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domenica 13 maggio 2012

Mons. Fellay: non posso escludere una scissione nella Fraternità



Mons. Bernard Fellay (nella foto), Superiore generale della Fraternità San Pio X, nel corso di un’intervista al Catholic News Service, ripreso dal britannico Catholic Herald, fa il punto della situazione dei rapporti non solo con Roma, ma anche all’interno della Fraternità dove, come è ormai di pubblico dominio (e lo scambio di lettere tra lui e gli altri tre vescovi non è che conferma di quanto si sapeva da tempo) le resistenze ad ogni tipo di riconciliazione sono fortissime.


"Ci sono alcune divergenze nella Fraternità," ha riconosciuto mons. Fellay, aggiungendo perfino: "Non posso escludere che ci possa essere una scissione."

Ma il vescovo ha difeso la sua posizione in generale favorevole verso l’offerta del Vaticano, a dispetto delle obiezioni dei suoi confratelli.

"Penso che la mossa del Santo Padre – perché proviene davvero da lui – sia autentica. Non sembra esserci alcuna trappola" ha detto. "Per cui dobbiamo esaminarla con attenzione e se possibile andare avanti."

Ha avvertito, tuttavia, che le due parti ancora non sono arrivate a un accordo, e che sono ancora in sospeso garanzie non meglio specificate da parte del Vaticano. Le garanzie sono relative tra l’altro alle pratiche liturgiche e agli insegnamenti tradizionali della Fraternità, ha aggiunto.

"La cosa non è ancora definita" ha detto il vescovo. "Abbiamo bisogno di qualche ragionevole chiarimento che la struttura e le condizioni proposte siano praticabili. Non intendiamo commettere un suicidio su questo, ciò sia molto chiaro".

Mons. Fellay ha insistito sul fatto che l'impulso per una risoluzione proviene da Papa Benedetto XVI.

"Personalmente, avrei voluto aspettare ancora per qualche tempo per vedere le cose più chiaramente" ha detto, "ma ancora una volta sembra davvero che il Santo Padre voglia che accada ora."

Mons. Fellay ha parlato con apprezzamento di ciò che ha definito come gli sforzi del Papa per correggere deviazioni "progressiste" dalla dottrina cattolica e dalla tradizione fin dal Vaticano II. "Molto, molto delicatamente – il Papa cerca di non rompere le cose - ma cerca anche di effettuare alcune importanti correzioni," ha detto il vescovo.

"Anche se non è arrivato ad avallare l'interpretazione di Benedetto sul Vaticano II come essenzialmente in continuità con la tradizione della Chiesa – una posizione che molti nella FSSPX hanno contestato ad alta voce – mons. Fellay ha parlato di quell'idea in termini particolarmente simpatetici.

"Io spererei di sì" ha risposto alla domanda se il Vaticano II stesso appartiene alla tradizione cattolica.

"Il Papa dice che… il Concilio deve essere considerato all'interno della grande Tradizione della Chiesa, deve essere compreso in conformità con essa. Queste sono dichiarazioni su cui siamo pienamente d'accordo, totalmente, assolutamente", ha detto il vescovo. "Il problema potrebbe essere nell'applicazione, vale a dire: è ciò che accade realmente in coerenza o in armonia con la Tradizione?"

Insistendo che "noi non vogliamo essere aggressivi, non vogliamo essere provocatori", mons. Fellay ha detto che la FSSPX è servita come un "segno di contraddizione" durante un periodo di crescente influenza progressista nella Chiesa. Ha anche riconosciuto la possibilità che il gruppo continui a svolgere un tale ruolo anche dopo la riconciliazione con Roma.

"Alcuni ci danno il benvenuto ora, altri lo faranno in seguito, ed altri mai", ha detto. "Se vediamo alcune divergenze all'interno della Fraternità, sicuramente ce ne sono anche nella Chiesa cattolica."

"Ma non siamo soli" a lavorare per "difendere la Fede", ha detto il vescovo. "È il Papa stesso che lo fa. E’ il suo lavoro. E se noi siamo chiamati ad aiutare il Santo Padre in questo, così sia."

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