Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

martedì 23 aprile 2013

Santa Sede alla biennale di Venezia: che scempio e che spreco! E Papa Francesco che dice? Chiesa povera per i poveri?

Il padiglione della Santa Sede
Gli artisti in arrivo e il «giallo» Fontana

di Sara D'Ascenso, da il Corriere della Sera, del 19.04.2013

Lo spazio sarà ospitato nelle Sale d’Armi dell’Arsenale. Kounellis in bilico, previsto Koudelka. Le prime polemiche

Le voci, finora, sono state quasi tutte smentite. Eppure ce n’è una che da qualche giorno circola in rete, ispirata da insider dissidenti, che sta facendo montare polemiche e discussioni intorno al Padiglione più atteso della prossima Biennale d’Arte di Venezia: quello del Vaticano. Anzi, della Santa Sede. La provocazione arriva dritta dritta da un post apparso sul blog www. fidesetforma a firma del saggista Francesco Colafemmina, molto ben informato dalle parti del Vaticano. Per lui, che già grida allo scandalo, non ci sono dubbi: per portare quattro artisti nel Padiglione alle Sale d’armi dell’Arsenale si sarebbero già spesi quasi tre milioni di euro. Due solo per la «Via Crucis» di Lucio Fontana. Gli altri ottocentomila euro per opere di Josef Koudelka, Lawrence Carroll e di un terzo artista. Possibile? E cosa ne dice Papa Francesco, che fin da subito ha improntato il suo papato alla semplicità e alla povertà? Ma cosa c’è di vero in tutto questo?
Il Vaticano, fino al 14 maggio, giorno scelto per la presentazione ufficiale alla stampa del Padiglione, non parla. Interpellato via mail, il cardinale Gianfranco Ravasi, curatore del Padiglione e presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, rimanda qualsiasi spiegazione al 14 maggio e precisa che molte notizie uscite sulla stampa «sono totalmente "inventate" dalla prima all’ultima riga». Dunque non ci saranno Janis Kounellis e Anish Kapoor, che «Panorama» dava per favoriti nel Padiglione. Ma Fontana? Nel blog Colafemmina dice che l’opera sarebbe già stata acquistata per 2 milioni di euro dalla Galleria Niccoli di Parma. Certo, soldi trovati grazie a uno sponsor, come pure altri sponsor copriranno i costi di allestimento della sala d’arme (tra uno e due milioni di euro). Ma comunque sempre tanti soldi, in un momento in cui la Chiesa cerca di dare un’immagine più modesta di sé. «C’è un interessamento, ma non c’è nulla di definito - spiega Marco Niccoli, uno dei due titolari della Galleria -. Il quadro non è nostro, ma di un privato. Noi siamo citati perché l’abbiamo esposto molte volte. È vero: il Vaticano ha chiesto informazioni a noi e la cifra, trattandosi di Fontana, è plausibile. Ma la vendita non è ancora stata conclusa. Se ancora oggi, dopo 50 anni, ci si scandalizza di quanto può valere Fontana siamo a posto… Fontana è come Beethoven, piuttosto si possono discutere gli 800mila euro per gli altri artisti… La «Via Crucis» è stata fatta nel ’47, se dopo oltre 50 anni tornasse visibile a tutti, magari nei Musei Vaticani, dovrebbe essere una gioia».
Eppure, a sentire Colafemmina e a leggere i commenti sul blog, l’indignazione tra i fedeli è forte. Fontana sarebbe stato scelto in un secondo momento, per coprire il «buco» lasciato dall’artista colombiana Doris Salcedo, scelta in un primo momento per un’opera - un pavimento fratturato con una grande crepa, che richiama l’infinito - e che all’ultimo non avrebbe più dato la disponibilità. «Due milioni di euro per Fontana sono una cifra spropositata - tuona Colafemmina -. Un’altra «Via Crucis» di Fontana è stata acquistata qualche tempo fa dalla Regione Lombardia per una cifra decisamente minore, tra i 300 e i 400mila euro. Quanto poi al progetto artistico, il cardinale Ravasi inizialmente aveva pensato di chiamare degli artisti che si occupassero di rappresentare l’aspetto intrinseco della Genesi. Questo è venuto meno. E allora non ci sarà più un filo rosso. Il Padiglione sarà più che altro un modo per aprirsi al mondo contemporaneo, esponendo opere che possano essere ricondotte all’operazione "Cortile dei gentili" cara a Ravasi. Ovvero: la ricerca del dialogo con i non credenti. L’artista viene arruolato non per rappresentare la spiritualità cattolica, ma per dimostrare che anche l’artista laico può accedere al sacro».
Dietro a questo ci sarebbe anche altro, però: dal punto di vista del mercato, vale certamente di più un’opera di Fontana o di Kounellis rispetto a un’opera di un’artista di arte sacra. «L’arte sacra - spiega ancora Colafemmina - non è più quotata, non va più sul mercato. E quindi c’è l’interesse a riempire le chiese, o il Padiglione della Santa Sede, di opere che abbiano un mercato. Una dimensione assolutamente mondana, che non ha nulla a che vedere con la spiritualità. Come nel Duomo di Reggio Emilia, dove Padre Andrea Dall’Asta, che è dentro la commissione ristretta che ha scelto le opere per la Biennale, ha fatto sostituire l’altare e il crocifisso con opere d’arte contemporanea poi rimosse dal nuovo vescovo. Quest’arte serve a pregare o a essere più facilmente rivenduta in futuro?».

PADIGLIONE DEL VATICANO ALLA BIENNALE:
2,8 MILIONI DI EURO BUTTATI.
IL PAPA FERMI QUESTO SCEMPIO!

Sopra e sotto: specimina artistici di uno dei 3 artisti viventi che parteciperanno alla Biennale
a nome della Santa Sede, l'australiano Lawrence Carroll.
di Francesco Colafemmina
Il Cardinal Meforio annuncerà in pompa magna fra un mese il grande evento. Per la prima volta nella storia, dopo la poco nota interdizione alla partecipazione di cattolici alla biennale emanata dal Patriarca Sarto del 1895, la rassegna d'arte contemporanea apre le porte alla Santa Sede.


Un padiglione mediocre, per non dire orrendo, che ospiterà 3 artisti viventi ed uno defunto, l'illustre pugnalatore di tele, Fontana, la cui via Crucis di proprietà della Galleria Niccoli di Parma è stata acquistata per circa 2.000.000 di euro dalla Santa Sede. Il costo degli altri 3 artisti è stimato in circa 800.000 euro. Se le opere d'arte presentate avessero un minimo di aderenza estetica con le prescrizioni in tal senso della Chiesa Cattolica si potrebbe quanto meno criticare la sola spesa eccessiva, in tempi di spending review.




Il punto è che le opere sono di qualità scadente ed in pieno conflitto con quanto espresso non solo dal magistero petrino dell'ultimo secolo (specialmente in merito all'astrattismo), ma specialmente con quanto stabilito in Sacrosantum Concilium, 122:


"Esse [le arti sacre ndr], per loro natura, hanno relazione con l'infinita bellezza divina che deve essere in qualche modo espressa dalle opere dell'uomo, e sono tanto più orientate a Dio e all'incremento della sua lode e della sua gloria, in quanto nessun altro fine è stato loro assegnato se non quello di contribuire il più efficacemente possibile, con le loro opere, a indirizzare religiosamente le menti degli uomini a Dio. Per tali motivi la santa madre Chiesa ha sempre favorito le belle arti, ed ha sempre ricercato il loro nobile servizio, specialmente per far sì che le cose appartenenti al culto sacro splendessero veramente per dignità, decoro e bellezza, per significare e simbolizzare le realtà soprannaturali; ed essa stessa ha formato degli artisti. A riguardo, anzi di tali arti, la Chiesa si è sempre ritenuta a buon diritto come arbitra, scegliendo tra le opere degli artisti quelle che rispondevano alla fede, alla pietà e alle norme religiosamente tramandate e che risultavano adatte all'uso sacro."

Il Papa che ha abolito la regalia post-elezione, il Papa che ha archiviato gli oggetti dorati, che snobba casule pianete e mitrie sontuose, il Papa che è vicino ai poveri, dovrebbe per coerenza - indipendentemente dal fatto che quei milioni di euro siano frutto di donazioni o di spese effettive del Vaticano - bloccare questo indegno circo volto a soddisfare il mero narcisismo di un individuo e della sua corte rinascimentale.

18 commenti:

  1. Che schifo!. E così che sprecano i soldi!. Alla faccia della povertà!.

    Max

    RispondiElimina
  2. Fanno veramente schifo! Non per niente piacciono a Ravasi!

    RispondiElimina
  3. bloccare questo indegno circo volto a soddisfare il mero narcisismo di un individuo e della sua corte rinascimentale .


    le corti rinascimentali erano formate all' insegna della CULTURA ........ magari ce ne fossero al giorno d' oggi !!!! ........

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi sovviene un certo letterato italiano che parlo' di "inique corti". Erano anche quelle formate all'insegna della cultura rinascimentale?

      Elimina
  4. Scommetto che Papa Francesco è orgoglioso di essere il primo Papa rappresentante della Santa Sede alla Biennale di Venezia, dopo che San Pio X aveva vietato a tutti i cattolici di parteciparvi.
    Bravo Papa Francesco, continua così! Sei sulla buona strada!

    RispondiElimina
  5. mi pare che l'altrettanto santo papa Roncalli abolì quello strano e inspiegabile divieto che faceva coppia con l'altro pernicioso divieto del 1868 (non expedit) santamente abolito da papa Benedetto XV

    RispondiElimina
  6. Ma sono opere d'arte oppure sono vere e proprie.....cagate?
    Ma chi vogliono prendere in giro con simili schifezze??

    RispondiElimina
  7. Mi sa che la scatola di carne Simmenthal contenente merda ed esposta a suo tempo ad Arcumeggia (provincia di Varese) aveva una validità maggiore di 'ste porcate!!

    RispondiElimina
  8. E intanto er sor farinella augura la morte dei dirigenti del PD. Questo pretacciolo non sa fare altro che augurarsi la morte delle persone? Quand è che verranno presi provvedimenti contro tali esseri e finalmente li vedremo ridotti allo stato laicale? Che rabbia mi viene a pensare che il tutto avviene nella diocesi che fu del grande Siri. Le alte gerarchie hanno ben altro a cui pensare, troppo preoccupati ad emarginare chi ancora indossa fieramente la talare e non rinuncia ad officiare la Messa di Sempre. Bergoglio è il degno rappresentante di questa cloaca maleodorante, mi auguro che Ravasi diventi il suo Segretario di Stato. Si facciano le nomine che vogliono, il Vero Successore di Pietro è prigioniero a Castel Gandolfo ma c'ha lasciato un'eredità talmente immensa che possiamo continuare a percorrere la retta via persino da soli.

    Meo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. «Non direi così, nel senso che sia lo Spirito Santo a sceglierlo. Direi che lo Spirito Santo non prende esattamente il controllo della questione, ma piuttosto da quel buon educatore che è, ci lascia molto spazio, molta libertà, senza pienamente abbandonarci. Così che il ruolo dello Spirito dovrebbe essere inteso in un senso molto più elastico, non che egli detti il candidato per il quale uno debba votare. Probabilmente l’unica sicurezza che egli offre è che la cosa non possa essere totalmente rovinata. Ci sono troppi esempi di Papi che evidentemente lo Spirito Santo non avrebbe scelto».

      Parole dell'allora Cardinale Ratzinger in un'intervista del 1997.

      Lo Spirito Santo illumina il Conclave quando questo si riunisce per eleggere il Successore di Pietro, ma se il Successore in carica è ancora in vita ed è costretto ad un passo indietro a causa degli intrighi politici di prelati disonesti, non credo possa mettere il timbro ad un'operazione così diabolica.

      Meo.

      Elimina
  9. Cosa si può dire? che vadano a.......o

    RispondiElimina
  10. Queste immondizie spacciate per opere d'arte costituiscono il degno coronamento della rivoluzione culturale che ormai da decenni ha sporcato la Chiesa Cattolica.
    Distruzione di venerabili e splendidi presbiteri, alienazione di tanti dipinti pregevoli, disprezzo per organi a canne centenari, vendita spicciola di reliquie anche insigni ecc. ecc.
    La costruzione di squallidi garages spacciati per chiese cattoliche, con sprechi di denaro pubblico senza alcuna vergogna.
    E l'albero infetto e marcio ancora offre dei frutti infami, grazie a gente come il Cardinale Ateo Ravasi, esponente di punta del cattolicesimo alla frutta.
    Poi la questione della "POVERTA'" con questi signori c'entra tutta:
    SI' LA POVERTA' CULTURALE E SPIRITUALE.
    Entrano a gamba tesa nel mondo dell'arte contemporanea, ambiente lontano anni luce dal sentire cattolico, ma non lo fanno per portare un raggio della luce della Bellezza di Dio, ma per dire loro: finalmente siamo infetti e marci come voi.
    Stefano Gizzi, Ceccano

    RispondiElimina
  11. Ecco quello che accade : stacciano come " tradizionalista " coloro che non fanno comodo ... http://traditiocatholica.blogspot.it/2013/04/lapplausometro-e-un-sussidio-pastorale.html

    RispondiElimina
  12. cara redazione, fatti dire che è uno scandalo non aver dedicato nemmeno un post a quanto sta avvenendo in Francia. Ci sono decine e decine di manifestanti picchiati compresi sacerdoti. Tutto nell'indifferenza della stampa italiana e persino un blog come questo preferisce ignorare.
    Su, fate qualcosa.

    Meo.

    RispondiElimina
  13. @ Meo fallo tu l'articolo e lo sottoponi alla Redazione : alzate il culetto e lavorate anche voi ... l'email la sai ... Buon lavoro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se a parlare è qualcuno della Redazione, abbia almeno il buon gusto di firmarsi visto che a noi lettori - più che giustamente - consigliate di adoperare un nickname fisso per potersi distinguere. Figurarsi se ho problemi a scrivere l'articolo per chi sta combattendo così strenuamente in difesa dei valori naturali.

      Meo.

      Elimina