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martedì 12 luglio 2011

Voi, cari giovani, siete la speranza della Chiesa! ( Benedetto XVI, 28 sett. 2009)


Renato Manzo, del gruppo ecclesiale abruzzese “Beato Marco d’Aviano”, ha scritto questa riflessione sui giovani che dal Motu Proprio Summorum Pontificum han tratto motivo di vita spirituale. Parole che , all’inizio di questa caldissima giornata, scendono come fresca rugiada ben augurante.

“Nel mese di maggio, a margine del convegno organizzato a Roma da “Giovani e Tradizione” sul Motu Proprio Summorum Pontificum di S.S. Benedetto XVI, “segno di contraddizione” che “ ha rivelato i cuori di molti”, ho potuto partecipare ad un incontro con molti rappresentanti di gruppi stabili operanti in varie regioni italiane.
Se sono abbastanza note le vicende legate alla formazione di questi aggregati laicali, molto meno risultano conosciute le esperienze e i volti di quanti se ne fanno in prima persona promotori.
Emanuele, Federico, Antonino, Daniele sono i nomi di alcuni di loro,età media 25/26 anni ( ma anche molto di meno ! N.D.R.) , così diversi da tanta gioventù annoiata che riempie le nostre città.
Trovarmi con loro, io che da un po’ ho passato i cinquant’anni, è stata una esperienza estremamente coinvolgente: questo mondo legato alla Tradizione,che pure per certi versi ha bisogno di emendarsi da certa presupponenza e contraddittorietà, è altresì ricco di forze giovani,determinate e preparate, tale che lo stereotipo dell’amante dell’antica liturgia suggerito da tanti chierici,ne esce demolito: chi chiede la S. Messa Tridentina non è qualche vecchio nostalgico, ma in gran parte ragazzi nati 20 o 25 anni dopo la fine del Concilio Vaticano II.
Bisogna che tanti nostri intemerati sacerdoti se ne facciano una ragione. Questi ragazzi non possono essere nostalgici di qualcosa che non hanno vissuto, e se quindi non esitano a percorrere una strada che in partenza conoscono accidentata, a volte piena di difficoltà e amarezze, che mette a rischio amicizie e che così spesso lascia quell’amarissima sensazione di sentirsi estranei nelle proprie parrocchie, vuol dire che una vocazione specifica li chiama, che solo un cieco non riconosce.
Ringraziamo il Signore che lascia crescere in mezzo a noi ragazzi come questi: sono un pegno per il domani, sono un segno di fiducia e di misericordia, e la migliore garanzia che nella perseveranza ciò che è stato demolito, sarà riedificato”. Renato Manzo

Le belle parole di Renato, meritano il ricordo di quanto ha dichiarato il Liturgista che ha organizzato la lodata celebrazione papale del giugno scorso a San Marino : http://blog.messainlatino.it/search?updated-max=2011-06-22T02%3A22%3A00%2B02%3A00&max-results=20
"Per quanto riguarda, invece, le scelte fatte per la Santa Messa, ci siamo avvalsi di ottimi giovani, provenienti sia dal Seminario di Bologna, ma anche tra ragazzi che normalmente servono Messa, compresa la forma straordinaria: questo ci ha permesso di essere certi dei movimenti e tranquilli per ciò che riguarda la gestualità che alcuni potranno paragonare ad un semplice orpello, ma che riteniamo essere altrettanto importante a tutto il resto. E così, vedere tutti i ministranti fare l'inchino, insieme al Papa e ai Vescovi concelebranti, quando veniva nominato il nome di Gesù Cristo è stato davvero commovente. Anche perché, al di là che un ragazzo possa comprendere determinati gesti, il fatto stesso di compierli lo aiuta a capire.
Non essendo tutti seminaristi, avevo dato anche indicazioni precise sul modo di vestire: una persona mi ha ringraziato per aver visto "tanti preti vestiti da prete".
Esattamente quello che NON avverrà nella mia amata Regione Marche in occasione della Messa del Santo Padre a conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale.
I nostri ragazzi del gruppo liturgico, ammirati da tutti per la preparazione, possono servire all'Altare solo nelle pochissime “riserve” che la Provvidenza ci ha riservato poiché lo spirito liturgico “benedettiano” non è ancora arrivato nel suolo marchigiano.
In questi caldi giorni tuttavia prevale un senso di gioia nel nostro gruppo perché Edoardo , 18 anni e mezzo, che ha svolto il ruolo di cerimoniere al Pontificale EF del Card.Brandmueller a Campocavallo : ha infatti conseguito la maturità classica con 100 + lode!
Ad maiora quotidie !
A.C.

24 commenti:

  1. "<span>Questi ragazzi non possono essere nostalgici di qualcosa che non hanno vissuto</span>". Non è assolutamente vero che non si può essere nostalgici di qualcosa che non si è vissuto. Basta pensare ai gruppi neofascisti e neonazisti che pullulano in giro, composti da loschi figuri che certo non "hanno vissuto" la disgrazia dei due regimi. Se infatti si può essere compassionevoli verso chi sente nostalgia della vecchia liturgia avendola vissuta, nei "ragazzi" questo attaccamento è assolutamente ideologico. E quindi pericoloso. Ecco perchè non si può estender eil valore del MP al di là dell'indulto: Si legga quanto affermato da Paolo VI nel cconcistoro del 24 maggio 1976:
    <span>
    <p><span>“[…] <span>Si osa affermare che il Concilio Vaticano II non è vincolante</span>; che la fede sarebbe in pericolo altresì a motivo delle riforme e degli orientamenti post-conciliari, che si ha il dovere di disobbedire per conservare certe tradizioni. Quali tradizioni? È questo gruppo, e non il Papa, non il Collegio Episcopale, non il Concilio Ecumenico, a stabilire quali, fra le innumerevoli tradizioni debbono essere considerate come norma di fede! Come vedete, venerati Fratelli nostri, tale atteggiamento si erge a giudice di quella volontà divina, che ha posto Pietro e i Suoi Successori legittimi a Capo della Chiesa per confermare i fratelli nella fede, e per pascere il gregge universale, che lo ha stabilito garante e custode del deposito della Fede.</span>
    </p><p> 
    </p><p><span>E ciò è tanto più grave, in particolare, quando si introduce la divisione, proprio la dove<span>congregavit nos in unum Christi amor</span>, nella Liturgia e nel Sacrificio Eucaristico, rifiutando l’ossequio alle norme definite in campo liturgico.</span><span>È nel nome della Tradizione che noi domandiamo a tutti i nostri figli, a tutte le comunità cattoliche, di celebrare, in dignità e fervore la Liturgia rinnovata</span><span>.</span> <span>L’adozione del nuovo “ Ordo Missae ” non è lasciata certo all’arbitrio dei sacerdoti o dei fedeli</span><span>:</span> <span>e l’Istruzione del 14 giugno 1971 ha previsto la celebrazione della Messa nell’antica forma, con l’autorizzazione dell’Ordinario, solo per sacerdoti anziani o infermi, che offrono il Divin Sacrificio<span>sine populo</span>.</span> <span>Il nuovo</span> <span>Ordo</span> <span>è stato promulgato perché si sostituisse all’antico, dopo matura deliberazione, in seguito alle istanze del Concilio Vaticano II. Non diversamente il nostro santo Predecessore Pio V aveva reso obbligatorio il Messale riformato sotto la sua autorità, in seguito al Concilio Tridentino</span> <span>[...]"</span>
    </p></span>

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  2. Bellissimo! Queste sì che sono notizie rinfrenscanti e portatrici di atteggiamento positivo e costruttivo. Ubi Petrus Ibi Ecclesia. I.P.

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  3. Come può dire che per i giovani questo attaccamento è ideologico? Io le posso assicurare che per me non è così, l'unico motivo per cui partecipo alla Santa Messa secondo il Messale di San Pio V è ben descritto dal Papa nella lettera di accompagnamento del motu proprio:
    "Subito dopo il Concilio Vaticano II si poteva supporre che la richiesta dell’uso del Messale del 1962 si limitasse alla generazione più anziana che era cresciuta con esso, ma nel frattempo è emerso chiaramente che anche giovani persone scoprono questa forma liturgica, si sentono attirate da essa e vi trovano una forma, particolarmente appropriata per loro, di incontro con il Mistero della Santissima Eucaristia."
    Piaccia o no è così.

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  4. Quindi due papi si contraddicono. Piaccia o no è così. Ora la domanda che sorge è: chi ha ragione? Chi fa avanzare o chi fa indietreggiare?

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  5. Anch'io ho quasi diciott'anni, e farei di tutto per poter fare il cerimoniere, se solo avessi una messa tridentina un po' più vicina a casa e se il parroco non mi guardasse storto non appena nomino la parola "liturgia".

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  6.  Eccellenza, conosco bene il Suo pensiero , che non cambierà mai, nonostante le Istruzioni, così come riconosco il Suo modo di scrivere pacato e preciso.
    Ai posteri l'ardua sentenza!
    Un saluto in Xsto Signore.
    Andrea

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  7. sono giovane, anche se non giovanissimo; vivo sotto il pontificato di Benedetto xvi, sono cereciuto con la Messa riformata e non la rinnego,ho l'opportunità di vivere, specie dopo l'indulto, non da clandestino la messa gregoriana. Non è, Signor "io" nostalgia di ciò che non si è vissuto: è ricerca di quello che è essenziale alla Messa: la Croce, l'Adorazione, il silenzio, l'omelia che spiega la dottrina cristiana e non le effimere suggestioni del momento. Se i 2 papi si contraddicono, certamente è lei che è rimasto ancorato al passato.

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  8. Premesso che non ho competenza e tanto meno autorità di fare da giudice tra due Pontefici, per la mia esperienza, non posso che pensare che la ragione stia dalla parte di Papa Benedetto.

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  9. Le assicuro che non posso fregiarmi del titolo di Eccellenza (ammesso e non concesso che nella chiesa questi titoli siano pertinenti); evidentemente con la persona a cui Lei fa riferimento c'è intento di vedute...e di stile.

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  10. Sarà ... " intento di vedute di stile" ...

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  11. Come dovrei chiamare un Vescovo ??? Signor Vescovo ?
    Il titolo di Eccellenza è confermato al protocollo vaticano ai vescovi, oltre che agli Ambasciatori ecc ecc
    "intento di vedute ... e di stile " bahhhh

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  12. il fatto che sia confermato dal "protocollo" non vuol dire che sia pertinente...Mi pare che qui, in generale, le argomentazioni vadano a farsi benedire...con una formula in latino ovviamente...

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  13. Ovvio che con una formula in latino, "arriva prima a Dio" come diceva un anziano Canonico locale.
    Tutto quello che viene dal protocollo, assai rigido, vaticano diventa, ipso facto, pertinente , anzi vincolante !

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  14. sotto pena di peccato mortale, con annessa scomunica e rogo incorporato... mi raccomando, non dimentichi di dirlo, a scanso di equivoci...

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  15. Che due papi si contraddicano é già assai significativo. Ma se consideriamo il parere di tutta una schiera di papi che nei secoli ci hanno preceduto, credo che la sua domanda non abbia a porsi?

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  16. <span>Che due papi si contraddicano é già assai significativo. Ma se consideriamo il parere di tutta una schiera di papi che nei secoli ci hanno preceduto, credo che la sua domanda non abbia a porsi?</span>

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  17. Caro IO,premettendo che non ho nulla contro il Papa Paolo VI,vorrei ricordarLe che di conclavi ce ne sono stati ben tre dalla morte di Papa Montini...la vita va avanti!!!...sempre CUM PETRO E SUB PETRO...mi auguro che anche lei non si sia fermato come certe persone al 1978...

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  18. Pensavo che l'Inquisizione fosse "roba"...vecchia.
    Lei guarda sempre al futuro ma...un'occhiatina alle cose che furono non Le spiace affatto darla!!!
    Forse è di buon auspicio perchè dia anche un'occhiatina al Messale di San Pio V...con uno slancio al futuro...appunto...

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  19. E regalagli un paio di occhiali, quando ti guarda storto! In farmacia li trovi a poco prezzo!

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  20. avanzare dove? i seminari e le chiese sono vuoti! bella avanzata!

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  21. @ Io
    Ho 25 anni, il 99,99% delle Messe seguite da me son NO, continuerò ad andarci e non la rinnegherò, ma l'unica Messa Vetus Ordo alla quale ho partecipato mi ha semplicemente sconvolto!Son rimasto stupito dai canti gregoriani, stupendi, dal raccoglimento interiore, dal rispetto dovuto alla Divinità che si presenta a me, pover'uomo che cammina su questa terra cercando costantemente con lo sguardo i segni dell'Assoluto. Il velo che copre il calice ha un significato profondissimo, che si perde nella notte dei tempi (mi ha fatto venire in mente il Sancta Sanctorum nella tenda di Mosè).

    Mi sono commosso alle parole di San Tommaso: Dominus Meus et Deus Meus! Mio Signore e Mio Dio!

    Grazie Santo Padre di questo grande dono.

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  22. Le rispondo con una domanda,carissimo IO:Chi si trova ORA sul soglio di Pietro?Benedetto XVI o Paolo VI?

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  23. Magari "cotidie", anziché quotidie...
    Per il resto, è da un mucchio di tempo che vado ripetendo come i "cambiamenti" degli anni Sessanta e Settanta siano nati, più che per le fumose ragioni teologiche addotte, per una sorta di storicismo maldigerito in salsa cattolica, che vedeva la sua forma più corrente nell'asserzione secondo cui si doveva "cambiare" per essere più "vicini ai giovani", perché "i giovani" avrebbero rifiutato il passato ecc. ecc. L'unico modo di rovesciare questo luogo comune - che peraltro vede conferma nella mentalità e nel modo di comportarsi della massa - è mostrare che esistono "giovani" a cui il "passato" non dispiace. Sicuramente ce ne saranno, anche se non saranno sempre coerenti o attenti, ma purtroppo non sono loro a impersonare il senso comune. Il lavoro è ancora arduo.

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  24. Salvianus massiliensis12 luglio 2011 alle ore 18:07

    Il Novus Ordo gradualmente si impose ad "experimentum" fino al '70, ci fu poi verifica sulla sperimentazione...? Comunque il messale del '62, attraverso concessioni o indulti ad personam nelle messe sine populo, o a gruppi particolari, concessioni più o meno "generose", è rimasto fino ai nostri giorni. Stricto modo, dunque, non è mai stato abolito. Con il Summorum Pontificum, il Sommo Pontefice Benedetto, ha definito l'uso straordinario, dandone facoltà diretta ai sacerdoti, senza il consenso previo degli Ordinari, con la generosità auspicata dal Suo amato Predecessore.

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