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lunedì 11 novembre 2013

Proposte per interrogarsi sui frutti del Concilio Vaticano II e sulla via per il ritorno alla Cattolicità

CRISTINA SICCARDI, L'Inverno della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II - I mutamenti e le cause, Sugarco 2013 pagg. 304, € 23,00

PAOLO PASQUALUCCI, Cattolici, in alto i cuori! Battiamo senza paura per la rinascita della Chiesa , Fede&Cultura 2013, pagg. 216, € 16,00


L'inverno_della_Chiesa   

Due nuovi libri di Cristina Siccardi e Paolo Pasqualucci
di Roberto de Mattei - "Corrispondenza Romana"


Sono passati cinquant’anni da quando si aprì il Concilio Vaticano II, in un clima ottimistico e tranquillizzante. L’umanità sembrava avviata verso orizzonti di prosperità e di pace e la Chiesa doveva seguirla su questo cammino. Il discorso programmatico con cui, l’11 ottobre 1962,  Giovanni XXIII inaugurò il Concilio, poneva alla Chiesa l’obbiettivo dell’”aggiornamento” e dell’apertura al mondo.
Il Papa stigmatizzava i «profeti di sventura», tra i quali comprendeva forse i tre veggenti di Fatima, depositari di un messaggio ammonitore per l’umanità, che papa Roncalli, malgrado le indicazioni della Madonna, non volle rivelare. Ci si aspettava una «nuova Pentecoste» per la Chiesa, una primavera di fede e di speranza. Invece venne l’inverno e la crisi. Paolo VI, che nel 1963 successe a Giovanni XXIII e ne portò a compimento l’opera, fin dal 1968 prese atto dei nuovi problemi, con parole accorate.
La crisi però fu interpretata come una mancata realizzazione del Concilio e si andò avanti con le riforme, senza rendersi conto che questo acceleramento aggravava i problemi e non li risolveva. Passato mezzo secolo, è doveroso interrogarsi sui frutti del Vaticano II e sulla via per ritornare ad essere autenticamente cattolici. Ci aiutano a farlo i libri, appena pubblicati, di due figure di spicco del cattolicesimo tradizionale: la storica Cristina Siccardi con L’inverno della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II. I mutamenti e le cause (Sugarco, Milano 2013, pp. 298, euro 23) e Paolo Pasqualucci, professore emerito dell’Università di Perugia, con Cattolici in alto i cuori! Battiamoci senza paura per la rinascita della Chiesa (Fede e Cultura, Verona 2013, pp. 216, euro 16).
Cristina Siccardi descrive, in un’efficace sintesi, la preparazione e lo svolgimento del Concilio Vaticano II, ma soprattutto ne espone le drammatiche conseguenze. Particolarmente felici sono le pagine riservate al mutamento delle figure tradizionali del vescovo, del sacerdote e del monaco. Per comprendere la natura della svolta, basta l’esemplificazione storica. Carlo Borromeo e Carlo Maria Martini, ad esempio, che hanno governato la diocesi di Milano a distanza di cinque secoli sono «due vescovi della stessa Chiesa, ma che, nei fatti, sembrano appartenere a due religioni diverse» (p. 138); così come a due chiese sembrano appartenere il santo Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney, e don Andrea Gallo il prototipo del “prete della strada” progressista, osannato dai mass media, e blandito ed onorato dalle stesse autorità ecclesiastiche.
Il giorno del suo funerale la chiesa del Carmine di Genova fu occupata e sulla bara di don Gallo vennero posti la bandiera rossa, il sigaro, la copia della Costituzione della Repubblica italiana: «Non c’erano né la Croce di Cristo, né i segni sacerdotali» (p. 157). La scandalosa funzione funebre ebbe il suo punto culminante quando Vladimiro Guadagno, in arte “Luxuria”, travestito da donna, ricevette la comunione dalle mani del cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana.
Per quanto riguarda i monaci, la Siccardi contrappone la figura di don Divo Barsotti uno degli ultimi maestri di vita spirituale in Italia, a quella dello pseudo-religioso Enzo Bianchi, «il Norberto Bobbio della cultura religiosa italiana» (p. 186). La Comunità di Bose di Bianchi, dove trovano spazio in una connivenza senza precedenti realtà protestanti, ortodosse e di altre religioni, applica alla lettera il § 3 del decreto conciliare Unitatis redintegratio, in cui si teorizza il rispetto dialettico dell’errore.
La verità diviene soggettiva e la vita spirituale, sganciata dalla metafisica, è ridotta ad un’esperienza puramente umana. Don Barsotti, da parte sua, dopo aver approvato il Concilio, si ritrae inorridito di fronte alle sue conseguenze e scrive dei vescovi postconciliari: «essi certo rimangono i “doctores fidei”, ma proprio questo è il loro peccato: non hanno voluto definire la verità, non hanno voluto condannare l’errore e hanno preteso di ‘rinnovare’la Chiesa quasi che il ‘loro’ Concilio potesse essere il nuovo fondamento di tutto» (p. 179). Scrive ancora Cristina Siccardi: «Il Concilio Vaticano II, dal quale è iniziato l’inverno della Chiesa ha dato retta al soggetto uomo e, in particolare, al soggetto uomo moderno con tutte le sue parziali verità, i suoi pretesi diritti sorti dalle filosofie derivanti dall’illuminismo, ed oggi, che viviamo nell’epoca postmoderna, ci ritroviamo a prendere, come figura simbolica della grande confusione che impera, l’Urlo di Munch, realizzato nel 1893».
Queste considerazioni possono servire di introduzione all’altro volume, di Paolo Pasqualucci, da noi segnalato. La Chiesa dal Concilio in poi si è secolarizzata, vale a dire si è adeguata al “secolo”, ai valori di quel mondo che essa, per divino mandato del suo Fondatore, ha invece il dovere di convertire a Cristo. Con grande penetrazione Pasqualucci analizza le cause della secolarizzazione della Chiesa, rinvenendone le radici nella rinuncia, da parte del Concilio Vaticano II, di definire la verità e di condannare gli errori.
Tutti gli equivoci derivano da questo peccato di origine; una proposta di “collegialità” ambigua e contraddittoria, non coerente con il Primato di Pietro; un altrettanto equivoco concetto di “popolo di Dio”, che ricomprende ed unifica l’umanità, senza convertirla; una falsa idea della Messa e del sacerdozio. La pastoralità del Concilio si è fatta, in tal modo, dottrina.
L’orizzonte appare tenebroso, ma nella storia della Chiesa nulla è mai realmente nuovo. Pasqualucci, stabilisce un interessante parallelo tra la situazione attuale e quella della fine del Quattrocento, quando Papi e vescovi erano immersi nella mondanità e nel relativismo. Il rinvio continuo della necessaria riforma provocò allora il castigo divino che si abbatté in maniera duplice sulla Chiesa del tempo: sul piano spirituale con la Rivoluzione protestante del 1517; sul piano temporale con le Guerre d’Italia (1494-1553) che ebbero il loro momento culminante nel terribile Sacco di Roma del 1527. Che cosa accadrà della Chiesa visibile odierna, dal Papa a tutti noi – si chiede Pasqualucci – se si continuerà a procedere sulla linea di uno sciagurato “spirito del Concilio”?
Sia il libro di Cristina Siccardi che quello di Paolo Pasqualucci si chiudono però con parole si soprannaturale speranza. La storia della Chiesa, scrive la storica torinese, è costellata di battaglie, di affronti, di sacrifici fisici o morali, di diatribe e discussioni, di lotte più o meno forti, più o meno dolorose…ma sempre la Verità emerge e vince (p. 272).
Occorre però reagire, rifiutando quegli insegnamenti del Concilio incoerenti con la Tradizione della Chiesa (per esempio sul concetto di ecumenismo, di collegialità, di libertà religiosa,) che sono la causa del disfacimento attuale. Essi, scrive Pasqualucci, non vanno rifiutati perché semplicemente pastorali, ma nel merito, per il loro contenuto, che rende impossibile conciliarli con la dottrina dei Concili precedenti. Ma il semplice fedele che ne senta la capacità è autorizzato o no a confrontare le “novità” del Vaticano II con l’insegnamento tradizionale della Chiesa? Pasqualucci, che propone un articolato piano di letture per rafforzare la fede, risponde con chiarezza.
Negare ai fedeli il diritto di confrontare la nuova pastorale del Vaticano II con l’insegnamento perenne della Chiesa è intrinsecamente contraddittorio, poiché implica attribuire al Vaticano II un carattere dogmatico negato dal Concilio stesso. «Fatevi coraggio, difensori del Concilio, affrontate nel modo giusto la grande controversia per amore della verità insegnata da Nostro Signore e dalla Santa Chiesa! Liberatevi dall’assurda paura di cadere nel sedevacantismo o di mancare di rispetto al Papa e indirizzate nel modo giusto lo zelo per la fede che indubbiamente vi ispira!» (p. 116).

Fonte:
http://www.corrispondenzaromana.it/due-nuovi-libri-di-cristina-siccardi-e-paolo-pasqualucci/

24 commenti:

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    1. Un commento che andrebbe cancellato al più presto poichè la pura ed ideale dedizione del Professore nei confronti della Chiesa di sempre è visibile a tutti !
      Almeno va preso atto, anche da parte di coloro che non apprezzano l'opera di CR, che l'Illustre Professore da decenni dedica la propria vita al servizio dell'ideale.
      Più rispetto per favore !

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    3. Ho già scritto ieri che pur non condividendo, in toto, l'impostazione impressa, soprattutto dopo l'elezione di Papa Francesco, a CR , debbo riconoscere che il Professore dedica ogni istante della sua vita all'Ideale.
      Conosco da decenni il Professore De Mattei, eravamo ambedue giovani, e l'ho sempre visto impegnato nella battaglia contro il modernismo.
      Cosa ci ha guadagnato ?
      Niente , al massimo qualche insulto ...
      Almeno questo riconosciamolo così come io apprezzo una buona parte dell'analisi del Nuovo che trovo interessantemente realistica.
      Buona giornata

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    4. Perchè non parliamo invece dello sprezzante atteggiamento di chi posta sempre pubblicità ai propri libri ( manco fossero un supplemento per la santificazione personale o per il raggiungimento della perfezione sociale o religiosa ).
      L'autore dei libri a raffica non interviene mai nella pugna nei commenti ( atteggiamento che denota un disprezzo nei confronti dei lettori ).
      Si ritinene un personaggio superiore.
      Mette di sovente in imbarazzo gli altri...con il suo fare troppo disinvolto ...
      Non vado oltre perchè preferisco recitare le preghiere del mattino.

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    5. Se preferisce i libri di Melloni li può leggere e può anche frequentare i blog e i circoli che sostengono le sue strambe idee...non è obbligato a frequentare questo luogo...
      E' inutile (oltre che da masochista) frequentare un posto dove vengono quotidianamente espresse idee in totale disaccordo con le sue...ma se a lei piace così ... pazienza!

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    6. x Giacomo, pensi a riflettere almeno un poco ( se ne è capace ) prima di muovere le dita sulla tastiera : oltre ai libri a raffica della Siccardi esistono tante altre meritevoli pubblicazioni che potrebbero essere pubblicizzate su questo pregevole spazio. Ma non tutti hanno le stesse raccomandazioni dello stimato autore che un giorno si e un altro pure ci dona notizia della sua ultima creazione libraria.
      Non pensa che ci sia un poco di conflitto di interesse perchè l'autore è uno dei collaboratori di questo pregevolissimo sito ?

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    7. @ Giacomo . Io frequento i siti che voglio senza che lei mi dica quello che debbo fare.
      Io frequento Messa in latino perchè porta il nome della Messa che fin da piccolo caratterizza la mia povera spiritualità.
      Non sapevo che frequentando questo sito ( che si chiama messa in latino) dovessi diventare un oppositore del concilio vaticano II o , peggio ancora, un estimatore dei libri di uno scrittore che sforma uj libro dietro l'altro .
      Google mi ha portato qua ( messa in latino = messa in latino) e quà rimango anche se a lei non aggrada.

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    8. se lei invece di offendere scorresse la rotellina del suo mouse vedrebbe sulla destra una serie di testi che questo blog consiglia per la lettura.
      se poi invece come una maestrina vuole bacchettare tutti quelli che non la pensano come lei, faccia pure, stanotte dormo lo stesso...
      le inoltro lo stesso consiglio che ho gratuitamente girato a "il nuovo", se non le piace la linea editoriale del blog nessuno la costringe a frequentarlo.
      buona giornata :)

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    9. continui a lamentarsi, è un suo diritto che nessuno può toglierle, anche se dubito che a qualcuno interessino le sue lamentele, ma se vuole può continuare...se le piace...

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    10. x Giacomo Perchè il blog ha una propria linea editoriale ?
      A me pare che solo lei riesce a scrivere queste facezie che di prima mattina, con il tempo cattivo, giovano alla salute !
      Per questo salutare umorismo che suscita la ringrazio !

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    11. Caro anonimo, stamattina qui il sole era splendido e l'aria fresca e frizzante.
      Mi dispiace per lei ma evidentemente il buongiorno si vede dal mattino...

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    12. Per Giacomo: seguire il blog Messainlatino non vuol dire essere oppositori al CVII!! Così come chi apprezza e preferisce la messa in rito antico, non dev'essere per forza contrario al CVII.
      Gli autori del blog riconoscono il CVII come legittimo e valido. Caso mai contestano il dogmatismo che è stato fatto dello "spirito del concilio", contestano lo strumentalismo che è stato fatto dei testi conciliari, e soprattutto contestano e si oppongono alla riforma liturgica di Bugnini (che col concilio non c'entra affatto!).
      Per anonimo: il blog, caro mio, ha una sua linea editoriale ben precisa. E in parte è stata ora ricordata da me sopra. Se l'altra non la capisce, dopo anni di servizio, non sappiamo come fargliela comprendere.
      Sui libri della Siccardi: è vero che la Siccardi pubblica da sola i propri libri, ma è pur vero che sul blog viene dato spazio a molti altri libri!!!! (si veda a destra, in basso, il "reparto" LIBRI CONSIGLIATI. Se avete libri da suggerire, fatelo pure per mail: saremo ben disposti a pubblicarli, se meritevoli.
      Roberto

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    13. @Roberto: io non metto in dubbio il CV2, i suoi insegnamenti e frequento la messa sia nella forma ordinaria che straordinaria.
      Penso invece, coerentemente con Benedetto XVI, che sia stata introdotta un'ermeneutica errata (non so se in buona o in mala fede).
      Mi dispiace che lei abbia inteso male da quello che ho scritto...!?

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  2. Non so a chi crediate di far servizio.
    Certo non a Colui che si fece servo di tutti.

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    1. ahahah ... farsi servi di tutti non vuol dire baciare i piedi a tutti ma portare la Verità nella Carità!
      Una senza l'altra diventa solo ideologia.

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    2. x Giacomo Appunto quella degli adepti corrispondi sono ideologicamente impostati perchè, come fa anche lei, saltando sopra una cattedra pretendono di dare lezioni ... da primi della classe ...

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    3. non vedo cattedre qui intorno...!

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    4. Ha ragione Giacomo : infatti non è in grado di rispondere a questa mia domanda " Non pensa che ci sia un poco di conflitto di interesse perchè l'autore è uno dei collaboratori di questo pregevolissimo sito ? ".
      Tergiversare è un'arte tutta italiana ...

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    5. Gentile anonimo di quale "conflitto di interessi" stiamo parlando?
      Poiché gli autori del sito sono padroni di pubblicizzare quello che vogliono, non danneggiano e né favoriscono né me né lei, quindi non si capisce dove vede tale "conflitto".
      Oppure dovrebbero chiederne il consenso a lei? Oppure per par-condicio dovrebbero pubblicare un libro di mancuso col card. martini?
      Vedo che anche lei soffre da ossessione da "conflitto di interessi"...mi dispiace per lei ma io non mi curo di tali questioni...
      In ogni caso se preferisce può trovare altri blog privi di tali conflitti, buona serata.

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  3. "..Il rinvio continuo della necessaria riforma provocò allora il castigo divino che si abbatté in maniera duplice sulla Chiesa del tempo: sul piano spirituale con la Rivoluzione protestante del 1517; sul piano temporale con le Guerre d’Italia (1494-1553)..".
    Scusate ma come si fa a pubblicare frasi di questo tipo, pensare (o pretendere) di essere razionali e credere anche di essere cristiani e cattolici? E non credo che il Concilio Vaticano II sia la causa di questa confusione e povertà mentale...

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    1. Condivido in pieno, era una delle assurdità che avevo notato ma ho deciso di non contestare i singoli punti dell'articolo anche per non inviare un post chilometrico. Ci sono infatti tanti argomenti, a dir poco errati, che invalidano tutto lo scritto.

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  4. Valerio dai miei studi seminariali ( dopo il cvII) di storia della chiesa condivido in toto la frase : " "..Il rinvio continuo della necessaria riforma provocò allora il castigo divino che si abbatté in maniera duplice sulla Chiesa del tempo: sul piano spirituale con la Rivoluzione protestante del 1517; sul piano temporale con le Guerre d’Italia (1494-1553).."
    Che c'è di strano nella frase ???
    Forse Dio non è il Padrone del tempo e della storia ???

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  5. ...e interviene nella storia con castighi e catastrofi? (o malattie che sarebbero "prove" che Dio da a color che ama? ...). Ancora questa visione di Dio? Questo conoscere la volontà e l'agire di Dio in maniera giornalistica? ...chissà quale era l'intenzione di Dio quando sono state sganciate quelle 2 bombette sul Giappone o quando alcune persone furono/sono rinchiuse/trucidate in campi di prigionia? Non viene il dubbio che sia un dio un po' troppo filosofico quello che è/sarebbe padrone del tempo e della storia e li amministra con i risultati che vediamo?

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