the sacrament is valid (cf. Code of Canon Law, canon 144)".
      Circa questo pronunciamento, lo stesso Mons. Perl disse che doveva essere accolto con docilità e che si poteva tenere con morale certezza. Mi sembra perciò azzardato scrivere che i due sacramenti menzionati "sono certamente illeciti ma non certamente invalidi". Con stima.

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    2. Lei sa certamente che nessun pronunciamento del magistero solenne (e quello che lei richiama non lo è) ha definito per certamente nulli i matrimoni di cui stiamo disquisendo. E' pertanto corretto dichiarare certa la loro illiceità ma è azzardato non definire dubbia la loro invalidità. Chi definisce certo un pronunciamento del magistero deve ben sapere che cosa si intende in termini canonistici. Quindi riaffermo che tali matrimoni sono certamente illeciti e la loro validità è dubbia ovvero "NON certamente" invalida". Questo è quanto. Non so ora cosa abbia dichirato con precisione chi a chi e quindi riaffermo ciò che è in termini canonici. Aggiungo anche che il matrimonio è valido persino in caso di totale assenza del sacerdote come previsto nel CIC '83 1116. Se quindi una o entrambe le parti contraenti si ritenessero cattoliche ma non potessero per ragioni contingenti perduranti (oltre un mese) ricorrwere ad un sacerdote nella sua giurisdizione naturale in foro esterno, il matrimonio sarebbe certamente valido anche se officiato in froma ipoteticamente nulla da un sacerdote non avente giurisdizione o da uno scismatico. Come vede quindi definire certamente nulli senza alcun distinguo i matrimoni di cui parliamo è una avventatezza foriera di errore.

      Cordialmente.

      Bertoldo

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    3. E' vero, ma altrettanto vero è che non è necessario un pronunciamento del Magistero solenne. Mons. Perl scrisse: "This Pontifical Commission does its best to transmit responses which are in full accord with the magisterium and the present canonical practices of the Catholic Church. One should accept them with docility and can act upon them with moral certainty." Questo dovrebbe essere più che sufficiente ad un cattolico per propendere per l'invalidità, salvo meliore iudicio.

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  2. Non capisco il perché dell'anonimato. Le cose anonime puzzano sempre di marcio, che male c'è ad esporre il proprio viso nel nome della Verità?
    E comunque basta! Basta legare i destini del mondo della tradizione cattolica a questi frati divisi e confusi! La tradizione cattolica andrà avanti anche senza di loro. Legare il movimento tradizionale a determinate persone o ordini religiosi è quanto di più sbagliato si possa fare, perché la tradizione è eterna, perché la tradizione è di tutta la Chiesa.

    Micus

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    1. Non penso che ci voglia un genio per capire che, svelato l'autore, scatterebbe una caccia all'uomo (anzi al Frate)...

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  3. " Sono entrato nei francescani dell'Immacolata e mi ritrovo un quasi lefebvriano " 2011 un frate che, non celebrando più l'odiata messa tridentina - che onestamente - lo diceva apertis verbis - doveva celebrare solo per obbedienza - ora ha fatto carriera.
    Dobbiamo però, almeno in questo caso, ammettere che è stato un frate onestissimo : diceva pubblicamente che non amava la messa antica e neppure gli ammanicamenti con i lefebvriani già due anni fa.
    Qualcosa è andato storto nella bella fase di recupero della tradizione da parte dei FI .
    Ma la lite interna è già di due anni fa ... anche se poi, con la caduta di BXVI , è degenerata.
    Nel maggio 2012 poi BXVI nell'udienza generale esortò i FI " a sentire cum ecclesia " esattamente come i lefebvriani ....

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    1. ... allora quello è un frate ha un sacerdozio dimezzato , a metà : il biritualismo è nel concetto din essere sacerdote perchè il sacerdozio cattolico si avvale di due forme e di riti . Rifiutarne o odiarne uno è un peccato contro il sacerdozio. Per questo non voglio continuare a leggere la testimonianza sopra scritta !

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    2. Uno che odia la Messa Antica ed entra nei FFI (che non sono mai stati un ordine "spiritodelconciliarista"...) è come uno che odia il cioccolato e si impiega alla Nestlè. Come minimo un masochista.

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    3. Prima del 2007 i FI non hanno mai celebrato in VO. L'ordine esiste dagli anni settanta, ma solo negli ultimi sei anni si è prodotta la svolta tradizionalista. Prima di tale cambianento era un ordine molto rigoroso, ma che seguiva in toto la linea postconciliare.

      Micus

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    4. Casualmente nel 2007 c'è stata la liberalizzazione del VO. Ma questa "svolta tradizionalista" è stata imposta da un gruppo di extraterrestri sbarcati da un disco volante o è stata decisa dall'ordine? Se a uno non piaceva era libero di cambiare ordine, non mancando quelli che celebrano unicamente in NO.

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    5. A quanto pare non tutto l'ordine, soprattutto i frati più anziani, aveva deciso di operare la "svolta tradizionalista", che invece è stata imposta, dai frati più giovani, così si è arrivati allo scontro quindi al commissariamento. Comunque è ora di finirla di strumentalizzare la vicenda FI come se fosse la volontà del Papa di censurare la liturgia VO. I problemi sono tutti interni all'ordine, anzi, sono i frati che usano strumentalmente la messa VO per farsi la guerra tra di loro.

      Micus

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  4. Francesco Agnoli, sei inutile. Invece di imparare dai francescani dove porta l'entrismo, ancora critichi la fraternità. Stai pure dove sei, nella chiesa conciliare, se pensi di non trovarci "storture, errori e mancanze". Magari pensi pure di trovarci una retta professione di fede, vai così!

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    1. Mi sfugge il motivo per cui sono chiamato in causa. Chiunque mi conosca sa che questa non è la mia storia, e che quindi questo non è un mio articolo.
      Francesco Agnoli

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    2. Ma allora, Agnoli, perché dai spazio a queste "anonime fregnacce"? Con questa storia ti sei fin troppo squalificato. Animosità personali, discesa in campo indebita e… mi fermo qui per ora.

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  5. Concordo sulla ritorsione mafiosa, direi che quelle vaghe minacce contenute in uno degli ultimi comunicati del vaticano si spiegano molto bene oggi con la distruzione dell'ordine dei FFI.
    In quei giorni molti si chiesero che senso avessero quelle minacce verso la fsspx, possibile che si correvano rischi di natura fisica? Adesso si è capito molto bene, l'intenzione è quella di accentuare l'embargo e la ghettizzazione dei cattolici.

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  6. Mi piacerebbe sapere quale sono questi "errori e mancanze" che ha potuto costatare l'autore. Anche mi piacerebbe sapere quale sono le "asserzioni e gli atteggiamenti della Fraternità San Pio X, che viziano alla radice la sua posizione", indicate dal Frate misterioso. Parlare così senza specificare niente è molto facile. Si può parlare così di qualcuno, del papa, dei Francescani dell'Immacolata. Sarà che le indicazioni dal Frate francescano non sono fondate su asserzioni e attegiamenti viziati?

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    1. certo elencare lerrori e mancanze e asserzioni e atteggiamenti scorretti dell'Episcopato e del Clero "conciliare" è molto più facile, e sembra assurdo che l'Autore per sfuggire a quelli presunti della FSSPX abbia deciso di cadere negli altri, che vanno contro la dottrina e spesso anche i comandamenti. Comunque se pensa di averci guadagnato, buon per lui

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  7. Se i sacramenti della Confessione e del Matrimonio sono invalidi nella Fraternità allora lo sono anche -a fortiori- quelli degli scismatici veri; abbiate il coraggio di dirlo nelle riunioni ecumeniche, se siete coerenti! Quanta ipocrisia, poiché sapete bene che non è vero in nessuno dei due casi. e tentate solo del terrorismo psicologico. Tenetevi il vostro clero marcio e chinate il capo quando i vostri conservatori sono pure mandati in esilio; "cornuti e mazziati". No grazie, io sto con i santi e pienamente cattolici sacerdoti della Fraternità che mi garantiscono la vita della Fede ed il soccorso divino della Grazia, senza compromessi

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  8. Ragazzi, davanti all'idolo fsspx non c'e niente che tenga. Nemmeno la difesa dei FI. La fsspx è intoccabile.

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  9. Viva a Faternidade São Pio X com todas as suas razões concretas e fundamentadas.
    Abaixo a razão abstrata dos ratzingerianos!

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  10. Questi "Riceviamo e pubblichiamo" senza una firma puzzano un po' troppo. Chi è che scrive? Visto che parla di sé e visto che porta la prorpria vita come testimonianza dica chi sia. È troppo facile giudicare gli altri senza mostrare la propria faccia. Ed è davvero stuopefacente che qualcuno abbia la faccia (tosta) di pubblicare.

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    1. Penso che quanto prima andro'a sentire la messa alla Cappella dei Lanzati ,alla FSSPX di Napoli.

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    2. Bravo! E tu perché non ti firmi?

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    3. Eccomi: Marianna de Leyva.

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  11. Preghiera fraterna del “Sodalitium Pianum”

    Gesù Cristo Nostro Signore e Redentore,
    Ti supplichiamo per il trionfo della tua santa Causa contro i suoi nemici e falsi amici,
    Tu voglia raggruppare i suoi fedeli,
    combattenti la buona lotta dispersi per il mondo,
    affinché si conoscano e si accordino nell'animo e nell'opera.
    Degnati di fornire loro i mezzi materiali e morali,
    necessari e opportuni a tale scopo.
    Ti preghiamo altresì che, secondo la tua divina promessa,
    Tu sia sempre in mezzo a loro,
    benedicendoli e soccorrendoli in vita ed in morte.
    E così sia.

    (Mons. Umberto Benigni)

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  12. Persone che frequentan la Fraternità m'han detto a suo tempo che diversi matrimoni celebrati nelle cappelle e chiese di quella congregazione sono stati dichiarati nulli per mancanza di giurisdizione del sacerdote, eppure i ministri del sacramento son gli sposi. Quindi c'è materia per riflettere. Tra gli Ortodossi, per secoli valeva la stessa forma sacramentale. Il sacerdote poneva le mani degli sposi l'una sull'altra, dava la benedizione e sugli sposi scendeva lo Spirito Santo. La dottrina secondo cui il ministro è il sacerdote risale agli inizi dell'800. Su questo si può vedere dell'Algermissen "La Chiesa e le Chiese" del 1942, ed. Morcelliana, Brescia.
    Quanto ai FI l'articolo mi sembra equilibrato e, almeno per quel che posso dire avendone conosciuti alcuni, i frati sono strettamente legati al Papa, ma non per questo cadono nell'infalllibilismo, ed a ragione. So per certo che non condividono la frattura con tra Econe e Roma.
    Al contrario del "lefebvriano" passato ai FI con profitto, aggiungo che un amico postulante ha lasciato l'ordine, e partito da posizioni anti-lefebvriane (ed anche molto accentuate), ora è nel seminario di Flavigny. Se i FI fossero lefebvriani non se ne sarebbe allontanato. Si tratta di una scelta radicale maturata nel tempo a cui alla fine, dopo l'esperimento FI è approdato. Si rispettino queste scelte di vita che non sono state perseguite a cuor leggero, ma con la preghiera, lo studio e la sofferenza. Il giudizio lasciamo a Dio che solo può vedere e giudicare in foro interno. E' materia troppo grave per sparare sentenze soprattutto quando si sia digiuni di studi giuridici.
    .

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  13. E' esilarante che un anonimo accusi di anonimato l'autore dell'articolo. Medice, cura te ipsum.

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    1. E chieda agli altri: e tu perche' non ti firmi?

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  14. Lo chiedo sempre. Comincia tu, bellino, ad uscir dall'ombra.

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  15. Signor Pastorelli, mi riferivo all'anonimo delle 19:45.

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  16. Marianna de Lejva: dev'esser la gemella della più famosa Virginia, la sciagurata che rispose.

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  17. Anonimo21 novembre 2013 21:07
    Signor Pastorelli, mi riferivo all'anonimo delle 19:45
    -----------------------
    se vi deste un nick potrei capire.

    RispondiElimina
  18. Non sono un profeta ma probabilmente farete tutti la fine di Mannelli commissariati e guardati con sospetto. Solo la Fraternità i cui sacramenti son validi più di quelli di Mannelli e dai suoi adepti. Son validi quelli della Chiesa scismatica ortodossa di Fozio e non son validi quelli della FSSPio X? Avete studiato un po' di storia della Chiesa e di diritto caninico? Deficit la cultura. la Fraternita resisterà in attesa di tempi migliori e forse sarà proprio papa Francesco a dare una vera mano .Benedetto e la sua corte eran solo dei falsi amici intriganti volevano impadronirsi del malloppo e poi gettarli a mare.

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  19. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  20. I mannelli son fasci di grano, forse volevi dir Manelli. Non credo che saremo tutti commissariati, e, quand'anche, sappiamo che per amor della Chiesa dobbiamo soffrire. Come stanno soffrendo i FI. Come a suo tempo hanno sofferto tanti santi, basti pensare a P. Pio. Io ho sempre sostenuto che la Fraternità s. Pio X non è scismatica, ma certi atti privi di giurisdizione, ripeto, offron materia per una riflessione ecclesiologica. Non ho alcun dubbio che le Messe celebrate da preti della Fraternità siano più valide di quelle celebrate da tanti preti e vescovi e cardinali neomodernisti, come lo sono le Messe degli ortodossi.
    Per i sacramenti bisogna distinguere tra sacramento e sacramento. Se tu sei un canonista - accusi gli altri di esser sprovvisti di conoscenze in materia - spiega un po' seriamente quali sacramenti amministrati da "lefebvriani" e ortodossi possano non esser validi: con precisi riferimenti al CIC, anche del 1917. Così impareremo senz'altro qualcosa di utile.

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  21. A volte ritornano. Anche il card. Borromeo.

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    1. Marianna de Leyva e' vero il nome della Monaca manzoniana,Virginia e' il nome che prese da suora.

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  22. Quanto ai signori che qui "si stracciano le vesti" per parole dette con pacatezza ed umiltà, faccio sommessamente notare che uno dei "vizi" di fondo della fraternità (ma non solo di essa...anzi) è proprio la mancanza di carità di si riscontra per esempio in tanti commenti qui presenti. Il sapore, mi perdonino, è strettamente farisaico...lascio a loro la gioia di andare a leggere le risposte di Gesù...
    Invece, per i "canonisti" mi limito a copiare 3 canoni che fanno comprendere come (per diritto ecclesiastico e non divino) in effetti si possa pensare che i matrimoni celebrati dalla fraternità siano nulli:

    Can. 1059 - Il matrimonio dei cattolici, anche quando sia cattolica una sola delle parti, è retto non soltanto dal diritto divino, ma anche da quello canonico.

    Can. 1108 - § 1. Sono validi soltanto i matrimoni che si contraggono alla presenza dell'Ordinario del luogo o del parroco o del sacerdote oppure diacono delegato da uno di essi che sono assistenti, nonché alla presenza di due testimoni, conformemente, tuttavia, alle norme stabilite nei canoni seguenti, e salve le eccezioni di cui ai cann. 144, 1112, § 1, 1116 e 1127, §§2-3.

    Can. 1117 - La forma qui sopra stabilita deve essere osservata se almeno una delle parti contraenti il matrimonio è battezzata nella Chiesa cattolica o in essa accolta e non separata dalla medesima con atto formale, salve le disposizioni del can. 1127, § 2.

    Franz

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    Risposte
    1. Si può avere il dubbio che siano validi ma non è certa la nullità.

      Il Magistero solenne dovrebbe pronunciarsi in forma esplicita e non lo ha ancora fatto in proposito, indi come è doveroso canonicamente i casi andrebbero verificati uno per uno.

      Bertoldo.

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    2. I suoi discorsi e le sue argomentazioni, glielo dico con carità cristiana, non stanno sinceramente in piedi. Qui si tratta solo di disobbedienza di chi non riconosce neppure il Diritto Canonico del 1983. Non c'è nessuna "causa di necessità", tantomeno alcuna "supplenza". Chi "non esercita in alcun modo un ministero" nella Chiesa Cattolica non si capisce poi come possa assolvere validamente. E' deplorevole poi che chi si dice cattolico cerchi di arrampicarsi su per i muri del diritto, invece di rivolgersi, come dice il santo cardinal Bellarmino ai "LEGITTIMI pastori" ancorché siano dei disgraziati e dei peccatori.

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    3. Gentile Bertoldo, la forma canonica di cui al can 1108 § 1 è richiesta "ad validitatem" per i battezzati nella Chiesa cattolica, infatti se un sacerdote qualsiasi celebra un matrimonio senza la delega del parroco tale matrimonio è invalido. Nel caso della fraternità non credo si possa invocare il can 1116. Mi sembra che i matrimoni potrebbero essere validi solo nel caso in cui la fraternità fosse nella posizione di scisma, cosa che aggirerebbe l'obbligo della forma canonica, ma questo non mi sembra constare. A lei risulta diversamente?

      Franz

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    4. Canonista,
      immagino che il post che ha scritto sia in risposta ad i miei post precedenti. E' corretto?
      Provo a risponderle. Se non c'è stato di necessità, allora è chiaro che ci si deve fidare delle leggi e delle permissioni dell'autorità “ufficiale” (mi passi il termine). In questo senso ha ragione lei, bisogna obbedire alle autorità e seguire anche se poi queste autorità sono peccatrici. Per cui va bene, è buono e santo il nuovo rito della S. Messa, sono giuste, buone e sante tutte le leggi emanate dall'autorità, le canonizzazioni tutte infallibili, l'insegnamento in materia di Fede e Morale affidabile anche se talvolta non infallibile. In altre parole ci si può fidare dell'autorità, anche se peccatrice.
      Il problema è se l'autorità impone a me fedele di fare un atto cattivo in sé stesso; il problema è se l'insegnamento in Fede e Morale è gravemente errato; il problema è se i nuovi Santi hanno compiuto atti sbagliati e mai ritrattati; il problema è se il rito approvato dalle autorità ufficiali non esprime con chiarezza la dottrina cattolica, ma se ne allontana, o peggio sia in qualche punto eretico. Il problema alla fine è se non ci si può più fidare dell'autorità, non perché peccatrice (il che sarebbe assurdo), ma perché inaffidabile nell'esercizio di questa autorità.
      Lei mi può rispondere che le autorità “ufficiali” sono sempre affidabili, anche se peccatrici e che non può accadere che le autorità ufficiali possano compiere atti di cui sopra.
      Vorrei poterlo credere anche io, ma non posso chiudere gli occhi di fronte ai fatti oggettivi.

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  23. Purtroppo il mondo che gira intorno alla Fraternità, salvo eccezioni, fa ad essa più danni d'una scomunica.

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  24. Ho letto l'articolo qui riportato. Non condivido la posizione dell'articolista sulla FSSPX, ma ha ragione sul fatto che i Francescani dell'Immacolata non seguono la FSSPX nell'analisi sull'attuale crisi della Chiesa, nel valore da dare al Concilio Vaticano Secondo e nella valutazione del NOM. Si tratta di realtà profondamente differenti.
    I Francescani dell'Immacolata ammettono la testi dell'ermeneutica della continuità e che il Concilio Vaticano Secondo sia del tutto immune da errori, eresie anche se necessità di essere rettamente interpretato. Ritengono il NOM come rito cattolico validi e legittimo, al massimo suscettibili di miglioramenti in senso tradizionale. Accettano tutti gli atti di canonizzazione e beatificazioni compiute con le nuove procedure. Tentano di tenere una “via media” tra la Tradizione e le innovazioni, riforme del post concilio convinti che tutto quanto venga ufficialmente di Roma sia sempre e comunque autenticamente buono, compreso paradossalmente il loro commissariamento da accettare con obbedienza.
    La FSSPX ritiene che il Concilio Vaticano Secondo abbia dei testi errati, se non eretici. Questa posizione è condivisa anche da molti altri “tradizionalisti regolari” (passatemi il termine) .

    Quello che della FSSPX non viene condiviso dai “tradizionalisti regolari” è il giudizio sul NOM. La FSSPX lo ritiene valido nel senso che si ha la Transustanziazione dato che il NOM ha le parole dell'Istituzione. Bastano quelle, visto che sono la forma del Sacramento dell'Eucarestia. Tuttavia il fatto che il NOM sia valido, non vuol dire che sia buono, cioè che esprima autenticamente la dottrina cattolica prendendo il rito stesso oggettivamente come è espresso dai libri liturgici. In questo senso la FSSPX ritiene il NOM cattivo e pericoloso per la Fede. Di conseguenza il NOM è ritenuto illecito ed illegale, così come la sua “promulgazione” da parte di Papa Paolo VI.
    Sinceramente a leggere il “Breve Esame Critico” questa è la conclusione che se ne deduce.

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  25. Un rito cattolico legittimamente promulgato dalla legittima autorità non può contenere né errori, né eresie, né espressioni gravemente ambigue e neanche può allontanarsi dalla Fede. Si tratta qui di infallibilità in oggetto secondario che entra in gioco. La Chiesa ha avuto diversi riti, del tutto leciti, validi, cattolici ed esprimenti la Fede cattolica con chiarezza.
    Se il NOM pone problemi di coscienza, se il NOM non esprime chiaramente la dottrina cattolica, se il NOM in se stesso è ambiguo ed in certe espressioni (basta pensare alle preghiere del Venerdì Santo) si avvicina molto all'eresia, se addirittura il NOM può essere utilizzato dai protestanti senza rinnegare i loro errori, come può essere considerato un rito legittimamente approvato? E' impossibile questo.

    I Francescani ritengono alla fine che il problema al massimo è di come celebra il Sacerdote e quale sia la sua formazione. La FSSPX ritiene che il problema sia il rito in sé, esattamente sulla stessa linea dei card. Ottaviani e Bacci.

    Per le canonizzazioni la FSSPX ritiene che dato il cambio di procedure, dato il nuovo concetto di santità della teologia post-conciliare, esse non siano più garantite dalla infallibilità in oggetto secondario. I Francescani dell'Immacolata non condividono questa posizione e accettano tutte le canonizzazioni giustificando tutti gli atti dei nuovi “Santi”.

    Per quanto riguarda il problema di giurisdizione è chiaro che né i Sacerdoti , né i Vescovi della FSSPX hanno giurisdizione. Non sono scismatici, perché non hanno mai voluto fondare una nuova Chiesa. Non obbediscono per restare fedeli ai Papi pre-conciliari e al loro insegnamento infallibile.
    In uno stato di necessità, come quello attuale, la Chiesa supplisce la mancanza di giurisdizione come nel caso del Matrimonio e Confessione.

    Ovvio che le autorità “ufficiali” non riconoscono lo stato di necessità da loro causato, quindi non riconoscono validità ai Matrimoni e anche alla Confessioni della FSSPX, ovvio che i loro tribunali emettano sentenze in cui dichiarano nulli Matrimoni del tutto validi. Ammettere che la FSSPX usufruisca legittimamente della giurisdizione delegata visto lo stato di necessità è un riconoscere le
    responsabilità delle attuali autorità della Chiesa nei disastri del Concilio e post-Concilio.

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  26. Un ultima questione. I Sacramenti che per la loro validità richiedono giurisdizione, come la Confessione e Matrimonio, presso gli orientali separati possono essere considerati validi solo per errore comune dei fedeli. I loro vescovi e sacerdoti non hanno nessuna giurisdizione, visto il loro scisma, neanche giurisdizione supplita. Non si dica che data la valida ordinazione di Vescovi scismatici conferisce anche la giurisdizione. Questa è una tesi gallicana. La giurisdizione viene solo dal Papa.

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  27. Con questi commenti mi sembra di assistere alla battaglia di Gerico nella quale i nemici d'Israele di autoscannavano. Tutto quello che succede ci fa capire dove i Francescani dell'Immacolata si erano andati a ficcare e chi fossero i "loro amici"…
    Meno male che la Chiesa è intervenuta!

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  28. Ho letto l'articolo, e purtroppo saltato i tantissimi commenti:
    però mi pare semplice: l'attacco ai FI mostra inequivocabilmente che oggi, in questa chiesa, chi conserva o persegue un vero ragionevole attaccamento alla Tradizione pur nel rispetto e nella pratica del nuovo corso conciliare e post conciliare.... viene severamente punito e cacciato, senza nemmeno argomentare!
    Quindi è troppo facile dedurre che la Fraternità sacerdotale San Pio X, pur avendo fatto molto per tornare alla piena unità e pur non essendo affatto "fuori" dalla Chiesa come malevolmente si insinua, altro non farà - come ha fatto fin qui - che continuare il suo cammino ed il suo servizio nel tenere accesa (ben più di altri) la fiamma della fede con quella della ragione, come dono di Dio, pregando ogni giorno per il Papa e i vescovi, difendendone i ruoli e l'istituzione, come solo chi frequenta (almeno saltuariamente), può realmente constatare e, quindi, ... probabilmente ... proprio come Dio vuole.
    Andrea
    Torino

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  29. I FI hanno sempre e soltanto operato cum Ecclesia. Chi li perseguita non so.
    L'amico Marco, che leggo solo adesso, ha posto molte domande, esposto dubbi e perplessità in un momento, che ormai dura da decenni, di confusione totale.
    Purtroppo a queste domande, a questi dubbi l'Autorità non risponde in modo confacente, e i dubbi restano, e le domande restan nell'aria. In ogni caso noi abbiamo la Verità dalla Chiesa sempre professata: se tra nuovo ed antico c'è contrasto, restiamo all'antico c'è garanzia di certezza. S. Vincenzo da Lerino, non qualche anonimo scalcagnato.

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  30. E' vero, del nuovo bisogna scegliere quanto non contraddice l'antico. E' necessario continuare a credere a quanto la Chiesa ha sempre insegnato. Il Magistero del pos-concilio è vincolante nella misura un cui non contraddice l'antico. Per quanto riguarda le nuove leggi sul digiuno, seguendo le antiche più rigorose automaticamente si seguono anche le nuove.

    Il problema pratico più drammatico però è quando non è possibile accedere alla S. Messa VO ed alla relativa pastorale tradizionale. In questo campo i Fracescani propongono comunque l'assistenza anche al NOM con relativa Comunione, per la FSSPX è necessario stare a casa, oppure partecipare passivamente in casi particolari. Di fatto il NOM viene ritenuto dalla FSSPX come un rito non cattolico ed illeggittimo benché valido. Posizione quest'ultima che non riesco a condividere in pieno, pur riconoscendo i difetti intrinseci del NOM. Quello che non farei mai è la S. Comunione con le mani e amministrata da un laico, aplpaudire o altre azioni contro-tradizionali.

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