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lunedì 8 ottobre 2012

“ Senza il Vaticano II la Chiesa Cattolica sarebbe come il liceo classico, i matrimoni combinati, il maschilismo : un repertorio insterilito, un talento sepolto, un residuo in attesa che lo Spirito soffi sulle ossa” . Parola di Alberto Melloni. Vita Pastorale, ottobre 2012. Dedicato a tutti coloro che hanno scelto "l'inutile" Liceo Classico !

Il Professor Alberto Melloni ci ha abituati da tempo alla lettura dei suoi "vivaci" articoli contro la "normalizzazione ecclesiale", auspicata da Papa Benedetto XVI  fin dall’inizio del suo Pontificato per continuare, come un cavaliere solitario, nella  "sua" visione dell'evento conciliare  secondo gli stantii schemi di rottura rivoluzionaria generati dalla cosiddetta "scuola bolognese".
Questa volta il Professor Melloni, trascinato dall'entusiasmo per l'anniversario del "suo" concilio ( che è altra cosa rispetto il Sacrosanto Concilio Ecumenico Vaticano II ) ha superato se stesso e sull'ospitale rivista  Vita Pastorale del mese di Ottobre 2012 ha lanciato anche delle freccciatine al Papa, colpevole di aver “ sperimentato sulla sua pelle che le concessioni, generose o generosissime, fatte ai lefebvriani...”
Non si sa mai, vero Professore ?
Meglio prevenire che curare ...
Il Prof. Melloni ed i Redattori di Vita Pastorale hanno tanto paura che ,  finalmente ,  venga fornita l’ esatta intepretazione ecclesiale dei testi del Sacrosanto Concilio Vaticano II  nella logica dell'ermeneutica della continuità invocata dal Santo Padre ?
Essi non sanno che,  prima o poi , la Verità, ad opera dello Spirito Santo, trionferà sulla cancerogena demagogia del pernicioso e mondano "spirito del concilio" ?
A.C. 

"…come fanno da sempre le frange di ribellione tradizionalista, usano il venerando nome di tradizione per le loro nostalgie e mescolano i linguaggi in una babele conservatrice cieca e sorda.
Il Vaticano II è stato proprio un'altra cosa: la grazia, diceva Giovanni Paolo II; l'incontro col volto di Cristo, diceva papa Giovanni; la matrice da cui era nato un dono che Paolo VI chiamava lo "spirito del Concilio" non in opposizione alla lettera, ma per evitare che l'evento conciliare diventasse la palestra per un'infinita e sterile disputa che opponesse frammento a frammento, citazione a citazione, senza un quadro complessivo, 
Non a caso la riforma liturgica - ironia della sorte, l'unico documento della preparazione non bocciato dal Concilio - è il terreno dove questo scontro è più forte: perché non è chi non veda che il Messale di Paolo VI è quello che ha recuperato la grande tradizione, ha dato corpo alla actuosa participatio già sognata da Pio X e ha restituito all'eucaristia il compito di dire cosa, come e chi fa la Chiesa. 
Non per sprezzo verso il Messale tridentino, ma ben sapendo che quel rito nato nell'emergenza antiprotestante, rigido nella sua esecuzione tutt'altro che "sacrale", aveva uno scopo contingente e che quello scopo s'era esaurito da almeno due secoli. 
La supplica dei tradizionalisti 
È chiaro che per la generazione che ha pensato che il Concilio fosse un disastro e per quella che s'è allineata per comodo a questa lettura questa è l'ultima occasione: monsignor Gherardini, ad esempio, ha fatto una toccante "supplica" al Papa, catarifratta da tutti i siti tradizionalisti, sperando che Benedetto XVI desse del Vaticano II un'interpretazione "autentica", che alla fine accontenterebbe questi gruppi solo se dicesse che il Concilio era inutile, è stato dannoso e alla fin fine non è mai esistito, 
Che il dolore e la fatica con cui la Chiesa ha ripensato il suo rapporto con Israele o lo spazio della coscienza non valevano la candela, che lo slancio obbedienziale con il quale ha visto tornare la Scrittura dall'esilio è stato superfluo. 
Che la forma di vita comunitaria, che la messa disegna e ridisegna nelle parrocchie di tutto il mondo e che toglie al vescovo la polvere di un prefetto per restituirgli il posto di liturgo, non ha senso. 
Il Papa questa supplica non l'ha accolta: e ha sperimentato sulla sua pelle che le concessioni, generose o generosissime, fatte ai lefebvriani non hanno portato a nulla perché c'è sempre un' altra cosa che chiedono, martellando la tesi che chi è cambiato non sono stati loro, ma la Chiesa traditrice, quella degli antipapi sincretisti o peggio. 
Una caricatura di un cattolicesimo i cui problemi - il calo della qualità del clero e dei vescovi, l'atteggiamento proprietario dei movimenti,l'eclisse della penitenza, la difficoltà a vivere l'annuncio in una società pluralista, e via dicendo - non vengono dal Concilio: al contrario non sono diventati fatali grazie al Concilio. 
Perché senza il Vaticano II la Chiesa cattolica sarebbe come il liceo classico, i matrimoni combinati, il maschilismo: un reperto insterilito, un talento sepolto, un residuo in attesa che lo Spirito soffi sulle ossa. 
Per l'obbedienza di Giovanni XXIII lo Spirito ha soffiato e ha ridisegnato una Chiesa che cammina. 
Inciampa, cade, esita, ma cammina e non rimpiange le pignatte di carne della cristianità". 

Foto : 
- Pescara, Via del Concilio ( non sarebbe necessaria la specificazione di quale Concilio si tratta ? ... Nicea, Efeso,  Lateranense, Costantinopolitano, Lione ecc ecc  ... )
- Le pagine dell'articolo citato di Melloni su Vita Pastorale.







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