Post in evidenza

Scopri il segreto per commemorare al meglio la festa dell'Immacolata!

Riceviamo e pubblichiamo. " In questa puntata di “Fatima... non finisce qui!”, il Prof. Braccesi, alla vigilia della festa dell'Imm...

lunedì 29 agosto 2011

Norcia: luogo di nascita e rinascita di San Benedetto

Riceviamo alcune riflessioni di un nostro lettore (che pubblichiamo volentieri) suscitate da un'esperienza religiosa vissuta in prima persona nel monastero benedettino di Norcia di San Benedetto, dove è stato in ritiro spirituale e dove si celebra regolarmente la S Messa Tridentina.

Roberto




Quest’anno, seguendo il consiglio del Papa di trascorrere le vacanze in un monastero, ho deciso di soggiornare alcuni giorni nel monastero di san Benedetto a Norcia.
San Benedetto e sua sorella gemella santa Scolastica nacquero in Umbria a Norcia nel 480. Benedetto divenne ben presto popolare e venerato, tanto che nel secolo VIII venne edificato un oratorio in memoria del suo luogo natale. I monaci si sono stabiliti a Norcia nel secolo X e vi rimasero fino al 1810, anno in cui l’Ordine fu soppresso a causa delle leggi napoleoniche. Così la sede “magistrale” dei benedettini diventò orfana dell’Ordine; fino a quando nel 1998 lo statunitense padre Cassian Folsom O.S.B., priore di questa nuova comunità, decide di dare una nuova rinascita all’Ordine di san Benedetto inizialmente a Roma. Nel 2001 abbiamo il ritorno definitivo dei Benedettini a Norcia, coadiuvato dal Vescovo di Spoleto-Norcia.
L’opera del reverendo padre fondatore Cassian è stata quella di ristabilire integralmente la Regula Sancti Benedicti, che non è un monito severo e anacronistico, ben lungi dal libro oscurantista e romanzato del dotto semiologo Umberto Eco. La grande novità di questo monastero dalla sua vita integrale e coerente con la Regula, è la semplicità e la serenità dei monaci, sempre in crescita e con spazi purtroppo davvero limitati. Il padre priore sostiene che lo scopo della vita monastica è la ricerca quotidiana della semplicità, non sempre facile. I trompe l’oeil di questo monastero sono il latino con il canto gregoriano e il silenzio, quel grande silenzio, che nasce dopo l’Ad Completorium, non è solo qualcosa di affascinante magari in un bel chiostro sotto un cielo stellato, ma una chiave che apre la porta della nostra anima al passo felpato di Dio.
Il monastero di Norcia (come tutti i monasteri fedeli alla parola del suo fondatore) non conosce crisi spirituale, né defezioni nella liturgia. Per chi è davvero stanco di seguire messe con chitarre, e altri strumenti simil pop- rock-music, con la partecipazione straordinaria di sacerdoti sempre più secolarizzati e simili a show-men televisivi che se tutto va bene usano la stola come sciarpa, il monastero di Norcia offre un sicuro riparo, un autentico fidei depositum. Il ripristino integrale della liturgia tradizionale con l’ufficio monastico interamente in latino e in canto gregoriano offrono al visitatore non solo uno spettacolo spirituale immenso, ma anche una grande opera di catechesi della Chiesa stessa. Felicemente, si può incontrare un giovane monaco che ci può spiegare cosa sia un Graduale Triplex e forse anche come si può leggere un tetragramma e i neumi.
In virtù della liberalizzazione della Messa pre-conciliare (cosiddetta Tridentina), i benedettini di Norcia hanno integrato la loro vita monastica con la liturgia stabilita da sempre dalla Chiesa e riedificata grazie al Summorum Pontificum di Papa Ratzinger nel 2007. I monaci di Norcia sono attivi in un apostolato liturgico ad ampio spettro, internazionale, seguendo fedelmente l’Antiphonale Monasticum (il breviario monastico) secondo l’edizione dell’Abbazia francese di Solemnes. Nel monastero di Norcia si presta attenzione a tutto e a tutti: liturgia e paramenti sacri, ospiti, preghiere e devozioni.
Così mentre i monasteri e conventi fedeli al progressismo (quale progresso senza tradizione?) e nauseati dal latino e dalla tradizione del magistero della Chiesa soffrono gravi perdite di vocazioni sino alla chiusura, il monastero di Norcia non accusa questa perdita, offrendo invece una comunità monastica notevolmente giovane, semplice e davvero serena.
Se è vero che la liturgia, in particolare quando officiata nella forma extraordinaria, rappresenta il trait d’union tra cielo e terra, vi posso garantire che a Norcia nel monastero di San Benedetto si vive già in cielo.

Giovanni Corso

13 commenti:

  1. Bravo Giovanni, bellissima recensione complimenti. Io sarò li a settembre, ho già prenotato....

    RispondiElimina
  2. Un articolo che riesce a far intuire e quasi intravedere la meraviglia!

    RispondiElimina
  3. Salve a tutti, vorrei chiedervi un informazione. il fatto è questo, avrei bisogno di parlare per una questione personale con sua ecc.za mons. Luca Brandolini. so che non è visto molto di buon occhio in questa sede, ma al di la di questo, sapreste come potrei fare e a chi potrei rivolgermi per avere un breve colloquio con lui? So che ora si trova a S.Giovanni in Laterano, sul sito della Diocesi di Roma sotto il suo nome ho trovato l'indirizzo del vicariato ed un numero di telefono, non so se sia il suo.. ma soprattutto non so se sia possibile parlare con lui. Se la redazione del sito potrebbe darmi delle indicazioni su come fare e se è possibile fare una cosa del genere gliene sarei molto grato.

    RispondiElimina
  4. Gen. Giovanni Piccioni29 agosto 2011 alle ore 14:13

    Tutto vero. Anzi di più. Ci sono stato anch'io. I monaci sono grandi.

    RispondiElimina
  5. Confermo! Il monastero di S.Benedetto è veramente un riparo. Un grazie a P.Cassian e a tutti i monaci.

    RispondiElimina
  6. Immagino che se c'è sul sito il numero sia quello. Cmq il vescovo è un tipo molto disponibile, quindi non credo sarà difficile parlargli!

    RispondiElimina
  7. Per chi vuole, su FB ho creato un gruppo dove poter scambiare racconti, articoli, esperienze sul Monastero, e magari conoscerci ed organizzare visite o cose del genere. http://www.facebook.com/groups/159521844123622/

    RispondiElimina
  8. Redazione di Messainlatino.it29 agosto 2011 alle ore 16:29

    Guardi, sig. Andrea: anche noi solitamente, quando vogliamo raggiungere  un prelato, proviamo per prima cosa la via più semplice: cercarlo attraverso i canali noti. Provi a chiamare al numero in Suo possesso, e chieda di lui e/o di fissare una data per essere ricevuto in udienza.
    Oppure lo contatti anche con una lettera.
    Mi raccomando: in entrambi i casi si presenti sempre, indicando anche la diocesi di appartenenza, e il motivo della richiesta.
    Ci Faccia sapere.
    Cordialmente.
    Roberto

    RispondiElimina
  9. Sito dei monaci: http://osbnorcia.org/?lang=it

    Io ho visitato il monastero attorno a capodanno. Confermo l'ottima impressione. 

    RispondiElimina
  10. Cattolico Tradizionalista29 agosto 2011 alle ore 21:41

    Vado spesso a Norcia a seguire la S. Messa in Rito Antico dai Benedettini. Sono veramente dei grandi. Andate, non ve ne pentirete :-D

    RispondiElimina
  11. :) ....stupendo !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  12. Grazie a tutti per i commenti positivi!
    E' bene diffondere buone notizie come queste, a presto,
    giovanni

    RispondiElimina
  13. Seguire integralmente la Regola, come è scritto nell'articolo, è una generosa illusione che non potrà mai essere attuata. Se è vero che il messaggio di Benedetto risuona potente ancora ai nostri giorni e ha da dire molto all'uomo moderno che vi si accosti senza pregiudizi, d'altra parte è impossibile ripristinare usanze e prassi del VI secolo, riesumando il mondo dei Santi Benedetto e Gregorio Magno. Basterebbe prendere in mano e sfogliare questa Regola - che spesso si ha in bocca ma difficilmente si conosce in maniera diretta - per rendersi conto della distanza che ci separa dal nostro Patriarca. A voler essere buoni, i monaci di oggi rispettano meno di un quarto della Regola originale, specialmente la parte spirituale e alcuni elementi nell'organizzazione della comunità. Dei 73 capitoli, indubbiamente i primi 7; ma i cap. da 8 a 20 sulla preghiera, i cap. dal 23 al 30 sul codice penitenziale, i cap. 31-57 sull'organizzazione interna della comunità, i cap. 58-66 sull'itinerario di ingresso per chi intende farsi monaco, insomma tutto lo svolgimento della Regola non viene praticamente più rispettato, salvo poche eccezioni. E non può che essere così, perché il monachesimo ha fatto tanta strada dai suoi esordi ad oggi, passando per i meravigliosi secoli centrali del Medioevo. Insomma, i padri nursini vivono la Regola né più né meno integralmente di altri monaci.  Se il "corpo" della Regola è morto con il suo autore, lo "spirito" sicuramente va incarnato secondo le esigenze delle varie comunità

    RispondiElimina