Dopo che i Vescovi inglesi (almeno loro!) hanno ripristinato l'obbligo di astinenza dalle carni tutti i venerdì dell'anno (la storica ed epocale visita di Papa Benedetto si è fatta sentire :-))), per quelli che hanno orecchie ovviamente), il quotidiano cattolico anglofono Catholic Herald chiede a gran voce il rispetto della regola paolina (1 Corinti; 11, 3 e segg.) in base alla quale le donne devono entrare in Chiesa a capo coperto (peraltro mai formalmente abolita), altra santa abitudine di cui non il Concilio, ma i suoi cattivi interpreti si sono presi gioco in modo ultramodernista. Alleghiamo un ormai vecchio articolo di don Alfredo Morselli in argomento.
Perché S. Paolo consiglia alle donne di tenere il capo coperto durante le azioni liturgiche?
Il Codice di Diritto Canonico del 1917 prescriveva alle donne di tenere il capo coperto in Chiesa, soprattutto al momento della Santa Comunione [1]. Nel nuovo Codice non c’è traccia di questa disposizione e ormai questa antica e venerabile usanza è caduta nel dimenticatoio; eppure essa era fondata su una disposizione dello stesso Apostolo San Paolo. Ma, tra l’esegesi razionalista moderna, che tende a storicizzare tutte le disposizioni particolari (“roba d’altri tempi...”), e il famigerato luogo comune per cui “l’uomo di oggi” non sarebbe più in grado ci capire certe cose, anche la consuetudine, per le donne, di coprire il capo in chiesa, è andata perduta.
Per non parlare poi di molte suore, che, un tempo ben vestite (chi non ricorda i cappelloni delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli?), oggi espongono il ciuffo, per andar di pari passo con chi ha gettato tonaca e coletto bianco alle ortiche (e qui, visti i magrissimi risultati estetici, avendo tolto il velo, c’è assai spesso da stenderne subito un altro, questa volta pietoso, come si suol dire). Ma guai se ci limitassimo a rimpiangere i tesori che ci hanno scippato: dobbiamo cercare, con l’aiuto della Madonna, anche per questo caso, le ragioni della Tradizione: e allora leggiamo le parole dell’Apostolo, e vediamo come alcuni Padri della Chiesa le hanno interpretate. Dalla prima lettera di S. Paolo Apostolo ai Corinzi: [11,3] "Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo, e capo di Cristo è Dio. [4] Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. [5] Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata. [6] Se dunque una donna non vuol mettersi il velo, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra.[7] L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. [8] E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; [9] né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. [10]Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli. [11] Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna; [12] come infatti la donna deriva dall'uomo, così l'uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio. [13] Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna faccia preghiera a Dio col capo scoperto? [14] Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l'uomo lasciarsi crescere i capelli, [15] mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo. [16] Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio".
Da questo brano, noi possiamo ben comprendere i motivi per cui S. Paolo consiglia alle donne di tenere il capo coperto durante le azioni liturgiche. I motivi sono, essenzialmente, quattro:
1) La simbologia delle nozze tra Cristo e la natura umana. In chiesa, durante la liturgia, l’uomo e la donna non rappresentano solo se stessi, ma l’uomo – ogni uomo – rappresenta Cristo, lo Sposo: la donna rappresenta il genere umano, la natura umana sposa del Verbo. Possiamo comprendere ciò considerando la natura sponsale della fede (Ti sposerò nella fede e tu conoscerai il Signore – Os 2,22), il contesto generale della liturgia (l’atmosfera in cui la fede è esercitata nel modo più perfetto) e l’esplicito richiamo alle nozze di S. Paolo: E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo - 1 Cor 11, 8-9. Cristo sta all’uomo (maschio e femmina) come l’uomo sta alla donna. Inoltre l’uomo, diversamente dalla donna, è “immagine e gloria di Dio”, non per se stesso, ma in quanto rappresenta Cristo: perciò egli non può stare con il capo coperto, perché in questo modo egli “disonora il suo capo” (11,4) il suo proprio rappresentare Cristo: un uomo con il capo coperto non rappresenta bene Cristo, così una donna con il capo scoperto, non rappresenta bene la natura umana e la Chiesa sposa di Cristo. In questo senso Tertulliano dice: “Poiché io sono l’immagine del creatore, non c’è posto in me per un altro capo (che non sia Cristo)” (Contro Marcione, V, 8, 1).
2) Un segno della sottomissione a Cristo. Una donna con il capo coperto dal velo, ricorda a tutti coloro che sono in chiesa che la natura umana è sposa di Cristo: perciò la donna, in quanto rappresenta la natura umana, deve avere un segno della sua dipendenza sul suo capo (1 Cor 11,10): questo segno della dipendenza è il segno dell’autorità di Cristo nei confronti della sua Sposa, la natura umana. Perciò il Concilio Gangrense chiama il velo memoriale, ricordo della sottomissione. S. Giovanni Crisostomo lo chiama insegna della sottomissione; Tertulliano giogo della sua umiltà (cf. Cornelius a Lapide, ad loc.).
3) Il rispetto del perfetto equilibrio del cosmo. L’edificio della chiesa rappresenta il cosmo, ricolmato della gloria di Dio, specialmente durante la celebrazione della S.Messa (I cieli e la terra sono pieni della tua gloria…). Il cosmo è perfettamente ordinato (Ma tu hai tutto disposto con misura, calcolo e peso - Sap 11,20). Nessuno può dimenticare la presenza, all’interno della chiesa-cosmo, della gerarchia celeste, perfettamente ordinata (Voi vi siete invece accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all'adunanza festosa… - Eb 12,22). Non è quindi conveniente che in un cosmo perfettamente ordinato qual è la celebrazione liturgica, la ordinata relazione tra Cristo-Sposo e Chiesa-Sposa - la particolare relazione che la celebrazione liturgica ricrea nel modo più perfetto -, non sia mostrata (Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli - 1 Cor 11,10)
4) Un segno naturale di umiltà. Ultimo aspetto, ma non di minore importanza: "Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l'uomo lasciarsi crescere i capelli, mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La chioma le è stata data a guisa di velo" (1 Cor 11, 14-15). È obbligatorio, per le donne, portare il velo in Chiesa? Oggi non più, ma S. Paolo ce ne spiega i sempre validi motivi di convenienza.
Don Alfredo Morselli, 16 giugno 2009
NOTE
[1] Can. 1262. ... §2. “Viri in ecclesia vel extra ecclesiam, dum sacris ritibus assistunt, nudo capite sint [...] mulieres autem, capite cooperto et modeste vestitae, maxime cum ad mensam Dominicam accedunt”.
Sono rimasto senza parole!!!!!!
RispondiEliminaVorrei segnalare come, da qualche anno, alle Messe celbrate da Benedetto XVI, si stanno rivedendo in gran numero donne che portano il velo.... ;)
RispondiEliminaNon credo che sia tanto il DIRLO quanto il CELEBRARE che più è SACRO e più ti SPINGE ad assumere quegli atteggiamenti esteriori che facilitano anche il portare il velo....
Confesso che io stessa, dopo aver tolto il velo perchè mi sentivo ridicola e perchè ME LO FECERO NOTARE che lo ero... evitai il velo e ho cominciato a rimetterlo solo da due anni.... lo porto sempre nella borsa, ma non lo metto se mi capita qualche Messa troppo CREATIVA.... forse sbaglio, non so, ma lo avverto come provocazione in una ASSEMBLEA GIULLARE che si sbraccia e batte le mani e con un celebrante CHE SI ESIBISCE.... solitamente me ne vado prima che finisca, oppure mi metto in un angolino a cercare di trattenermi con quel che resta di Nostro Signore....
diversamente anche alla Messa moderna, ben officiata, metto il velo....
inutile dire che andando alla Messa di sempre nella forma antica, mettere il velo, non mi ha mai creato alcun imbarazzo, nè alcun problema... oserei dire che il velo ci viene da solo, come se mancasse qualcosa se non ci fosse... :-D
Il velo inoltre coprendo i lati esterni degli occhi aiuta e facilita A NON DISTRARSI lateralmente..questo mi è stato detto anche da molte altre donne che lo mettono in Chiesa.. ;)
Sono d'accordissimo con Caterina, da quando (2008) frequento la S. Messa secondo il Motu Proprio Summorum Pontificum, porto il velo sempre con me e lo indosso con orgoglio di cattolica che non si vergogna di dimostrare la sua appartenenza e la sua fede! E noto che sempre più donne stanno tornando a questa esemplare tradizione. Io stessa ho acquistato veli e mantillas (introvabili in Italia) a Lourdes o su internet negli USA per amiche e conoscenti che non li possedevano. Ne ho di vari colori, secondo i tempi liturgici.
Elimina<span>Conoscevo la simbologia del velo, che è bellissima. Tuttavia, mi contenterei riuscissimo a moltiplicare la vera S. Messa. Molti segni esteriori possono anche essere abbandonati quando non sono essenziali.
RispondiEliminaPreoccupiamoci dell'Adorazione e del culto autentico sia come ius divinum che come nostra salvezza e santificazione: il resto arriva a cascata...</span>
In ogni caso grazie. E' sempre importante riappropriarci delle ricchezze della nostra fede!
In parte sono d'accordo anche se : "a volte la forma è sostanza".
EliminaNon ci siamo con queste cose, questo blog dovrebbe essere capace di portare avanti un discorso serio, il velo è una pezzo di stoffa, la cristologia del velo non serve . Siate puri come colombe e astuti come serpenti; la gente ed i nostri preti ci metterebbero poco a tirare conclusioni di misogenia o di discriminazione sessuale. Pensate che la gente non crede più a nulla, la Chiesa è in crisi, discorsi sulle donne velate oggi sarebbero utili solo per chiudere definitivamente.
RispondiElimina<span>please, corrige:
RispondiEliminamisog i nia, SI SCRIVE con la <span> i_</span>
(deriva dal gr. gynè, gynaikòs = donna + v. misèin = odiare )</span>
<span><span>caro ospite...ANCHE IL PANE RESTA PANE....che facciamo, LO DIAMO AI PORCI?? :-D </span>
RispondiElimina<span>la misoginia è ben altra cosa....</span>
<span>Nelle apparizioni riconosciute dalla Chiesa la Vergine Maria APPARE SEMPRE CON UN VELO.... chissà perchè!</span>
<span>l'astuzia del Vangelo non c'azzecca nulla con questo problema.... la discriminazione già c'è, non sarà un velo a determinarne la portata, e glielo dico per esperienza diretta...</span>
<span>Senza dubbio che il PORTARE il velo è indice di qualcosa alla quale oggi NON SI CREDE PIU', non è un caso che anche molti ordini religiosi femminili hanno ridotto il velo a un fazzoletto o peggio, lo hanno tolto....</span>
<span>un pò come la moda DELL'OMBELICO scoperto..."fa caldo" si diceva.... come se scoprendolo ti porti frescura....</span>
<span>togliere il velo è stata UNA MODA, e un MESSAGGIO CHIARO SESSANTOTTINO: QUELLO DELLO SPOGLIARSI DELLA TRADIZIONE....</span>
<span></span></span>
...ed è stato anche un chiaro segnale di rivoluzione culturale femminista, che ha spinto le donne a disfarsi anche della verginità, il grande valore cristiano (non solo fisico ma morale e spirituale) come se fosse un fardello ingombrante, che togliesse loro la LIBERTA' !
RispondiEliminatutta la rivoluzione che ha sovvertito la Chiesa e la società nei suoi valori più sacri è stata fatta in nome di quella (satanica) MAL-INTESA libertà : l'inganno fatale che ha fatto credere ai giovani di allora (E DI OGGI, i loro figli e nipoti) che Dio con i 10 comandamenti voglia limitare-tarpare la libertà umana, la spontaneità, la creatività, il sentimento, il cuore .... !
è stata proclamata <span>una libertà contro Dio e le sue leggi eterne,</span> libertà DA Dio, rifiutando di fatto la Persona di Gesù Cristo, (soprattutto la sua castità, umiltà e mitezza e obbedienza totale al Padre), come se Dio fosse un dittatore, anzichè un Padre infinitamente amorevole e Provvidente.
Io dico solo che non indosso il velo (e sono classe 76) per non essere l'eccentrica della parrocchia, ma quando vorrei potermelo mettere, come segno di rispetto per il luogo, per il Signore, per la tradizione, per dare un SEGNO a chi entra in Chiesa credendo di essere al mercato ... e per tutto quello che è scritto in questo articolo.
RispondiEliminaSto portando avanti la cosa nella fraternità dell'Ordine Francescano Secolare di cui sono parte, e forse (visto che ci sono sorelle del periodo preconciliare che vorrebbero indossarlo) ci sto riuscendo. Infatti nella fraternità (<span>andando in barba alle disposizioni dell'Ordine che ha risentito tanto del clima post conciliare purtroppo</span>) chi fa la Professione indossa il saio color cenere come facevano i Penitenti del 200 e i terziari francescani di una volta ... vediamo se riusciamo noi sorelle ad indossare come segno di rispetto per tutto quello che ho scritto il velo.
Ricordiamoci sempre che tutte queste cose sono il mezzo e non il fine.
RispondiEliminaAltrimenti avrebbero ragione i modernisti a deriderci, affermando che ci fermiamo ai veli, pianete, pizzi e merletti perdendo di vista il fine ultimo: il Santo Sacrificio della Messa (vabbe'... per loro e' l'Assemblea che celebra la Cena del Signore, presieduta dal Sacerdote con tanto di chierichette).
il capo coperto trova la sua naturale collocazione nella Messa Antica, mentre e' un po' fuori luogo nelle Messe (sic!) dove il Sacerdote fa l'animatore turistico mentre la gente strepita... ah, gia'... dimenticavo! Per i modernisti la Messa e' una festa perche' quando fra amici si cena assieme e' motivo di festa; mentre compiangono le persone che alla Messa Tridentina stanno serie e raccolte, "come se fossero ad un funerale".
Del resto non e' colpa loro: ignorano l'essenza stessa della Messa!
Arrivare a rivedere le donne col velo in testa penso sia cosa buona, anche perchè chi indossa il velo è psicologicamente portata a coprirsi anche altre parti del corpo e ad avere una certa modestia nel vestire, usando il velo penso scomparirebbero scollature vistose, ombellichi al vento, gonne ultracorte e altre sciocchezze che si vedono in chiesa soprattutto col caldo........
RispondiEliminaGentile Caterina,
RispondiEliminaio invece ho notato proprio il contrario.
Quando mi capita di vedere - in televisione - qualche messa celebrata dal Papa, ho notato che fra le donne che si comunicano (rigorosamente in ginocchio e in bocca) dalle sue mani ve ne sono al massimo 2 o 3 velate.
Credo che il Papa Benedetto sia un po' indifferente a questo tema, anche perche proviene da una realtà (la Germania) nella quale il velo non veniva usato dalle donne neppure prima del Concilio. E neppure in Polonia le donne lo usano/lo usavano nonostante che le suore polacche siano tuttora quelle che hanno gli abiti più austeri.
Neppure le "memores domini" che accudiscono l'appartamento pontificio lo usano.
Esso viene per contro usato ancora tantissimo in Corea del Sud, in Egitto/Iraq e non infrequentemente in America Latina (donne anziane).
Fino a quando ci saranno le suore senza divisa e le chierichette (tremo al pensiero che possano fare un giorno capolino in San Pietro) credo che non ci sia alcuna speranza che l'uso del velo venga ripristinato in Italia.
Ovviamente non va enfatizzato il suo significato, anche se esso è un bella espressione di "romanità" nella liturgia ed è anche - lasciatemelo dire - molto elegante.
Ma se molti hanno esultato per il fatto che in San Pietro è riapparsa la pianeta romana nelle cerimonie papali e il camice in pizzo, lasciate che altri (senza venire tacciati di superficali e esteti) possano dare importanza a questo orpello che ha pure un suo significato.
Concludo con una osservazione curiosa: mi è capitato di assistere a messe tridentine nelle quali nessuna donna era velata e di vedere invece - in qualche messa novus ordo particolarmente sguaiata - qualche donna anziana con la veletta.
Dimenticavo: so di alcuni sacerdoti che hanno chiesto a qualche donna (anziana ovviamente) di non mettere più il velo pe rnon suscitare ilarità fra i giovani. E poi predicano il rispetto per gli anziani...
Ecco. Uno dei vantaggi di "dare chiese agli scismatici" Ortodossi, è anche, per l'appunto, aver l'occasione di vedere velate -senza alcun apparente problema- quasi tutte le donne (incluse anche giovani e belle) che ivi partecipano alla Divina Liturgia.
RispondiEliminaSono d'accordo con te, Caterina! Il velo aiuta a non distrarci. :)
RispondiEliminaIo il velo non lo porto e non so se mi sentirei a mio agio, ma in questo momento mi piacerebbe vedere le donne un po' più vestite e i sacerdoti sull'altare un po' meglio vestiti.
RispondiEliminaMia nonna il velo lo ha sempre portato e mi ricordi che aveva un velo bellissimo per le grandi occasioni e uno più semplice per le altre domeniche. Prima di morire aveva dato disposizione a mia madre di metterle in testa un terzo velo che non aveva mai usato.
Mi ricordo che nel corso della sua vita quando andavamo a prenderle qualcosa in qualche suo cassetto: caramelle, fazzoletti.... (eravamo bambini) non lo si trovava mai. Non ho proprio idea dove lo tenesse, ma al momento della sua morte la prima cosa che mi amadre trovò nel cassetto delle sue cose personali fu quel velo. Era sopra ogni altra cosa.
Io non sono contraria è semplicemente che non sono abituata, ma penso che l'urgenza priamria , in questo momento, sia che le persone si presentino in modo dignitoso alla celebrazione.
Mi avete fatto fare un tutffo nei ricordi. Grazie
Anch'io come tua nonna ho dato disposizioni di essere vestita per l'ultima dimora terrena con in testa il velo da messa più bello che possiedo.
EliminaPer quanto mi riguarda preferirei vedere il gentil sesso velato anche per strada e non solo in chiesa: trovo questo elemento vestimentario molto elegante e molto più femminile che capelli scompigliati. Senza dimenticare i cappelli.
RispondiEliminaSecondo me non è segno di misoginia ma l'esatto contrario perchè mette la gente femminile in valore in modo molto più raffinato che pantaloni che mostrano sederoni immani o minigonne da lupanaro.
Trovo poi l'atteggiamento degli ebrei di coprirsi il capo in sinagoga un segno di gran ossequiosità verso YHVH e, forse, dovrebbe essere praticato di nuovo anche da noi. I.P.
Anche la mia bisnonna ha sempre portato il verlo e anche lei ne aveva uno più ordinario per le messe feriali e uno più bello per le domenica. E anche lei aveva conservato un velo particolare per quando avrebbe incontrato il Signore, come parlava lei della morte. E' l'unico esempio in famiglia di una vera e profonda fede cattolica, e spesso ripenso a lei e a quanto ha perso la società di oggi col l'aver voluto accantonare tutto.
RispondiEliminaMi dicono spesso che non sono normale ... ma come donna spesso mi capita di invidiare le mussulmane proprio per il velo. Io le trovo molto più dignitose (quando il verlo è portato con orgoglio e non per sottomissione come fa una mia amica) e belle di tante occidentali spesso vestite in modo veramente ridicolo e poco dignitoso per la donna.
RispondiEliminaoh simon, che ci mettiamo anche a dire come la gente dovrebbe vestirsi per strada? siamo mica in Iran. Un po' di calma!
RispondiEliminaAngelo, ho giusto espresso una questione di gusto personale: mica chiamo a una legge che obblighi! Mica censuriamo i gustibus e coloribus! ;-)
RispondiEliminaQuel che è insopportabile presso le musulmane è quando devono nascondersi il loro viso: questo è diniego della loro esistenza in quanto esseri umani visto che la loro faccia, segno della loro umanità, è "cancellata". Qui il velo diventa segno di cosificazione della donna.
RispondiEliminaMa è vero che il velo o il cappello aggiunge, a mio parere, un tocco di eleganza che mette in risalto la nobiltà che risiede nella bellezza femminile.
E comunque, preferisco vedere per strada donne velate, eleganti e dignitose che peripatetiche volgari.
A quale "pane" ci stiamo riferendo?
RispondiEliminaSpiega la tua opinione a S. Paolo e digli che sbaglia......
RispondiEliminaOvviamente non mi riferivo a Burca o a costrizioni che niente hanno di dignitoso nei confronti della femminilità di una donna. Mi riferivo al semplice velo che nasconde la capigliatura.
RispondiEliminaEsprimo il mio totale disaccordo.
RispondiEliminaAnche se omertosamente nascosto e coperto e avvilito da pastrocchi teolgici come questo articolo, oggi è il tempo il servizio pastorale per l'edificazione della comunità venga svolto da "parrocche". Le donne in parrcochia fanno tutto, meno i ministeri liturgici. E perche mai?
Questo è un grave problema ecclesiologico, dato che la liturgia è certamente il luogo privilegiato in cui la chiesa rivela se stessa, afferma e conferma la propria identità, veicola modelli di organizzazione comunitaria più eloquenti di interi trattati.
Si nota la rottura della chiesa istituzionale, tanto più nella involuzione raztingheriana, con il protocristianesimo, da quanto ha cominciato a entrare in osmosi di culto con le religioni misteriche e a riacquisire molti elementi della liturgia del tempio di Gerusalemme (rifutati dagli stessi giudei dopo il 70!); paganesimo e sommosacerdotalismo hanno favorito una sacralizzazione del culto cristiano del tutto estranea all'esperienza missionaria e alla lotta contro i legalismi propria del Gesù storico e della prima predicazione apostolica.
I processi di sacralizzazione hanno decretato l'esclusione delle donne dai ministeri liturgici, come lamentato dall'esegesi femminista che ha scoperto che in epoca antica gruppi marginali di cristiani praticavano forme di sacerdozio femminile.
L'assunzione di "tempio e altare" (mentre i primi cristiani avevano in orrore l'uno e l'altro) ha contribuito in modo decisivo a conferire sacralità al culto cristiano e a corroborare forme di esclusione ecclesiale delle donne credenti dall'esercizio della parola autorevole e delle altre forme di ministerialità legata al culto.
Oggi la chiesa deve aprirsi, piaccia o no al lefevrismo strisciante della gerarchia, alla diversità di genere deve diventare più inclusiva. Tale prospettiva interpella la struttura stessa del ministero ordinato e non solo: c'è la necessità di ripensare inclusivamente l'intero "settenario" e i principali concetti teologici.
E non sto solo parlando del benemerito ruolo catechetico-diaconale delle donne del cammino neocatecumenale:
questo è solo un piccola avvisaglia di un movimento più profondo, una rivoluzione silenziosa che trasformerà la chiesa.
Anche se private di visibilità, ma non sanzionate come ereticali o ridotte in clandestinità (infatti i Vescovi Più Illuminati le tollerano e approvano in silenzio) sorgono nuove forme di culto, le uniche possibili in assenza di clero ordinato.
Una rivoluzione che rimescola schemi e modelli strutturali: il rapporto sacro-secolare, la differenza sacramenti-sacramentali, la dinamica ministro-comunità.
Il rifiuto, immotivato esegeticamente e discriminatorio moralmente, da parte della gerarchia cattolica del conferimento della ordinazione alle donne si rivela provvidenziale!
Le comunità cristiane riscoprono valore e significato del sacerdozio comune e, data la forzata astinenza dal cibo eucaristico, danno vita a nuove forme liturgiche senza tempio nè altare!
D'ora in poi in chiesa indosserò il burka.
RispondiEliminaChe bella testimonianza.
RispondiEliminaHo anche io ricordi anaologhi.
Ma soprattutto mi piace il "mood" che traspare dalle sue parole; molto diverso dalla saccenza che - purtroppo - contraddistingue molti interventi qui dentro.
Chi è questo/a imbecille?
RispondiEliminaLa mia è una testimininaza di costume. Sono una nonna e conservo un bellissimo velo bianco che il mio allora fidanzato mi portò da Valencia, un'altro nero per cerimonie più serie. Negli anni '60-'70 le ragazze si cotonavano i capelli, e il velo li schiacciava, per cui guando pian piano il velo sparì non sentirono la mancanza. Confesso che alle messe con tamburi e prete che si dondola, rimpiango TUTTO ciò che accompagnava la messa d'allora, compreso l'organo che ha lasciato il posto a chitarre, tamburi africani ecc. Sapevate che c'è un tipo che fa il regista e il coreografo delle messe? Prego, ha inizio lo spettacolo!
RispondiEliminaCara Teresa, spero che dalle tue parti (non so di dove sei) esista la S. Messa in Forma Extraordinaria o Vetus Ordo come da me a Firenze (San Gaetano)...allora sì che ti sentiresti a tuo agio, e indosseresti il velo muliebre!
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