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mercoledì 24 aprile 2013

L’umiltà è il rispecchiare della verità



Un commento teologico di Mag. theol. MicheleGurtner

La parola humilitas, cioè “umiltà” ha attraversatoi secoli del cristianesimo fino ad oggi. Ma il suo significato è cambiato,specialmente negli ultimi anni e decenni e come tante cose anch’essa ha subitouna secolarizzazione anche all’interno della Chiesa stessa.
Parlandodell’umiltà in un contesto ecclesiastico necessita una vista piuttostoteologica: l’umiltà non sta al di fuori delle cose divine, ma anzi, è propriol’umiltà uno dei princìpi della teologia e di ogni teologo. Quest’umiltà sideve riflettere nel modo di fare non solo del clero, ma di ogni cristiano, deveriflettersi nel parlare e nel scrivere dei teologi, e anche nella sacraliturgia bisogna poter vederla. Dicendo e soprattutto mettendo in praticaquesto, bisogna avere una vista limpida e chiara di ciò che è il verosignificato teologico dell’umiltà.

L’umiltà nella Chiesa deve essere un’umiltàteologica
Come accennatoprima, per le esigenze della Chiesa non può bastare assumere un concettodell’umiltà profanato come lo conosciamo da contesti politici e sociologici,che non ha altro significato che “la persona non conta niente, la comunitàinvece tutto”. Di conseguenza alcune esigenze e desideri del tutto naturali,purché non diventino i contenuti più importanti della propria vita, come peresempio possesso, successo, onore, educazione ecc., sono visti male,soprattutto da coloro che non ne hanno. Così, detto in parole brevi, larichiesta di umiltà divenne il mezzo per nascondere il tentativo di stabilireuna specie di una società neo-marxista, in cui non ci dovrebbero più esisteredelle differenze fra i vari soggetti sella società, perché la richiesta umiltàdi cui si parla tanto non è tale nel suo senso vero e profondo, perché è stataprivata dal suo fondamento che è Dio. L’umiltà di cui si parla oggi non è piùbasata nel creatore, ma nell’invidia e nella superbia di chi non ha e non è.Bisogna stare più che attenti, che questo sbagliatissimo concetto di umiltà nonpenetri anche nella Chiesa!
Sarebbe troppobanale e superficiale pensare che l’umiltà consistesse nel privarsi del bello,nell’eliminare le varie distinzioni, nel banalizzare e impoverire la liturgia ela cultura ecclesiastica. Non è umile far finta che non ci sia una diversitànei ministeri e compiti, livellando il grande fingendo che non lo fosse. Cosìcadremmo proprio in quella visione neomarxista che vuole indebolire i“regnanti” facendone compagni, oppure esprimendo la stessa cosa in terminiecclesiastici: che vuole passare da una Chiesa guidata da Cristo tramite lagerarchia che rispecchia la sua sacra provenienza divina a una Chiesademocratizzata (“collegiale” e “comune”), che in fondo è guidata dall’uomo edel suo pensiero del momento. Chi si apre a queste idee, è elogiato “umile”,mentre gli altri, che ribadiscono la teocentricità della Chiesa, la quale miraverso l’Eucaristia e l’adorazione della Santissima Trinità, sono spessoaccusati di essere “al di sopra”, di rinchiudersi nelle sagrestie e nei SacriPalazzi. Spesso ci ritroviamo di fronte a una non sana contro posizione “o Dioo la gente”: la vera pastorale invece è il cattolico “et – et”, sia il culto divino, anche nei segni esteriori, sia lacarità verso gli uomini, anch’essa nei segni esteriori e concreti. Mettendol’uno contro l’altro, l’onorare Dio anche per mezzo della bellezze e laproclamazione della sua verità, contro la carità concreta rivolta alle creaturedi Dio, non si può mai essere in grado di corrispondere in pieno alla volontàdi Dio e quindi alle esigenze della Chiesa. Mettere al centro l’uomo, mentre sitrascura il culto e la cultura di Dio, non avrebbe niente a che fare con lavera ed autentica umiltà, come è richiesta da ciascun cattolico.
L’umiltà vera edautentica invece è una categoria teologica. Come tale deve essere assolutamenteintesa in vista a Dio e dedotta dal Creatore di tutte le cose, quelle visibilicome anche quelle invisibili. La humilitasrimane tale soltanto fintantoché rimane radicata in Dio e mira verso Egli.

Humilitas èil restare nella veritas
L’umiltà, siccomecategoria teologica, non è altro che è il mettere in pratica la verità, che nonpuò essere tale se non proveniente da Dio. Essere cristiani non consistesemplicemente in gesti esteriori senza un contenuto più profondo: non sarebbealtro che ipocrisia. In quanto virtù, la vera umiltà deve essere sequela diCristo. C’è chi dice che l’umiltà consistesse nell’abbassare se stessi. Questoè solo vero quando è relazionato con Gesù: l’abbassarsi come tale non è unvalore di per sé, ma lo assume soltanto, quando diventa un sottostare erimanere sotto la verità divina. La verità è la misura della nostra vita e delnostro fare, essa è il vero motivo del grande valore dell’umiltà. Umile è, chiubbidisce alla verità del Signore, chi la mette in pratica e chi sopporta anchele umiliazioni a causa di essa.
Non è l’applausoper gesti che piacciono che rende umili, ma la vera umiltà si dimostra insituazioni di persecuzione, in momenti d’insulti a causa di Cristo e nelrestare fermi quando bisogna decidere ciò che alle masse e ai mass-media nonpiace. Dove ci sono troppi applausi e elogi per scelte dette umili bisognaporsi con grande sincerità la domanda, se si tratti davvero di un’autentica umiltà.Non è escluso che fosse così, l’applauso e l’autentica umiltà non si escludonoautomaticamente a vicenda, anche questo è chiaro, ma nei giorni di oggi la veraumiltà fa piuttosto scomodo, perché chi va con Dio, va controcorrente, e lagente tende ad applaudire più le facilitazioni e ciò che trasgredisce la veritàdivina che non il difendere, lo stare e il rimanere nella e sotto verità diDio.
L’umiltà consistenel piegarsi davanti a Dio, non nella soddisfazione di uomini o dei media.Verità e umiltà non possono essere staccati l’una dall’altra, perché la veritàè il fondamento dell’umiltà, la quale si realizza soltanto nell’attualizzazionee nel mettere in pratica della volontà divina.
Molto spesso,quando un politico, un vescovo oppure un altro portatore di un’incaricaimportante si dimette, se lo definisce un atto umile, perché rinuncia a uncerto potere. In realtà però non ha niente a che fare con umiltà; lo sarebbe alimite, se l’uomo fosse la misura dell’umiltà.
Detto con altreparole: non il farsi piccoli è umile, ma il riconoscere il proprio esserepiccolo davanti a Dio. L’autentica umiltà nasce proprio dal realismo dell’uomoin confronto al suo creatore.
Il rischio diconfondere l’umiltà con la popolarità è eminente. Per concretizzare ciò cheabbiamo appena detto possiamo fare un esempio: se una persona gravemente malatasi decidesse di ricorrere all’eutanasia per non pesare sui  suoi parenti e per non essere causa ai costisanitari statali non indifferenti, potrebbe essere – con la mentalità di oggi-  interpretato come un gesto moltoaltruista, perché non mette se stesso e non dà troppo importanza alla suaproprio esistenza, ma pensa agli altri e alle conseguenze. Una persona umileallora, si potrebbe pensare. Invece sarebbe il contrario: proprio perché non sisottomette alla decisione del Signore, che dà la vita e che la toglie, non èumile, perché mette al centro l’umano e la propria decisione. Certamente sitratta di un esempio estremo in cui si accumulano altri fattori morali, ma ilprincipio del discernimento fra umiltà vera e umiltà presunta è lo stesso: lateocentralità, il sottostare alla volontà divina e l’essere pronti a sopportareverità e sofferenze scomode e  forseanche difficili pure in momenti di difficoltà.

L’umiltà nella Liturgia
Cerchiamofinalmente di applicare ciò che abbiamo appena detto anche alla Sacra Liturgia.Come deve essere una liturgia che si può chiamare “umile”? Di certo non è ilpauperismo che la rende umile!
Per la SacraLiturgia, che è nient’altro che il culto divino, che si rivolge al Signore enon all’uomo, vale lo stesso quanto abbiamo detto finora: la Liturgia è umile,quando mette Dio al suo centro, quando si rivolge esclusivamente a Lui (il sacerdote si rivolge insieme ai laici a Dio, e non ai laici), e quandorispecchia la verità, la bontà e la bellezza di Dio. Un sacerdote, il qualecerca di non mettere se stesso, la sua propria persona al centro dellacelebrazione, ma che sa sparire come persona per mettere al centro Cristo cheagisce nella sua Chiesa tramite il suo sacerdote. Dato il fatto che tutte levarie azioni liturgiche sono rivolte al Signore, rispecchiando allo stessotempo qualcosa della sua verità, bontà e bellezza, bisogna anche tenerci contonel modo da fare e nello stile liturgico. La liturgia è umile, proprio quandosi sottomette alla dignità e alla grandezza di Dio, che non deve mai nasconderedietro il banale, il brutto oppure il profano, ma è umile quando non teme diparlare anche nei suoi segni esteriori della maestà di Dio, anche quando daqualche parte interessata (e i mass-media) viene attaccata proprio per questo.Non dimentichiamo che oggi più che mai ci sono anche coloro, che sonointeressati a far sparire ogni simbolo sacro e di privare la liturgia della suasacralità per danneggiare tramite questi segni esteriori, di cui l’uomo habisogno, la dottrina della Chiesa e la fede degli uomini.
Un parroco,oppure un qualsiasi altro chierico, che toglie i segni sacri della liturgia,toglie i ponti che collegano l’uomo con il cielo divino. Se cominciamo abanalizzare e rimpoverire la liturgia e la cultura cattolica, allora rischiamodi mettere da parte Dio e il suo insegnamento, e di sostituirli con il nostropovero Io.
Tali gesti sì chevedrebbero grandi applausi e forti elogi. Ma proprio perché tante persone,anche tanti di coloro che magari frequentano le nostre chiese, non sono piùinteressati nel rendere la necessaria gloria a Dio, ma di festeggiare sestessi, e quindi l’uomo.
Certo, la fedecome tale non dipende né da pizzi né da merletti, e non in tutti i paesi lafede è una antica presenza come nei paesi dell’Europa, e di conseguenza nonaveva ancora il tempo necessario di sviluppare una cultura ricca come neinostri paesi. E nessuno dubiterà che anche lì si possa trovare una vera edautentica fede cattolica. Ma non si tratta soltanto di valori assoluti, mabisogna anche tener conto dello suo sviluppo: fa una grande differenza se unacosa non è mai esistita, oppure se viene abolita. Perché ogni abolizionetrasmette un cambiamento anche nella percezione della fede, perché la forma sicambia se cambia ciò che esprimeva e viceversa.
È sbagliatopensare colui fosse umile, che abolisce tutti i segni di venerazione e tuttociò che richiama un’atmosfera del sacro, che si distingue anche nettamente dalprofano. Esso eventualmente non è umile ma superbo, perché non sa sottostare alciò che non si è inventato lui, ma che i suoi antenati hanno sviluppato per unprofondo rispetto verso il Sacro e verso ciò, che rimanda l’uomo al divino.
Non si puònemmeno porre il culto verso Dio contro la carità umana, perché la fede e lasensibilità per la verità e la volontà di Dio sono la migliore garanzia per ilmantenimento delle opere della carità e della diaconia, perché chi rispetta lasantità di Dio nella Liturgia non potrà mai non rispettare allo stesso tempoanche la sua volontà di fare buone opere anche verso il prossimo. Chi invece èpronto a limitare il culto, cominciando magari dai segni esteriori divenerazione, sostiene un atteggiamento che favorirà un domani la prontezza alimitare anche le opere di carità verso il prossimo, perché la loroobbligatorietà è proprio radicata nel sottomettersi a Dio. Dove Dio e il cultoverso di lui spariscono dal primo posto, il prossimo e il suo bene sparirannodal secondo!
Già il SacroVangelo secondo Giovanni ci narra nel suo dodicesimo capitolo dalla tentazionedell’uomo, di porre i poveri contro il culto verso Dio:
“Sei giorni primadi Pasqua Gesù andò a Bethania, dove abitava Lazzaro, che egli avevarisuscitato dai morti. Là gli prepararono una cena. Marta serviva a tavola eLazzaro era uno dei commensali. Maria prese una libbra di unguento profumato dinardo autentico, molto costoso, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò con isuoi capelli. Il profumo dell'unguento si sparse per tutta la casa. Allora unodei discepoli, Giuda Iscariota, quello che stava per tradirlo, disse: Perchénon si è venduto questo profumo per trecento denari da dare ai poveri? Dissequesto non perché avesse a cuore i poveri, ma perché era ladro e, approfittandodel fatto che gli era stata affidata la borsa, rubava quello che ci mettevanodentro. Gesù rispose: Lasciala, ciò che fa è in vista della mia sepoltura. Ipoveri li avete sempre con voi, ma non avrete sempre me”.
Cerchiamo alloradi non cadere anche noi in questa tentazione ma di starci alla larga, perché alungo termine, quando una prima euforia è svanita, tratteremo i poveri allostesso modo in cui abbiamo trattato Dio nel culto liturgico e in tutta lacultura ecclesiastica: perché nel prossimo vedremo sempre ciò, che abbiamovisto in Dio. Se togliamo a lui, che è il creatore, quanto più toglieremo poianche alle sue creature!
Quanto usiamo dibello per Dio, tanto useremo di nutriente, caloroso, salificante, coprente e diconsolante per Egli, che incontriamo proprio nel nostro prossimo.

25 commenti:

  1. "a Liturgia è umile, quando mette Dio al suo centro, quando si rivolge esclusivamente ad Egli".

    Scusate, per favore, correggete lo scempio italiano: "egli" in italiano è solo soggetto; negli altri casi si usa il pronome "lui".

    Per favore, correggete. Grazie.

    Carolus

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    1. Lo scempio non è solo nell'italiano. Questo articolo assomiglia alla corazzata Potiomkim e al celebre commento del ragionier Fantozzi.

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    2. Alpium Pastor Quidam25 aprile 2013 alle ore 20:51

      Lo scempio è nella tua testa: L'articolo è tradotto dal tedesco, forse proprio da un tedesco che non possiede bene la lingua italiana. Guarda la sostanza e correggila con degli argomenti. Non si è umili se non si è veri.
      Umiltà e tenerezza non sono cedere all'errore, oppure come in certe omelie oggi molto di moda non dire tutto, omettere, dire a metà, sorridere, fare la battuta in modo da non affermare l'errore ma nemmeno affermando tutto il vero che come tale separa dal falso.
      Umiltà non è abitare in "albergo" anche se si chiama S.Marta. Perchè in albergo non tocchi mestiere e sei servito e riverito.

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    3. Bell'articolo. Naturalmente i criptosedevacantisti non sono in grado di capirlo troppo impegnati a filtrare un'inezia e inghiottire un cammello. Maestri del nulla.

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  2. A me invece sembra un testo molto "ranzingeriano" e congruente con il pensiero di (Guido) Marini. Poi anche Caterina di Siena ha detto che l'umiltà cristiana consiste nel sottomettersi alla verità

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  3. Bertone, Bergoglio e Badoglio...falsi e traditori!

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  4. Oggi è pieno di gente falsa. Fanno i falsi umanitari, fanno vedere che sono per la pace, per il bene, per lo scambio "culturale".... "eccetera".... la maggior parte di queste persone hanno sempre doppiezze e hanno una falsa bontà. La bontà di oggi è una concezione di carità politica e internazionale e NON cristiana.

    Io spero che questo mondo, così come oggi lo conosciamo noi, venga da Dio eliminato come ai tempi delle grandi punizioni, così che l'uomo ritorni davvero a Dio. Dio ti prego abbatti la grande Babilonia, la grande Prostituta del mondo, a partire da Roma. Grazie!

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    1. Già,il mondo è pieno di falsi tradizionalisti come gran parte degli indultisti(che si è scoperto essere criptosedevacantisti)e falsi cattolici(a cominciare dai sedevacantisti pataccari delle "messe" non una cum). Non temere, a costoro penserà il Signore retributore degli uomini.

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    2. a coso ma sedevacantizzamme sto par de...

      Meo.

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  5. Il Signore retributore degli uomini penserà anche agli untuosi clericali che si travestono da ultrapapisti, pronti ad appoggiare qualsiasi "stravaganza" purché partorita da mente papale, anche se l'infallibilità non fosse minimamente in discussione.
    Se domani il regnante (o meglio, "presidente") pontefice dichiarasse che nell'Eucaristia non sono presenti né il Corpo né il Sangue di Cristo, questi "paperini" andrebbero subito ad applaudirlo sotto il colonnato di San Pietro, accusando di eresia e di sedevacantismo i fedeli perplessi.
    Fosse per voi, la Chiesa sarebbe morta fin dai tempi dell'arianesimo (Sant'Atanasio non vi dice niente?).
    E poi, sai che se ne fa papa Ciccillo degli "zuavi pontifici", lui che è così "moderno"?!
    Pagliaccio e ipocrita!

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    1. E' un troll che si è scoperto ultrapapista da quando hanno eletto il sudaca, lascialo perdere.
      Riesce a connettersi di notte sfuggendo al controllo degli infermieri, poi però lo beccano e lo fanno calmare con la punturina. A quest'ora gli staranno già facendo il test di Rorschach.

      Meo.

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    2. A Meo, a te non c'è bisogno del test di Rorschach. Già sei stato diagnosticato.

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  6. Vorrei ringraziare il blog giallo sul quale forse un giorno apparirà anche padre Brown di Chesterton per questa catechesi sull'umiltà che mi ricorda la padreliviana Radio Maria. Sono commosso ed edificato dalle lezioni di profonda e vera umiltà, suffragata dal rigore dell'analisi teologica di coloro che ostentano più cattolicità e umiltà, non di S. Francesco d'Assisi, per carità, ma del Papa! Fantastico! Non vedo l'ora della pubblicazione di un saggio che raccolga i vari post e i relativi umili commenti. Sarà il regalo a mio figlio al quale ho consigliato di specializzarsi in psichiatria, visto l'aumento di casi di schizofrenia tra chi si crede, non Napoleone o Carlo Magno, ma la santità in persona!

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  7. Radio Maria ? ahahah.....ma guarda che paragone edificante, che eccelso pulpito viene citato !
    quella famosa radio, o meglio lo staff, dovrebbe iniziare a ravvedersi dai suoi colossali ABBAGLI, iniziando dalla falsa apparizione = gospa ecumenista-vatican2ista,.... e visto che i suoi cronisti, a quanto pare, si sono messi al servizio del Nuovo Ordine Mondiale !

    Leggete questa lettera di un ascoltatore scandalizzato e allarmato, rivolta a M. Blondet:

    Gentile Direttore,su Radio Maria, Riccardo Cascioli,parlando dell’incarico dato da Napolitano ad Enrico Letta,ha platealmente
    sdoganato davanti alle orecchie dei radioascoltatori,Il Bilderberg,la Trilateral e gli altri organismi mondialisti di potere e tutti i lori componenti,dicendo che quanto si trova a livello di informazione,specialmente su internet,è teoria complottista,mentre tali innocenti organismi aiutano la prevenzione delle crisi finanziarie e hanno tanti altri bei lati positivi.
    Sono rimasto di sasso! La prego faccia qualcosa!
    Sergio A.
    (risponde M. Blondet):
    Che cosa vuole che possa fare,io,caro lettore? Quali poteri mi attribuisce?Posso solo sgomentarmi con lei della deriva di Radio Maria. Che peraltro non mi stupisce più: dalle già note posizioni scioccamente americaniste-ufficiali sui veri autori dell’11 Settembre nel 2001,alla linea sempre più giudizzante e neocon,all’adesione alla tesi dello scontro di civiltà, doveva per forza concludere nell’elogio della Trilateral e del Bilderberg, con connessa demonizzazione dei complottisti.
    Come vede,Radio Maria nell’analisi delle cose internazionali s’è sempre tenuta sulla linea dell’opinione ufficiale, politicamente corretta,che è poi quella emanata dalle centrali di manipolazione globale dell’ideologia egemone: Washington,Trilateral,Bilderberg ed eurocrazia,e Massoneria.È un abbaglio tragico:questa emittente che annuncia spasmodicamente il verificarsi delle profezie della Vergine di Medjugorje,ha molto in comune con i gruppi born again christians americani....

    Radio Maria: un accecamento e una deriva dolorosa
    Ormai siamo all'anticristo.....
    (art. di Maurizio Blondet)

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  8. Mi sbaglio o Blondet è quello che non sa parlare quando è invitato in televisione e fa solo figuracce?

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  9. ammettiamo pure che Blondet non sappia parlare, io non lo so (quantomeno sa scrivere in italiano meglio di me ed altri).
    Qui quello che CONTA è LA SPAVENTOSA DERIVA poli-ecumenista DI RADIO MARIA, (dietro la falsa gosa, inganno di satana secondo il vescovo Andrea Gemma) e i suoi accecamenti dottrinali e la marcia giuliva a rotgta di collo verso l' adesione al NWO, caro anonimo ! badiamo all'essenziale di ciò che dice un commento, non agli accessori o firme.
    Cfr.:
    Bada a ciò che è detto, non voler sapere chi l'ha detto.

    (Imitazione di Cristo)

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    1. correggo: Radio Maria, persa dietro la falsa GOSPA (quella che accetta la torta con candeline e si porta via una decorazione per ricordo! falsificando la data di nascita della SS.ma Vergine!)....e che abbaglia con i suoi miraggi milioni di ascoltatori.....è ora di finirla con questi bluff-business planetari !
      certo che il popolo-gregge è sempre più bue e utile idiota del mondialismo masso-ecumenista, ma grazie a Dio qualcuno inizia a svegliarsi: qui sì che lo Spirito Santo agisce, quando risveglia nell'orbe i gonzi dalla narcosi ultraquarantennale, indotta dagli alti seggi modernisti con la falsa pentecoste conciliare, che ha creato solo masse di eretici catto-sentimentaloidi e crasso-ignoranti dell'ABC di Dottrina cattolica !

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  10. Lasciamo alla Chiesa il giudizio su Medugorje, rispettiamo chi si è convertito lì e si reca in pellegrinaggio e non offendiamo la Madonna, il cui nome in slavo è Gospa.

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    1. il giudizio su Medjugorie è stato già dato ripetutamente dal vescovo locale:

      Non constat del supernaturalitate.

      Quanto alle conversioni....tutte da verificare, quanto alla SOSTANZA e alla durata nel tempo, ma soprattutto se sono di marca sentimentale e sensazionalista, sono solo AUTOILLUSIONI, come tutte le finte conversioni nate in ambiente pentecostal-carismatico = alzare le mani, piangere di commozione superficiale, gridare, danzare ecc....girotondi, zecchino d'oro a gogo e nessun progresso nelle virtù cristiane, men che meno, in grado eroico....
      come tanti canonizzati post-cv2 (non dico tutti). Appunto.
      L'offesa alla Madonna non c'entra per una cicca con questo discorso, che si fa PROPRIO IN DIFESA della Vera Madre di Dio, secondo tutto ciò che Ella ha predetto a Fatima, circa la grande apostasia iniziata dai VERTICI della Chiesa (come fu detto dai card. Ciappi e Oddi) e dilagante nel Gregge: predizioni per le quali Ella fu censurata dal regime modernista che stava per insediarsi con il golpe effettuato al cv2.
      Appunto: tuttora imbavagliata dalle gerarchie vaticane, specie con le falsificazioni-"pilotaggi" operati sul 3. segreto nell'anno 2000.
      Questo sì che è mancare di rispetto alla Madonna: infischiarsene dei suoi moniti di Madre della Chiesa, quelli VERI, ripetuti nei secoli, v. QUITO E LA SALETTE !
      altro che ciliegine della torta e "rispetto" per le false religioni !
      siamo all'accecamento global-mondialista, davvero.

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    2. RISPOSTA AI FINTI IGNORANTI:

      Sua Eminenza il Cardinal Dr. Franjo Kuharic, arcivescovo di Zagabria, così si è espresso: “Noi vescovi, dopo una triennale commissione di studio, accogliamo Medjugorje come luogo di pellegrinaggio e santuario. Questo vuol dire che non abbiamo nulla in contrario se qualcuno onora la Madre di Dio in una maniera che sia conforme all'insegnamento ed alla dottrina della Chiesa... Pertanto proseguiremo gli studi. La Chiesa non ha fretta.” (Glas Koncila, 15 agosto 1993)
      La chiesa della parrocchia di Medjugorje è attualmente Santuario della Regina della Pace, e tutti i frati francescani che svolgono servizio nella parrocchia di Medjugorje hanno il mandato del vescovo locale Mons. Ratko Peric' e sono in possesso di tutte le funzioni canoniche per esercitare il loro servizio sacerdotale. Tutte le informazioni essenziali e necessarie legate agli avvenimenti di Medjugorje sono disponibili sul sito web www.medjugorje.hr . Tali informazioni sono “la sola voce ufficiale” di Medjugorje. "Il Santuario non ha dato la missione ad alcuna persona ne communità di diffondere o di interpretare i messaggi della Gospa. Tutti queste sono iniziative private e spontanee dei fedeli e delle comunità".
      Il santuario di Medjugorie è stato visitato nel 2004 da 1.400.000 persone. Il che ne fa, insieme a Lourdes e Fatima, il santuario mariano più visitato del mondo.
      Al termine della conferenza dei vescovi della Bosnia d'inizio luglio 2006 il Presidente Cardinal Vinko Puljic ha dichiarato a sorpresa - dal momento che il caso Medjugorje non era all'ordine del giorno - che ci sarà una nuova commissione internazionale (divisa in due sottocommissioni con specifici compiti), nominata non dalla conferenza episcopale locale ma direttamente dalla Congregazione per Dottrina della Fede.
      Sito in croato:
      http://www.vecernji-list.hr/newsroom/news/bih/586608/index.do
      Traduzione inglese:
      http://www.marytv.tv/VaticanRequest.html

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    3. Non constat de supernaturalitate

      tanto per aprire gli occhi (se eventualmente non si preferisce rimanere ciechi), uno dei tanti articoli illustrativi del grande bluff:

      Međugorje e međugorjsmo: un nostro reportage su una realtà schizofrenica (e su padre Amorth)
      Dove finisce il mistero e inizia l’equivoco?
      Dove la verità si mescola alla menzogna?

      (art. di Vincenzo Scarpello)

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    4. già solo per il fatto che un vescovo, mons. Andrea Gemma (tra l'altro esorcista) afferma che l'apparizione di Medj è falsissima, anzi inganno di satana, solo per questo motivo è OPINABILISSSIMA e discutibilissima.
      Non c'è nessunissimo rapporto tra questa "gospa" e tutto ciò che la Madonna ha detto e mostrato, a Nome e per conto di Nostro Signore, circa il futuro dell'umanità e della Chiesa, nelle apparizioni riconosciute come autentiche, specialmente non c'è alcun nesso con le predizioni SEVERISSIME di Fatima e La Salette.
      Soprattutto il confronto è stridentissimo a causa degli errori DOTTRINALI:
      essere cristiani = rispettare le altre religioni ? ? ? evidentissimo svarione di chiara marca CONCILIAR-ecumenista = indifferentista, che ci avvierebbe tutti come masse beote alla religione unica MONDIALE, che cancellerà (ci proverà) il cattolicesimo dalla faccia della terra!

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  11. Stare alla larga dai siti internet che fanno sbandare il movimento tradizionale

    Ho ricevuto varie lettere da parte di lettori amareggiati da quel che avviene su certi siti pseudo “tradizionalisti”, che usano un linguaggio simile a quello degli scismatici. Tempo fa mi ha colpito la lettera di un lettore che non essendo molto informato su queste cose, mi ha detto di essere “disorientato”. Ecco la risposta che gli ho inviato.

    Carissimo in Cristo,
    il tema su cui hai chiesto chiarimenti è molto importante, cercherò di risponderti in maniera esplicita, perché sbagliare in questo campo significa mettersi in grossi guai spirituali.

    Tra cattolici, un conto è avere delle sensibilità diverse, altro conto è avere dei dogmi diversi, quest'ultima cosa è moralmente inammissibile. Purtroppo ci sono dei "teologi" che diffondono delle vere e proprie eresie in campo dogmatico e morale, ad esempio negano che Gesù sia risorto, che sia presente nel Santissimo Sacramento, che il purgatorio esista, che l'inferno sia eterno, che i matrimoni tra omosessuali siano immorali, ecc. Questa eresia modernista sta causando la perdita della fede in tante anime. È necessario opporsi al modernismo, ma bisogna farlo con prudenza, senza cadere in un eccessivo estremismo, come purtroppo fanno alcuni fedeli.

    Ti confido che non mi piace affatto il comportamento di certi pseudo "tradizionalisti" che col loro modo di fare danneggiano tutto il movimento tradizionale. Purtroppo, come tu stesso hai notato, certi siti “tradizionalisti” hanno uno stile che a mio avviso non produce buoni risultati, poiché visitandoli si rimane amareggiati, sconfortati, delusi, arrabbiati e demoralizzati. Insomma, quei siti non fanno altro che seminare disfattismo e scoraggiamento tra i fedeli. C'è modo e modo di denunciare i misfatti dei modernisti. Comunque, non sono l'unico a pensarla così, infatti ho ricevuto altre lettere di persone che la pensano allo stesso modo.

    Il mio consiglio fraterno è di frequentare solo siti internet che ti edificano l'anima, non quelli dei fedeli “pessimisti e arrabbiati” che causano solo delusione e scoraggiamento.

    Spero tanto di esserti stato di qualche aiuto. Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali saluti in Gesù e Maria.

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    Risposte
    1. scusi, ma lei anonimo 21.46,
      da parte sua, QUALI siti ha deciso di frequentare ?
      se non ritiene che QUESTO di Mil sia buono, PERCHE' insiste a frequentarlo ?
      come mai non va su quelli che ritiene "migliori", che non la fanno scoraggiare ecc. ? non lo vede che sono gli stessi eventi a causare preoccupazione ?

      Secondo lei, quando il termometro sale, con l'aumento del caldo, la COLPA del caldo è da attribuire al termometro ?

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  12. Un aneddoto di Benedetto XVI

    Pubblicato da fermenticattolicivivi@gmail.com su 18/02/2013

    “Per oggi, secondo le condizioni della mia età, non ho potuto preparare un grande, vero discorso, come ci si potrebbe aspettare; ma piuttosto penso ad una piccola chiacchierata sul Concilio Vaticano II, come io l’ho visto.


    Josef Ratzinger ai tempi del Concilio Vaticano II
    Comincio con un aneddoto: io ero stato nominato nel ’59 professore all’Università di Bonn, dove studiano gli studenti, i seminaristi della diocesi di Colonia e di altre diocesi circostanti. Così, sono venuto in contatto con il Cardinale di Colonia, il Cardinale Frings. Il Cardinale Siri, di Genova – mi sembra nel ’61 – aveva organizzato una serie di conferenze di diversi Cardinali europei sul Concilio, e aveva invitato anche l’Arcivescovo di Colonia a tenere una delle conferenze, con il titolo: Il Concilio e il mondo del pensiero moderno.

    Il Cardinale mi ha invitato – il più giovane dei professori – a scrivergli un progetto; il progetto gli è piaciuto e ha proposto alla gente, a Genova, il testo come io l’avevo scritto.

    Poco dopo, Papa Giovanni lo invita ad andare da lui e il Cardinale era pieno di timore di avere forse detto qualcosa di non corretto, di falso, e di venire citato per un rimprovero, forse anche per togliergli la porpora.

    Sì, quando il suo segretario lo ha vestito per l’udienza, il Cardinale ha detto: “Forse adesso porto per l’ultima volta questo abito”. Poi è entrato, Papa Giovanni gli va incontro, lo abbraccia, e dice: “Grazie, Eminenza, lei ha detto le cose che io volevo dire, ma non avevo trovato le parole”. Così, il Cardinale sapeva di essere sulla strada giusta e mi ha invitato ad andare con lui al Concilio, prima come suo esperto personale; poi, nel corso del primo periodo – mi pare nel novembre ’62 – sono stato nominato anche perito ufficiale del Concilio”.

    [Dal racconto di Benedetto XVI al clero romano, Giovedì 14 Febbraio 2013]

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La Redazione