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sabato 11 agosto 2012

Terrore per un imprenditore ( cattolico) italiano in Arabia Saudita

Alcune settimane fa un imprenditore italiano (…) che si trovava a Ryad per affari è stato fermato per strada da due poliziotti. 
L’industriale, pur non rendendosene conto, aveva commesso un gravissimo reato. 
A causa di un colpo di vento, che gli aveva spostato la camicia, si era intravisto il piccolo Crocifisso della catenina che porta sempre. 
Le solerti guardie-giudici che stavano pattugliando quel tratto di strada subito accortisi del terribile reato hanno subito fermato il criminale afferrandogli la catenina. 
Senza che egli potesse reagire con incredibile velocità le guardie hanno gettato a terra e calpestato il Crocifisso.
Poi hanno riconsegnato la catenina al malfattore con l’obbligo di tenerla in tasca.
Raggiunta la toilette dell'hotel l’industriale ha  poi teneramente baciato il Crocifisso recitando una preghiera . 
Oggi, festa di Santa Chiara Vergine, quell’imprenditore assisterà assieme a tutta la sua famiglia alla Santa Messa Tridentina che, dopo tanti anni, sarà nuovamente celebrata in una  chiesa riaperta al culto grazie ai sempre più straordinari Francescani dell’Immacolata.
( A.C.) 
Foto : Il  miracolo di Santa Chiara che riesce a far fuggire i saraceni musulmani dalle porte del Monastero.
" Leggenda di Santa Chiara Vergine , indirizzata al Sommo Pontefice 
" Capitolo XIV "I prodigi della sua preghiera: e in primo luogo, i saraceni miracolosamente volti in fuga " 
Piace a questo punto raccontare i portenti delle sue orazioni, con altrettanta aderenza alla verità quanto sono degni di venerazione. 
In quel periodo travagliato che la Chiesa attraversò in diverse parti del mondo sotto l'impero di Federico, la valle Spoletana beveva più spesso delle altre il calice dell' ira. 
Erano stanziate lì, per ordine imperiale, schiere di soldati e nugoli di arcieri saraceni, fitti come api, per devastare gli accampamenti, per espugnare le città. 
E una volta, durante un assalto nemico contro Assisi, città particolare del Signore, e mentre ormai l'esercito si avvicina alle sue porte, i Saraceni, gente della peggiore specie, assetata di sangue cristiano e capace di ogni più inumana scelleratezza, irruppero nelle adiacenze di San Damiano, entro i confini del monastero, anzi fin dentro al chiostro stesso delle vergini. 
Si smarriscono per il terrore i cuori delle Donne, le voci si fanno tremanti per la paura e recano alla Madre i loro pianti. 
Ella, con impavido cuore, comanda che la conducano, malata com'è, alla porta e che la pongano di fronte ai nemici, preceduta dalla cassetta d'argento racchiusa nell'avorio, nella quale era custodito con somma devozione il Corpo del Santo dei Santi. 
E tutta prostrata in preghiera al Signore, nelle lacrime parlò al suo Cristo: «Ecco, o mio Signore, vuoi tu forse consegnare nelle mani di pagani le inermi tue serve, che ho allevato per il tuo amore? Proteggi, Signore, ti prego, queste tue serve, che io ora, da me sola, non posso salvare». 
Subito una voce, come di bimbo, risuonò alle sue orecchie dalla nuova arca di grazia: «Io vi custodirò sempre!». «Mio Signore - aggiunse - proteggi anche, se ti piace, questa città, che per tuo amore ci sostenta». 
E Cristo a lei: «Avrà da sostenere travagli, ma sarà difesa dalla mia protezione». 
Allora la vergine, sollevando il volto bagnato di lacrime, conforta le sorelle in pianto: «Vi dò garanzia, figlie, che nulla soffrirete di male; soltanto abbiate fede in Cristo!». 
Né vi fu ritardo: subito l'audacia di quei cani, rintuzzata, è presa da spavento; e, abbandonando in tutta fretta quei muri che avevano scalato, furono sgominati dalla forza di colei che pregava. 
E subito Chiara ammonisce quelle che avevano udito la voce di cui sopra ho parlato, dicendo loro severamente: «Guardatevi bene, in tutti i modi, dal manifestare a qualcuno quella voce finché io sono in vita, figlie carissime».

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