sul significato della Preparazione alla Festa patronale della Beata Vergine Maria, regina del S. Rosario (a Trieste), inviatoci da un nostro lettore.
La suggestiva sequela dei riti che ci viene proposta per solennizzare la festa della celeste Patronessa di questa chiesa parrocchiale e Cappella Civica di Trieste, la B. Vergine del Rosario, è caratterizzata da una simbologia dall'alto significato teologico e nel contempo catechetico che ci aiuta a comprendere per poi apprezzare autenticamente le azioni liturgiche che siamo invitati a compiere.
Nel corso del triduo di predicazione, i fedeli si radunano attorno al pulpito, animati dal desiderio di accrescere la conoscenza e la fede nella Madre di Dio, alla luce della guida della Sacra Scrittura e della santa Tradizione della Chiesa.
Per tre giorni, alla lode delle sue virtù il popolo affianca l'invocazione corale della sua intercessione – la Vergine quale Mediatrice della Grazia divina – attraverso il canto dell'inno e dell'antifona, le cui parole riecheggeranno frequentemente in tutto il periodo della festa.
La Benedizione Eucaristica, che corona il momento triduano, sta quindi a rappresentare la discesa della pienezza della grazia d'intercessione, ottenuta "per Mariam", per mezzo della Quale il Verbo si è fatto carne venendo ad abitare in mezzo a noi (Gv. 1, 14).
La traslazione della Reliquia della Madonna dalla Cappellina dove si venera la miracolosa effigie mariana alla chiesa parrocchiale, simboleggia la solennizzazione della costante presenza della Vergine.
Essa si realizza non già con il pellegrinaggio dei devoti verso il Suo santuario, bensì mediante la ricezione della Presenza mistica – assicurata, per l'appunto, dalla Reliquia – di modo che sia Ella stessa, in questo breve percorso, a visitare i Suoi devoti per scendere in mezzo a loro ed accoglierne le suppliche, corrispondendo a quel titolo sublime di Madre della Chiesa ed Ausilio dei Cristiani.
A tale visita, i fedeli rispondono nuovamente con il canto dell'inno e dell'antifona, così come nell'antichità i versetti dei Salmi adornavano i pellegrinaggi delle anime pie sulle tombe dei Martiri o sui luoghi di miracoli ed apparizioni.
Di seguito, avremo la celebrazione del Sacrificio eucaristico; la storia ci rimanda all'antichissima tradizione di celebrare i divini misteri sulla tomba dei Santi Martiri, dov'era più forte la loro presenza di testimoni della Passione di Cristo.
La S. Messa ripropone l'evento centrale del Calvario, dove Gesù offrì al Padre la vita per la redenzione dell'umanità, sotto lo sguardo compassionevole di sua Madre: la Sua Passione diviene gloria della Risurrezione, fonte inesauribile di Grazia e di vita nuova offerta alla portata di ciascuno di noi.
Si comprende, infine, il senso della processione con l'icona della Madonna tra le strade della nostra parrocchia, a significare la proclamazione e lo spargimento concreto di questa Grazia che da sola è la fonte e la base del rinnovamento delle nostre menti e dei nostri cuori.
Accorrete dunque numerosi per proseguire fortificati il comune cammino, assieme a Maria, verso il Signore, "conversi ad Dominum Deum Patrem Omnipotentem" (S. Agostino, Sermone 183.mo).
(sulla base delle indicazioni fornite del rev.mo mons. Giuseppe Farrugia, arciprete emerito della Basilica di s. Giorgio, Victoria, Gozo – Malta)
La suggestiva sequela dei riti che ci viene proposta per solennizzare la festa della celeste Patronessa di questa chiesa parrocchiale e Cappella Civica di Trieste, la B. Vergine del Rosario, è caratterizzata da una simbologia dall'alto significato teologico e nel contempo catechetico che ci aiuta a comprendere per poi apprezzare autenticamente le azioni liturgiche che siamo invitati a compiere.
Nel corso del triduo di predicazione, i fedeli si radunano attorno al pulpito, animati dal desiderio di accrescere la conoscenza e la fede nella Madre di Dio, alla luce della guida della Sacra Scrittura e della santa Tradizione della Chiesa.
Per tre giorni, alla lode delle sue virtù il popolo affianca l'invocazione corale della sua intercessione – la Vergine quale Mediatrice della Grazia divina – attraverso il canto dell'inno e dell'antifona, le cui parole riecheggeranno frequentemente in tutto il periodo della festa.
La Benedizione Eucaristica, che corona il momento triduano, sta quindi a rappresentare la discesa della pienezza della grazia d'intercessione, ottenuta "per Mariam", per mezzo della Quale il Verbo si è fatto carne venendo ad abitare in mezzo a noi (Gv. 1, 14).
La traslazione della Reliquia della Madonna dalla Cappellina dove si venera la miracolosa effigie mariana alla chiesa parrocchiale, simboleggia la solennizzazione della costante presenza della Vergine.
Essa si realizza non già con il pellegrinaggio dei devoti verso il Suo santuario, bensì mediante la ricezione della Presenza mistica – assicurata, per l'appunto, dalla Reliquia – di modo che sia Ella stessa, in questo breve percorso, a visitare i Suoi devoti per scendere in mezzo a loro ed accoglierne le suppliche, corrispondendo a quel titolo sublime di Madre della Chiesa ed Ausilio dei Cristiani.
A tale visita, i fedeli rispondono nuovamente con il canto dell'inno e dell'antifona, così come nell'antichità i versetti dei Salmi adornavano i pellegrinaggi delle anime pie sulle tombe dei Martiri o sui luoghi di miracoli ed apparizioni.
Di seguito, avremo la celebrazione del Sacrificio eucaristico; la storia ci rimanda all'antichissima tradizione di celebrare i divini misteri sulla tomba dei Santi Martiri, dov'era più forte la loro presenza di testimoni della Passione di Cristo.
La S. Messa ripropone l'evento centrale del Calvario, dove Gesù offrì al Padre la vita per la redenzione dell'umanità, sotto lo sguardo compassionevole di sua Madre: la Sua Passione diviene gloria della Risurrezione, fonte inesauribile di Grazia e di vita nuova offerta alla portata di ciascuno di noi.
Si comprende, infine, il senso della processione con l'icona della Madonna tra le strade della nostra parrocchia, a significare la proclamazione e lo spargimento concreto di questa Grazia che da sola è la fonte e la base del rinnovamento delle nostre menti e dei nostri cuori.
Accorrete dunque numerosi per proseguire fortificati il comune cammino, assieme a Maria, verso il Signore, "conversi ad Dominum Deum Patrem Omnipotentem" (S. Agostino, Sermone 183.mo).
(sulla base delle indicazioni fornite del rev.mo mons. Giuseppe Farrugia, arciprete emerito della Basilica di s. Giorgio, Victoria, Gozo – Malta)
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