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giovedì 4 agosto 2011

Al servizio dei popoli convertiti al Vangelo. Otto d'Asburgo (1912-2011)

Nel trigesimo della morte di Otto d'Asburgo, presentiamo un suo ritratto tratto da Storia & Identità:

La notizia della morte di Otto - «Ottone», scrive L’Osservatore Romano del 5 luglio - di Asburgo, ancorché abbondantemente prevedibile - aveva 98 anni -, si presta comunque a qualche considerazione.La prima - e forse l’unica - impressione che l’evento suscita d’abord e quasi obbligatoriamente è quella di trovarsi di fronte a una fine, alla conclusione di un ciclo storico.
Qualcuno potrebbe dire «l’ennesima» fine, giacché la medesima sensazione credo fu provata senza dubbio quando Carlo I d’Austria, il padre di Otto, si trovò di colpo, senza aver abdicato, alla testa di un impero che non c’era più, di un regno dissolto dalla sconfitta nella guerra mondiale, e, in breve torno di tempo, espulso dalla patria e spogliato da ogni bene familiare.E forse, ancora, quando il suo tentativo di restaurazione del trono ungherese, nel tumultuoso 1921, fallì per la seconda volta.
Ma di sicuro, ancora e ancor di più quando il giovane e santo sovrano chiuse prematuramente gli occhi, a Madera, l’anno successivo.La morte di Carlo chiude in effetti la vicenda del lungo regno di una schiatta postasi al servizio di un popolo e, poi, di molti e diversi popoli, di una dinastia che ha offerto la sua spada e il suo genio politico all’alto ideale della Santa Romana Repubblica, nel difficile e tormentato corso dell’età moderna e contemporanea. E non segna solo l’estromissione di una dinastia dal potere - ve ne sono state tante… -, ma la scomparsa stessa dell’idea di un potere laico, ma sacrale, modellato sull’autorità della famiglia e soggetto alle medesime leggi di perpetuazione di quest’ultima.Dopo di lui verrà il tempo delle ideologie, dei regimi anonimi e burocratici, dei totalitarismi onnipervadenti, dei popoli ridotti a masse eterodirette, del conflitto perpetuo.
È davvero istruttivo ripercorrere la parabola di questi piccoli nobili «svizzeri», i quali, dal remoto maniero di Habsburg, nell’attuale cantone di Argovia, a poco a poco, con pazienza e astuzia, generazione dopo generazione, matrimonio dopo matrimonio, eredità dopo eredità, guerra dopo guerra, dal cuore del Medioevo, intorno al 1000, ascendono nella gerarchia sociale, conquistano territori sempre più ampi, contendendoli specialmente ai cantoni svizzeri in via di emancipazione dall’Impero. E dalla Svizzera si spostano quindi sempre più a est, verso il mondo germanico, accumulando prerogative politiche e poteri territoriali ogni volta più grandi.Il culmine di questo itinerario sarà nel XIII secolo - con Rodolfo - e poi, di nuovo, nel XVI secolo - con Massimiliano I - l’accesso alla più alta magistratura della cristianità, il Sacro Romano Impero, quella «universale architettura politica cristiana» pensata come il guscio che ospitasse e difendesse dal nemico esterno l’intera famiglia dei popoli convertiti al Vangelo e, nello stesso tempo, fungesse da istanza arbitrale suprema al suo interno.
L’asse geopolitico della dinastia, a misura della sua ascesa, si sposterà ulteriormente a est, verso l’Europa danubiana, assestandosi grosso modo nell’area degli attuali Austria e Tirolo. E di qui estenderà le sue propaggini verso nord, verso quelli che diverranno i Paesi Bassi austro-spagnoli, compiendo il suo grande salto di qualità con le nozze di Giovanna di Castiglia e di Filippo I, figlio di Massimiliano I e arciduca di Borgogna, con le quali si realizzerà la saldatura fra i regni ispanici e i domini asburgici.
Poco dopo, il loro figlio secondogenito Carlo V sarà eletto al trono di Carlo Magno. Il vasto impero austro-ispanico, nonché sacro e romano, che ne nascerà, agl’inizi continuerà a espandersi oltreoceano, dando vita alla sterminata e cattolica Nuova Spagna, che si estendeva dalle pianure nordamericane fino alla Terra del Fuoco.
Tuttavia, come tutti gli astri, anche quello degli Asburgo, dopo l’apogeo, conosce la sua sera. Troppi sono i nemici: i principi protestanti, i turchi ottomani, i riformatori religiosi, le potenze coloniali antagoniste, la potenza di casa Borbone in Francia.Sarà un declino, ma un declino che durerà due secoli. Finiti i bagliori del Siglo de Oro, i sovrani asburgici, persa nel 1700 la enorme pars occidentis, si concentreranno sulla pars orientis, creando un vasto e saldo regno nell’area alpino-adriatica-danubiana, il cui principale merito - come nei secoli precedenti era stato l’appoggio alla Riforma tridentina - sarà di arginare l’Asia islamica alle porte, senza dimenticare la successiva e strenua lotta contro il cesarismo rivoluzionario di Napoleone.
Gli Asburgo conserveranno per ben 368 anni le insegne imperiali: le dismetteranno solo nel momento in cui si paleserà l’eventualità che la corona sacra e romana finisca sul capo dell’autocrate côrso. Allora, nel 1806, Francesco II di Asburgo, deporrà per sempre l’augusta corona sormontata dalla croce.
Nell’Ottocento lo Stato asburgico si configurerà come un grande regno centroeuropeo, multinazionale, multietnico e multireligioso, che per decenni assurgerà a modello di buona amministrazione e di felice convivenza fra i popoli, almeno per quanto è possibile in hac lacrimarum valle. I risorgimenti nazionali, prima, e il virus nazionalista, poi, lo aggrediranno a più riprese, fino a riuscire nel 1914 a uccidere a Sarajevo l’erede di Francesco Giuseppe, scatenando così la spaventosa e inutile carneficina del Primo Conflitto Mondiale.
Dalla guerra, nonostante gli sforzi di pace del sovrano, l’impero asburgico uscirà dissolto, così come l’impero germanico, l’impero russo e l’impero ottomano. Il centro dell’Europa patirà la scomparsa del grande e ordinato organismo austro-ungherese e, nel vuoto creatosi, germineranno odi nazionali violenti e incuberà quel totalitarismo nazionalsocialista, che scaglierà l’Occidente in un secondo, ancor più devastante, conflitto.
E l’anima europea, da Joseph Roth a Franz Werfel, da Robert Musil ad Alexander Lernet-Holenia, canterà con malinconia e nostalgia la «finis Austriae», il crollo di un mondo certo idealizzato, ma ricco di fascino e non privo di motivi di rimpianto.
L’arciduca Otto, primogenito del beato Carlo, è stato per sei anni l’effettivo Thronfolger, l’erede al trono. Il bel bimbo biondo che vediamo nelle fotografie con i suoi santi genitori, sulle ginocchia di un orgoglioso Francesco Giuseppe e spettatore, compunto e un po’ spaurito, ai funerali di quest’ultimo, nella Vienna grigia e angosciata del novembre 1916, sarà in un certo senso, Otto più che Carlo, davvero l'«ultimo degli Asburgo», l’estremo, ancorché potenziale, imperatore di Austria e re di Ungheria.
Egli, se non regnerà, saprà tuttavia tenere - a fianco della energica madre, Zita di Borbone-Parma - nei lunghi anni dell’esilio salde le redini della sempre più numerosa e impoverita famiglia, specialmente aiutandola a mantenersi nella fede cristiana degli avi, impedendole di seguire la sorte poco brillante di molte casate europee.
Né si esimerà dal fare suoi i tanti oneri pubblici che la storia dell’Europa nel secolo XX quasi imponeva a chi era erede carnale e morale dei grandi uomini che avevano retto l’impero. Nella militanza contro il nazionalsocialismo dell’austriaco Adolf Hitler, che odiava visceralmente la dinastia, e nell’ideale europeista, Otto cercherà di trasfondere gli ideali cristiani, i disegni di pace e di unione del santo genitore, nonché il capitale di esperienza politica accumulato nei secoli dalla famiglia.
Otto scompare, quasi centenario, ma gli Asburgo continuano. L’auspicio è che la memoria della grandezza degl’ideali che essi per secoli hanno personificato non svanisca e che si mantenga sempre viva fra loro la vocazione a servire l’Europa e la Chiesa.
Oscar Sanguinetti

14 commenti:

  1. don arnaldo morandi4 agosto 2011 alle ore 08:23

    <span>mi complimeto con la redazione per aver ospitato ancora un articolo sulla figura davvero straordinaria di Otto d'Austria ,stavolta</span><span> a firma di Oscar Sanguinetti, considerato uno tra i maggiori stirici sulla casa d' Austria e noto pubblicista. Mi permetto a tal proposito di sottolineare il libro:</span>

    <span>Quale assistente nazionale della Gebetsliga Kaiser Karl......lega di preghiera per la pace e la fratellanza tra i popoli invito i lettori a visitare il sito della Gebetsliga in Italia: www.beatocarloabrescia.it dove si danno notizie più dettagliate anche in ordine alla natura e all'attività in Italia della pia unione riconosciuta dalla chiesa.</span>
    <span>Alcuni, da questa piazza virtuale, hanno criticato interventi , DEL RECENTE PASSATO, SU QUESTO ARGOMENTO, CONSIDERANDOLO, NELLA MIGLIORE DELLE IPOTESI, POCO CONSONO ai fini specifici del sito , mi permetto di dissentire , la Messa di sempre e la visione cristiana che perseguiamo tutti, fondata e radicata nella tradizione, deve avere una forte connotazione ideale e culturale , conoscere la storia e approfondirla, permette di capire le ragioni e le cause della situazione attuale p</span><span>er cercare di rifondare un cristianesimo vivo e di popolo piuttosto che di gruppuscolo e da cantina.</span>
    <span>Conoscere la vicenda umana e la testimonianza ericamente cristiana dell' ulimo imperatore d' Austria e Re d'Ungheria Carlo, di cui Otto è stato degnissimo erede, ci permette di scoprire una guida certa alla ricerca di quelle radici cristiane i cui detrattori hanno combattuto contro di lui che incarnava tutti gli ideali sui quali noi vorremmo vedere fondata una vera civiltà cristiana.</span>
    <span>Complimenti perciò alla </span><span>redazione che dando spazio a tutti permette una costruttiva dialettica per uscire da certi luoghi comuni che con grande stupore ho notato presenti anche tra i lettori  di questo bellissimo blog</span>
    <span>grazie don Arnaldo Morandi</span>
    <span></span>

    <span>Un cuore per la nuova Europa</span><span>
    </span><span>Appunti per una biografia del beato Carlo d’Asburgo</span><span>
    </span><span>di Oscar Sanguinetti e Ivo Musajo Somma</span><span>
    </span><span>Edizioni D’Ettoris 2004</span><span>
    </span>

    <span>
    </span>

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    1. Otto, noto masone.
      Arnà, fra rotari e pseudo-ordini massonici me sà che stai a frequentà troppo li grembiulini.
      Chi va co lo zoppo impara a zoppicà.

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  2. Grazie alla Redazione per l'interessantissimo argomento proposto che appare oggi di una attualità sconcertante. Persecuzione religiosa, morale, economica e giudiziaria verso i cristiani e la Chiesa rendono necessario l'avvio di un percorso di raccordo politico, istituzionale e militare fra gli stati in cui ancora esistono alcuni valori cattolici fondanti la convivenza civile. Speriamo che proprio dall'Ungheria si estenda quel soffio che possa alimentare, in gran parte d'Europa, l'avvio di un processo di revisione costituzionale che unifichi i popoli in ragione dei loro valori cristiani e non di quelli ormai morenti giacobini.

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  3. Abbiamo già preso gli opportuni contatti per organizzare nella mia Regione Marche, i tempi si allungheranno a causa del Congresso Eucaristico Nazionale, una solenne commemorazione di Otto d'Asburgo,
    Sarà opportuno,. per l'occasione, presentare anche la pubblicazione in oggetto.
    Sarà mia premura prendere i contatti specifici.
    Buona giornata

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  4. <span>Vorrei far notare una inesattezza nel pur bello e condivisibile articolo, laddove si dice che:</span>
    <span> " Dalla guerra, nonostante gli sforzi di pace del sovrano, l’impero asburgico uscirà dissolto, così come l’impero germanico, l’impero russo e l’impero ottomano."  </span>
    Vorrei far notare una inesattezza nel pur bello e condivisibile articolo, e precisamente laddove si dice che : "Dalla guerra, no nostante gli sforzi di pace del sovrano,l'impero asburgico uscirà dissolto, così come l'impero germanico, l'impero russo ecc."  L'impero germanico usci disciolto coma tale, ma la nazione tedesca rimase, a parte alcune mutilazioni territoriali, sostanzialmente in tatta.Divenne repubblica ma rimase "la Germania". La Russia fu soffocata dal comunismo, ma rimase la stessa nell'estensione e nella potenza. L'impero asburgico fu invece, unico, smembrato e dissolto. Da esso furono ricavati stati e staterelli sovrani, l'Austria fu ridotta a quella piccola nazione che è tutt'ora.   Questa è la prova lampante che il vero scopo della Grande Guerra, attizzata dalla massoneria, era quello di distruggere l'ultimo baluardo del cattolicesimo incarnato dalla cattolicissima dinastia asburgica. La quale per altro ebbe fine con un imperatore Beato (speriamo venga canonizzato: sarebbe il patrono ideale per questa miserabile Europa) e una imperatrice il cui processo di beatificazione è stato già avviato.Confrontate con le altre dinastie, anche quelle ancora regnanti tra scandali e scandaletti e tirate le conclusioni.

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  5. Bellissimo articolo: grazie!

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  6. Quando papa Urbano VIII voleva togliere la corona del Sacro Romano Impero agli Asburgo, era influenzato dalla massoneria? :-D
    A scanso di fesserie, faccio presente che all'epoca la massoneria nemmeno esisteva.
    Quanto poi al lettore, che si presenta come sacerdote, il quale scrive che Sanguinetti sarebbe uno dei massimi storici della casa d'Austria... :-D :-D :-D  Per favore, lasciamo la storia agli storici veri. Il caro Sanguinetti è un pubblicista dallo stile panna montata che poi all'atto pratico si comporta opportunisticamente come tutti i pliniani e ha come unico titolo quello di essere un pezzo grosso di Alleanza Cattolica, associazione che ha poco di cattolico e molto di plinianesimo; è stato messo da De Mattei a insegnare "metodologia della ricerca storica" senza aver mai o quasi fatto una vera ricerca storica... Se il mondo tradizionalista non sa fare altro che ricorrere a questi mezzucci di favore, allora è messo davvero male. Purtroppo.

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  7. Non conosco Sanguinetti e mi astengo dal giudicare la sua competenza, ma quanto a fesserie il sig, Iginio non si risparmia, se non nel numero certamente nella misura. La gratuita ironia con la quale esordisce già lo qualifica. Anche l'ultimo dei ciababattini - con tutto il rispetto per la benemerita categoria - sa che la massoneria non esisteva al tempo di Papa Barberini, ma sa altrettanto bene che fu proprio la massoneria a sabotare i tentativi di pace del Beato Carlo I, e fu sempre la stessa a decretarne l'esilio a Madeira. Dovrebbe riflettere, il sig. Iginio, su quanto ho detto sopra, e che cioè l'unico ad essere punito con la completa dissoluzione dopo la Grande Guerra fu l'impero Asburgico.E dia un ripassino alla storia, da Lepanto a Vienna 1683, a Belgrado ecc. Senza lo scudo dell'impero asburgico l'Europa sarebbe oggi in gran parte islamica. 

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  8. sono certo che la nuova Europa nascera' dal sacrificio di Carlo I. Nulla e' perduto se offerto. E  Carlo lo ha fatto in pienezza.
    Su Otto ho cmq delle perplessita' i primis x aver appoggiato un Ue istituzionalmente illiberale ed antidemocratica, come sanno ben tutti in Svizzera e come Ida Magli  in Italia ha ben evidenziato con il suo libro la Dittatura europea.  Chi non lo ha capito con le buone  lo capira' presto  diversamente.
    Due:  la sua appartenenza  alla associazione Mont  Pelerin, da cui i suoi genitori sarebbero sicuramenti stati alla larga.
    Andrebbero date anche queste notizie, proprio per evitare panegirici per scolaretti.
    Per questo pur pregando per Lui nn sono andato ai suoi funerali a Vienna.
    Tuttavia e' chiaro che Otto anche con le sue ombre e'  stato certamente un uomo, mille miglia avanti  rispetto a  quello che oggi si puo' definire la classe politica italiana.

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  9. Toh, è ricomparso un vecchio ospite. Vuole per cortesia dimostrare in modo razionale, argomentato e piano perchè Plinio Correa de Oliveira non sarebbe cattolico? Riguardo ai suoi insulti nei confronti di Oscar Sanguinetti, persona per bene e bravo ricercatore (vedi ad esempio i suoi lavori sulle Insorgenze), non meritano commenti...

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  10. <span>1)Sulle ricerche storiche di Sanguinetti attendiamo, come dice Silente, critiche fondate nel merito. Cosa sbaglia? In quale libro? Se Iginio ha fatto ricerche storiche più approfondite ce ne renda edotti...  
    2) Su Alleanza Cattolica francamente non riesco a capire perché sarebbe "poco cattolica": http://www.alleanzacattolica.org/</span>

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  11. <span>Città del Vaticano, 04/10/2011 (informazione.it) La Città Leonina, sabato 8 ottobre 2011, nella sua sovrannaturale e bimillenaria storia annovera ancora una giornata memorabile, che già entra nella storia del XXI secolo.</span>
    <span>
    Un solenne Pontificale di Requiem suffraga nel rito antico “pro Romano Imperatore” l’anima eletta di un uomo eccezionale, semplice e buono, sereno quanto l’esempio di santità ricevuto nel sangue imperiale da suo padre, il Beato Carlo I d’Austria, deciso ed eroico quanto le tragedie del XX secolo imposero alla dignità del suo ruolo e del retaggio cesareo e di difesa della Cristianità; tenace e generoso, anteponendo sempre la salvezza, la libertà, pacificazione e riconciliazione dei popoli europei, al suo stesso personale interesse.</span>
    <span>
    Il Cardinale bavarese Walter Brandmüller, il quale gli fu amico in vita, non meno di quanto lo fu l’altro bavarese, Cardinale Joseph Ratzinger, Romano Pontefice felicemente regnante, ne celebra il Pontificale di Requiem, che unisce i romani all’Europa dei popoli, delle piccole e grandi Patrie, che nella loro storia millenaria conobbero le autonomie plurali, le libertà locali, le specificità, le confessioni, la convivenza di etnie, idiomi e culture che riconducono per il XXI secolo alla intramontabile civiltà cristiana.
    Il sacro rito si celebra, nella novena di S. Maria del Rosario, detta “della Vittoria“, anche nel ricordo del 440° del trionfo di Lepanto. Quella vittoria degli europei uniti che segnò, nel 1571, la salvezza dell’Europa cristiana, al comando di un altro Asburgo d’Austria, nella memoria di Otto d’Asburgo, verrà ricordata al Vespro al Camposanto Teutonico in Vaticano, presente il Corpo Diplomatico accreditato alla Santa Sede e al Quirinale, e la società romana.</span>

    <span>L’iniziativa e a cura del Presidente dell’Istituto di Studi Storici Beato Pio IX, in collaborazione con 120 istituzioni ed organizzazioni italiane ed internazionali, e con il Patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale.</span>

    <span></span> http://futuroinsieme.wordpress.com/2011/10/03/8-ottobre-otto-d%E2%80%99asburgo-ricordato-e-onorato-in-vaticano/

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  12. <span>
    A tre mesi dal pio transito, l’anima eletta del Dr. Otto von Habsburg–Lothringen, <span> sarà suffragata in un Pontificale di Requiem presieduto da Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Walter Brandmüller alla Pontificia chiesa di S. Maria in Camposanto Teutonico in Vaticano, sabato 8 ottobre 2011, alle ore 18,00. 
     



    Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni

    R.S.V.P. Tel. 06.45449744 Cell. 335.6605913


    * Signori: cravatta bianca, decorazioni, gilet nero.
    *Signore: abito e velo nero</span></span>

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