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domenica 18 marzo 2012

Qualcuno ha capito che cosa è Aquileia 2?

Monsignor Moraglia, patriarca eletto di Venezia (al centro), con i vescovi del Nordest

Un fantasma aleggia sul Nordest: si chiama Aquileia 2. Preti, diocesi, uffici diocesani ne parlano da un paio di anni. Ma, che cosa sia, nessuno l'ha ancora capito. Sappiamo solo che è stato approntato un articolato sito internet (aquileia2.it). Ci siamo addentrati ma siamo rimasti storditi dalla fumosità del linguaggio che sembra volere coprire l’evento, più che spiegarlo in modo chiaro. Andiamo sulle info. Si legge, nel sito, che «Dal 13 al 15 aprile 2012 avrà luogo ad Aquileia il secondo Convegno ecclesiale delle Chiese del Nordest, sul tema “In ascolto di ciò che lo Spirito dice alle Chiese del Nordest”». Sembra quindi una cosa importante. Due osservazioni però vengono da fare: perché lo Spirito non è Santo? E quante sono le Chiese e quali? 18? 127? La Chiesa non era Una (forse era tale solo negli oscurantisti anni del preconcilio)? Ah, saperlo…

Comunque leggiamo che per queste due giornate di convegno il “cammino” di preparazione dura da due anni! Sembrano tanti, ma va bene. Non capiamo ancora perché investire tutte queste energie per un convegno. Il motivo è forse che il convegno dovrà affrontare temi difficili. Cerchiamo di capire. Leggiamo allora motivi e obiettivi di questo famoso “Aquileia 2 - Il ritorno”. «Le Chiese del Nordest, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo, intendono, attraverso il Convegno Aquileia 2 chiedersi come annunciare Gesù Cristo oggi, nell’attuale contesto socio-culturale del territorio. Nello specifico, “Aquileia 2” è un “convegno sinodale”, attraverso il quale lo Spirito parla alle Chiese e le aiuta a crescere nella comunione e nella reciproca collaborazione. Si tratta di un momento che permette alle Chiese del Nordest di condividere le esperienze ecclesiali e pastorali in atto per un arricchimento reciproco; le aiuta a discernere con gli occhi della fede le profonde trasformazioni in atto e le nuove sfide emerse nel territorio negli ultimi vent’anni; le guida nell’individuazione di alcune scelte di fondo per un rinnovato impegno missionario e le sostiene nell’affrontare insieme alcune sfide che vanno oltre i confini delle singole Diocesi. Attraverso il Convegno le Chiese del Nordest vogliono: testimoniare, con il metodo della “narrazione”, il loro vissuto nel ventennio appena trascorso, riconoscendo in esso la presenza e l’azione dello Spirito; discernere e riconoscere ciò che lo Spirito dice loro attraverso le sfide, le difficoltà, le domande, i cambiamenti socio-culturali, i nuovi atteggiamenti religiosi e le espressioni di appartenenza ecclesiale; progettare modalità e iniziative pastorali da attivare; stabilire collaborazioni tra di esse per rinnovare l’annuncio di Cristo, la comunicazione del Vangelo e l’educazione della fede (profezia)».
Perché lo Spirito non viene definito Santo? Ah, saperlo…

Comunque le nostre idee sono sempre più confuse. Meglio affidare il documento a qualche studioso per decifrarlo. Abbiamo letto che si tratta di “testimoniare il vissuto”. Di “progettare modalità”. Di “stabilire collaborazioni”. Restiamo sempre confusi: le Chiese (quante sono? 15? 89? Ah, saperlo…) non collaborano già fra loro? Magari per collaborare potrebbero iniziare a telefonarsi o mandarsi qualche email. Quello che si capisce intanto è che non è un evento che riguarda la Chiesa cattolica, dal momento che il temine “cattolico” non lo si trova da nessuna parte (come mai? Ah, saperlo….). E' un evento che riguarda forse cattolici e protestanti più altre Chiese (quali? Ah, saperlo…). Boh, si capisce poco.

Dopo il Concilio la Chiesa – così si è detto – avrebbe iniziato a parlare al mondo. Noi che nel mondo ci viviamo non abbiamo capito nulla. Vengono in mente gli allarmi di San Pio X sul modernismo. Una osservazione interessante che venne fatta all’epoca (un secolo fa!) era che il modernismo sostituiva a un linguaggio preciso un linguaggio fumoso e inconcludente. Il sito di “Aquilea 2 – Il ritorno” ne è un esempio. Così come colpisce la quasi totale assenza del sovrannaturale. Le stesse parole Gesù Cristo e Dio sono centellinate. Perché? Ah saperlo…

Insomma, la lettura del sito Aquileia provoca sbadigli e un certo stordimento, ripetiamo, per questo linguaggio fumoso, sociologico, povero, confuso, burocratico, composto da quattro vocaboli generici, che ha paura di essere chiaro e che non vuole comunicare chiarezza. E’ l’ecclesialese di un clero invisibile che si è imposto dopo il Concilio Vaticano II: un linguaggio lontano anni luce dal mondo, un linguaggio che parla di presbiteri e mai di sacerdoti.

Ci arrendiamo. Stiamo per chiudere la finestra web per dedicarci a letture più interessanti quando cade l’occhio sul documento “Lettera dei Vescovi delle Chiese del Triveneto alle comunità cristiane”. Diamoci un’occhiata e scopriamo la summa del linguaggio neomodernista: «La rilettura della nostra storia e della nostra esperienza spirituale ha fatto emergere un mosaico di realtà che insieme compongono il cammino di Chiese “in ascolto dello Spirito Santo”».

Allora: le Chiese sono "in cammino", naturalmente, perché fermi non si può stare. In cammino verso dove? Ah saperlo…. Poi sono "in ascolto", naturalmente. Per completare la fiera delle banalità non possono mancare gli immancabili “discernimento” e “profeticamente”, due must del linguaggio in stile Comunità di Bose.
Insomma, il mistero rimane: ma che cosa è Aquileia 2? Ah, saperlo…
Federico

1 commento:

  1. Anch'io mi chiedevo perché Moraglia non indossasse la talare: possibile risposta, forse perché ancora non è ufficialmente entrato in carica?

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