Fra le meraviglie che Roma offre ci sono anche le cosiddette "statue parlanti" che, con grande senso dell'umorismo, raccontano ai cittadini e ai forestieri le storie dei potenti .
Particolarmente familiare è il buon Babuino che da secoli fustiga amministratori, politici o prelati, con insuperata satira a cui si sono ispirati poeti e attori.
Il signor Babuino nei giorni scorsi ha voluto regalare una "pasquinata" rigorosamente scritta in lingua latina.
A chi, stupito, ha chiesto spiegazioni sul perchè il celebre oracolo avesse abbondonato il simpatico "romanesco", il Babuino ha risposto che si era ispirato a quanto aveva analogamente fatto, di recente, uno dei Prelati più noti d'Italia : il teologo S.E. Mons. Bruno Forte.
Sentiamo cosa racconta in questi giorni " le terrible" Bubuino :
"Dicitur che un sacerdote della diocesi di Chieti-Vasto abbia chiesto all'Ordinario Forte (pur senza esser tenuto a farlo), di poter iniziare a celebrare nella forma straordinaria, secondo tutte le indicazioni di prudente discermento del Summorum Pontificum.
Per tutta risposta, il dotto Presule ha risposto totalmente in latino al malcapitato sacerdote, e al termine dello sproloquio, lo ha invitato a tradurre.
Il Sacerdote, penosamente umiliato, non è riuscito a ribattere doverosamente, sottolineando come non sia necessario saper tradurre il latino parlato per celebrare il Santo Sacrificio, ma semplicemente comprendere quanto affermato dalla Liturgia.
In tal modo è stata ancora archiviata sine die la possibilità di celebrare la messa di sempre nell'arcidiocesi del Vescovo Forte, il quale tuttavia, preso da una grande smania di "visibilità romana", si è, come suo solito, auto-organizzato l'inaugurazione dell'Anno Accademico dell'Università Europea di Roma - Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, il prossimo 15 novembre, in cambio di una inutile presunta "protezione" dei Legionari. Non soddisfatto continua a fare pressioni sulla Cattolica di Roma - Policlinico Gemelli e sull'inerme Assistente ecclesiastico, Mons. Lanza, perchè gli si organizzi un "grande evento culturale" (ipsissima verba) per far ascoltare la sua Forte voce agli alunni ed ai docenti dell'Ateneo.
La superbia è il principale vizio, peggiore, molto peggiore, di tanti altri... Il medesimo vizio che, in tanto di lapide marmorea davanti alla Cattedrale di Chieti, fa definire dal Forte, il grande San Giustino "mio predecessore"!
Si consulti ciò che fece scrivere il Card. Colombo, "umile successore" di Sant'Ambrogio, nel rinvenuto battistero del IV secolo, sotto il Duomo di Milano". (A.C.)
Particolarmente familiare è il buon Babuino che da secoli fustiga amministratori, politici o prelati, con insuperata satira a cui si sono ispirati poeti e attori.
Il signor Babuino nei giorni scorsi ha voluto regalare una "pasquinata" rigorosamente scritta in lingua latina.
A chi, stupito, ha chiesto spiegazioni sul perchè il celebre oracolo avesse abbondonato il simpatico "romanesco", il Babuino ha risposto che si era ispirato a quanto aveva analogamente fatto, di recente, uno dei Prelati più noti d'Italia : il teologo S.E. Mons. Bruno Forte.
Sentiamo cosa racconta in questi giorni " le terrible" Bubuino :
"Dicitur che un sacerdote della diocesi di Chieti-Vasto abbia chiesto all'Ordinario Forte (pur senza esser tenuto a farlo), di poter iniziare a celebrare nella forma straordinaria, secondo tutte le indicazioni di prudente discermento del Summorum Pontificum.
Per tutta risposta, il dotto Presule ha risposto totalmente in latino al malcapitato sacerdote, e al termine dello sproloquio, lo ha invitato a tradurre.
Il Sacerdote, penosamente umiliato, non è riuscito a ribattere doverosamente, sottolineando come non sia necessario saper tradurre il latino parlato per celebrare il Santo Sacrificio, ma semplicemente comprendere quanto affermato dalla Liturgia.
In tal modo è stata ancora archiviata sine die la possibilità di celebrare la messa di sempre nell'arcidiocesi del Vescovo Forte, il quale tuttavia, preso da una grande smania di "visibilità romana", si è, come suo solito, auto-organizzato l'inaugurazione dell'Anno Accademico dell'Università Europea di Roma - Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, il prossimo 15 novembre, in cambio di una inutile presunta "protezione" dei Legionari. Non soddisfatto continua a fare pressioni sulla Cattolica di Roma - Policlinico Gemelli e sull'inerme Assistente ecclesiastico, Mons. Lanza, perchè gli si organizzi un "grande evento culturale" (ipsissima verba) per far ascoltare la sua Forte voce agli alunni ed ai docenti dell'Ateneo.
La superbia è il principale vizio, peggiore, molto peggiore, di tanti altri... Il medesimo vizio che, in tanto di lapide marmorea davanti alla Cattedrale di Chieti, fa definire dal Forte, il grande San Giustino "mio predecessore"!
Si consulti ciò che fece scrivere il Card. Colombo, "umile successore" di Sant'Ambrogio, nel rinvenuto battistero del IV secolo, sotto il Duomo di Milano". (A.C.)
Al danno pure la beffa. Il "caritatevole" Forte si è chiesto il perchè il povero sacerdote non sapesse il latino? Sarà forse per colpa di chi lo ha tolto dai seminari, bandito assieme all'insewgnamento della liturgia? Ha pure il coraggio poi di beffarsi della sua vittima.
RispondiEliminaChi troppo Forte va, cade sovente,
RispondiEliminaFortissimevolissimevolmente.
p.s. e si rompe il naso!
Purtroppo questo vescovo (?) non cadrà. Pur esprimendo tesi veramente eterodosse gode di grandi protezioni a Roma. Per lui non ci sono preamboli da accettare. Basta dire di essere con il concilio e si può fare di tutto. Ed il papa che fa? e la congregazione per i vescovi dorme? In quanto eterodosso il fortepensiero avanza nella chiesa come una metastasi e non vi è chirurgo che voglia praticare una cura radicale. Anche in questo caso che specchio di carità ed ubbidienza al successore di Pietro! Con vescovi simili che peso ha la Summorum Pontificum? E l'Ecclesia dei tace?
RispondiElimina...o le corna!
RispondiEliminama si può avere il testo latino della pasquinata?
RispondiEliminaSi consulti ciò che fece scrivere il Card. Colombo, "umile successore" di Sant'Ambrogio, nel rinvenuto battistero del IV secolo, sotto il Duomo di Milano".
RispondiEliminaCosa fece scrivere?
Ad onor del vero, questo sacerdote ha fatto malissimo a chiedere un permesso non necessario, soprattutto considerando la natura del prelato in questione.
RispondiEliminaabbiamo il Summorum Pontificum e l'Universae Ecclesiae che ci assicurano che la scelta di celebrare nel rito antico spetta solo al singolo sacerdote e che l'ordinario non ha diritto di priobire tale celebrazione.
In questo caso il sacerdote avrebbe potuto celebrare tranquillamente come gli pareva, e se Sua Eccellenza avesse avuto qualcosa da ridire avrebbe dovuto farlo a fatto compiuto. Quando va di mezzo la Salute eterna della Anime, a parer mio è sempre meglio chiedere il perdono che il permesso.
Anche se sono dispiaciuto per come S.E. ha trattato il povero sacerdote, sono totalmente d'accordo con te: per il bene delle anime avrebbe dovuto celebrare la Santa Messa senza chiedere alcun permesso, perché si sa che quelli come Mons. Forte (e purtroppo ce ne sono molti...) impongono l'obbedienza ai loro sacerdoti per quello che fa a loro comodo, ma se ne infischiano dell'obbedienza quando riguarda loro...
RispondiEliminaForse non tutti sanno che il famoso pseudo teologo ex sacerdote Vito Mancuso è stato ordinato a suo tempo dal Card. Carlo Maria Martini e poi fu mandato dallo stesso a Napoli a vivere insieme nel "cenacolo sacerdotale" presieduto dall'allora don Bruno Forte che gli avrebbe mostrato come essere sacerdote nel nostro tempo......
RispondiEliminaQuesti i frutti della Quercia "Forte": tante ghiande buone per i porci dal nome Vito Macuso......
Che si ravvedano in tempo l'albero e i suoi frutti, prima che il Celeste Padrone della Vigna decida di tagliare e bruciare .......
E' quello che faccio io da tempo (celebrare la Messa di sempre) senza chiedere il permesso a nessuno e mi sono "sempre" trovato bene.
RispondiEliminaCari confratelli non statevi a complicare inutilmente la vita: celebrate e basta!
Chi pecora si fa il Lupo se lo magna.
Scusate adesso devo andare a dir Messa (naturalmente quella di San Pio V).
Comunque la maggioranza dei preti, che vogliono celebrare in latino, non sanno il latino, è gravissimo; è una sorta di arma a doppio taglio il latino, e , per il motu proprio, l'idoneità c'è se vi è la comprensione dei testi del messale che manca del tutto in analfabeti che si mettono i pizzi.I sacerdoti ignorano persino i casi, fanno pena, ma per favore, Forte ha fatto benssimo a mettere in ridicolo questo narcisismo.
RispondiEliminagrave errore del gruppo abruzzese che ha tirato fuori questa cosa, immagino che se la segneranno a scanso di equivoci pure gli altri vescovi.....uno, anzi due in particolare.
RispondiEliminaQuindi In tutta la diocesi nessun prete che comprenda il latino e voglia avvalersi del M.P. ?
RispondiEliminaDifficile da credere, rimarrebbe da dire solo poveretta questa diocesi.
Ma è vero questo episodio della risposta in latino?
RispondiEliminaUna beffa di squallidissimo gusto... (e oltre a tutto illegittima, perchè quel sacerdote era nel suo pieno diritto, e ha fatto già più del dovuto a chiedere cortesemente il permesso)
Mi sembra una cosa talmente pietosa e grottesca che quasi non riesco a crederci.
Non occorre parlare fluentemente il latino. E' suffficiente conoscerne quanto basta per comprendere perfettamente ogni parola contenuta nel Messale o quanto necessario per amministrare gli altri Sacramenti.
RispondiEliminaBen vengano gli "analfabeti" che si propongono di celebrare nuovamente la S.Messa anziché i "dotti" che di cosa essa rappresenti hanno obliato (se non rinnegato) o stravolto il significato.
ma per favore!! chi telo fa fare di parlare una lingua che non capisci?fai soltando delle figure...e prendi in giro i fedeli se vuoi dire messa con gli stereotipi di formule ncomprese. il valore antico del messaggio evangelica non sta nel latino nell'aramaico e nell'ebraico ma nel senso della lettera.
EliminaBeh, via, possiede un certo humor... comunque dopotutto anche il sacerdote non ha fatto proprio una figura splendente... gli farebbe molto onore ripetere la domanda dopo un bel ripasso!
RispondiEliminaIl sacerdote, che certamente avrà già studiato quanto basta per comprendere ogni singola parola del Messale (e questo basta), non è tenuto a ripetere nessuna domanda. E' già autorizzato dal Papa.
RispondiEliminaSarebbe assai interessante sapere chi e quale Vescovo abbia curato la candidatura la promozione e la relazione che è stata presentata Congregazione dei Vescovi per la sua elezione. Queste "cordate acattoliche" devono essere conosciute per poterle denunciare al Santo Padre che ha diritto di sapere chi è che gli marcia contro. Ubi Petrus.....
RispondiEliminaMolto semplice: basta entrare in Chiesa e incominciare la recita della Santa Messa con queste semplici parole: Introibo ad Altare Dei.
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