Carità, accoglienza, dialogo, apertura. Le avete mai sentite queste parole? Se frequentate le parrocchie e il clero moderno le ascolterete ogni 10 secondi. Non si condanna nulla, si accetta tutto. Soprattutto: non si insegna nulla a parte la volontà di non insegnare. Bene, questo andazzo (che conosciamo bene) è stato improvvisamente sospeso. In un caso: quello di Luigi Sartorelli, veneziano. “Gigi” ai suoi amici aveva detto: «Quando muoio, seppellitemi avvolto nella bandiera di San Marco». Luigi Sartorelli era leghista. Ebbene sì, militante leghista. Quando la sua bara è stata portata qualche giorno fa sul sagrato della chiesa di Santa Maria di Lourdes in via Piave, a Mestre, i suoi amici hanno steso sopra il feretro un bandiera di San Marco. Ma la bara non è andata distante: il parroco don Renato Mazzuia ha fermato il corteo funebre: «Con quella bandiera lì sopra, non lo benedico neppure» avrebbe detto ai famigliari. Un bell’articolo di Marco Bonet sul Corriere del Veneto spiega che sarebbe nato un diverbio e alla fine i familiari hanno ceduto: la bandiera del Veneto è stata tolta e solo allora la bara è stata lasciata entrare in chiesa, dove il funerale si è poi svolto normalmente. Gigi Sartorelli non aveva chiesto poi molto: d’essere benedetto in chiesa e d’essere accompagnato nell’addio dai simboli della terra che aveva amato. All’origine della decisione di don Mazzuia ci sono state le disposizioni vaticane che vietano di esporre all’interno delle chiese simboli di partito. «Il punto è che il leone di San Marco non è il simbolo della Lega Nord ma quello del Veneto – hanno protestato i leghisti veneziani - dunque non si capisce dove sia il problema». Il 19 agosto scorso, l’arcivescovo di Sassari monsignor Paolo Mario Virgilio Atzei ed il vescovo di Nuoro monsignor Pietro Meloni accolsero senza alcun problema il feretro dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga nella Chiesa di San Giuseppe a Sassari, avvolto dal tricolore sì, ma anche dai quattro mori della bandiera sarda. «Un’umiliazione», arrecata dalla «volontà punitiva e ideologica di un uomo di Chiesa» ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia. «Non tocca a me entrare nel merito dei regolamenti ecclesiastici - ha detto Zaia - dietro i quali si è manifestata l’evidente volontà punitiva e ideologica di un uomo di Chiesa, che, invece, dovrebbe conoscere i fondamenti della pietà cristiana. La sostanza è che per alcuni burocrati la bandiera che per secoli ha difeso il mondo cristiano, sventolando a Lepanto, non può entrare in chiesa». Il governatore si è quindi rivolto al Patriarca di Venezia, Angelo Scola: «Mi auguro, anche come semplice battezzato, che le gerarchie trovino i tempi e i modi per dare un segnale a tutti noi che siamo rimasti evangelicamente scandalizzati da tanta arroganza. Trovo infine sorprendente che un uomo di Chiesa sia così ignorante dei fatti del passato e della storia del popolo che dovrebbe guidare”. Ed il Patriarcato è intervenuto, con una nota in cui sostanzialmente si difende la decisione di don Mazzuia: «l’atto del sacerdote, motivato dal rischio di un uso politico del simbolo in questione in chiesa - e in ogni caso la bara su invito dello stesso sacerdote è stata avvolta nella bandiera sui gradini esterni del tempio -, può essere valutato come un eccesso di prudenza, ma non merita in nessun modo gli epiteti eccessivi con cui l’episodio è stato commentato». Che dire? Uno. La bandiera di San Marco, ritrae il Leone simbolo dell’evangelista Marco. Non è una bandiera di partito: è il simbolo della diocesi di Venezia, di Venezia, della sua fede, della sua storia. Come si può descriverla come bandiera di partito? Incredibile. Due. Abusi di ogni tipo sono tollerati a cuor leggero. Ma l’unico caso di intolleranza è stato quello verso le volontà di Luigi. Tre. Il clero veneziano di fronte alla bandiera di San Marco diventa improvvisamente legalista, citando documenti vaticani ecc. Un legalismo che non troviamo in milel altri episodi di abusi e infrazioni delle leggi della Chiesa da parte di molti eposnenti del clero. Quarto. Scommessa che se Luigi avesse chiesto di essere seppellito con la bandiera della pace, la bara sarebbe entrata in chiesa senza problemi?
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<span>Un legalismo che non troviamo in mille altri episodi di abusi e infrazioni delle leggi della Chiesa da parte di molti eposnenti del clero.</span>
RispondiEliminacome sempre, da 45 anni a questa parte: doppiopesismo farisaico di regime, che filtra il moscerino e ingoia il cammello.
Questo collega parroco merita una bella lavata di testa da parte dei suoi superiori.......
RispondiEliminadon bernardo
E' l'ipocrisia di un clero moralista e comunista. Basta leggere Gente Veneta (che qui avete più volte citato) per rendersene conto. Se il clero non dice nulla e lascia scrivere certe sconcezze politico-religiose sul giornale diocesano non dobbiamo meravigliarci più di niente.
RispondiElimina...le solite vessazioni pretomoderniste sulla volontà dei defunti: si potrebbero citare tantissimi altri casi.
RispondiEliminaCerto è che sulle bare -soprattutto dei funerali che passano in tv- si vede di tutto: cagnolini di pelouche, sciarpe e bandiere delle squadre di calcio, cappellini e gadget varii... tutta roba ormai rivendicata con vacuo orgoglio dai meccanismi d'elaborazione collettiva del dolore e che portano alla necessità di battere le mani con un esito quasi apotropaico: non è toccato a me.
Noi cattolici usiamo un drappo nero che ci ricorda che, quando si bussa l'unica porta, siamo tutti uguali e tutti intimoriti nella prospettiva del cospetto della Giustizia divina. E la sequenza scuote i pensieri di ciascuno tanto che il silenzio rimane atterrito ma carico di speranza nella Misericordia.
"Quarto. Scommessa che se Luigi avesse chiesto di essere seppellito con la bandiera della pace, la bara sarebbe entrata in chiesa senza problemi?"
RispondiEliminaQuesta domanda retorica è molto cattiva =-X ( però statisticamente plausibile). Dipende, come spesso accade, non dalle leggi canoniche ma dal parroco ( che diviene giurista, quando serve, in pochi secondi).
Allora aggiungo una provocazione politica: se io chiedessi nel testamento di essere sepolto con la bandiera del Regno d'Italia ( che non è mai stato un partito ) cosa farebbero nelle mie esequie? ( ebbene sì, sono un fandi Guareschi e della maestra di Peppone, bellissimo personaggio :) ).
Cloro al clero!
RispondiEliminaGrosso modo, quella di Luigi è la richiesta che già ho fatto ai miei cari, anche se non sono leghista...
RispondiEliminaQuarto. Scommessa che se Luigi avesse chiesto di essere seppellito con la bandiera della pace, la bara sarebbe entrata in chiesa senza problemi?
RispondiEliminaScommessa molto probabilmente vittoriosa e chissà magari il sacerdote si sarebbe adeguato anche con i paramenti liturgici o forse no, non si sarebe spinto a tanto.
Ancorchè anche in questo campo le fantasie, le invenzioni, fioriscono qua e là come ad esempio in Germania, a Monaco, dove, durante il funerale di un catechista neocatecumenale, i presbiteri non erano rivesiti di viola ma di ...bianco... perchè così ha desiderato, ed evidentemente ottenuto, la vedova che durante la cerimonia ha detto: "abbiamo avuto il desiderio che i presbiteri fossero rivestiti di bianco, e non di viola, come segno del battesimo ma soprattutto come segno della resurrezione di Gesù Cristo".
<span>"Quarto. Scommessa che se Luigi avesse chiesto di essere seppellito con la bandiera della pace, la bara sarebbe entrata in chiesa senza problemi? "
RispondiEliminaScommessa molto probabilmente vittoriosa e, chissà, magari il sacerdote si sarebbe adeguato anche con i paramenti liturgici o forse no, non si sarebbe spinto a tanto.
Ancorchè anche in questo campo le fantasie, le invenzioni, fioriscono qua e là come ad esempio in Germania, a Monaco, dove, durante il funerale di un catechista neocatecumenale, i presbiteri non erano rivesiti di viola ma di ...bianco... perchè così ha desiderato, ed evidentemente ottenuto, la vedova che durante la cerimonia ha detto: "abbiamo avuto il desiderio che i presbiteri fossero rivestiti di bianco, e non di viola, come segno del battesimo ma soprattutto come segno della resurrezione di Gesù Cristo".
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Questi sono i vescovi "conservatori" e filo-tradizionalisti ......
RispondiEliminanon é poi che sarebbe la prima volta nel Veneto...
RispondiEliminaOvviamente sempre pronti a dar ragione a chi la pensa come voi.... e a parlar male dei preti e dei vescovi, che resta lo sport più amato dai tradizionalisti, a quanto vedo... ma il vessillo con il leone di san Marco è un simbolo nazionale, regionale o di partito? E se io fossi un maoista cattolico che vuole la bandiera della Repubblica popolare cinese? Non è il simbolo di un partito, ma di uno stato estero...
RispondiEliminaMah, se entrava con la bara avvolta nella svastica poteva dire che era un antico simbolo indoeuropeo a carattere solare (se ne trovano raffigurazioni anche tra i paleolatini , i celti, persino gli etruschi). Vi sono chiese (pre 1920) anche in Italia, dove spicca qualche svastica magari a mo' di contorno con sacre raffigurazioni.
RispondiEliminaTuttavia....
Tuttavia sarebbe stato sicuramente "confuso" con l'uso fattone da un notorio regime circa una settantina d'anni orsono.
Se un movimento politico , qualunque esso sia , si appropria in maniera quasi monopolistica di un determinato simbolo, quest'ultimo va a sovrapporsi non col suo significato originale ma con quello fattone successivamente.
Se si comincia a dire "voglio la par conditio, se vi son sacerdoti che fanno Messa con bandiere pacifiste, io voglio...." non si fa altro che dar ragione a chi vorrebbe la Chiesa null'altro che una specie di parlamento con lottizzazioni ideologiche e partitocratiche.
Riposi in Pace , il defunto.
Circa la questione delle esequie celebrate in Santa Maria di Lourdes a Mestre la questione non è stata riportata in maniera completa. Sono un fedelissimo frequentatore di questo blog. Combatto anche io nel mio piccolo delle battaglie per la tradizione. Ma non mi ritrovo assolutamente con questa vicenda, alla quale ho assistito. Inoltre conosco molto bene il sacerdote che ha officiato le esequie: non ha fatto altro che applicare le disposizioni del parroco e della diocesi. Il sacerdote in questione la mattina del funerale si è consultato con i figli di Gigi Sartorelli i quali hanno senza problemi acconsentito acciochè il gonfalone da guerra con spada e libro chiuso non venisse disteso sopra il feretro durante la Messa. All'uscita, sul sagrato è stato rimesso il gonfalone. Quindi Gigi Sartorelli è stato seppellito con la bandiera che voleva. In questo articolo non si parla delle offese, delle ingiurie e del comportamento indecoroso tenuto dai partecipanti alle esequie che hanno scandalizzato in primis i parenti di Sartorelli, visibilmente imbarazzati. Diversi leghisti si sono scusati con il sacerdote officiante per le offese che prima, dopo e durante ha ricevuto da zelanti militanti politici.
RispondiEliminaVuoi dire che la notizia è un granchio?
RispondiEliminaE al tuo funerale che si canta? Burn?
RispondiEliminaSì, però nella Chiesa, da 40 anni in qua, c`è chi ottiene ciò che vuole, non ha nemmeno bisogno di chiedere a dire il vero, o di insistere, perchè gli occhi e le orecchie di chi dovrebbe vigilare sono distratti da altri "argomenti" ben più interessanti e convincenti...la Liturgia, la Dottrina, il rispetto delle coscienze, sembra proprio che siano diventati argomenti nettamente meno portanti e importanti.
RispondiEliminala bandiera di San Marco sventola anche al balcone del palazzo del Patriarca a Venezia assieme a quella europea, vaticana e italiana....perciò...
RispondiElimina<img></img>
RispondiEliminaPar 377 ani la nostra fede, el nostro valor, la ga senpre custodia par terra e par mar, par tuto indove che i ne ga ciamà i so nemisi, che li xe stai pur queli dela Religion. Par 377 ani le nostre sostanse, el nostro sangue, le nostre vite, le xe senpre stae par Ti, San Marco; e felicisimi sempre se gavemo reputà, Ti co nu, nu co Ti; e senpre co Ti sul mar nu semo stai ilustri e virtuoxi. Nisuni co Ti ne ga visto scanpar, nisuni co Ti ne ga visto vinti e spauroxi!
RispondiEliminaecco il pèalazzo del patriarca
RispondiEliminaSu quel palazzo c`è una lastra, che si intravede ala sinistra del portone di ingresso, dedicata a Giovanni XXIII e mi sembra ricordare che inneggi alla primavera postconciliare.
RispondiEliminaVi confermo che il comportamento tenuto da Don Renato Mazzuia è stato esemplare e equilibrato. E che il gonfalone è stato tolto dal feretro non con irrispettosa prepotenza, ma solo dopo averne discusso con la famiglia. La Redazione dovrebbe informarsi meglio prima di pubblicare notizie di questo tenore. Il sacerdote in questione è un ottimo prete, certo non è un tradizionalista sfegatato, ma non è ideologicamente contrario alla Messa antica, come molti altri nel Patriarcato. Non ha fatto altro che applicare le regole stabilite nel Patriarcato: le bandiere sul feretro si possono mettere solo per i funerali di stato o per i funerali dei militari. Inoltre Don Renato era disposto a mettere la bandiera ai piedi della bara, sopra la corona di fiori. Quando è finita la Messa, fuori dalla chiesa è stato riposizionato il gonfalone sopra la bara. Questi sono i fatti. Io non sono contrario alla Lega, e anzi ho sempre votato a destra. Ma il comportamento tenuto durante il Santo Sacrificio della Messa da questi Leghisti devoti a San Marco è stato irrispettoso. E quasi nessuno si è comunicato. La famiglia Sartorello era visibilmente turbata e imbarazzata. Sui giornali locali la Lega ha tentato di montare uno scandalo. Pensino a cose più importanti piuttosto.
RispondiEliminaPer non contare anche le offese generalizzate ai preti, le grida moleste, le parole sconce, e l'intervento di un esaltato mentre veniva riposto il feretro nel carro funebre che ha impedito a Don Renato di recitare un'orazione, costringendolo a rientrare in chiesa.
RispondiEliminaAh dimenticavo, il parroco di Santa Maria di Lourdes è Don Massimo Gallina, Don Renato è il Vicario. Il parroco, consultato per l'occasione, ha confermato che sulla bara non doveva esserci bandiera. Che per inciso non è il tradizionale gonfalone che si vede anche sul pennone del Palazzo Patriarchino, bensì la bandiera da guerra della Repubblica (Leone alato con spada sguainata e vangelo chiuso, tenuto sotto una zampa). La quale bandiera viene utilizzata in Veneto come simbolo politico. In Veneto è chiaro a tutti che quella bandiera è un simbolo leghista. Detto questo non sono ideologicamente contrario alla Lega, sono un elettore di centrodestra. Dico solo che i fatti non si sono svolti come è stato riferito. E che semmai Don Renato era favorevole a riporre durante le esequie la bandiera ai piedi del feretro.
RispondiElimina<span>Ah dimenticavo, il parroco di Santa Maria di Lourdes è Don Marino Gallina, Don Renato è il Vicario. Il parroco, consultato per l'occasione, ha confermato che sulla bara non doveva esserci bandiera. Che per inciso non è il tradizionale gonfalone che si vede anche sul pennone del Palazzo Patriarchino, bensì la bandiera da guerra della Repubblica (Leone alato con spada sguainata e vangelo chiuso, tenuto sotto una zampa). La quale bandiera viene utilizzata in Veneto come simbolo politico. In Veneto è chiaro a tutti che quella bandiera è un simbolo leghista. Detto questo non sono ideologicamente contrario alla Lega, sono un elettore di centrodestra. Dico solo che i fatti non si sono svolti come è stato riferito. E che semmai Don Renato era favorevole a riporre durante le esequie la bandiera ai piedi del feretro.</span>
RispondiEliminaMmh... No, non ho intenzione di farmi cremare...
RispondiEliminail solito inguacchio politico, il solito pasticcio creato ad arte per alzare il polverone e far dimenticare cose ben più importanti.
RispondiEliminaForse la Redazione dovrebbe fare maggior attenzione prima di cadere in certe trappole, purtroppo sempre più frequenti in questa nostra disgraziata Nazione
Tutto Ok, Mestrino, però non ci si può non domandare perché quando le norme sono contro i simboli tradizionali vengono applicate scrupolosamente, mentre quando sono contro i simboli d'attualità (vedi bandera della pace) si tollera tutto!
RispondiEliminadue riflessioni: la bandiera di San Marco, anche oggi, è la bandiera ufficiale della regione Veneto, quindi un ente pubblico, non politico, parte dello Stato etc etc. Detto questo, l'idea di mettere le bandiere sulle bare è una trovata antiliturgica, piuttosto ridicola, che un grande liturgista come Mons. Gromier ridicolizza nel suo Commentaire. Sul feretro in chiesa ci va il drappo nero (sia chiaro ora parlo in assoluto, lasciamo stare le ragioni del caso specifico). Se proprio proprio si vuole seguire la barbara usanza di mettere bandiere sulle bare, almeno non in chiesa
RispondiElimina<span>arroco merita una bella lavata di testa da parte dei suoi superiori....... </span>
RispondiEliminaChe non credo averà mai.
Questo ed altri episodi la dicono lunga sulla genuinità della fede di certa gente che sfrutta la religione unicamente per motivi identitari.
RispondiEliminaE se avesse chiesto la bandiera rossa con falce e martello?? Altra domanda retorica.... :(
RispondiEliminaPerchè la Repubblica "Popolare" Cinese è uno stato cattolico? E da quando?
RispondiEliminaE col 150° anniversario dei fraudolenti plebisciti si stabilì che in chiesa l'unico vessillo ammesso fosse il massonico tricolore ( con gli annessi stracci europieisti e onusiani) : Amen!
RispondiEliminacaro ospite delle 14 e 34 una piccola precisazione: la bandiera della regione veneto (bruttina se paragonata a quella della serenissima)non è quella usata al funerale. La bandiera "incriminata" è la bandiera che la serenissima repubblica usava in tempo di guerra,e purtroppo dai più considerata un simbolo leghista.Per il resto ha perfettamente ragione.
RispondiEliminaconcordo con mestrino - (lo sono anche io mestrino) - la bandiera del veneto non è quella della lega. e quella sopra il feretro era quella della lega. le due bandiere sono diverse. prima di scrivere informatevi.
RispondiElimina