Post in evidenza

“Le Bibbie CEI 74 e CEI 2008 si dimenticano una piccola parola: Dio. E come sempre la Vulgata di San Girolamo resta la Bibbia più completa

Altre mende alle nuove traduzioni della S. Bibbia. Il caso di 1 Tess 2,16b. Luigi C. 03/12/2024 ,   Investigatore Biblico “E quelli che ball...

domenica 10 febbraio 2013

" Che cosa è rimasto di Famiglia Cristiana ? "

Dal sito : Corsia dei Servi abbiamo trovato un interessante articolo  dedicato alla rivista Famiglia Cristiana. Eccolo.

" La nostra umilissima preghiera è di venire corretti, guidati, approvati; la nostra gioia è quella di vivere attaccati a voi, Santo Padre, di obbedirvi in tutto, di essere interamente vostri, fino all'ultimo respiro»
(Don Giacomo Alberione a Pio XI) 


Agli inizi degli anni Trenta, mentre si stava consumando il duro braccio di ferro tra Mussolini e Pio XI sull'Azione Cattolica, don Giacomo Alberione decise di fondare La Famiglia Cristiana (1931), con lo scopo di «contribuire alla buona formazione della famiglia, e di conseguenza alla restaurazione morale e religiosa della società». 
La rivista, inizialmente, è indirizzata solamente alle donne e alle fanciulle ed è composta da articoli di formazione liturgica ed evangelica (tutti, ovviamente, ancorati al Magistero) e da un insieme di insegnamenti pratici, come «ragguagli utili di medicina, cucina e abbigliamento; una rubrica di cucito con esempio pratico, una di diritto (“come fare testamento”) e poi consigli igienici, notiziario agricolo, giochi e storielle». 
Questa è La famiglia cristiana, così come l'ha pensata il fondatore. 
Veniamo, ora, alla rivista come si presenta ai giorni nostri. 
Prendiamo, come esempio, l'ultimo numero, quello con il faccione di Kiko Argüello in copertina. 
Non possiamo negare che il Cammino Neocatecumenale riscuota sempre più successo all'interno delle parrocchie, ma dobbiamo anche ammettere che quello di Kiko è un movimento che, dal punto di vista liturgico e dottrinale, si allontana parecchio dal Cattolicesimo. 
La liturgia neocatecumenale rappresenta il tipico esempio di “liturgia fai da te” postconciliare, errore dal quale il card. Ratzinger aveva messo in guardia i cattolici: «la vera liturgia presuppone che Dio risponda e mostri come noi possiamo adorarLo. 
Essa implica una qualche forma di istituzione. 
Essa non può trarre origine dalla nostra fantasia, dalla nostra creatività, altrimenti rimarrebbe un grido nel buio o una semplice autoconferma». 
Soffermiamoci ancora un po' sulla liturgia neocatecumenale e, in particolare, sul modo di di ricevere la Comunione (seduti, sempre sotto le due specie e ricevendo l'Ostia sulla mano). Oltre ad indicare una totale assenza di rispetto nei confronti del Re dei re e di fede nella Presenza Reale, il ricevere la Comunione in questo modo si contrappone all'insegnamento del Santo Padre, il quale – riprendendo l'insegnamento di Sant'Agostino e di san Tommaso – ha esortato i cattolici a ricevere la Comunione in ginocchio e sulla lingua
Terminati gli appunti sulla copertina kikiana, finalmente apriamo la rivista e ci imbattiamo in un volto – quello del card. Ravasi – ben più paffuto rispetto a quello di Kiko. 
Sulla figura di questo “Cardinale dei gentili” rimandiamo all'articolo di Roberto de Mattei: Ma in che cosa crede il cardinal Ravasi?. 
Voltiamo pagina ed ecco che appare il faccione gaudente di don Antonio Mazzi, segnalatosi, non troppo tempo fa, per aver proposto di chiudere i seminari, «organizzati secondo una formula da “allevamento da pollaio”». 
Don Mazzi è un sostenitore, of course!, di un nuovo Concilio per risolvere «il problema dei preti, quello dei matrimoni, dei sacramenti, del dialogo con le altre religioni». 
«Volta la carta», come direbbe De André, ed ecco spuntare nuovamente il faccione di Kiko Argüello, che presenta la sua autobiografia: il kerigma nelle baracche con i poveri. 
Terminata faticosamente la lettura dell'articolo kikiano, passando per alcune pagine dedicate al «cantiere dell' 'ndragheta», arriviamo alla sezione dedicata a Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, la coppia che – settimanalmente – su Rai 3 è solita bacchettare la Chiesa su qualsiasi tema. 
Fine del resoconto e dell'ultimo numero di Famiglia cristiana. 
 Possiamo quindi rispondere alla domanda iniziale: che cosa è rimasto di Famiglia Cristiana? 
Nulla. 
Tutto ciò che era stato portato avanti da don Alberione è stato tradito: la buona dottrina e la romanità sono state soppiantate dalle teorie dei teologi à la page; lo spirito missionario risulta non pervenuto. 
E chi ci ha rimesso non è solamente il buon nome dell'editoria cattolica, ma tante anime innocenti – magari delle vecchiette cresciute a pane e catechismo di san Pio X – che vedono ancora in Famiglia cristiana una rivista cattolica. 

Matteo Carnieletto - CdS