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domenica 1 aprile 2012

Enzo Bianchi scrive a Messainlatino alcune precisazioni

Pubblichiamo molto volentieri la lettera che Enzo Bianchi ha scritto al nostro Direttore, in cui pur brevemente espone alcune precisazioni in merito a quanto scritto da Gnocchi e da Plamaro in un post di MiL mercoledì 28 marzo 2012 .
Bianchi esprime alcune dichiarazioni per amor di verità chiedendoci di pubblicarle, e noi, per amor di contraddittorio, lo facciamo volentieri.
Una sola nostra chiosa: alcuni punti della lettera di Enzo Bianchi in qualche modo potrebbero (e diciamo "potrebbero") rassicuraci perché fissano in maniera inequivocabile la posizione di Bianchi e della Comunità di Bose su alcuni punti fermi su cui noi cattolici non possiamo transigere. Ed è cosa buona. Ma ci sarà da fidarsi? Sono sincere ? Anni di scritti, di conferenze e di "catechesi" eterodossa farebbero dubitare!! Altrimenti Mons. Livi e Gnocchi&Palmaro non avrebbero certo scritto quel che scritto contro le ideologie "bosiane".
Ovviamente, pur apprezzando l'intento di Enzo Bianchi siamo e rimaniamo scettici e prudenti.
E ancora.
Pur apprezzando l'esplicita dichiarazione di rispetto al Papa, di obbedienza filiale all'Autorità Ecclesiastica e all'Ordinario del luogo da parte della Comunita (che ha ottenuto il riconoscimento canonico del Vescovo di Biella), diciamo, non senza tristezza, che il riconoscimento dello Statuto da parte di un Vescovo italiano, ahinoi, non basta
tout court, a garantire patente di "cattolicità" e di ortodossia. Questo non in riferimento al Vescovo in questione, ma in considerazione degli orientamenti generali dell'Episcopato Italiano.

Redazione MiL




"Bose, 29 marzo 2012

Egregio Direttore
Messainlatino.it
redazione@messainlatino.it





Egregio Direttore,
siccome ha ospitato lo scritto dei giornalisti Gnocchi e Palmaro, confido che ospiterà anche questa mia breve precisazione. Non intendo difendere me stesso, ma semplicemente dichiarare alcune cose per amore di verità.
a) La Comunità monastica di Bose è sempre stata sotto l’esplicita autorità di un Vescovo cattolico – dapprima i cardinali Michele Pellegrino e Anastasio Ballestrero poi l’Ordinario del luogo – e l’11 luglio 2001 ha ottenuto il formale riconoscimento canonico a firma del Vescovo di Biella, mons. Massimo Giustetti, che ne approvava Statuto e annessa regola di vita. Detto riconoscimento è stato confermato il 29 giugno 2010 da mons. Gabriele Mana, Vescovo di Biella, in occasione dell’approvazione di alcune modifiche statutarie. Il medesimo Vescovo ci conosce bene, ha affidato e affida incarichi e responsabilità diocesane a fratelli della Comunità, ci visita regolarmente e assicura l’oggettiva comunione cattolica nella quale viviamo.
b) Non è vero che esiste un dossier sul mio conto presso la Congregazione per la fede. Me lo ha confermato, già al tempo delle accuse di Gnocchi e Palmaro, l’allora segretario della Congregazione medesima, mons. Amato.
c) Non ho mai contrapposto la Chiesa istituzione a quella carismatica, perché la Chiesa è una e non esistono due Chiese parallele o, peggio ancora, in contrapposizione. Tutti conoscono la mia severa e netta posizione su questa concezione della Chiesa.
d) Non sono stato discepolo di don Giuseppe Dossetti, ma continuo a ritenerlo uno dei più grandi maestri di spiritualità cattolica e di vita santa in Italia.
e) Non ho alcun rapporto con la politica né con schieramenti politici perché ritengo che un monaco non possa e non debba entrare in campi di azione e impegno che spettano al laicato.
f) Quanto al mio ecumenismo o impegno per l’unità dei cristiani e nella Chiesa, faccio presente di aver sempre mantenuto vivo il dialogo e la fraternità anche con i cattolici tradizionalisti. Ne fa fede, per esempio, la mia amicizia con l’abate del Monastero benedettino di Barroux e l’invio presso quella comunità di monaci di Bose per fraterne soste spirituali. È una favola dovuta ad altri due giornalisti che io abbia criticato papa Benedetto XVI per il motu proprio Summorum Pontificum. Ho invece criticato chi della Messa, luogo di comunione, fa una bandiera e un segno ed elemento di divisione.

La prego anche di pubblicare la mia lettera aperta a mons. Livi che parimenti le allego.

Ringraziandola, confido che mi concederà queste precisazioni

fr. Enzo Bianchi
F.to Enzo Bianchi Priore di Bose"

1 commento:

  1. solo voi farisei potete pensare a bianchi come ad un "falso profeta bonario", solo voi vi comportate come se voleste dividere la chiesa di cristo.

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