Dell'ottima opera che i Salesiani conducono da anni per e con il latino, la lingua di S. Romana Chiesa, abbiamo parlato più volte, sia riguardo al salesiano Pontificium Institutum Altioris Latinitatis, (organizzatore, tra l'altro, del convegno sul L della Veterum Sapientia del Beato Giovanni XXIII) sia (e soprattutto) in occasione dell'istituzione della nuova Pontificia Accademia di Latinità (il cui segretario è il salesiano p. R. Spataro, si veda anche qui).
Sull'uso e il rinascente appeal che la lingua della Chiesa sta di nuovo esercitando sui giovani, avevano proprio parlato i Salesiani sulla loro rivista "Il Bolletino Salesiano" (aprile 2012) a firma p. Spataro dal titolo eloquente "Lingua morta, a chi?"
Quella che presentiamo è un'iniziativa che è diretta non tanto agli addetti ai lavori o agli studiosi, ma ai fedeli italiani che vogliano scoprire, approfondire e imparare le preghiere della Chiesa nella sua lingua universale, e desiderino poter seguire con partecipazione e frutto le SS. Messe in latino celebrate secondo il messale di Paolo VI.
Queste notizie (la PAL e questo nuovo messalino in latino) sono ottimi traguardi proprio nell'anno del L della già citata 'Veterum sapientia".
Il messalino dei salesiani inoltre rappresenta un efficace strumento per realizzare l'actuosa partecipatio dei fedeli durante la S. Messa tanto cara, da sempre, alla Chiesa.
Inoltre permette di realizzare quello che viene ripetuto ed espressamente raccomandato anche da Concilio Vaticano II (che, come tutti sanno -ma che i più fingono di non sapere-, statuisce al n. 34 che il latino deve rimanere la lingua della liturgia per i riti latini): cioè che si dovesse curare la partecipazione dei fedeli durante le SS. Messe e durante i canti in latino e durante le preghiere in latino a loro spettanti. (Sacrosanctum Concilium, nn. 36, 54). Il Messalino quindi costituisce un valido supporto per la partecipazione e concretizza la cura dei salesiani alla partecipazione attiva dei fedeli.
A quando nelle chiese, accanto ai libelli dei canti "Nella casa del Padre"? Ora non ci sono più scuse!
Roberto
Celebrare in latino o in italiano? La risposta in un nuovo messalino
di Antonio Gaspari, da Zenit del 17.12.2012
ROMA, lunedì, 17 dicembre 2012 (ZENIT.org) - Da tempo se ne sentiva il bisogno, e ora – a 50 anni dal Concilio Vatiticano II – è arrivato in libreria, fresco di stampa. Si tratta del messalino latino-italiano, edito dalla LAS (Libreria Ateneo Salesiano), a cura del Pontificium Institutum Altioris Latinitatis dell’Università Salesiana di Roma. I tre volumi molto agevoli nel formato (e contenuti nel prezzo [€ 32,00, n.d.r.]) vengono ad arricchire il patrimonio di strumenti che possono essere di aiuto ad una partecipazione più consapevole alla divina liturgia.
Per la qualità, l’importanza della pubblicazione e il ruolo che essa può svolgere, abbiamo rivolto alcune domande al professor Manlio Sodi, preside dell’Institutum o Facoltà di Lettere cristiane e classiche, e Direttore di “Rivista Liturgica”.
Il recente Motu proprio Latina lingua di Benedetto XVI ha avuto una grande eco sulla stampa a livello mondiale; torniamo finalmente ad accostare il patrimonio culturale trasmesso con la lingua latina?
Il Motu proprio di Benedetto XVI è apparso in una data quanto mai simbolica, il 10 novembre scorso, memoria di san Leone Magno. Con esso il Papa istituisce una nuova Accademia pontificia destinata ad incrementare la conoscenza e l’uso della lingua latina. Il documento ha avuto un’eco mondiale di notevole spessore perché l’interesse per il latino in questi anni è andato crescendo e si constata un aumento vertiginoso di coloro che desiderano conoscere meglio la lingua e cultura latina. Chi si accosta al sito www.latinitas.unisal.it può osservare alcuni aspetti di tale interesse a livello mondiale. E questo per rispondere anche al bisogno di cogliere più in profondità le radici di una cultura che abbraccia quasi tre millenni e che si è espressa fondamentalmente in latino.
È vero che il latino sta tornando di moda? Quali sono i segni e gli ambiti che ne possono facilitare l’accostamento e l’uso?
Il recente Motu proprio Latina lingua di Benedetto XVI ha avuto una grande eco sulla stampa a livello mondiale; torniamo finalmente ad accostare il patrimonio culturale trasmesso con la lingua latina?
Il Motu proprio di Benedetto XVI è apparso in una data quanto mai simbolica, il 10 novembre scorso, memoria di san Leone Magno. Con esso il Papa istituisce una nuova Accademia pontificia destinata ad incrementare la conoscenza e l’uso della lingua latina. Il documento ha avuto un’eco mondiale di notevole spessore perché l’interesse per il latino in questi anni è andato crescendo e si constata un aumento vertiginoso di coloro che desiderano conoscere meglio la lingua e cultura latina. Chi si accosta al sito www.latinitas.unisal.it può osservare alcuni aspetti di tale interesse a livello mondiale. E questo per rispondere anche al bisogno di cogliere più in profondità le radici di una cultura che abbraccia quasi tre millenni e che si è espressa fondamentalmente in latino.
È vero che il latino sta tornando di moda? Quali sono i segni e gli ambiti che ne possono facilitare l’accostamento e l’uso?
Di per sé il latino non è mai passato di moda; la Chiesa lo ha sempre usato anche quando Istituzioni civili con una certa miopia hanno cercato di accantonarlo nei programmi formativi con motivazioni che nulla avevano a che fare con la cultura. Il latino sta tornando di moda in numerose nazioni non solo europee. Al di là delle Istituzioni accademiche c’è però un contesto in cui il latino è più vivo che mai e questo è costituito dalla liturgia. Tutti i libri liturgici ufficiali della Chiesa di rito romano sono infatti in latino, affidati poi alle singole Conferenze episcopali per la traduzione e l’adattamento nelle lingue vive.
Preside, bisognava attendere 50 anni per vedere di nuovo un messalino latino-italiano?
L’occasione del 50° del Vaticano II costituisce una concomitanza interessante. La pubblicazione del messalino viene a coronare un’attesa e un’urgenza sentita da molte parti e Istituzioni. Ci voleva solo il coraggio di una Editrice e di un paziente redattore per mettere insieme 5519 pagine! Il materiale è tanto e, per quanto possibile, si è cercato di essere completi, in modo che a partire dal testo latino, posto sempre nella pagina di sinistra, il testo in lingua viva scorra accanto nella pagina di destra. Tutto questo facilita al massimo la risposta al motivo per cui uno intende usare questo strumento.
Come si presenta questo prezioso sussidio?
E dove è possibile trovarlo con facilità?
Le oltre 5 mila pagine sono distribuite in tre volumi, molto agili ed “economici”. Il primo racchiude tutto ciò che fa parte della liturgia domenicale e festiva. Il secondo e il terzo contengono tutti i testi per i giorni feriali e il santorale, così distribuiti: a) Avvento – Natale – Quaresima – Pasqua – Tempo ordinario 1-10 e santorale dicembre-giugno; b) Tempo ordinario 11-34, e santorale giugno-novembre.
Dopo una Presentazione in cui si dà il significato del sussidio e soprattutto se ne presenta il valore come risposta a numerose attese, il messalino festivo offre tutti i testi del Proprio del tempo, del Rito della Messa e delle solennità e feste. In questo modo il sussidio intende rispondere sia al bisogno per celebrazioni sia alla possibilità di verificare la ricchezza del linguaggio liturgico nella traduzione e nell’originale. Per completezza è riportata anche l’Appendice al Messale italiano. Opportuni Indici delle letture bibliche, dei salmi responsoriali e dei cantici completano l’opera.
L’opera completa in 3 volumi costituisce pertanto un unicum che può rispondere a varie attese. Al di là delle librerie cattoliche, diretto può essere il contatto con http://las.unisal.it sia per ulteriori informazioni che per l’acquisto on line.
Lei è anche Direttore della “Rivista Liturgica”. Quale interesse viene sottolineato dal periodico in ordine alla traditio e quindi in ordine al patrimonio liturgico che è fondamentalmente in latino?
Con il 2013 la “Rivista Liturgica” (www.rivistaliturgica.it) entra nel 100° anno di vita. Nel suo lungo percorso ha sempre cercato di coniugare traditio e progressio nella forma che la stessa tradizione ci ha trasmesso. Conoscere i tesori della liturgia della Chiesa, anzi delle Chiese, è sempre stato motivo di studio e di approfondimento incoraggiando la conoscenza e lo studio delle fonti per comprendere meglio la ricchezza della liturgia odierna che mette a disposizione il meglio di ciò che le antiche fonti hanno trasmesso. Il fascicolo n. 6 del 2012 – che conclude il 99° anno di pubblicazioni – ha proprio i due termini nel titolo per ricordare il programma di un servizio ma soprattutto per evidenziare ciò che ha operato il Vaticano II.
Come può essere usato il messalino latino-italiano nelle Istituzioni formative o dal fedele che ha studiato il latino?
Per chi ha studiato il latino l’uso del messalino può costituire un’occasione per valorizzare il frutto di competenze acquisite nel confronto con tanti autori ma forse non con testi stupendi come sono quelli delle orazioni e dei prefazi per esempio.
Altrettanto utile il messalino può risultare per i giovani che si preparano al servizio ministeriale e che almeno una volta alla settimana partecipano ad una celebrazione in lingua latina (magari con le letture in lingua viva…). È in questo modo che si entra nei dinamismi di un linguaggio e in contatto con una terminologia il cui accostamento – in altro contesto da quello cultuale – permette di far vedere il rapporto che intercorre tra molti termini e la teologia liturgica che da essi rifluisce.
Ma l’edizione è anche un invito a saper valorizzare quelle parti dell’ordinario della Messa in lingua latina, costituite dal Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei… come pure le splendide sequenze (Victimae paschali, Veni sancte Spiritus, Lauda Sion…): testi legati al canto, spesso ben conosciuti, che possono ancora oggi essere eseguiti soprattutto come segno di comunione in contesti di fedeli con provenienza multiculturale, o per mantenere un esplicito rapporto con i tesori della Tradizione di Rito romano.
Per i cultori del latino questa è un’opportunità preziosa per cogliere e approfondire la ricchezza della teologia liturgica racchiusa nelle espressioni codificate nell’eucologia. La verifica della traduzione predisposta quasi trent’anni fa dalla CEI lascia intravedere le attese che saranno colmate quando apparirà la rinnovata edizione del Messale per la Chiesa in Italia.
Prospettive ulteriori quindi anche per l’Institutum Altioris Latinitatis?
L’Institutum ha una sua propria missio orientata a formare persone competenti nella conoscenza del latino e del greco. In questo orizzonte anche la latinitas liturgica come quella canonica ed ecclesiastica hanno il loro spazio per facilitare la conoscenza delle diverse modalità con cui il latino viene valorizzato oggi nella Chiesa.Preside, bisognava attendere 50 anni per vedere di nuovo un messalino latino-italiano?
L’occasione del 50° del Vaticano II costituisce una concomitanza interessante. La pubblicazione del messalino viene a coronare un’attesa e un’urgenza sentita da molte parti e Istituzioni. Ci voleva solo il coraggio di una Editrice e di un paziente redattore per mettere insieme 5519 pagine! Il materiale è tanto e, per quanto possibile, si è cercato di essere completi, in modo che a partire dal testo latino, posto sempre nella pagina di sinistra, il testo in lingua viva scorra accanto nella pagina di destra. Tutto questo facilita al massimo la risposta al motivo per cui uno intende usare questo strumento.
Come si presenta questo prezioso sussidio?
E dove è possibile trovarlo con facilità?
Le oltre 5 mila pagine sono distribuite in tre volumi, molto agili ed “economici”. Il primo racchiude tutto ciò che fa parte della liturgia domenicale e festiva. Il secondo e il terzo contengono tutti i testi per i giorni feriali e il santorale, così distribuiti: a) Avvento – Natale – Quaresima – Pasqua – Tempo ordinario 1-10 e santorale dicembre-giugno; b) Tempo ordinario 11-34, e santorale giugno-novembre.
Dopo una Presentazione in cui si dà il significato del sussidio e soprattutto se ne presenta il valore come risposta a numerose attese, il messalino festivo offre tutti i testi del Proprio del tempo, del Rito della Messa e delle solennità e feste. In questo modo il sussidio intende rispondere sia al bisogno per celebrazioni sia alla possibilità di verificare la ricchezza del linguaggio liturgico nella traduzione e nell’originale. Per completezza è riportata anche l’Appendice al Messale italiano. Opportuni Indici delle letture bibliche, dei salmi responsoriali e dei cantici completano l’opera.
L’opera completa in 3 volumi costituisce pertanto un unicum che può rispondere a varie attese. Al di là delle librerie cattoliche, diretto può essere il contatto con http://las.unisal.it sia per ulteriori informazioni che per l’acquisto on line.
Lei è anche Direttore della “Rivista Liturgica”. Quale interesse viene sottolineato dal periodico in ordine alla traditio e quindi in ordine al patrimonio liturgico che è fondamentalmente in latino?
Con il 2013 la “Rivista Liturgica” (www.rivistaliturgica.it) entra nel 100° anno di vita. Nel suo lungo percorso ha sempre cercato di coniugare traditio e progressio nella forma che la stessa tradizione ci ha trasmesso. Conoscere i tesori della liturgia della Chiesa, anzi delle Chiese, è sempre stato motivo di studio e di approfondimento incoraggiando la conoscenza e lo studio delle fonti per comprendere meglio la ricchezza della liturgia odierna che mette a disposizione il meglio di ciò che le antiche fonti hanno trasmesso. Il fascicolo n. 6 del 2012 – che conclude il 99° anno di pubblicazioni – ha proprio i due termini nel titolo per ricordare il programma di un servizio ma soprattutto per evidenziare ciò che ha operato il Vaticano II.
Come può essere usato il messalino latino-italiano nelle Istituzioni formative o dal fedele che ha studiato il latino?
Per chi ha studiato il latino l’uso del messalino può costituire un’occasione per valorizzare il frutto di competenze acquisite nel confronto con tanti autori ma forse non con testi stupendi come sono quelli delle orazioni e dei prefazi per esempio.
Altrettanto utile il messalino può risultare per i giovani che si preparano al servizio ministeriale e che almeno una volta alla settimana partecipano ad una celebrazione in lingua latina (magari con le letture in lingua viva…). È in questo modo che si entra nei dinamismi di un linguaggio e in contatto con una terminologia il cui accostamento – in altro contesto da quello cultuale – permette di far vedere il rapporto che intercorre tra molti termini e la teologia liturgica che da essi rifluisce.
Ma l’edizione è anche un invito a saper valorizzare quelle parti dell’ordinario della Messa in lingua latina, costituite dal Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei… come pure le splendide sequenze (Victimae paschali, Veni sancte Spiritus, Lauda Sion…): testi legati al canto, spesso ben conosciuti, che possono ancora oggi essere eseguiti soprattutto come segno di comunione in contesti di fedeli con provenienza multiculturale, o per mantenere un esplicito rapporto con i tesori della Tradizione di Rito romano.
Per i cultori del latino questa è un’opportunità preziosa per cogliere e approfondire la ricchezza della teologia liturgica racchiusa nelle espressioni codificate nell’eucologia. La verifica della traduzione predisposta quasi trent’anni fa dalla CEI lascia intravedere le attese che saranno colmate quando apparirà la rinnovata edizione del Messale per la Chiesa in Italia.
Prospettive ulteriori quindi anche per l’Institutum Altioris Latinitatis?
L’auspicio che ha spinto all’edizione del messalino si colloca in un contesto di attualità in cui il ritorno al latino sembra costituire un’attesa sollecitata da più parti. Il Pontificium Institutum Altioris Latinitatis, istituito da Paolo VI nel 1964, ha patrocinato quest’opera, sicuro di colmare un’attesa lunga quasi cinquant’anni. Ed è nella stessa prospettiva che sta curando edizioni di prestigio nelle sue due collane “Veterum et Coaevorum Sapientia” (in cui sono apparsi finora 7 volumi) e “Flumina ex Fontibus” che ospiterà vari volumi già a cominciare dal 2013.
La sfida dunque continua; noi l’abbiamo raccolta e cerchiamo di rispondervi!
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NOTE TECNICHE E DATI
NOTE TECNICHE E DATI
Tutti e tre i Messalini dal Sito della L.A.S. Stampa a 2 colori su carta tipo India Formato: cm 12 x 17,5 Rilegatura cartonata
1) NICOLOO' SUFFI (a cura di), Messale festivo latino-italiano - Domeniche e feste, ed. LAS 2012, pp. 1.824, € 32,00 Questo messale contiene tutti i testi ufficiali delle preghiere e delle letture della messa delle domeniche e delle solennità e feste del Signore in lingua latina e italiana. I testi latini e italiani sono collocati in pagine affiancate. Il testo è diviso secondo i tempi liturgici: Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua, Tempo Ordinario, Solennità e feste del Signore, che, quando cadono di domenica, tengono il posto della liturgia domenicale. Nella parte centrale riporta il rito della Messa con tutte le preghiere eucaristiche.
I testi italiani sono ricavati dalla seconda edizione del “Messale Romano” e dalla recente edizione del “Lezionario domenicale e festivo” promulgato dalla CEI. I testi eucologici latini sono presi dalla terza edizione tipica del “Missale Romanum”, mentre i testi delle letture sono ricavati dall’edizione tipica della “Nova Vulgata”, promulgata da Giovanni Paolo II.
Questo messale può essere usato quando la messa viene celebrata in lingua latina, ma può essere utile anche quando la messa è celebrata in italiano, sia per prepararsi alla celebrazione sia perché il confronto con i testi originali latini può a aiutare a comprendere meglio il pieno significato dottrinale della preghiera.
I testi italiani sono ricavati dalla seconda edizione del “Messale Romano” e dalla recente edizione del “Lezionario domenicale e festivo” promulgato dalla CEI. I testi eucologici latini sono presi dalla terza edizione tipica del “Missale Romanum”, mentre i testi delle letture sono ricavati dall’edizione tipica della “Nova Vulgata”, promulgata da Giovanni Paolo II.
Questo messale può essere usato quando la messa viene celebrata in lingua latina, ma può essere utile anche quando la messa è celebrata in italiano, sia per prepararsi alla celebrazione sia perché il confronto con i testi originali latini può a aiutare a comprendere meglio il pieno significato dottrinale della preghiera.
2) N. SUFFI (a cura di), Messale feriale latino-italiano I. Avvento, Natale, Quaresima, T.O. I - X Santorale dicembre-giugno; ed. L.A.S. 2012, pp. 1.902, € 32,00
Questo Primo volume contiene i testi delle ferie e del santorale dal mese di novembre (inizio dell’Avvento) al mese di giugno (10a settimana del Tempo Ordinario).
3) N. SUFFI (a cura di), Messale feriale latino-italiano II. Tempo ordinario XI - XXXIV, Santorale giugno-novembre; ed. L.A.S. 2012, pp. 1.792, € 32,00
Il Secondo volume contiene i testi delle ferie e del santorale dal mese di giugno (11a settimana del Tempo Ordinario) al mese di novembre (XXXIV settimana).
Ognuno dei due volumi contiene il Rito della Messa, il Comune dei Santi, le Messe per varie necessità, le Messe votive, le Messe dei defunti.
Questo Sussidio mette a disposizione dei sacerdoti e dei fedeli laici tutti i testi della Messa, utili per la preparazione e la partecipazione alle Messa oltre che per la meditazione personale. Inoltre, poiché la lex orandi, la lex credendi e la lex vivendi si influenzano a vicenda, il confronto tra i testi liturgici latini e quelli della traduzione italiana può aiutare a riflettere sul modo della comunità odierna di esprimere e di vivere la fede, di pregare la vita e di tradurre la preghiera nella vita.
Questo Sussidio mette a disposizione dei sacerdoti e dei fedeli laici tutti i testi della Messa, utili per la preparazione e la partecipazione alle Messa oltre che per la meditazione personale. Inoltre, poiché la lex orandi, la lex credendi e la lex vivendi si influenzano a vicenda, il confronto tra i testi liturgici latini e quelli della traduzione italiana può aiutare a riflettere sul modo della comunità odierna di esprimere e di vivere la fede, di pregare la vita e di tradurre la preghiera nella vita.
Secondo me quello che manca adesso è la Liturgia delle Ore Latino-Italiano.
RispondiEliminaOscar
Sapersi accontentare, mai eh?
RispondiEliminapiù che la nuova messa in latino avrei preferito la S.Messa in italiano
RispondiEliminaanche perche la grande differenza tra le due forme non sta nella lingua
anzi ritengo che la questione linguistica sia sempre stata una scusa
Sono d'accordo con l'anonimo delle 12,27: la differenza principale non è nella lingua,italiano o latino,ma nella teologia. Per gli uni la messa è il Sacrificio per altri un Pasto conviviale comunitario. Poi si fa tutto un fumo di significati e interpretazioni per tirare i la faccenda dalla propria parte,ma la sostanza per chi è onesto è quella detta.
EliminaMa una prefazione del Mago Sales no?
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=ooPjHBsknJ4
La cosa non riguarda noi tradizionalisti. Anche se in lingua latina e' sempre una messa modernista N.O. Sarebbe stato lodevole se avessero ristampato il Messale Romano del 1963, con l'unica S.Messa di sempre in latino.
RispondiEliminaAnch'io mi aggiungo alla schiera di coloro cui la cosa cale ben poco, anzi niente. Il N.O. M. ha problemi che non sono solamente quelli linguistico/terminologici. Certo la traduzione inelle lingue vernacole è ancora peggio, ma il problema è strutturale e teologico.
RispondiEliminaQuindi non vorrei che il nom in latino fosse solo un'illusione da gettare come fumo negli occhi, una astuta risposta al sincero desiderio di molti di riancorarsi alla roccia salda della Tradizione proponendo un masso di cartapesta. Molto meglio allora la Messa di sempre tradotta in italiano. Parafrasando quel che c'è scritto sulla copertina della Settimana Enigmistica si può senz'altro affermare:
"Messa di San Pio V: il Rito che vanta il maggior numero di imitazioni"
L.Moscardò
Bravo!
EliminaOppure può essere uno strumento per cominciare a riportare i fedeli ad una familiarità con il latino...per poi passo passo introdurli alla Messa di Sempre. Un prete sensibile al VO che avesse una parrocchia potrebbe, senza dover temere reprimende vescovili, incominciare con il NO con alcune parti in latino (massimamente il Canone Romano) implementando nel tempo l'uso dello stesso latino rendendolo familiare ai fedeli per poi, chissà, una volta fatta apprezzare la bellezza di una liturgia seria e fedele...reintrodurre la celebrazione secondo il VO. Ma forse è solo pia illusione...
EliminaSono Don Calin un sacerdote cattolico dalla Diocesi di Timisoara (Romania). Sono contentissimo di avermi procurato il Messale latino-italiano stampato dalla LAS. E un sussidio preziosissimo per i cultori del latino nella liturgia. Non e vero che la Messa del beato Papa Paolo VI sia una messa modernista. Completamente sbagliato. Anzi e molto di piu arrichita rispetto a quella di San Pio V. Pensiamo al lezionario ai prefazi e alle preghiere eucaristiche. Il peggio consiste nel tascurare il latino negli studii e nella celebrazione eucaristica. Io dico la Messa nuova in latino tutti i venerdi ad eccezione delle letture e della preghiera dei fedeli. La gente ha piacere di questo e partecipa molto bene. Raccomando di cuore questo messale.
RispondiEliminaHo letto con interesse solo oggi questo articolo perchè sto cercando un Messalino come questo. Ho una domanda. Questo Messalino contiene anche i commenti alle letture? Grazie per la gentile risposta. Mirella.
RispondiElimina