Post in evidenza

“Le Bibbie CEI 74 e CEI 2008 si dimenticano una piccola parola: Dio. E come sempre la Vulgata di San Girolamo resta la Bibbia più completa

Altre mende alle nuove traduzioni della S. Bibbia. Il caso di 1 Tess 2,16b. Luigi C. 03/12/2024 ,   Investigatore Biblico “E quelli che ball...

martedì 6 settembre 2011

S. Umberto abate di Maroilles

Oggi è la memoria di S. Umberto abate. (VII sec.)

Umberto nacque a Mézières-sur-Oise (Piccardia) nel sec. VII dal beato Evrardo e da Popita e fu educato da alcuni monaci benedettini della citta di Loan, a cui era stato affidato.
Quando i suoi genitori morirono, Umberto fu "restituito" al mondo per gestire le proprietà e i terreni familiari. Dopo aver però accolto in casa propria il Vescovo di Maastricht (Sant' Amando, missionario, memoria il 6 febbraio), sentì nuovamente la vocazione e decise di diventare suo allievo spirituale.
E così, insieme con con S. Amando partì per un pellegrinaggio a Roma (impresa assai rischiosa a quei tempi!) e, al ritorno, si ritirò nel monastero di S. Amando presso Elnon (ora ribatezzata in onore del Vescovo in Saint-Amand-les-Eaux) a vivere come un novizio.
Successivamente, tornò nuovamente a Loan, per entrare nel nel monastero benedettino per farsi monaco.
Nel 650 il conte Radoberto (Chanabert), fondò a Maroilles (nella parte bassa delle "antiche" Fiandre, a confine con la Piccardia e la Vallonia dell'attuale Belgio; ora è nel dipartimento di Nord, compreso nella regione Nord-Pais de Calais, sulle rive dell’Helpe minore) una chiesa dedicata a S. Maria, e un monastero secondo la regola benedettina e li affidò a Umberto, che, venuto appositamente da Loan, ne divenne il primo abate.
Padre Umberto fu maestro spirituale per molti giovani che decisero di seguirlo, aiutò e sostenne la popolazione del posto, evangelizò i villaggi che ancora seguivano riti celtici.
Ebbe gran determinatezza e salda fede nel opporsi alle derive eretiche di quella regione, e seppe con risolutezza e con la pratica religiosa soffocare i focolai di riti pagani che ancora erano molto diffusi in quelle terre non del tutto evangelizzate.
Ma esemplare e mirabile non fu solo il suo "governo" spirituale, ma anche quello temporale: organizzò al meglio il monastero che resse per molti anni (lo dotò, tra l'altro, di un mulino e di una cava di pietre), lo fece fiorire e assicurò prosperità legando al monastero i propri beni familiari.
Si possiede ancora il testo della carta datata 675 con cui cedette la sua villa di Mézières-sur-Oise alla chiesa in Maroilles.
Grazie al governo saggio e pio di Umberto, il monastero crebbe, e divenne una delle più importanti abbazie benedettine del Nord di Francia, nonostante i molti attacchi di bande di briganti, o di signorotti in cerca di facili bottini.
L'abbazia di padre Umberto, assistita dalla Divina Provvidenza, divenne così un centro di spiritualità, di preghiera e di cultura. Un faro splendente di fede e un porto sicuro per i villici, in una regione contesa e spesso percorsa da battaglie e scorribande.
In vita entrò in contatto, diventandone amico, con S. Aldegonda di Maubeuge (convertita da S. Amando, e fu prima badessa del monastero benedettino da lei fondato a Maubeuge; la memoria è il 30 gennaio), e di San Cuniberto di Maroilles, Vescovo di Colonia (12 novembre).
Essendo le città dei tre amici relativamente vicini, e abitando la medesima regione (Fiandre), padre Umberto strinse con gli amici una alleanza sprituale: volle e potè creare un "ponte" religioso tra le tre città, favorendo i pellegrinaggi, visite sacre, processioni, e lo scambio culturale tra i due monasteri e la diocesi di Colonia.
Padre Umberto morì il 25 marzo 680 o (681) e gli succedette alla guida dell’abbazia S. Curcodomo (suo discepolo; 16 febbraio).
Fu sepolto nella cappella che aveva costruito a Mezieres-sur-Oise.
Gli abitanti del villaggio, che nel frattempo si era sviluppato attorno all'abbazia, sull'esempio dei monaci iniziarono a tributare una forma di culto nei confronti di padre Umberto, in segno di riconoscimento verso il loro buon abate.
Qualche secolo dopo, nell’833, per volontà dell'abate Rodin, le spoglie di Umberto furono riesumate per la ricognizione canonica e trasferiti nella chiesa di S. Maria dell’abbazia di Maroilles. Da allora Umberto su acclamato Santo e patrono di Maroilles.
Dal 1020, a seguito dei disordini nella vicina Vallonia (Belgio) le reliquie furono portate nella chiesa di Bruges e poi in quella di Cambrai.
(Durante i secoli, poichè la regione, da sempre contesa dai regnanti dell'epoca e purtroppo percorsa da milizie e flagellata da battaglie, la fortuna dell'Abbazia di Maroilles vide alti e bassi.)
Solo nel 1733 infine, le sacre spoglie tornarono nell'abbazia di Maroilles. Qui furono venerate dai fedeli fino al 27 luglio 1789, quando i contadini in rivolta, saccheggiarono e distrussero il complesso abbaziale. Questa azione sacrilega, nota come "il fragore di Maroilles", fu la fine dell'abbazia (rimangono solo la chiesa, il mulino, la foresterie a pochi altri edifici).
Il corpo però fu posto in salvo e, successivamente, traslato nella chiesa di S. Maria in Maroilles, ove tutt'ora riposa, in una preziosa sarcofago di rame dorato.
Negli antichi Martirologi locali (di Francia del Nord, Paesi Bassi e Germania occidentale) la sua memoria era fissata al 25 marzo giorno della sua morte.
Attualmente nella Diocesi di Cambrai e nella Chiesa Universale però la celebrano il 6 settembre, anniversario della traslazione del 833 (come segnato in alcuni Martirologi antichi della Diocesi).
S. Umberto è raffigurato (sopra a destra) con un orso che porta il suo carico -(vuole l'agiografia dell'epoca che in uno dei suoi spostamenti nei terreni dell'abazia, padre Umberto venisse assalito da un gruppo di briganti, che, uccisogli il mulo, cercarono di derubarlo delle decime riscosse; il Santo si salvò perché miracolosamente un branco di cervi spuntò dal bosco, distraendo i briganti che lo seguirono per cacciarlo, permettendo così a Umberto di scappare con un orso che Umberto avrebbe reso addomesticato e docile impartendo sull'animale una benedizione col Segno della Croce)-, oppure con una stella in fronte, o ancora insieme con un angelo mentre gli indica la croce o gli segna una croce sulla fronte (a ricordo della sua conversione).
A ricordo del loro santo abate, benefattore in vita e protettore dal cielo, i cittadini di Maroilles vollero eternare il ricordo di S. Umberto nello stemma della propria città e della municipalità (qui sopra e più in alto) inserendo il pastorale (abbaziale, si presume, anche se non velato) e il cervo della leggenda.

Sancte Humberte, ora pro nobis

Fonte: santiebeati.it
Saint.spqn.com
sito del comune di Maroilles qui e qui
Abbazie Patrimoni di Francia
qui
wikipedia e qui e qui

4 commenti:

  1. Grazie redazione, per questa breve agiografia, ma esemplare!
    Molti preti e molti religiosi dovrebbero prendere esempio e ritornare a quella fede viva e vivificante in Gesù!
    A quei tempi si soffriva la fame, il freddo, non vi erano mezzi di trasporto sviluppati e le comunicaizoni erano difficili: eppure molti religiosi e molti cristiani erano attivi e veri testimoni di Cristo! Si rimboccavano le maniche e sapevano dal nulla compiere opere (materiali e spirituali) per rendere gloria a Dio! Altro che adesso!! Preti e religiosi rammolliti da una fede pigra e assuefatta, e soffocata da modernità, comodità, abitudini e benessere! !

    RispondiElimina
  2. Già!
    Ad ascoltar loro è tutto un recuperare la radicalità del Vangelo, ritrovare lo spirito profetico, farsi ultimi, diventare pane spezzato, esser come il vino nuovo negli otri vecchi, camminare insieme nell'annuncio, lasciare le proprie certezze per abbandonarsi alla chiamata, vivere nella pienezza dello Spirito ... standosene placidamente seduti su accoglienti poltrone o cattedre.

    E se balzano in piedi e si muovono, è solamente per proclamare l'unico annuncio che veramente li tocca nell'animo:
    "Toglietemi tutto, ma non il mio 8x1000!"

    RispondiElimina
  3. Storia bellissima era da tempo che volevo sapere la storia di San Umberto grazie

    RispondiElimina
  4. Grazie finalmente conosco la storia di Sant Umberto. Se potrò verrò a visitare i luoghi dall'Italia.

    RispondiElimina