Di Francesco Agnoli, da Libertà e Persona del 13.09.2011. (Da leggere!!)
"Benedetto XVI è ormai papa da circa 6 anni. Ricordo che quando fu eletto telefonai ad un prete amico, dentro alle vicende vaticane, che mi disse: “c’è tanto da fare, tanto da cambiare…ma il papa è un professore, non un uomo di governo…vedremo le nomine, se le farà…”. Aveva ragione: le nomine che molti si aspettavano, all’inizio, hanno tardato parecchio.
Il fatto è che per tanti anni il potere in Vaticano lo aveva tenuto il cardinal Angelo Sodano insieme ad altre personalità di curia del suo entourage. I numerosi viaggi di Giovanni Paolo II lo avevano allontanato dalle vicende di governo, e molte cose, nella macchina organizzativa della Chiesa, si erano inceppate, o quantomeno ingarbugliate. Una delle prime mosse di Benedetto XVI è stata proprio quella di licenziare Sodano, troppo ingombrante (così ingombrante che il papa ha fatto molta fatica a pensionarlo), e poi un po’ di altri monsignori che avevano preso qualche potere di troppo, approfittando delle circostanze. Al posto di Sodano, Bertone: uomo digiuno di diplomazia, certamente, ma “buono”, e di mediazione rispetto a settori ostili. Poi, per un po’ di tempo, nessuna grossa novità, benché fosse risaputo che alcune eminenze della Curia remavano contro Benedetto XVI. Piano piano però Benedetto XVI ha dato una scossa molto forte. Pensiamo ai problemi più evidenti.
1) La pedofilia: già da cardinale Ratzinger aveva fato il possibile per agire. Era stato frenato e bloccato. Da chi non saprei, ma non è difficile immaginarlo. Sodano, che definì la campagna mediatica sulla pedofilia nella Chiesa, “chiacchiericcio”, non era certo stato molto attento ad evitare di fornire il destro alle accuse. Anzi. Le vicende di padre Maciel - che non inficiano per nulla la bontà dei Legionari di Cristo, che sono, al contrario, uno degli ordini più belli oggi esistenti- erano ben note, almeno nella sostanza, in Vaticano. Nessuno ha fatto nulla. Ratzinger, divenuto papa, ha subito
provveduto come poteva (ad esempio con alcuni decreti sul divieto di accogliere in seminario giovani con tendenze omosessuali, visto che la gran parte dei casi di pedofilia sono stati consumati da sacerdoti con giovani maschi).
2) La vicenda Ior: da tempo le cose erano cambiate, ma a lungo lo Ior era stato gestito prima da Marcinkus, e poi, scoppiato lo scandalo, da un altro prelato in odorissimo di massoneria, Donato de Bonis, finito poi, inevitabilmente, dopo la morte, nello scandalo sollevato da “Vaticano Spa”, di G.Nucci (libro, ahimè, veridico). Chi, dopo Marcinkus, aveva messo allo Ior un suo uomo, come lui nella lista dei 121 prelati massoni redatta da Mino Pecorelli? Fatto sta che Benedetto XVI, con l’appoggio di Bertone, ha affidato finalmente lo Ior ad un uomo integerrimo, oltre che intelligente e di fede, come Ettore Gotti Tedeschi.
3) Propaganda Fide: il papa ha anche provveduto, molto presto, a rimuovere il “papa rosso”, Crescenzio Sepe, di cui non aveva, come sembra piuttosto giustamente, grande stima.
4) Sul piano politico e morale l’atteggiamento del papa, rispetto al passato, invece, è cambiato subito: né Paolo VI, né Giovanni Paolo II erano intervenuti così spesso nelle vicende morali, sui cosiddetti “principi non negoziabili”. O quantomeno: erano intervenuti, certamente (si pensi all’Humanae vitae di Paolo VI e all’Evangelium vitae di Giovanni Paolo II, due capolavori), ma non con la stessa tempistica, cioè non quando una legge veniva discussa nel paese e in parlamento. Benedetto XVI, al contrario, ha iniziato prendendo subito posizione a favore dell’astensione, nel 2005, in occasione del referendum sulla legge 40, e quindi intervenendo in tempo reale nel dibattito in corso, risultando così, innegabilmente, molto incisivo.
Non era accaduto così, per fare un solo esempio, quando Paolo VI aveva preferito tenere un profilo molto basso in occasione del referendum contro il divorzio promosso dai cattolici, ritenendo probabilmente che non fosse il caso di creare uno scontro forte sul tema. Non vi era stata la stessa prontezza e decisione neppure in occasione delle prime dispute sulla pillola contraccettiva (dispute che avevano creato uno sconquasso nella Chiesa, anche a causa della lentezza con cui erano state sfrontate).
Lo stesso si può dire della posizione del papa sui Pacs-Dico ecc.: Benedetto XVI non si è limitato a dichiarazioni di principio, ma ha ribadito la posizione cattolica e del diritto naturale, in molte occasioni, proprio mentre si consumava il dibattito in Parlamento, e ha riaffermato l’idea del matrimonio come fondamento della società persino in udienza, davanti a Walter Veltroni, allora sindaco di Roma, a quell’epoca incerto se promuovere o meno registri per le convivenze nella sua città.
Da questo punto di vista non è un caso che le grandi manifestazioni di piazza, che i cattolici non facevano dall’epoca di Pio XII, siano tornate con Benedetto XVI: il Family Day in Italia e le adunate contro le politiche di Zapatero in Spagna. Analogamente penso vi sia un certo legame tra la schiettezza e l’interventismo di Benedetto XVI e la sua apprensione per il degrado familiare e umano dell’Europa e da una parte l’odio crescente in una certa stampa radical- nichilista, dall’altra la crescita esponenziale, negli ultimi anni, di ricerche, studi, pamphlet sulla bioetica nati all’interno del mondo cattolico (per il vero sino ad allora piuttosto latitante).
5) L’altro campo in cui l’intervento del papa è risultato più deciso e immediato è stato quello liturgico: Benedetto XVI ha nominato Mons. Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don segretario della Congregazione per il culto divino, conoscendo molto bene le sue posizioni favorevoli alla liturgia tradizionale e la sua simpatia per molte delle posizioni dottrinali "tradizionalista".
Poi, a causa di alcuni malumori suscitati dalle sue dichiarazioni, lo ha sostituito con Canizares, il quale però condivide le molte posizioni ideali del suo predecessore. Il Papa ha poi provveduto a licenziare mons. Pietro Marini, liturgista fantasioso e “creativo”, sostituito con Mons. Guido Marini: insieme stanno dando vita ad un certo rinnovamento liturgico: croce sull’altare, comunione in bocca e in ginocchio, parti della liturgia in latino, adorazione eucaristica (negata da 40 anni di riforma liturgica e di protestantizzazione del pensiero cattolico)….
Al fianco di Guido Marini, hanno conquistato spazi importanti personalità di grande spessore come padre Nuara, don Gagliardi ecc., tutti su analoghe posizioni. Ovviamente in questo campo è stata importantissimo il Motu proprio Summorum Pontificum che, ridando cittadinanza ad un rito millenario, ha generato un ritorno di interesse verso la liturgia, con la contemporanea pubblicazione di decine e decine di libri dedicati alla liturgia tradizionale.
In questo clima, infine, si è tornati anche a parlare di Concilio Vaticano II in modo nuovo: non è qui il luogo per affrontare questo argomento, ma persino dispute eleganti e rispettose come quella tra padre Cavalcali e padre Lanzetta, due veri uomini di Fede, sono segni di tempi nuovi.
E’ evidente, in ultima analisi, una correzione di rotta che non ha ancora riparato i guasti del pre-concilio-concilio-post concilio (come direbbe il prof. De Mattei), ma che rappresenta comunque un grande segnale di speranza.
Lo Spirito Santo soffia ancora (e il fatto che Tettamanzi, Martini, ecc. abbiano preso pochissimi voti nell’ultimo conclave, ne è la prova più evidente). Vengono avanti giovani seminaristi desiderosi di riscoprire tanto patrimonio della Chiesa dimenticato e vilipeso, ordini baldanzosi, come i Francescani dell’Immacolata di padre Stefano Mannelli, e forze nuove, anche mediatiche (si pensi al proliferare di siti “tradizionali”, mentre scompaiono sempre più quelli “progressisti”) che ridaranno alla Chiesa la sua bellezza e l’orgoglio della sua storia.
Come sempre, ci vuole però tempo e pazienza, perché se è vero che la casa non crolla in un giorno, è altresì vero che non può essere neppure ricostruita in un battito di ciglia…"
"Benedetto XVI è ormai papa da circa 6 anni. Ricordo che quando fu eletto telefonai ad un prete amico, dentro alle vicende vaticane, che mi disse: “c’è tanto da fare, tanto da cambiare…ma il papa è un professore, non un uomo di governo…vedremo le nomine, se le farà…”. Aveva ragione: le nomine che molti si aspettavano, all’inizio, hanno tardato parecchio.
Il fatto è che per tanti anni il potere in Vaticano lo aveva tenuto il cardinal Angelo Sodano insieme ad altre personalità di curia del suo entourage. I numerosi viaggi di Giovanni Paolo II lo avevano allontanato dalle vicende di governo, e molte cose, nella macchina organizzativa della Chiesa, si erano inceppate, o quantomeno ingarbugliate. Una delle prime mosse di Benedetto XVI è stata proprio quella di licenziare Sodano, troppo ingombrante (così ingombrante che il papa ha fatto molta fatica a pensionarlo), e poi un po’ di altri monsignori che avevano preso qualche potere di troppo, approfittando delle circostanze. Al posto di Sodano, Bertone: uomo digiuno di diplomazia, certamente, ma “buono”, e di mediazione rispetto a settori ostili. Poi, per un po’ di tempo, nessuna grossa novità, benché fosse risaputo che alcune eminenze della Curia remavano contro Benedetto XVI. Piano piano però Benedetto XVI ha dato una scossa molto forte. Pensiamo ai problemi più evidenti.
1) La pedofilia: già da cardinale Ratzinger aveva fato il possibile per agire. Era stato frenato e bloccato. Da chi non saprei, ma non è difficile immaginarlo. Sodano, che definì la campagna mediatica sulla pedofilia nella Chiesa, “chiacchiericcio”, non era certo stato molto attento ad evitare di fornire il destro alle accuse. Anzi. Le vicende di padre Maciel - che non inficiano per nulla la bontà dei Legionari di Cristo, che sono, al contrario, uno degli ordini più belli oggi esistenti- erano ben note, almeno nella sostanza, in Vaticano. Nessuno ha fatto nulla. Ratzinger, divenuto papa, ha subito
provveduto come poteva (ad esempio con alcuni decreti sul divieto di accogliere in seminario giovani con tendenze omosessuali, visto che la gran parte dei casi di pedofilia sono stati consumati da sacerdoti con giovani maschi).
2) La vicenda Ior: da tempo le cose erano cambiate, ma a lungo lo Ior era stato gestito prima da Marcinkus, e poi, scoppiato lo scandalo, da un altro prelato in odorissimo di massoneria, Donato de Bonis, finito poi, inevitabilmente, dopo la morte, nello scandalo sollevato da “Vaticano Spa”, di G.Nucci (libro, ahimè, veridico). Chi, dopo Marcinkus, aveva messo allo Ior un suo uomo, come lui nella lista dei 121 prelati massoni redatta da Mino Pecorelli? Fatto sta che Benedetto XVI, con l’appoggio di Bertone, ha affidato finalmente lo Ior ad un uomo integerrimo, oltre che intelligente e di fede, come Ettore Gotti Tedeschi.
3) Propaganda Fide: il papa ha anche provveduto, molto presto, a rimuovere il “papa rosso”, Crescenzio Sepe, di cui non aveva, come sembra piuttosto giustamente, grande stima.
4) Sul piano politico e morale l’atteggiamento del papa, rispetto al passato, invece, è cambiato subito: né Paolo VI, né Giovanni Paolo II erano intervenuti così spesso nelle vicende morali, sui cosiddetti “principi non negoziabili”. O quantomeno: erano intervenuti, certamente (si pensi all’Humanae vitae di Paolo VI e all’Evangelium vitae di Giovanni Paolo II, due capolavori), ma non con la stessa tempistica, cioè non quando una legge veniva discussa nel paese e in parlamento. Benedetto XVI, al contrario, ha iniziato prendendo subito posizione a favore dell’astensione, nel 2005, in occasione del referendum sulla legge 40, e quindi intervenendo in tempo reale nel dibattito in corso, risultando così, innegabilmente, molto incisivo.
Non era accaduto così, per fare un solo esempio, quando Paolo VI aveva preferito tenere un profilo molto basso in occasione del referendum contro il divorzio promosso dai cattolici, ritenendo probabilmente che non fosse il caso di creare uno scontro forte sul tema. Non vi era stata la stessa prontezza e decisione neppure in occasione delle prime dispute sulla pillola contraccettiva (dispute che avevano creato uno sconquasso nella Chiesa, anche a causa della lentezza con cui erano state sfrontate).
Lo stesso si può dire della posizione del papa sui Pacs-Dico ecc.: Benedetto XVI non si è limitato a dichiarazioni di principio, ma ha ribadito la posizione cattolica e del diritto naturale, in molte occasioni, proprio mentre si consumava il dibattito in Parlamento, e ha riaffermato l’idea del matrimonio come fondamento della società persino in udienza, davanti a Walter Veltroni, allora sindaco di Roma, a quell’epoca incerto se promuovere o meno registri per le convivenze nella sua città.
Da questo punto di vista non è un caso che le grandi manifestazioni di piazza, che i cattolici non facevano dall’epoca di Pio XII, siano tornate con Benedetto XVI: il Family Day in Italia e le adunate contro le politiche di Zapatero in Spagna. Analogamente penso vi sia un certo legame tra la schiettezza e l’interventismo di Benedetto XVI e la sua apprensione per il degrado familiare e umano dell’Europa e da una parte l’odio crescente in una certa stampa radical- nichilista, dall’altra la crescita esponenziale, negli ultimi anni, di ricerche, studi, pamphlet sulla bioetica nati all’interno del mondo cattolico (per il vero sino ad allora piuttosto latitante).
5) L’altro campo in cui l’intervento del papa è risultato più deciso e immediato è stato quello liturgico: Benedetto XVI ha nominato Mons. Albert Malcolm Ranjith Patabendige Don segretario della Congregazione per il culto divino, conoscendo molto bene le sue posizioni favorevoli alla liturgia tradizionale e la sua simpatia per molte delle posizioni dottrinali "tradizionalista".
Poi, a causa di alcuni malumori suscitati dalle sue dichiarazioni, lo ha sostituito con Canizares, il quale però condivide le molte posizioni ideali del suo predecessore. Il Papa ha poi provveduto a licenziare mons. Pietro Marini, liturgista fantasioso e “creativo”, sostituito con Mons. Guido Marini: insieme stanno dando vita ad un certo rinnovamento liturgico: croce sull’altare, comunione in bocca e in ginocchio, parti della liturgia in latino, adorazione eucaristica (negata da 40 anni di riforma liturgica e di protestantizzazione del pensiero cattolico)….
Al fianco di Guido Marini, hanno conquistato spazi importanti personalità di grande spessore come padre Nuara, don Gagliardi ecc., tutti su analoghe posizioni. Ovviamente in questo campo è stata importantissimo il Motu proprio Summorum Pontificum che, ridando cittadinanza ad un rito millenario, ha generato un ritorno di interesse verso la liturgia, con la contemporanea pubblicazione di decine e decine di libri dedicati alla liturgia tradizionale.
In questo clima, infine, si è tornati anche a parlare di Concilio Vaticano II in modo nuovo: non è qui il luogo per affrontare questo argomento, ma persino dispute eleganti e rispettose come quella tra padre Cavalcali e padre Lanzetta, due veri uomini di Fede, sono segni di tempi nuovi.
E’ evidente, in ultima analisi, una correzione di rotta che non ha ancora riparato i guasti del pre-concilio-concilio-post concilio (come direbbe il prof. De Mattei), ma che rappresenta comunque un grande segnale di speranza.
Lo Spirito Santo soffia ancora (e il fatto che Tettamanzi, Martini, ecc. abbiano preso pochissimi voti nell’ultimo conclave, ne è la prova più evidente). Vengono avanti giovani seminaristi desiderosi di riscoprire tanto patrimonio della Chiesa dimenticato e vilipeso, ordini baldanzosi, come i Francescani dell’Immacolata di padre Stefano Mannelli, e forze nuove, anche mediatiche (si pensi al proliferare di siti “tradizionali”, mentre scompaiono sempre più quelli “progressisti”) che ridaranno alla Chiesa la sua bellezza e l’orgoglio della sua storia.
Come sempre, ci vuole però tempo e pazienza, perché se è vero che la casa non crolla in un giorno, è altresì vero che non può essere neppure ricostruita in un battito di ciglia…"
<p><span>L’avevo scritto per un post precedente, ma mi ritrovai fuori tempo utile, e l’ho salvato pensando che l’argomento potesse venire riproposto. Ed infatti eccolo qua: Benedetto XVI, Liturgia, Francescani dell’Immacolata. Non che ritenga quanto ho scritto granché importante per chi legge, ma assumendo come validi alcuni dei principi promulgati dal Papa in merito alla ‘forma’ della Liturgia e spesso riproposti in questo blog, alcune questioni che solleva l’‘esperienza’ di seguito descritta, trovano risposta. Ma, soprattutto, anche questa è per me occasione di restituire minima parte di quanto ho ricevuto. Senza merito.</span>
RispondiElimina</p><p><span></span></p>
<p><span>La Chiesa che ho sempre conosciuto è stata quella del post-concilio. Non avevo mai sentito parlare di FSSPX; Monsignor Lefebvre pensavo fosse un sacerdote nostalgico in rotta col Vaticano; la mia 'messa di sempre', quindi, era quella quella NO, in tutte le sue varianti: da quelle “allegre” con chitarre e canti – la maggior parte dei quali ritenevo sdolcinati e musicalmente poco adatti (come il ‘Gloria’ o l’‘Alleluja’ a più voci, decisamente poco cantabili: paradossale fallimento della 'actuosa partecipatio' nella sua interpretazione come pretesto per ‘arricchire’ la Liturgia di arbitrari orpelli) - a quelle estremamente sobrie, che preferivo di gran lunga: attrattiva che attribuivo quasi esclusivamente alla mia indole introversa. Invece, a conti fatti, credo di aver compreso la motivazione del richiamo verso le Sante Messe che la maggioranza avrebbe ritenuto ‘squallide’: silenziose e ‘poco partecipate’ (secondo il gusto comune), ma che – suppongo - lasciavano spazio a ‘qualcosa d’altro’. Tuttavia, tendevo a ‘valutare’ una Messa, considerando in primo luogo l’omelia. Ciò mi portava a scegliere chiese e orari a seconda del sacerdote celebrante. E’ triste (soprattutto per la pluri-decennale durata di tale situazione), ma è così. Ciò non di meno, un naturale rispetto, ossequio e <span>fiducia</span> nella Chiesa, ha sempre placato i miei nascenti moti di critica verso le Messe più chiassose che motivavo come <span>soggettiva</span> incapacità di penetrare il Mistero a cui stavo assistendo. Così, non mi sono mai posto ulteriori domande. A mio parere, quindi, quanto detto da 'memory' (e altri) in più occasioni è molto vicino alla realtà: in gran parte dei cattolici della mia generazione regna, in campo dottrinale, un profondo senso di smarrimento e di confusione, originati – senza offendere nessuno – da mediocre formazione cattolica, verosimilmente legata ad una certa apatia generazionale figlia del moderno modus vivendi. Se Dio non interviene in situazioni analoghe, ritengo sia molto difficile che l’anima possa in qualche modo progredire, ma è molto probabile invece che regredisca, anche radicalmente, o che possa trovarsi invischiata in qualche ‘movimento’ dalla opinabile dottrina, ma in grado di fare breccia in determinate e particolari situazioni.</span>
RispondiElimina</p><p><span>Mi è capitato poi, un gran bel giorno, di assistere ad una discussione, durante la quale un Frate Francescano dell’Immacolata (le lettere maiuscole sono volute, e che Dio li benedica!) ha corretto un fedele dicendo: “la Santa Messa non è una festa, è – innanzitutto! - Il Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo”. Molti tasselli (leggi dubbi e perplessità) sono tornati al loro posto. Il Dogma, il Magistero della Chiesa! Ecco ciò di cui avevo bisogno! Non di cene, iniziative parrocchiali, assemblee, abbracci, amici, feste, allegria, strette di mano, pacche sulle spalle, ecc… <span>Ecco perché personalmente ritengo epocale ciò che Sua Santità sta facendo: perché è stato epocale per me.</span> Mi è stata così aperta la strada alla Santa Messa giornaliera: cosa può esserci – mi sono chiesto - di più importante nelle ventiquattr’ore che Dio mi dona, dal trovarmi alla presenza del Sacrificio della Croce di Nostro Signore Gesù Cristo? Ho fatto svariati sacrifici, nella mia vita, per godere di futili momenti di svago mentre, al contrario, mi ritrovo a decidere secondo ‘capriccio’ di assistere o meno, a pochi metri dalla mia dimora, al Sacrificio di Colui che mi ha salvato, e ha aperto per me la strada per la Vita Eterna? Ecco, davanti a me, la proporzione della mia miseria. Mi sono [...]
P.S.: mi scuso per la miope (leggi egoistica) considerazione che esprime la frase "<span>Ecco perché personalmente ritengo epocale ciò che Sua Santità sta facendo: perché è stato epocale per me".</span>
RispondiEliminabravo Stefano
RispondiEliminaUn grande Papa, di gran lunga superiore al suo predecessore e al predecessore del predecessore. Gli attacchi, le manifestazioni di sfiducia e i saccenti rimbrotti di qualche coglioncello nei giornali o nei blog nulla tolgono alla grandezza di Benedetto XVI. L'ostilità a questo Papa qualifica come figlio delle tenebre chi la professa, venga essa da destra, da sinistra, da sopra o da sotto. Evviva Benedetto XVI. Abbasso i suoi nemici, i suoi detrattori, i suoi calunniatori, i perplessi, gli sfiduciati e tutte le altre mezze calzette che ne contrastano l'azione.
RispondiEliminaUn bell'articolo anche se su alcune cose un po' discutibile... W il papa!!!
RispondiElimina<span> <span>Propaganda Fide</span>: il papa ha anche provveduto, molto presto, a rimuovere il “papa rosso”, Crescenzio Sepe, di cui non aveva, come sembra piuttosto giustamente, grande stima.</span>
RispondiEliminae ci ha messo filoni
LUNGA VITA AL PAPA!!!!
RispondiEliminaIN TUTTO E PER TUTTO!!!! SENZA SE e SENZA MA!!!!
(tutto il resto, viene dal demonio!!)
Dire lunga vita al Papa, pregare con l'oremus pro Pontifice, portarlo nel cuore e nella preghiera, non impedisce di pronunciare qualche se e qualche ma... Abbiamo un grande Papa che tra l'altro ci ha fatto il miracolo del Motu proprio, ma nessuno è perfetto e il momento che stiamo vivendo è di estrema confusione e smarrimento. Non lo vede chi non lo vuole vedere o resta in superficie o è de-formato -non 'formato'- da imbonitori che purtroppo non mancano...
RispondiElimina:-[ Gentile Prof. Agnoli,
RispondiEliminapur condividendo questo e molti altri articoli da lei espressi, mi sovviene che il punto 3 sia invece sguarnito e sottoposto alla lettura del pubblico con un pensiero attribuito alle intenzioni del Pontefice e che di fatto non spiegano nulla della vera motivazione della rimozione del cardinale Sepe il quale, per altro, è stato posto alla guida di una Diocesi non certo indifferente o di poco conto!
Sarebbe stato più interessante se il punto 3 sulla Propaganda Fidei avesse avuto un incentivo collegato, per esempio, ad una rimozione a causa di "operazioni poco chiare"....
Il concetto di "stima" è assai riduttivo e troppo personale per attribuire al Pontefice una rimozione, invece, di carattere governativo...
Uno può avere anche poca stima di una persona, ma al tempo stesso apprezzarne il lavoro se ben fatto....
lunga vita a questo papa......e' stato capace a sospendere il vescovo Istriano......e fermare la svendita dei terreni, proprieta' dei benedittini!
RispondiEliminaGia'.... un noto nemico della Tradizione...
RispondiElimina<span>insisto:</span>
RispondiElimina<span></span>
<span>LUNGA VITA AL PAPA!!!!
IN TUTTO E PER TUTTO!!!! SENZA SE e SENZA MA!!!!
(tutto il resto, viene dal demonio!!)</span>
<span></span>
<span>.... E INVITO TUTTI A DIFFIDARE MOLTO DEI CATTOLICI ADULTI....... DELLE CATECHISTE, DEI CATECHISTI, E DEI TEOLOGI "FAI DA TE".... CHE SEMPLICEMENTE PRETENDONO DI DARE ILLUMINATI INSEGNAMENTI O CORREZIONI AL SANTO PADRE!!! (chi doveva capire, ha capito? Almeno spero che capiscano gli altri!!!)</span>
P.S.
RispondiEliminadimenticavo) Anche se mi sembra di scoprire "l'acqua calda": grazie al Prof.Agnoli per le Sue preziose considerazioni e per il servizio che dona a tutta la Comunità.
ha parlato la papessa!
RispondiEliminaPuoi anche vedere i limiti altrui, persino quelli del papa, ma non è necessario enunciarli, enfatizzarli, sottolinearli ogni volta, attività fra le preferite delle bestie femminine.
RispondiEliminami astengo dal commentare questo articolo per quieto vivere, visto il momento cruciale.
RispondiEliminami limito a un "sono molto più riservato di MiL" e a un laconico
"restano inspiegabili certe scelte assolutamante inopportune come la beatificazione lampo di GPII"
é chiaro che si deve umanamente passare da turbolenze ma la strada per l'ortodossia é ancora molto molto lunga.
...e in fondo credo che l'ultimo papa santo avrebbe avuto da ridire ben più di hpoirot...
Benedetto XVI sarà il Papa che riporterà la Chiesa alle sue origini.... Sarà bello risentire all'inizio della Santa messa: "Introibo ad altare Dei...." proseguendo la maggior parte del rito in lingua latina.
RispondiEliminapiano piano inizia a venir fuori la disarmante e triste vacuità del santo subito
RispondiEliminae poi vi svegliate tutti sudati.... hahahahahahaha
RispondiEliminaLa visione l'enunciazione l'enfatizzazione e la sottolineatura dei limiti sia altrui che del nostro Papa non è assolutamente tra i miei impegni né prioritari né prevalenti. Quel che a volte mi capita di dire quando mi ci porta l'argomento proposto è, come qualunque altra mia esternazione, frutto della Fede ricevuta e vissuta nella Chiesa. E di ferino ci riconosco ben poco, perché anche i miei limiti -sia pure non tutti- credo di conoscerli.
RispondiEliminaMagari ci sarà qualcosa di femminino, ma non lo vedrei con un'accezione negativa...
D
RispondiEliminaMi resta un interrogativo: misoginia da imbonitore, da imbonito o da papista?
RispondiElimina<span>mi astengo dal commentare questo articolo per quieto vivere, visto il momento cruciale.
RispondiEliminami limito a un "sono molto più riservato di MiL" e a un laconico
"restano inspiegabili certe scelte assolutamante inopportune come la beatificazione lampo di GPII"
é chiaro che si deve umanamente passare da turbolenze ma la strada per l'ortodossia é ancora molto molto lunga.
...e in fondo credo che l'ultimo papa santo avrebbe avuto da ridire ben più di hpoirot quanto all'operato di questo "grande papa"
</span>
Non so Voi, ma oggi, qua a savona, ci sono 31° e purtroppo, anche per via dell'umidità, la sudorazione è abbondante anche in pieno giorno. Piuttosto, pur essendo sereno e in pace con tutti, non trovo argomentazioni degne di grasse risate. In questi casi, mi sembra di ricordare, l'opportuno: !il riso abbonda sempre sulla bocca degli sciocchi".
RispondiEliminaLa pace a tutti!!
Solo una citazione da Leopardi.
RispondiEliminaForse la citazione è più adatta a sua madre.
RispondiEliminaAncora un frustrato maschilista?
RispondiEliminaMuahahahahahahahahahaha!.......... Sono uno sciocco. Sigh! :'(
RispondiEliminaè veramente patetico Agnoli, mi spiace dirlo
RispondiEliminaAgnoli è altrettanto risibile che Alleanza cattolica di una volta, con un giustificazionismo del Pontefice regnante talmente spudorato che si deve dubitare dell'intelligenza o della buona fede
RispondiEliminaEvidentemente sta succedendo ciò che predisse sant'Agostino:
RispondiElimina"L'Anticristo", prima di manifestarsi, si preparerà la sua chiesa" (De civitae Dei, Cap. XX).
Direi anche bella larga, con 500 sacerdoti in più.
...effettivamente! Grazie, Caterina. Povera Napoli!
RispondiEliminail blogger che fa alti proclami autoritari, DIFFIDE urlate col suo megafono (megafono di regime, facendosi ottimo paravento del WWil-papa, proprio come in piazza kikiana) conclude con il saluto finale, l'inconfondibile <span>marchio della ditta Neocat !</span>
RispondiElimina<span>il blogger che fa alti proclami autoritari, DIFFIDE urlate col suo megafono (megafono di regime, facendosi ottimo paravento del WWil-papa, proprio come in piazza kikiana) conclude con il saluto finale, l'inconfondibile <span>marchio della ditta Neocat </span></span>
RispondiEliminae io direi che la strada per ritrovare l'ortodossia si va allontanando sempre di più, visto che sempre più imperversano i servi e grandi manovratori del regime, che pressando tutti (v. Assisi<span> prima</span> della divulgazione del preambolo imposto alla FSSPX) OBBLIGA ad accogliere nella grande chiesa relativista TUTTE le credenze, sette ed opinioni, compresa la Tradizione, ritenuta UNA TRA LE TANTE VARIE tendenze ed opinioni, PURCHE' SODDISFINO OBBLIGATORIAMENTE le condizioni imposte dal regime.....che le impone con un sorriso, ovviamente, dicendo:
RispondiElimina"vero, amici, che ci metteremo TUTTI D'ACCORDO? come IO disporrò !...alle mie condizioni vi concederò ciò che chiedete!"
si ma il diavololo fa le pentole e non i coperchi e siccome abbiamo già vinto perché non prevalebunt...
RispondiEliminaDi fronte a certe prefiche, come le protestantradizionaliste che dicono: Lutero è mio e lo gestisco io, il maschilismo è un titolo nobiliare.
RispondiEliminaE quando parli di Leopardi, sciacquati le genvive piorroiche con l'acqua ossigenata!
RispondiEliminaLei sembra aver qualche problema con il gentil sesso.
RispondiEliminaMa si può curare.
Ospite, se avesse problemi, troverà la terapia in svizzera. Conosco una ginevrina tutto pepe...
RispondiEliminaVI E' PERO' UNA GRANDE MACCHIA ..............MONS PALOMBELLA ALLA DIREZIONE DEL SUO CORO!!!!!!
RispondiElimina