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venerdì 7 dicembre 2012

Mons. Grenesche (Confregazione per il Culto Divino) scrive, bene, sull'Adorazione Eucaristica

L'adorazione eucaristica oggi, un soffio dello Spirito

di mons. Juan-Miguel Ferrer Grenesche, sottosegretario della Congregazione per il Culto Divino
(traduzione it. di G. Rizzieri)
Presente e futuro delle Opere Eucaristiche della Chiesa, nel contesto della Nuova Evangelizzazione". Relazione di mons. Juan-Miguel Ferrer y Grenesche, tenuta a Valencia il 24/11/2012, nel 50° anniversario della Federazione Mondiale delle Opere Eucaristiche

Il Concilio Vaticano II e la conseguente "riforma liturgica" hanno significato per molti la scoperta della "partecipazione attiva" alla Messa, la comprensione della lingua nelle letture e soprattutto nelle orazioni, in modo che diventassero più facilmente alimento e guida per la propria vita cristiana. In molti luoghi si è realizzata un'intensa catechesi liturgica intesa a promuovere la partecipazione mediante posture e gesti corporali, con silenzi recettivi e mediante la parola, con risposte oranti, acclamazioni e cantici eseguiti da tutta la comunità. E specialmente si è insistito sulla ricezione frequente della comunione eucaristica, come culmine della partecipazione sacramentale. Tutto ciò è stato accompagnato da un reale intento di rinnovamento della teologia eucaristica che aiutasse a rilanciare pastoralmente sia la dimensione "soggettiva" di tale partecipazione, vale a dire, la sua ripercussione nella vita del credente, i suoi frutti, sia particolarmente, la proiezione missionaria, apostolica e sociale della stessa.
Così, in questi ultimi 50 anni della storia della Chiesa abbiamo potuto constatare molti frutti positivi, ma non possiamo nascondere nemmeno le ombre. Nel campo teologico le accentuazioni sui frutti e sul frutto sociale in particolare, hanno prodotto in diversi autori e luoghi un autentico strappo rispetto alla dimensione oggettiva del sacramento (la presenza reale e permanente per mezzo della transustanziazione del pane e del vino), come si è verificato nelle teorie della transignificazione o della transocializzazione. Papa Paolo VI con la sua enciclica "Mysterium fidei" (3 settembre 1965), con il "Credo del popolo di Dio" (30 giugno 1968) e il Beato Papa Giovanni Paolo II con la sua Lettera "Dominicae cenae" (14 febbraio 1980) hanno messo bene in chiaro la perenne verità cattolica sull'Eucaristia. Nello stesso modo, gli aspetti positivi delle nuove correnti teologiche, conciliabili con la verità cristiana, sono stati assunti in documenti del magistero del Beato Giovanni Paolo II: Lettera Apostolica "Vicesimus quintus annus" (4 dicembre 1988), "Catechismo della Chiesa Cattolica" (1992-97), enciclica "Ecclesia de Eucaristia" (17 aprile 2003), Lettera Apostolica "Spiritus et Sponsa" (4 dicembre 2003), e Lettera Apostolica "Mane nobiscum Domine" (7 ottobre 2004), e da Benedetto XVI, segnatamente la sua Esortazione "Sacramentum caritatis" (22 febbraio 2007).
Nel campo più strettamente liturgico e pastorale si è verificata una "coagulazione" liturgica nella Messa. Tutta la vita di pietà si è incentrata nella celebrazione eucaristica. In tanti luoghi sono scomparse le adorazioni eucaristiche, le novene e omelie autonome. Tutto si è risolto celebrando la Messa, producendo però, in molte comunità cristiane, quasi un oblio di altre forme di culto eucaristico. E' certo che nel 1973 (21 giugno) fu pubblicato il rituale della "Comunione e Culto eucaristico fuori della Messa", con interessanti istruzioni sull'adorazione eucaristica fuori della Messa e sull'organizzazione dei Congressi eucaristici.
Ma è altrettanto certo che in questi anni di controversia dottrinale intorno all'augustissimo Sacramento, pur con tante chiarificazioni dottrinali dei Papi, sia il "Nuovo Messale" (1970) che il suddetto Rituale eliminano diversi gesti e segni di adorazione presenti nella liturgia fin dalle controversie eucaristiche medievali:
1° - si riduce molto nella Messa la posizione dei fedeli di "stare in ginocchio" (e in alcune comunità si arriva, arbitrariamente, a sopprimerlo del tutto),
2° - si sopprime davanti al SS.mo esposto la genuflessione doppia, e nella Messa si riducono di parecchio le genuflessioni del sacerdote e dei ministri dell'altare (arrivando in alcuni casi a far scomparire, contro la norma, tutte le genuflessioni sostituendole, nel migliore dei casi, con inchini profondi, o non tanto profondi); e al momento di comunicarsi, si comincia col tollerare la comunione "in piedi" (fino ad eliminare quasi universalmente le balaustre), per passare poi ad eliminare la comunione "in ginocchio", sostituita da un segno di venerazione poco spiegato, genuflessione o inchino previ (che finiscono per essere praticamente ignorati) e finalmente si passa ad autorizzare la comunione "sulla mano", con una forma antica, rispettosa e attenta, ma che è andata imponendosi fino ad obbligare i fedeli a comunicarsi in questo modo, in alcuni momenti (caso dei decreti illegittimi di varie Conferenze Episcopali in occasione della misteriosa epidemia di "influenza A", non molto tempo fa) e non rispettando in molti casi la modalità, che si trasforma in abitudinaria e poco riverente (senza toccare il tema degli abusi dell'Eucaristia non distribuita ma "presa" - autoservizio - che si sono dati e ancora si danno in certe comunità). Tutto ciò, il "normale" e l'"abusivo", è alquanto strano e alieno dalla comune prassi della Chiesa, che sempre veniva rafforzando nella liturgia le orazioni e i gesti che potevano difendere la fede di fronte agli errori dottrinali che minacciavano il popolo cristiano, qui, in questo caso, è stato tutto il contrario.

Per continuare a leggere clicca qui. Di seguito i sottotitoli dei paragrafi:
- Cosa vuol dire "adorare,
- Necessità di una solida formazione per i membri delle Opere eucaristiche della Chiesa,
- Formazione teologica, liturgica e spirituale
- Formazione biblica
- Formazione pastorale
- Una spiritualità veramente eucaristica.

- Conclusione

Viva Gesù Sacramentato!

Fonte: Ecclesia (spagnolo)