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mercoledì 19 ottobre 2011

Nell’Evo confusionale un libro che fa chiarezza

Qui si veda la recensione di Cristina Siccardi
Da sinistra: padre Serafino Lanzetta, Pucci Cipriani, Mario Palmaro, Paolo Deotto


La prima presentazione del libro di Gnocchi-Palmaro La Bella addormentata. Perché dopo il Vaticano II la Chiesa è entrata in crisi. Perché si risveglierà (Vallecchi) ha destato un vivissimo interesse fra le persone convenute sabato 15 ottobre nella meravigliosa e antica chiesa di Ognissanti retta dai Francescani dell’Immacolata di Firenze, dove è stata celebrata, prima della conferenza, la Santa Messa in rito tridentino officiata da padre Serafino Lanzetta.

Erano presenti, al tavolo dei relatori, lo stesso Padre Lanzetta, il professor Pucci Cipriani, il professor Mario Palmaro e il dottor Paolo Deotto, direttore di Riscossa Cristiana. Questo incontro è stata la risposta più bella all’articolo che Alberto Melloni aveva scritto sul «Corriere fiorentino» il giorno precedente, giornale che ha dedicato, nel giorno dell’incontro, un’intera pagina all’evento. L’esponente della Scuola di Bologna, che ha fatto del Concilio Vaticano II un mito intoccabile, nel suo pezzo ha usato toni insolenti e sgarbati nei confronti di chi sostiene che la Chiesa ha subito un trauma con il suo XXI Concilio. La medicina ci insegna che dai traumi si riesce spesso a guarire soltanto scoprendo le cause che li hanno generati... Foderarsi gli occhi, oppure accanirsi nel ripetere che il Concilio non è il problema, ma semmai i problemi sono sorti perché gli indirizzi conciliari non sono stati eseguiti sufficientemente (i progressisti) oppure perché ci sono state cattive interpretazioni di essi (i neoconservatori) non è certo un buon servizio alla Chiesa.

Melloni considera i cattolici che amano tutta la Chiesa, dunque la sua Tradizione, come dei nostalgici che «fanno tenerezza». Gli fanno pena e li compatisce come dei frustrati che attendono una rivincita: «attendono una riscossa anziché comprendere la loro posizione per quello che è: un movimento che chiama tradizione e abitudini della propria giovinezza», eppure la Chiesa di Ognissanti era ricca di giovani e di studenti, così come questi stessi giovani si interessano alla Tradizione della Chiesa attraverso le idee che liberamente circolano su Internet. Non si tratta affatto di nostalgici. L’anagrafe, d’altra parte parla da sola: Melloni non sa che in questi convegni e nelle sante Messe tridentine gli anziani sono sempre la percentuale più ristretta. In realtà tutti questi cattolici vogliono capire cosa è realmente accaduto il quel Concilio Vaticano II che tanti problemi ha creato.

Nessuno, privo di malafede, può affermare che la Chiesa abbia tratto giovamento dalle decisioni pastorali del Vaticano II. Nessuno può dire che siano aumentate le vocazioni, che sia accresciuto lo zelo, che si siano ampliate la Fede, la Speranza, la Carità, che ci sia una buona preparazione catechistica nei bambini e nei ragazzi, che la pratica religiosa sia aumentata, che le famiglie abbiamo tratto giovamento, che le leggi dei Paesi occidentali siano rispettose della vita fin dal suo concepimento, che l’evangelizzazione, comandata da Gesù Cristo ai suoi Apostoli, abbia assimilato nuova e vitale linfa… Niente di tutto questo. Allora, veramente, come disse Ralph McInerny, nel Vaticano II qualcosa è andato storto, ma non è andato storto perché, come sostenne lo studioso americano, i documenti non sono stati recepiti correttamente e la loro interpretazione è stata falsificata, ma perché il Concilio, seguendo la cultura del tempo, si è voluta disfare, ha detto padre Serafino Lanzetta, del principio della Croce e del sacrificio, sostenendo una tesi eterodossa «in nome della pastoralità. Ciò ha originato l’equivocità e, dunque, il Concilio si è sottoposto, per la sua stessa natura, a molteplici interpretazioni. Molti, come risulta dall’analisi di Melloni, hanno pensato che la dottrina debba adattarsi ai tempi e non viceversa. Hans Küng sostiene nel suo libro Salviamo la Chiesa che la Chiesa è in crisi non per mancanza di Fede e di predicazione corretta, ma deriva da un problema di carattere politico all’interno della Curia romana, quindi dalla teologia romana, della teologia metafisica. Küng, come Alberigo e Melloni, sostengono che il Vaticano II voleva recuperare la Chiesa del primo millennio, considerandolo come un periodo ottimale in quanto la Chiesa era unita e compatta: Occidente, Oriente insieme, senza scismi, senza Protestantesimo. Ma come è possibile, nella Chiesa non considerare il secondo millennio? Ben venga, allora, l’analisi divulgativa di Gnocchi e Palmaro che chiarisce molti punti, generando, però, in taluni, turbamento, irritazione, nervosismo» e, senza argomentazioni serie, cercano di screditare con irriverenza coloro che considerano “nemici”.

Padre Lanzetta, che apprezza di questo libro il piacevolissimo italiano, ha ricordato, come hanno ben sottolineano Gnocchi e Palmaro nel loro volume, l’incidenza formidabile dei media sul mito del Vaticano II e ciò è derivato da una filosofia di matrice kantiana: la cosa c’è se appare. L’«Avvenire d’Italia», nel periodo del Concilio, riportava la cronaca delle assemblee conciliari: le realtà sacre venivano messe in piazza in una sorta di mentalità “democratica” che appagava i bisogni liberali della cultura dell’epoca. E tali cronache riportavano ciò che appariva “nuovo” e “rivoluzionario” e non l’essenza della Fede. Emblematico risulta il fatto che l’arcivescovo brasiliano Hélder Pessoa Câmara (noto come Dom Hélder, 1909-1999) preferisse tenere delle conferenze stampa, piuttosto che parlare in Concilio, poiché lo riteneva, giustamente, più efficace, in quanto i Padri Conciliari si lasciavano maggiormente influenzare da quanto appariva sui mezzi di comunicazione di massa, piuttosto che da quanto ascoltato nell’Assise.

«Il libro di Gnocchi e Palmaro», ha affermato padre Lanzetta, «non è un un’inquisizione, un processo a Galileo, ma semplicemente un’analisi dei fatti, è prendere coscienza di un problema reale. Occorre prendere coscienza che il Concilio non è il tutto, non è il discrimine. La Fede cattolica non si origina in un Concilio». La Fede non dipende dall’adesione al Concilio Vaticano II, perché esso non è dogma di Fede. La bella addormentata aiuta a rendersi conto di un problema che non può più essere trascurato. Paolo Deotto ha poi dichiarato di essere stato soddisfatto nel leggere il libro di Gnocchi-Palmaro, perché da molto tempo riceve, in maniera incalzante, posta dai lettori di Riscossa Cristiana nella quale si evince il desiderio di comprendere i punti controversi del Concilio e «il desiderio di avere una Chiesa vicina e autorevole» che non si confonde con le altre realtà terrene dalla consistenza liquida o gassosa. Il fedele della prima ora conciliare rimaneva sgomento di fronte ai nuovi accadimenti ecclesiastici: preti operai, preti sindacalisti, preti sociologi, preti politicanti, preti guerriglieri… quando invece, ieri come oggi, come sempre, abbiamo necessità di preti che facciano i preti, «ne abbiamo bisogno» ha affermato Deotto, «come dell’aria che respiriamo».

La comunicazione dell’epoca si è appropriata della tematica religiosa: il Concilio Vaticano II era una grande novità e giornali e Tv hanno messo sotto i riflettori una Chiesa che, attraverso alcuni teologi e alcuni pastori, voleva emanciparsi e stare nei salotti buoni della società. «La Chiesa voleva stare al passo con i tempi», senza più inimicarsi nessuno volle piacere a tutti per essere amica di tutti, non guardando più ad errori ed eresie, ma soltanto alle cose che uniscono e non dividono, «ben lontano da un sant’Atanasio che rimase saldo nella Fede Cattolica e nel Dio incarnato con tutte le conseguenze che questo Credo comporta».

L’intervento del Professor Palmaro è stato poi pregnante di significato. Ha ricordato, innanzitutto, di essere nato nel 1968 e di quegli anni ricorda, in particolare, una parola che veniva sempre pronunciata e praticata: «dibattito», continuamente invocato e reclamato. Da allora si fanno dibattiti su tutto e su tutti. «Tuttavia oggi c’è qualcuno che non vuole più i dibattiti benché li abbia tanto sostenuti. Da qui nasce l’intolleranza, la quale nasconde una grande debolezza: non guardare in faccia la realtà. Ecco, allora, l’età del paradosso: dove, io e Gnocchi abbiamo potuto esprimere il nostro pensiero cattolico? Su giornali laici e in particolare su “Il Foglio” di Giuliano Ferrara. Qui abbiamo potuto dare spazio ad un’ermeneutica di fatti cattolici. Siamo dentro a quello che, molto probabilmente, gli storici del futuro definiranno l’ “Evo confusionale”. Ci accusano di far ricadere tutte le colpe sul Vaticano II e che cerchiamo tutte le cause dei mali in questo preciso Concilio. Non è vero, perché diciamo che molti problemi dottrinali precedettero il Vaticano II, come ben rileva il professor Roberto de Mattei. Difatti ai miei studenti faccio leggere l’enciclica di san Pio X, la Pascendi Dominici Gregis, dove sono evidenziati e condannati gli errori dei modernisti. Essa ha un carattere definitorio e giuridico e vi è presente una metafisica solida, dove la teologia è accompagnata da un sano pragmatismo che non lascia spazi all’immaginazione o alle fantasie utopiche.

Il cattolico è chiamato a reagire: non può salvaguardare ciò che la Chiesa ha sempre rinnegato. Eppure Melloni e certi conservatori non vogliono che si parli. La loro accusa è forte, usano le armi della scomunica oppure ci considerano dei poveri marinai che discutono in osteria. Altro paradosso: non si può dire più a nessuno che è un eretico, ma nei confronti dei cattolici che instaurano un “dibattito” serio allora si dice che sono degli eretici…».

Siamo di fronte al paradosso di Epimenide, il quale asserì «Tutti i cretesi sono bugiardi». Ma i cretesi erano tanti, supponiamo che tutti fossero bugiardi: siccome Epimenide era un cretese, allora Epimenide era un bugiardo. La sua affermazione è dunque vera, ma ciò è impossibile perché un mentitore non dice la verità. Quindi Epimenide è un bugiardo e la sua affermazione non è vera. Negare un’asserzione universale come «Tutti i cretesi sono bugiardi» equivale a dire che esiste almeno un cretese che dice la verità. Similmente a questi scrittori e studiosi cattolici tocca vivere, dunque, il paradosso di Epimenide.

Palmaro ha, infine, sottolineato l’importanza della mutazione del linguaggio avvenuta durante il Concilio e i documenti dell’Assise sono imbevuti di nuove caratterizzazioni linguistiche. Tre sono sempre state le colonne della comunicazione cattolica:

1. La lingua latina. Essa ha dato uniformità al linguaggio e al senso delle parole. Ogni cosa veniva definita in latino per non dare spazio ad ambiguità espressive, offrendo una sana solidità nel tempo.
2. Il linguaggio apologetico. Il latino non era compreso da tutti, perciò doveva avvenire il passaggio di comunicazione da un clero preparato al popolo dei fedeli: si raccontavano le vite dei santi con i libri e con le omelie, si difendevano le ragioni della Chiesa e nelle prediche non si usavano le citazioni di un Rahner, ma di san Girolamo, di san Francesco… insomma si alimentava la Fede.
3. Il linguaggio giuridico. I concetti venivano espressi in modo definitorio.
Tali canoni, nel Concilio Vaticano II non li ritroviamo più. Infatti, ha spiegato Palmaro, gli schemi conciliari, preparati dalla Curia di Roma, che contemplavano ancora queste tre colonne, furono cestinati.Molti aspetti, poi, presenti nei documenti conciliari, sono ormai datati e sorpassati, per esempio il rapporto fra l’uomo e l’ambiente o l’uomo e la tecnica, entrambi caratterizzati dall’irrazionale ottimismo degli anni Sessanta. Dunque siamo di fronte ad un altro paradosso: c’è molta più novità nel sollevare tali questioni che in chi, invece, è ancorato al “moderno” di allora. Pertanto affrontare queste tematiche risulta un dramma psicologico per quella generazione che è cresciuta nel mito del Concilio. Siamo davanti ad un nuovo Muro di Berlino che cadrà, inesorabilmente, come accade per le ideologie. La Chiesa non è nata un’altra volta con una fittizia e vagheggiata pentecoste, perché la Chiesa ha avuto una ed una sola Pentecoste, non decisa dagli uomini. Dunque occorre armarsi di santa pazienza. I tempi della Chiesa sono lunghi: ci sono voluti quasi 50 anni per sollevare problemi come quelli di oggi e l’incantesimo della Bella addormentata sarà spezzato anche grazie a lavori come quello di Gnocchi e Palmaro, che, come tanti altri cattolici che amano la Chiesa, si pongono dei leciti interrogativi ai quali desiderano avere risposte non vaghe, ambigue o latitanti, ma risolutive e operano con lo spirito di chi non vuole servirsi della Chiesa, ma desidera servirla.



Cristina Siccardi

38 commenti:

  1. Grazie per l'articolo. Purtroppo però nei seminari si insegnano idee ben diverse. Don Marco Paleari, docente al seminario di Milano, non perde occasione nel suo blog per sottolineare quelli che sarebbero secondo lui i problemi della Chiesa di oggi:

    - La Messa tridentina

    - Il poco spazio dato al dissenso

    - Le poche iniziative sociali

    eccetera eccetera...

    Ecco il suo blog: http://www.seitreseiuno.net/Home/tabid/155/Default.aspx


    I Francescani dell'Immacolata sono un'isola felice, purtroppo altrove la realtà è ben diversa. Specialmente nel seminario di Milano :( :( :(

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  2. Dov'è stato posto il "tavolo dei relatori" ?

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  3. dare le spalle all'altare, anche se non è presente il S.S., è una cosa che penso non si debba fare. Forse sbaglio.

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  4. "al dibattito" inviterei Mogavero. Palmaro se la darebbe a gambe e Gnocchi sarebbe  zittito in quattro e quatr'otto.

    Sempre che il Mogavero verrebbe a sedersi al tavolo degli eretici.

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  5. Certamente... tutti pietrificati e senza parole davanti al vescovo in casula griffata Armani. Quanto alla fuga sarebbe quella davanti all'occasione di scandalo. Piccolo appunto linguistico: "Sempre che Mogavero (senza articolo, che è riservato ai grandi personaggi) venisse a sedersi al tavolo degli eretici". Ebbene, lo farebbe sicuramente: rifiuterebbe forse un dibattito con i protestanti?

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  6. Il cattolico è chiamato a reagire: non può salvaguardare ciò che la Chiesa ha sempre rinnegato.

    si può aggiungere:

    e non può RINNEGARE ciò che la Chiesa ha sempre salvaguardato.

    Ma come si concilia Assisi3 con queste certezze ?

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  7. Io sono "a prescindere" contro l'uso della chiesa come auditorium o sala dibattiti.
    Anzi, forse forse, sarebbe bene "togliersi i calzari"
    Forse sbaglio anch'io.

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  8. <span><span>Paolo</span> 
    <span>Certamente... tutti pietrificati e senza parole davanti al vescovo in casula griffata Armani. Quanto alla fuga, sarebbe quella davanti all'occasione di scandalo. Piccolo appunto linguistico: "Sempre che...verrebbe a sedersi ..." : si impone una ripassatina all'uso dei modi e dei tempi. Quanto alle possibili scelte dell'ottimo vescovo, sicuramente Mogavero non avrebbe problemi a sedersi al tavolo (e non solo) degli eretici: rifiuterebbe forse un incontro con i protestanti?</span></span>

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  9. Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Domenico Mogavero è il Vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo.
    Qui può trovare alcune sue foto, in abito liturgico da assistente spirituale del Gay Pride.

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  10. un mentitore non dice la verità. Quindi Epimenide è un bugiardo e la sua affermazione non è vera.


    è lo stesso meccanismo perverso del VIETATO VIETARE:
    sembra voler proclamare che tutto sia permesso, ma UNA COSA deve essere vietata : il "vietare" !
    dunque  questo proclama della rivoluzione culturale è un'asserzione diabolica, un cane che si morde la coda: insostenibile !  e che, mentendo a se stesso e a tutti circa la totale libertà da ogni legge, mira in realtà ad instaurare la  legge del più forte, come di fatto è avvenuto, nella Chiesa col regime modernista e nella società civile col suo pensiero dominante, laicista e anticristiano, materialista, un tempo marxista, ora nichilista e spesso finto-cattolico (catto-adulto) che prepara già da anni l'avvento dell'anticristo:
    l'adorazione dell'uomo che si fa dio.
    Quella nuova religione che si profila all'orizzonte della cattolicità in declino è stata preceduta remotamente dalla dittatura del relativismo, già stabilmente instaurata dal 1965.
    cfr.  F. Dostoevskij : Se Dio non esiste, tutto è permesso:
    infatti  in questa  dittatura modernista pare che sia permesso dire TUTTO E il suo contrario, ma  ai cattolici veri, quelli di sempre, NON E' PERMESSO affermare le proprie convinzioni, come la Siccardi sta sottolienando: essi vengono incriminati  di eresia  -quando, usando la retta RAGIONE, e osservando la REALTA' DEI FATTI, ci si rifiuta di allinearsi con l'indottrinamento di REGIME-  o addirittura  di sedevacantismo (!),  da parte di interlocutori a-critici, pappagalleschi,  superficiali, ripetitivi  di solfe  orecchiate, mai abituati a studiare e riflettere su fatti e parole.....finti-dialoganti  sommersi dalla crassa ignoranza generale, che li spinge ad usare dei termini di cui non conoscono neppure il significato, ma che trovano utili come armi intimidatorie contro gli avversari nei dibattiti : un po' come una volta nelle scuole gestite dai rivoluzionari marx-leninisti degli anni '70 tutti erano pronti a  lanciare l'infamante epiteto di "Fascista!"  contro chiunque non amasse la musica pop o la cultura di massa.....)

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  11. <span><span>Certamente... tutti pietrificati e senza parole davanti al vescovo in casula griffata Armani. Quanto alla fuga, sarebbe quella davanti all'occasione di scandalo. Piccoli appunti linguistici (tralasciando l'uso dell'articolo prima del cognome, prima riservato ai grandi personaggi e successivamente esteso a quelli delle cronache giudiziarie):</span></span>
    <span><span></span></span><span>-  "quattro" si scrive con due "t";</span>
    <span> - "Sempre che...verrebbe a sedersi ..." : si impone una ripassatina all'uso dei modi e dei tempi, e magari anche dei codici stilistici nella scelta dei verbi (ad esempio: "Sempre che Mogavero acconsentisse a sedersi..." . </span>
    <span>Quanto alle possibili scelte dell'ottimo vescovo, sicuramente egli non avrebbe problemi a sedersi al tavolo (e non solo al tavolo) degli eretici: rifiuterebbe forse un incontro con i protestanti?</span>

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  12. <span><span><span>Certamente... tutti pietrificati e senza parole davanti al vescovo in casula griffata Armani. Quanto alla fuga, sarebbe quella davanti all'occasione di scandalo. Piccoli appunti linguistici (tralasciando l'uso dell'articolo determinativo prima del cognome, prima riservato ai grandi personaggi e successivamente esteso a quelli delle cronache giudiziarie):</span></span>  
    <span><span></span></span><span>-  "quattro" si scrive con due "t";</span>  
    <span>- "Sempre che...verrebbe a sedersi ..." : si impone una ripassatina all'uso dei modi e dei tempi, e magari anche dei codici stilistici nella scelta dei verbi (ad esempio: "Sempre che Mogavero acconsentisse a sedersi...") . </span> 
    <span>Quanto alle possibili scelte dell'ottimo vescovo, sicuramente egli non avrebbe problemi a sedersi al tavolo (e non solo al tavolo) degli eretici: rifiuterebbe forse un incontro con i protestanti?</span></span>

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  13. <span><span><span>Certamente... tutti pietrificati e senza parole davanti al vescovo in casula griffata Armani. Quanto alla fuga, sarebbe quella davanti all'occasione di scandalo</span></span><span>. </span>   
    <span>Quanto alle possibili scelte dell'ottimo vescovo, sicuramente egli non avrebbe problemi a sedersi al tavolo (e non solo al tavolo) degli eretici: rifiuterebbe forse un incontro con i protestanti?</span></span>

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  14. Melloni considera i cattolici che amano ... la ... Tradizione, come dei nostalgici che ... «attendono una riscossa anziché comprendere la loro posizione per quello che è: un movimento che chiama tradizione e abitudini della propria giovinezza»

    Melloni non lo sa (o forse lo sa), ma sta parlando di sé stesso.
    Sostituite a "Melloni" un qualsiasi "Tizio" o "Caio" o "Sempronio"; in luogo di "la Tradizione" scrivete "il Concilio Vaticano II".
    Non trovate che la frase (di Melloni) risulti molto più veritiera e rispondente all'attuale e futuro stato delle cose (e di Melloni)?

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  15. Melloni considera i cattolici che amano ... la ... Tradizione, come dei nostalgici ... che attendono una rivincita: «attendono una riscossa anziché comprendere la loro posizione per quello che è: un movimento che chiama Tradizione le abitudini della propria giovinezza»

    Melloni non lo sa (o forse lo sa benissimo), ma sta parlando di sé stesso.  
    Sostituite a "Melloni" un qualsiasi "Tizio" o "Caio" o "Sempronio"; in luogo di "la Tradizione" scrivete "il Concilio Vaticano II".  
    Non trovate che la frase (di Melloni!) risulti molto più veritiera e rispondente all'attuale e futuro stato delle cose (e di Melloni)?

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  16. I frati dispongono, nel complesso di Ognissanti, di una bella sala e assai capiente, ma come già successo per altre iniziative si è subito dimostrata insufficiente a contenere tutti gli intervenuti (ricordo la presentazione del libro del Prof. De Mattei). Dunque l'utilizzo della chiesa non è stato deciso a cuor leggero, ma è stata un'esigenza risolta "con sano spirito medievale". Tolto il Santissimo con la massima reverenza s'è parlato di cose di Dio in chiesa.
    Grazie alla Dott.ssa Siccardi per l'ottima sintesi di quanto abbiamo ascoltato sabato scorso.

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  17. Orrore la mensa conferenziale davanti all'altar maggiore! Alla faccia della sacralità!!!

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  18. Brutta faccenda, pessima scelta.

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  19. speriamo che con il nuovo arcivescovo la musica cambi anche nel seminario milanese... qualche avvisaglia di cambiamento c'è già: il primo Pontificale è stato tutto in latino, totalmente bandito nell'era Tettamanzi. Sperèmm...

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  20. Giudizio a pipa di coccio.

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  21. "Si raccontavano le vite dei santi con i libri e le omelie" E questa sarebbe, oggi, la maniera di ovviare a tutte le difficoltà e a tutti i problemi che la cultura, l'economia, la politica oggi pongono, nella vita di tutti i giorni, a quello che voi chiamate il popolo cristiano? (di quelli che non gli appartegono, o che hanno smesso di appartenervi, evidentemente, non vi importa molto. Andranno tutti all'inferno). Quando ero sulle soglie dell'adolescenza mi fu regalata una pia biografia del beato Domenico Savio: se non sono diventato ateo, credo di dover ringraziare come un dono di Dio il fatto di non averla presa sul serio. Credete davvero che gli uomini e le donne 'normali' continueranno ad essere cristiani o addirittura si convertiranno se verranno loro ammannite le rivelazioni della beata Caterina Emmerich  o similia?
    E la teologia apologetica consisterebbe nello spiegare e difendere le ragioni della Chiesa? Si gioca parecchio al ribasso, mi sembra

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  22. Sig. Moscardò capisco che le motivazioni possono essere le migliori, ma dopo diventa impossibile fare osservazioni a chi invece "decide a cuor leggero" e "con sano spirito contemporaneo"
    Anche Giorello e Flores D'Arcais possono "parlare di cose di Dio".

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  23. Capisco che SAN Domenico Savio, capolavoro di SAN Giovanni Bosco, possa dare fastidio ad una generazione "poco abile a non dubitare mai di una libertà indecente" ( citazione dal noto apologeta Renato Fiacchini )

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  24.  Assisi III è sempre piu vicina, potrebbe interessarvi questo:

    http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2011/10/per-una-caratterizzante-terza-via-anche.html

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  25. mi spiace dover riilevare, ancora una volta, dopo che già alcuni lo hanno fatto, che la seguente spiegazione data sul sito linkato, al punto c):

    <span><span><span><span> </span></span></span><span>Che «il motivo di un tale incontro», più che meramente teologico, poteva essere «legato, più di quanto si creda, all’attuale equilibrio internazionale o ad equilibri interni al mondo ecclesiastico». </span></span>

    non rassicura nè convince affatto chi coltiva forti timori riguardo alle ricadute negative sulla Fede di milioni di fedeli già incerti, perchè quella motivazione  "più che meramente teologico ecc....."  non fa che confermare e aggravare i timori, proprio perchè  sta CONFERMANDO che il gesto del Papa ha carattere   POLITICO; ma è proprio questo aspetto  che rischia di confondere  le persone semplici, che sono la stragrande maggioranza nel mondo, e che si aspettano dal Vicario di Cristo  SEMPRE  SOLAMENTE  gesti e discorsi di carattere  teologico-pastorale  che siano finalizzati alla SALVEZZA DELLE ANIME, cioè alla vita soprrannaturale, e alla CONFERMA E CUSTODIA DELLA FEDE CATTOLICA nell'Unico Vero Dio, Gesu Cristo,     e non  ad equilibri politico-diplomatici, come il  discorso del sito sembra suggerire, a mo' di rassicurazione   dei timorosi.

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  26. l'ospite non si rende minimamente conto che lo spaventoso degrado della Fede e della morale  dipende proprio dall'aver rifiutato -con disprezzo- FIN DALLA SUA GENERAZIONE,   l'esempio  offerto ai cristiani, in 19 secoli e mezzo,  dalle vite dei Santi, che si sono conformati Nostro Signore, facendo, come Lui chiede:  disprezzando la prpopria vita fino a perederla, nella mortificazione della carne , nella croce quotidiana, per amore suo  e  del Vangelo.
    S. Domenico diceva:  La morte, ma  non peccati !
    La Chiesa mondanizzata,  corrotta e lassista del 20.mo 21.mo secolo non ha insegnato più le virtù cristiane ai   giovani, e i risultati li vediamo, nella  discesa a precipizio  della moralità generale, sessuale in particolare, nel crollo della famiglia, dei matrimoni cristiani, dell'educazione dei figli alla purezza  ecc...
    Si arriva addirittura all'obbrobrio di<span>  ringraziare Dio di non aver seguito unesempio di santità</span> ! questa è davvero  "castechesi di satana ";
    complimenti all'ospite, che sputa   sulla santità, come dire   disprezza  Gesù Cristo che dice  "Imparate da Me".
    Questo  è purtroppo il ritratto del cattolico medio di oggi: freddo, indifferente, politicizzato,<span>  edonista, materialista, ateo pratico, c</span>he crede che la Chiesa sia un partito politico o un'istituzione socio-assistenziale,  buonista-orizzontale,  in cui la Vita soprannaturale ed eterna non conti  nulla :  e la santità fa addirittura ribrezzo a questi  NUOVI CATTOLICI !  
    DIO abbia pietà della sua Chiesa  stravolta, che ha perso del tutto la memoria  della sua identità, Santi e Martiri compresi.

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  27. Caro Angelo, attendiamo, speriamo e preghiamo.

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  28. Mi meraviglia molto che si presenti un libro in chiesa! Bisognerebbe iniziare a smettere di usare i luoghi sacri per iniziative che nulla hanno a che fare con il culto e la sacra liturgia. Inutile poi scandalizzarsi dei balletti nella cattedrale di Bari.
    Ci sono spazi deputati (sale riunioni, oratori, teatri ecc) per la presentazione di libri

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  29. la terribile realtà a cui assisteremo con Assisi3 è solo la seguente  (illustrata sotto):

    <span>Ecumenismo massonico: tre stampe risalenti ad epoche diverse che esprimono il pensiero</span><span><span><span> </span></span></span>della sètta: <span>per la Massoneria tutte le religioni sono uguali...!</span>
    questo è l'incontro che avverrà ad Assisi, nella sua sostanza, al di là delle belle parole con cui si vuol edulcorare la pillola per farla inghiottire ai fedeli ignari o timorosi. Inutile illudersi che sia un incontro all'insegna del cristianesimo, nè di pellegrinaggio verso la Verità, ma tutt'altro: verso la confusione (e l'oscuramento) del Vero Dio MIXATO con tutte le falsità che l'uomo può inventare, nella sua mente ingannata dal peccato originale.  Lì non sarà presente la Croce di Cristo ad evangelizzare i popoli che non Lo conoscono.


    <span></span>

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  30. Quell'incontro era davvero ad maiorem Dei gloriam. E poteva svolgersi tranquillamente in Chiesa quasi a non temere il giudizio di Dio.  Finiamola di questionare su qualsiasi cosa.

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  31. No, diventa forse più difficile per chi non ha logica e non conosca la differenza tra l'eguaglianza formale e quella sostanziale.

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  32. Va bene, la scena rappresentata è incantevole!

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  33. Vero, infatti il conclio vaticano II ormai sta passando di moda. Adesso vanno forte i Bux, il latino e i Burke. Tra 40 anni che si farà?? Panta rei..

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  34. Argomento già affrontato sopra. Aprire bocca con cognizione di causa per favore.

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  35. @Luca
    Ti dedico questo video, non preoccuparti troppo, la Provvidenza agisce sempre!

    http://www.youtube.com/watch?v=T7V3iYeZU0E

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  36. Mettiamola così: il dibattito era buono, le intenzioni ottime ma siccome l'immagine proposta è oggettivamente BRUTTA ( impiegati del catasto davanti all'Altare ) e lascia una pessima impressione, cambiatela.

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  37. Mettiamola così: il dibattito era ottimo, le intenzioni buonissime, ma siccome l'immagine proposta a chi non c'era, è oggettivamente BRUTTA e lascia la cattiva impressione di un blog  poco coerente, la toglierei.

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