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sabato 4 febbraio 2012

Ancora sul possibile 'no' della F.S.S.P.X alla S. Sede.

Lefebvriani, Fellay: "Diciamo no alla proposta del Vaticano"
di A. Speciale,
Vatican Insider del 03.02.2012


Il superiore dei lefebvriani, durante un'omelia tenuta in un seminario tradizionalista negli Stati Uniti, ha affermato che la congregazione non è obbligata a rispondere positivamente alla proposta della Santa Sede
Roma
Il superiore dei lefebvriani ha detto, durante un'omelia tenuta nel seminario tradizionalista San Tommaso d'Aquino a Winona, Minnesota, negli Stati Uniti, che la Società Sacerdotale San Pio X “è obbligata a dire no” alla proposta di riconciliazione arrivata dal Vaticano. L'omelia è stata pubblicata sul sito del seminario.
Monsignor Fellay spiega ai suoi confratelli che la Santa Sede “ha accettato tutte le nostre richieste” dal punto di vista organizzativo e pratico, migliorando l'offerta fatta il 14 settembre scorso, ma che rimane ancora una distanza profonda dal punto di vista dottrinale. La Pontificia Commissione Ecclesia Dei, incaricata dei rapporti con i gruppi tradizionalisti, secondo Fellay, chiede ai lefebvriani di accettare che “i punti controversi del Concilio (Vaticano II, ndr) – punti ambigui, su cui c'è contrasto – come l'ecumenismo e la libertà religiosa, devono essere letti in coerenza con la dottrina perpetua della Chiesa. Se quindi c'è qualcosa di ambiguo nel Concilio, dovete leggerlo come la Chiesa l'ha sempre insegnato nel corso della storia”.
Il problema, per il superiore lefebvriano, è che come esempio di continuità tra la dottrina tradizionale della Chiesa e gli insegnamenti del Concilio il Vaticano presenta proprio le questioni dell'ecumenismo e della libertà religiosa “così come vengono interpretati dal Catechismo della Chiesa cattolica, che sono esattamente i punti che noi rimproveriamo al Concilio”.
La risposta lefebvriana è già stata inviata a Roma ed è ora all'esame della Commissione Ecclesia Dei: “Ci stanno ancora riflettendo, il che vuol dire che probabilmente sono imbarazzati”, commenta il superiore tradizionalista. “Abbiamo detto loro molto chiaramente – conclude – se ci accettate così come siamo, senza cambiamenti, senza costringerci ad accettare queste cose, siamo pronte. Ma se volete farci accettare queste cose, allora non lo siamo”.
“Penso che non ci potrebbe essere più confusione di così”, commenta il leader tradizionalista, che ironizza sul fatto che le parole “tradizione” e “coerenza” abbiano un significato diverso per la gerarchia cattolica rispetto a quello loro attribuito da lefebvriani. “E' per questo – tira le somme Fellay – che siamo obbligati a dire che non firmeremo. Siamo d'accordo sul principio ma vediamo che le conclusioni sono opposte”.
In assenza di commenti del Vaticano, dall'Austria, intanto, la agenzia stampa "Katholische Presseagentur" sostiene che "il Vaticano nelle prossime settimane darà una nuova risposta agli ultra-tradizionalisti", ma è poco chiaro se questa risposta conterrà una decisione definitiva o non piuttosto la richiesta di un ulteriore approfondimento.

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