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sabato 9 aprile 2011

Concilio Vaticano II: un problema complesso

Le riflessioni che seguono, di Francesco Agnoli, potremmo adottarle come fossero un nostro manifesto perché le condividiamo pienamente. Anche in quella constatazione, o almeno auspicio, che Assisi3 sia un prodotto geneticamente modificato, e assai migliorato, rispetto alle versioni precedenti. Lo scritto vuol rappresentare una risposta ad un articolo che Magister aveva dedicato ai tradizionalisti asseritamente delusi da Benedetto XVI. Un articolo, quello, che per inciso merita esser letto poiché pacatamente e con obbiettività riferiva i punti più dolenti dell'attuale situazione ecclesiale.


di Francesco Agnoli

Il Concilio Vaticano II rimane, quarant’anni dopo, un evento che entusiasma e che divide. Se ne fa continuamente un gran parlare: i progressisti come il cardinal Martini, Mancuso, Melloni ecc. sembrano far risalire ad esso la nascita della Chiesa, ne invocano una più ampia e corretta attuazione e chiedono addirittura il Vaticano III, per aprirsi ancora di più al mondo e al pensiero moderno; il papa ribadisce che il Concilio Vaticano II non va separato da ciò che lo precede; mons. Fellay, superiore della Fraternità san Pio X, afferma di voler interpretare tale concilio alla luce della Tradizione, riservandosi anche di poter criticare alcuni passaggi ritenuti ambigui e alcuni documenti che considera almeno parzialmente in contrasto col magistero precedente (posizione questa già accettata dal papa per quanto riguarda gli statuti della comunità tradizionalista del “Buon pastore”, a cui è stato dato il permesso di criticare, con spirito costruttivo, alcuni passi conciliari controversi).

Soprattutto, ultimamente, studiosi laici come Roberto De Mattei, autore di un best seller come “Il concilio Vaticano II. Una storia mai scritta (Lindau), e teologi di vaglia come mons. Brunero Gherardini, autore di “Concilio Ecumenico Vaticano II. Un discorso da fare”, hanno rilanciato, in modo meritorio, la discussione.

Personalmente non ho grande competenza per esprimermi, ma due concetti vorrei qui esporli, sperando siano utili al dibattito, e augurandomi di non dire sciocchezze troppo grosse (se lo farò, ci sarà certo qualcuno pronto, fraternamente, a correggermi). Ebbene, leggendo alcuni documenti del Concilio intravedo talora qualcosa che mi stupisce per eccesso di ottimismo. Il Concilio si aprì con le famose dichiarazioni di Giovanni XXIII, contro i “profeti di sventura”: Giovanni XXIII credeva fermamente che i nostri tempi fossero particolarmente favorevoli ad una nuova “primavera della Chiesa”, ad un “balzo innanzi”, ad una rinascita senza precedenti. Parlava apertamente di un “giorno foriero di luce splendidissima” di cui il Concilio rappresentava l’ “aurora”.

Si distaccava, in questo, dalla visione che avevano avuto Pio X e Pio XII, più inclini a scorgere nella contemporaneità un’epoca di progressivo e terribile allontanamento da Dio. Scriveva Giovanni XXII l’8 dicembre 1962, a chiusura della prima sessione del Concilio: “sarà veramente la nuova Pentecoste che farà fiorire la Chiesa nella sua interiore ricchezza… sarà un nuovo balzo in avanti del Regno di Cristo nel mondo, un riaffermare in modo sempre più alto e suadente la lieta novella della Redenzione, l’annuncio luminoso della sovranità di Dio, della fratellanza umana nella carità…”. Purtroppo non è andata così, come ha notato anche il cardinal Biffi nelle sue recenti memorie, e se l’albero si vede dai frutti, oggi si può dire che molti segni dei tempi furono male interpretati. Dopo il Concilio migliaia e migliaia di sacerdoti lasciarono la veste, per sposarsi, o addirittura in seguito a crisi di fede. E il tempo non avrebbe mutato le cose.

Il pontificato di Paolo VI è stato su questo punto assai indicativo: il Montini fu infatti sovente portato a condividere l’ottimismo quasi utopico di Giovanni XXIII e a cercare nel rinnovamento pastorale, in una maggiore apertura al mondo, la via maestra per una nuova evangelizzazione; ma fu anche consapevole, in molte occasioni, e lo disse a gran voce, che invece della primavera, nella Chiesa, era arrivato l’inverno; che il fumo di Satana era entrato nel tempio di Dio. In lui convissero l’idea che il Concilio significasse un “primaverile risveglio d’immense energie spirituali e morali, quasi latenti nel seno della Chiesa”, insieme con profonde crisi interiori, di cui rendeva partecipe, tra gli altri, il cardinal Siri in lunghi colloqui privati e drammatici. E’ così che alcuni documenti del Concilio portano qua e là il segno di un certo ingenuo ottimismo, che, secondo padre Stanley Jaki, amico stimato di Benedetto XVI, secondo don Divo Barsotti e il riscoperto Romano Amerio, deriva da una sottovalutazione del peccato originale e della perfidia dello spirito del mondo, evangelicamente inteso. Questo ottimismo utopico, dicevo, lo si trova ad esempio all’inizio della Dichiarazione sulla libertà religiosa: “Nell’età contemporanea gli esseri umani divengono sempre più consapevoli della propria dignità di persone e cresce il numero di coloro che esigono di agire di loro iniziativa, esercitando la propria responsabile libertà mossi dalla coscienza del dovere e non pressati da misure coercitive”.

Nella “Gaudium e spes” invece si leggono frasi di tal genere: “Mai come oggi gli uomini hanno avuto un senso così acuto della libertà… numerosi sono perciò coloro che giungono a un più acuto senso di Dio… L’uomo d’oggi procede sulla strada di un più pieno sviluppo della sua personalità e di una progressiva scoperta e affermazione dei propri diritti”. Dichiarazioni analoghe, magari spesso limate e meglio specificate nei passaggi successivi, si trovano abbondantemente anche in altre encicliche pressoché contemporanee, prima tra tutte la Pacem in terris. Che male c’è, dirà qualcuno, ad essere ottimisti, a voler andare incontro al mondo in modo suadente e senza condanne altisonanti? Che male c’è a preferire “la medicina della misericordia piuttosto che della severità”, come disse sempre Giovanni XXIII, a puntare sull’ “aggiornamento”, piuttosto che sulla Tradizione?

In effetti a chi non piacerebbe, almeno apparentemente, un Cristo meno esigente, che fosse venuto a patti col mondo, che avesse dialogato con i suoi carnefici sino a convincerli, e che non chiedesse, anche ai suoi discepoli, di lottare contro il peccato, sino, se necessario, al sangue e al martirio? Che non ci avesse ricordato che “siete nel mondo, ma non del mondo”? Personalmente penso che la mancanza di realismo, di un sapiente equilibrio tra “severità” e “misericordia”, abbia sovente conseguenze negative, perché la diagnosi è sempre necessaria alla cura, e per questo deve essere implacabile e vera. “Il suo atteggiamento, scriveva Paolo VI il 7 dicembre 1965 parlando del Concilio, è stato molto e volutamente ottimista. Una corrente di affetto e di ammirazione si è riversata dal Concilio sul mondo umano moderno”, preferendo a “deprimenti diagnosi, incoraggianti rimedi”. Ma quali sono state le conseguenze di tutto ciò, di questo atteggiamento così dichiaratamente nuovo nella storia della Chiesa? Quanto è mancata, al nostro mondo contemporaneo, una cruda diagnosi della sua malattia, accompagnata, certo, anche dalla misericordia della cura? Le conseguenze di un ottimismo estremo le stiamo pagando tuttora: si è ingenerata piano piano nei cattolici una mentalità eccessivamente acquiescente e irenista.

L’idea che non si debba “condannare”, che si debba sempre dialogare ad oltranza, che occorra far viaggiare la Chiesa col mondo, ha fatto tanta strada, portando ai “cattolici per il marxismo”, ai “cattolici per il divorzio”, ai “cattolici per l’aborto”, ai cattolici relativisti (“io no, ma gli altri…”), ai “cattolici adulti” e via discorrendo. Non cioè alla pace della Chiesa col mondo, come oggi è sempre più chiaro, ma alla discordia tra gli stessi credenti. Un esempio su tutti: la mancata scomunica del comunismo da parte dei padri conciliari, nonostante la petizione di 450 di essi, proprio allorché le persecuzioni erano immense e quella ideologia di morte devastava interi popoli, risponde proprio ad un ottimismo irrealistico, e ad una mentalità che volendo distanziarsi dalla consuetudine degli anatemi del passato, crede, mi sembra ingenuamente, che il dialogo col mondo sia la soluzione possibile, indolore ed efficace, per la redenzione dell’umanità.

Di qui anche quella visione del dialogo che diventa non un mezzo ma il fine; un dialogo che ha come scopo null’altro che il dialogo stesso, invece della conversione: come se Cristo stesso non avesse scelto, in ultima analisi, di testimoniare la sua divinità col suo sangue, e non avesse annunciato ai suoi discepoli persecuzioni e martirio. Riusciamo ad immaginare un Concilio, oggigiorno, in cui Benedetto XVI, per non litigare col mondo, rifiutasse di condannare clonazione, aborto e manipolazione genetica? E oggi, che il papa lotta come un leone a difesa dell’uomo, dal concepimento sino alla morte naturale, possiamo ancora sottoscrivere la celebre frase di Paolo VI secondo la quale “la religione del Dio che si è fatto Uomo s’è incontrata (al Concilio ndr) con la religione (perché tale è) dell’uomo che si fa Dio”, senza che ciò generasse un “scontro, una lotta, un anatema”, ma al contrario una “simpatia immensa”? O non è piuttosto sempre più chiaro che l’uomo che si fa Dio è la perfetta antitesi del Dio che si fa uomo, e che lungi dal rappresentare un vero umanesimo, l’umanesimo ateo contemporaneo finisce per disprezzare l’uomo, riducendolo ad una scimmia, ad un “numero uscito alla roulette”, ad un oggetto manipolabile?

Messa in luce questa mentalità di fondo presente in alcuni passaggi del Concilio, proporrei un’altra considerazione. Forse proprio la volontà di non urtare, di essere più “pastorali”, di non utilizzare la chiarezza lapidaria e sintetica del concilio di Trento, ha determinato la presenza in alcuni documenti conciliari di concetti non sempre chiari, ambigui, che lasciano spazio a interpretazioni divergenti. Prendiamo ad esempio il documento sull’ecumenismo, l’Unitatis Redintegratio. In esso si ripete più volte il dogma cattolico per il quale solo la Chiesa cattolica è la vera Chiesa di Cristo; si insiste sovente sulle divergenze dottrinali tra cattolici, ad esempio, e protestanti; si condanna come “alieno dall’ecumenismo” il “falso irenismo”, in linea dunque con il magistero precedente. Ma poi, nell’illustrare i metodi del dialogo, si lascia spazio, ad esempio, alla preghiera comune, tra cattolici e membri di altre confessioni: “nei congressi ecumenici è lecito, anzi desiderabile, che i cattolici si associno nella preghiera coi fratelli separati”.

Ma questo non genera confusione, indifferentismo, mentalità sincretista? Non porta i fedeli a dimenticare la realtà, e cioè l’importanza, nella Chiesa, della comunione con Roma e del primato petrino? I padri conciliari continuavano: “Tuttavia la comunicazione nelle cose sacre non la si deve considerare come un mezzo da usarsi indiscriminatamente per il ristabilimento dell’unità dei cristiani… La significazione dell’unità per lo più vieta la comunicazione. La necessità di partecipare la grazia talvolta la raccomanda. Circa il modo di agire… decida prudentemente l’autorità del luogo…”. Ma allora pregare insieme a persone di fede diversa è un atto doveroso, o qualcosa di equivoco? Posizioni di questo genere, così poco chiare, hanno generato, nel post Concilio, una grande confusione, culminata, a mio modo di vedere, nei famosi incontri di Assisi del 1986.

Allora i fedeli videro mescolarsi indifferentemente il nome di Cristo, “via, verità e vita”, con quello delle molteplici divinità fasulle, nella città di un grande santo, all’interno di chiese consacrate. L’effetto concreto fu il dilagare dell’indifferentismo, sintetizzabile in quell’espressione che divenne di moda sulla bocca di molti cattolici: “siamo tutti figli dello stesso Dio”.

Espressione vera, per carità, in ultima analisi, ma estremamente pericolosa se utilizzata per far credere che Cristo, Budda e Maometto siano la stessa identica cosa. Espressione che racchiude in sé un altro dramma del post Concilio: il progressivo venir meno nei cattolici della consapevolezza del dovere di annunciare Cristo a tutte le genti e delle responsabilità che il dono della fede comporta. Ad Assisi nel 1986 due cardinali preferirono non partecipare, intravedendo in quell’evento un grosso pericolo per la fede: il cardinal Giacomo Biffi e il cardinal Joseph Ratzinger, che in una recente prefazione ad un libro di Marcello Pera ha sottolineato come il dialogo sia possibile e doveroso tra persone, tra culture e popoli diversi, ma non tra diverse concezioni religiose e dottrinali.

Erano, i due cardinali, sulla stessa linea di papa Pio XI, che nella “Mortalium animos” aveva deprecato “congressi, riunioni, conferenze, con largo intervento di pubblico, ai quali sono invitati promiscuamente tutti a discutere”, cattolici, eretici e rappresentanti di altre religioni, in nome di “una falsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni”. Pregare insieme, pensava Pio XI, serve solo a creare confusione, a spingere al naturalismo e in ultima analisi all’ateismo pratico, delegittimando la Rivelazione e la Chiesa stessa.

Che poi oggi Benedetto XVI abbia deciso di convocare una nuova Assisi, non toglie la sua posizione del passato: per cui chi come me  non capisce certi gesti, può immaginare che al nuovo raduno ecumenico verrà data una veste molto diversa (come è dimostrato, già ora, dal fatto che non verranno dati luoghi di culto ai rappresentati di altre religioni, e dal fatto che sono stati invitati anche atei: dimostrazione che l’incontro non sarà fondato sull’idea per cui “tutte le religioni sono buone”, ma sull’idea che gli uomini, in quanto uomini, devono “parlarsi”).

Un’ultima considerazione. La lettura del documento conciliare sulla liturgia, la cui lettera è stata completamente disattesa dalla riforma liturgica bunignana, permette qui di intravedere quello che a mio avviso fu un altro degli errori di quegli anni, cui il papa attuale sta piano piano ponendo rimedio, prima col motu proprio e poi restaurando la croce al centro dell’altare, la comunione in ginocchio e altro ancora.
Da una parte si predicò il rinnovamento, insistendo fortemente su di esso, e generando la nascita di una serie incredibile di messe sperimentali in cui accadeva di tutto e durante le quali il celebrante diventava l’inventore sempre più fantasioso di nuove ritualità, sino alla nascita delle messe beat, o delle messe con le ballerine sull’altare; dall’altra si invitava a mantenere il latino, accanto ad un maggiore uso del volgare, e nel contempo si chiedeva di non introdurre “innovazioni se non quando lo richieda una vera e accertata utilità della Chiesa, e con l’avvertenza che le nuove forme scaturiscano organicamente, in qualche maniera, da quelle esistenti”. Per quanto riguarda il canto, il concilio affermava che “la Chiesa riconosce il canto gregoriano come canto proprio della liturgia romana”, a cui riservare “il posto principale”; invitava contestualmente a tenere “in grande onore l’organo a canne… il cui suono è in grado di aggiungere notevole splendore alle cerimonie della Chiesa”.

Contemporaneamente, però, nella prassi, si lasciò che il latino scomparisse, e che del gregoriano e dell’organo non rimanesse traccia. In perfetta coerenza gli altari di un tempo vennero abbattuti, insieme alle balaustre e a tutto ciò che nella messa tradizionale serviva a sottolineare la sacralità della cerimonia e il suo carattere di rinnovazione del Sacrificio della Croce. Con esiti per nulla positivi. Rendersi conto di certi errori del passato, che esimi cardinali e papi riconobbero con grande umiltà di fronte all’esplosione del protestantesimo, permise alla Chiesa del Concilio di Trento di rinascere, dopo tempi onestamente bui. Non è giunto il momento, anche oggi, di qualche piccolo mea culpa, di una revisione, almeno, di questo ottimismo troppo mondano ed utopico? In verità l’ottimismo che, come cristiani, possiamo professare, è veramente immenso, ma ci viene dalla Resurrezione di Cristo, come fatto storico, non da altro. Dalla Sua morte, invece, dovremmo apprendere il realismo, cioè la consapevolezza dei nostri peccati e della necessità di convertirci e di convertirlo, non di vezzeggiarlo, il mondo.


75 commenti:

  1. Caro prof. Agnoli,
    nell'apprezzamento generale di tutti gli ottimi spunti di rilfessione e discussione da lei offerti al mondo cattolico, tradizionalisti compresi, mi soffermo però un attimo su questa sua osservazione circa Assisi1986, per rivolgerle un accorato quesito:
    <span><span>"Erano, i due cardinali, sulla stessa linea di papa Pio XI,</span> che nella “Mortalium animos” aveva deprecato “congressi, riunioni, conferenze,....."</span>
    Erano, ha detto lei: tempo passato, posizioni superate dunque; ed OGGI, invece, che cosa accade, che cosa accadrà, riguardo all'ossequio verso quell'enciclica e i suoi gravissimi contenuti di Magistero ?
    quale personalità illustre della Chiesa docente, quale pastore o prelato, iniziando dal Papa, E' ancora deciso a camminare su quella linea di Pio XI ? c'è ancora qualcuno nella Chiesa docente che voglia rileggere quelle pagine di Pio XI, fortemente ammonitrici alla vigilanza sul pericolo di indifferentismo, con l'idea di perseguire una falsa fratellanza e una falsa pace, mediante una falsissima unione di pensiero -in processione spettacolare e variegati sit-in- <span>verso un Dio non ben identificato</span><span> </span>(dio ignoto ai pagani idolatri e falsato dai vario-credenti-o separati, PEGGIO ancora per gli atei lì presenti, adoratori di SE stessi) , pagine più che mai attuali, e niente affatto superate, come  invece ci stiamo illudendo pericolosamente, ritenendo che Assisi3 sia un evento sostanzialmente  DIVERSO e senza dubbio MIGLIORE di Assisi1, anzi raccomdabile -in quanto commemorative di un Assisi1 fatto da un papa beatificato!- evento da guardare, seguire, ammirare con assenso di fede (?) toto corde da parte dei cattolici, che dovrebbero sentirsi senz'altro "in comunione di sentimenti e intenti" cum Petro, senza più chiedersi se tale raduno sia davvero secondo la volontà di Dio, della SS.ma Trinità e di Nostro Signore, e in omaggio riconoscente a Lui e alla sua Santa Croce con cui ha redento il mondo?

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  2. nell'inquieto panorama e calendario degli eventi ecclesiali, (spesso fonte di vive preoccupazioni e disorientamento per i piccoli fedeli cattolici, sempre più confusi tra annunci e spinte direzionali contraddittorie....) colgo dal blog di Magister  questa buona notizia:


    <p><span><span>"Il prossimo 15 maggio, IV domenica di Pasqua, sarà celebrata nella basilica papale di San Pietro in Vaticano, all'Altare della Cattedra, una messa solenne in rito antico.</span></span><span>
    <span>Il celebrante sarà il cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della congregazione per il culto divino."</span></span>
    </p><p>Speriamo che sia un segno di benevolenza e uno speciale aiuto di Grazia che il Signore porge alla sua Chiesa travagliata, in un momento storico di grave crisi e interrogativi non risolti.
    </p>

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  3. <span>nell'inquieto panorama e calendario degli eventi ecclesiali, (spesso fonte di vive preoccupazioni e disorientamento per i piccoli fedeli cattolici, sempre più confusi tra annunci e spinte direzionali contraddittorie....) colgo dal blog di Magister  questa buona notizia:  
     
     


    <span><span>"Il prossimo 15 maggio, IV domenica di Pasqua, sarà celebrata nella basilica papale di San Pietro in Vaticano, all'Altare della Cattedra, una messa solenne in rito antico.</span></span><span>  
    <span>Il celebrante sarà il cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della congregazione per il culto divino."</span></span>
    Speriamo che sia un segno di benevolenza e uno speciale aiuto di Grazia che il Signore porge alla sua Chiesa travagliata, in un momento storico di grave crisi e interrogativi non risolti.  
    </span>

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  4. <span>nell'inquieto panorama e calendario degli eventi ecclesiali, (spesso fonte di vive preoccupazioni e disorientamento per i piccoli fedeli cattolici, sempre più confusi tra annunci e spinte direzionali contraddittorie....) colgo dal blog di Magister  questa buona notizia:     
    <span><span>"Il prossimo 15 maggio, IV domenica di Pasqua, sarà celebrata nella basilica papale di San Pietro in Vaticano, all'Altare della Cattedra, una messa solenne in rito antico.</span></span><span>    
    <span>Il celebrante sarà il cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della congregazione per il culto divino."</span></span>  
    Speriamo che sia un segno di benevolenza e uno speciale aiuto di Grazia che il Signore porge alla sua Chiesa travagliata, in un momento storico di grave crisi e interrogativi non risolti.    </span>

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  5. Avevo molta più fiducia in Benedetto XVI e pensavo che volesse riportare serietà e morigeratezza nella Chiesa. Mi sono illuso?

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  6. anrò al convegno, a conclusione del quale è la celebrasione; ma non mi sento di partecipare ad una Messa solenne di un cardinale che celebra con i neocat...

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  7. <span>ancrò al Convegno, a conclusione del quale è la celebrazione; </span>
    <span>ma non mi sento di partecipare ad una Messa solenne di un cardinale che celebra con i neocat... Questa è la nostra Chiesa, oggi!</span>

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  8. Credo proprio di sì, caro Welcome. Certo, qualche piccolo seme è stato gettato e speriamo che possa, in futuro, germogliare. Ma, onestamente, ci aspettavamo di più da questo Papa, molto, molto di più...

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  9. Nella lotta spirituale una regola d'oro é :
    in desolazione (cioé nei periodi turbolenti dove il demonio domina) non si deve agire perché si ha la vista annebbiata dal demonio: si deve solo tendere a mentenere lo status-quo... 
    in consolazione invece essendo Dio che fa presa sull'anima) bisogna mettere gli stivali delle 7 leghe e avanzare il più possibile.

    Questo insegna il discernimento degli spiriti di S.Ignazio. A me hanno detto che cio' che vale anche (e soprattutto) per la Chiesa.
    Siamo in uno dei periodi più bui della storia ecclesiale: i problemi liturgici, dottrinali e pastorali mai furono cosi' densi!
    E in questo clima dove tante domande vitali per la salvezza delle anime sono allegramente sospese in aria (una su tutte le preghiere di altre religoni sono valide? ) 
    la Chiesa cerca freneticamente l'azione. Allora via a manetta a convocare Assisi, a beatificare il papa oggettivamente più progressista di sempre.

    Avere un Assisi3 migliore del 2 e dell 1 é <span>per me non solo inutile ma anche dannoso</span>. Bisognava aspettare (anche un secolo se necessario) che si faccia bonaccia perché dopo sarà impossibile (o un milione di volte + difficile) tornare indietro. Convochiamo un Assisi nel quale l'80% dei prelati cattolici romani predicheranno che se un induista prega le sue formule con fede e sincerità i suoi angeli custodi porteranno le sue preghiere al cospetto dell'unico Dio che le apprezzerà. E se non fosse cosi'? visto che la questione sembra quanto mai aperta? Come potremmo domani a fare marcia indietro ?

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  10. D'altro canto basti vedere come viene presentato Assisi3 nel mondo  

    qui per la comunità sant'Egidio e il card Kasper "...é emersa la convinzione che l'esempio di papa Woijtila continua a ispirare il dialogo interreligioso..."

    http://www.youtube.com/v/sVkb0XhjPKc" type="application/x-shockwave-flash" width="170" height="140


    qui invecce http://it.gloria.tv/?media=144086    CW Television dice che Assisi3 sarà più moderato delgi altri ma cio' non
    significa che cattolici e altre religioni non possano pregare insieme  

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  11. Preciso: Assisi 3 sarà diverso da Assisi 1 e 2, ed è un dato positivo; ma personalmente continuo a  non comprenderne il senso e l'opportunità.

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  12. Comunque, dr. Agnoli, le faccio i miei personali complimenti per la ricchezza di argomentazioni, la serietà, la completezza, la grande capacità di sintesi che ha saputo dimostrare in questa ottima esposizione. Credo che se tanti uomini di Chiesa avessero le idee chiare come le sue, la fine della crisi in cui essa versa potrebbe veramente ritenersi alle porte.

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  13. Complessivamente, ottimo articolo, questo di Agnoli. Totalmente condivisibile nei contenuti espressi. Comprensibile la prudenza e la moderazione nei toni (i progressisti e i conservatori sono maestri nella censura e nella diffamazione; l'accusa di "antipapista" è sempre dietro l'angolo), e interpretabile come vezzo letterario l'understatement dottrinario che traspare, qua e là, dal testo... Un esempio per tutti: "un piccolo mea culpa"? Credo che i responsabili dello scempio (pre, durante e post concilio) meritino qualcosa di più di un "piccolo mea culpa". Ma si sa, noi tradizionalisti siamo incontentabili.

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  14. incontentabili ?
    ...non perchè "noi" siamo incontentabili, per un nostro vezzo o "pallino" di perfezionismo, caro Silente: ma perchè è proprio Nostro Signore che
    1. non ci amati per scherzo, e non tollera i tiepidi (v. Ap.: "Magari tu fossi freddo o caldo....!")
    2. in tanti modi ed occasioni  ci ha detto :
    "<span>Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste",  </span>
    <span>"Chi è fedele nel pocoè fedele anche nel molto»</span>
    <span> e al servo che ha sotterrato l'unico talento ricevuto, dice:</span>
    <span>"Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti."</span>
    <span><span>
    </span></span>

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  15. infatti ho espresso una speranza, che ho molti motivi per temere che sarà vanificata, conoscendo l'orientamento del card. Canizares conforme alla<span> Chiesa dell'et-et, </span>oggi tanto di moda;
    ma più che confidare negli uomini, confidiamo solo nel Signore, che a suo tempo e modo manifesterà il suo soccorso, anche attraverso queste intricate e fumose vicende, (inclusive di tutto e di più....) che ci causano frequente scoraggiamento.

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  16. Molto interessante l'intervento di Francesco Agnoli e condivisibile sotto molti aspetti: l'analisi razionale di avvenimenti passati e presenti è un diritto dello storico in particolare e dell'essere umano in generale e permette di inquadrare avvenimenti storici e prevedere, almeno tentativamente, proiezioni di sviluppi nel futuro.
    Mi sarebbe però piaciuto ancor di più la stessa lettura corredata da un approccio più sopranaturalmente cattolico, nel senso di tener conto più esplicitamente dei cann 750-752 nel quadro di quest'analisi, alfin di dargli quel "senso" e quel "sapore" più genuinanemente cattolico romano.
    In altre parole, ad analizzare in modo critico siamo molti ad essere bravi, ma a cercare una soluzione veramente cattolica, che esprima il Magistero Autentico, riconoscendo i problemi come fatto brillantement in questa sede da Francesco Agnoli, ma proponendo vere soluzioni in linea con quel che la Chiesa Docente viva vuole ed insegna, mi sembra essere un challenge positivo molto più meritorio: a titolo d'esempio, la dimostrazione fatta da Mns Schneider al Convegno FFI è proprio paradigmatica nella sua messa in evidenza dell'ermenutica della continuità in modo pratico, perchè, come lo sottolinea Francesco Arzillo, "<span> fondata sull’evidente presupposto della continuità nel tempo della vita del corpo ecclesiale, con la connessa assistenza dello Spirito Santo ai pastori."</span>
    Se Assisi non piace perchè si temono le estrapolazioni progressiste e sincretiste inautorizzate, la soluzione non è nel criticare Assisi, dando così ragione de facto agli stessi sincretisti, ma nel capire, mostrare e dimostrare quanto diverso sia l'inento del Santo Pontefice: attività intellettualemente meno facie che di giocare le Cassandra di servizio, ma sicuramente piû meritevole.
    Ecco, dopo l'analisi, avrei amato da Francesco Agnoli delle proposte positive nel senso del Magistero Autentico sempre vivo ed operanteI.P.

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  17. Bellissimo articolo Dr.Agnoli. Complimenti. Mi soffermo sull'aspetto attualmente più dolente. Che Assisi 3 sia l'ultima cosa di cui ha bisogno la Chiesa attuale lo capiscono (ma non lo dicono) l'80% dei sacerdoti e soprattutto il Papa. Tanto che si cerca disperatamente di renderlo almeno  accettabile anche confidando nell'aiuto della Stampa. Ma è una mission impossible, perchè è stato pensato deliberatamente (non da BXVI) per distruggere per l'ennesima volta i ponti con con la FSSPX. Ho criticato l'evento e continuo a farlo su ALMA PREX anche pesantemente. Credo però che nel momento in cui il Papa sta cercando di metterci una pezza, sia nostro dovere cercare di dare una mano, sperando sinceramente in bene. Se i danni, come credo, ci saranno comunque sarà nostro dovere di cattolici, dopo di riferirne e chiederne conto.

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  18. Memory, per cortesia, veda di cogliere il sarcasmo di quel "incontentabile". Comunque, sono ovviamente d'accordo con le sue precisazioni, di cui la ringrazio e che rimediano al mio modesto e, a quanto pare, inefficace tentativo di ironia...

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  19. la religione del Dio che si è fatto Uomo s’è incontrata (al Concilio ndr) con la religione (perché tale è) dell’uomo che si fa Dio”, senza che ciò generasse un “scontro, una lotta, un anatema”, ma al contrario una “simpatia immensa”

    Non conoscevo questa frase di Paolo VI. Devo dire che letta oggi fa ribrezzo... All'epoca forse no...

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  20. <p><span>E' semplicemente una frase tirata fuori dal suo contesto e come tale se ne può storpiare e, addirittura, invertire l'ottimo e ortodosso senso iniziale, passo che i soliti certi ambienti, usuali al fatto, non esitano mai a varcare, non pagando nessun ossequio alla verità:</span>
    </p><p><span>"</span><span><span>L’umanesimo laico profano</span></span><span><span> </span></span><span><span>alla fine è apparso nella terribile statura ed ha, in un certo senso, sfidato il Concilio. La religione del Dio che si è fatto Uomo s’è incontrata con la religione (perché tale è) dell’uomo che si fa Dio. Che cosa è avvenuto? uno scontro, una lotta, un anatema? poteva essere; ma non è avvenuto.</span></span><span><span> </span></span><span><span>L’antica storia del Samaritano </span></span><span><span>è<span> stata il paradigma della spiritualità del Concilio</span></span></span><span><span>. Una simpatia immensa lo ha tutto pervaso. La scoperta dei</span></span><span><span> </span></span><span><span>bisogni umani</span></span><span><span> </span></span><span><span>(e</span></span><span><span><span> </span></span></span><span><span><span>tanto maggiori</span></span></span><span><span> </span></span><span><span>sono,</span></span><span><span> </span></span><span><span><span>quanto più grande </span></span></span><span><span>si fa il figlio della terra) ha assorbito l’attenzione del nostro Sinodo..."</span></span><span></span>
    </p><p><span>L'allocuzione intera si può leggere qui (a chi interessano i fatti più che maldicenze e le calunnie distillate con testi troncati):</span><span><span>http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/speeches/1965/documents/hf_p-vi_spe_19651207_epilogo-concilio_it.html</span></span><span></span>
    <span> </span></p>

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  21. Lo scontro non é avvenuto perché il Concilio ha fagocitato l'umanesimo laico e ha ne fatto un alleato integrandone tanti principi !

    Quando sento dire da un papa che la Chiesa col Concilio scopre i bisogni umani, mi viene da pensare che la chiesa prima del 1962 non ha mai fatto delle opere corporali !
    Non solo ha sempre fatte  ma le ha sempre fatte insieme alle opere spirituali, dalle cui grazie sgorgava il bene sociale per il prossimo...
    Dal 1962 si é invece avuta l'inversione: tutto (o quasi) per il sociale e il corporale, niente (o quasi) per lo spirituale, fino al punto che per la prima volta nella storia
    una alta percentuale di preti cattolici romani hanno predicato dal pulpito cose mai viste come

    * il peccato mortale (senza andare lontato vedi ieri Mgr. Fonlupt con la contraccezione)
    * la negazione dell'inferno
    * ...

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  22. Sì, ho visto che era ironico, certo ! :)... ma ho ricordato alcune verità che nessuno ci insegna più nelle parrocchie, perchè ormai va di moda la morale del "male minore" (anzi, spesso gli stessi confessori, di fronte a peccati gravi, minimizzano: "beh...che c'è di male?" ....)

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  23. <span>Lo scontro non é avvenuto perché il Concilio ha fagocitato l'umanesimo laico e ha ne fatto un alleato integrandone tanti principi !  
     
    Quando sento dire da un papa che la Chiesa col Concilio scopre i bisogni umani, mi viene da pensare che la chiesa prima del 1962 non ha mai fatto delle opere corporali !  
    Non solo ha sempre fatte  ma le ha sempre fatte insieme alle opere spirituali, dalle cui grazie sgorgava il bene sociale per il prossimo...   (San Vincenzo di Paoli, don Bosco, le suore infermiere...)
    Dal 1962 si é invece avuta l'inversione: tutto (o quasi) per il sociale e il corporale, niente (o quasi) per lo spirituale, fino al punto che per la prima volta nella storia  
    una alta percentuale di preti cattolici romani hanno predicato dal pulpito cose mai viste come  
     
    * il peccato mortale (senza andare lontato vedi ieri Mgr. Fonlupt con la contraccezione)  
    * la negazione dell'inferno  
    * ...</span>

    RispondiElimina
  24. <span>Sì, ho visto che era ironico, certo !  :) ... ma ho ricordato alcune verità che nessuno ci insegna più nelle parrocchie, perchè ormai va di moda la morale del "male minore" (anzi, spesso gli stessi confessori, sento dire  che di fronte a peccati gravi, minimizzano: "beh...che c'è di male?" ....)</span>

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  25. <span><span>Lo scontro non é avvenuto perché il Concilio ha fagocitato l'umanesimo laico e ha ne fatto un alleato integrandone tanti principi !    
       
    Quando sento dire da un papa che la Chiesa col Concilio scopre i bisogni umani, mi viene da pensare che la chiesa prima del 1962 non ha mai fatto delle opere corporali !    
    Non solo ne ha sempre fatte  ma le ha anche fatte insieme alle opere spirituali, dalle cui grazie sgorgava il bene sociale per il prossimo...   (San Vincenzo di Paoli, don Bosco, tutte le suore infermiere...)  
    Dal 1962 si é invece avuta l'inversione: tutto (o quasi) per il sociale e il corporale, niente (o quasi) per lo spirituale, al punto che per la prima volta nella storia   una alta percentuale di preti cattolici romani hanno predicato dal pulpito cose mai viste come :   
       
    * il peccato mortale (senza andare lontato vedi ieri Mgr. Fonlupt con la contraccezione)    
    * la negazione dell'inferno    
    * ...</span></span>

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  26. scoperta dei bisogni umani ?
         e chi mai ha denunciato o testimoniato che in 19 SECOLI E MEZZO la Chiesa non aveva mai conosciuto e RICONOSCIUTO i bisogni umani, quelli da soccorrere secondo la Carità di Cristo, finalizzata essenzialmente alla salvezza eterna dell'anima ?

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  27. <span>Sì, ho visto che era ironico, certo !   :)  ... ma ho ricordato alcune verità eterne del Vangelo che nessuno ci insegna più nelle parrocchie, perchè ormai va di moda la morale del "male minore" (anzi, spesso gli stessi confessori, sento dire  che di fronte a peccati gravi, minimizzano: "beh...che c'è di male?" ....)</span>

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  28. Lo scontro non c'é stato perché il Concilio ha fagocitato l'umanesimo laico e ne ha sposato certi principi!

    Quanto sento un papa dire il Concilio ha scoperto i bisogni umani, mi vien da pensare che la Chiesa fino al 1962 non si é occupata di opere corporali.
    Invece le ha sempre fatte! Non solo, le ha fatte come conseguenza delle opere spirituali le cui grazie nutrivano l'azione sociale della chiesa (san Vincenzo del Paoli, don Bosco, tutte le suore infermiere...
    Dal 1962 l'inversione dei ruoli: tutto (o quasi) per il sociale, niente (o quasi) per lo spirituale. Al punto che per la prima volta nella storia prelati romani cattolici hanno predicato dal pulpito cosa mai sentite
    prima

    * il peccato mortale come apretura al mondo (senza andare lontano ieri Mgr Fonloup e la contraccezione)
    * la negazione del diavolo e dell'inferno
    * la negazione di dogmi INFALLIBILI (su tutti la presenza reale)
    * ...

    Quanti cardinali progressisti non credono più all'inferno! Anche GPII ne dubito' dicendo quel famoso "non ci é dato di sapere se c'é qualcuno in inferno oppure no" di vonBalthazariana memoria...
    Mi vien voglia di dire : che me frega del sociale ( e via! anche del Samaritano)  quando in tante diocesi manca TUTTO dal punto di vista spirituale ?
    <span><span>L’antica storia del Samaritano </span></span><span><span>è<span> stata il paradigma della spiritualità del Concilio ... manca  un pezzo: a scapito della prima e più importante legge della Chiesa "lex suprema, salus animarum" </span></span></span>

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  29. Apparentemente, "l'umanesimo laico profano" a cui il testo si riferisce...

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  30. <span>Lo scontro non c'é stato perché il Concilio ha fagocitato l'umanesimo laico e ne ha sposato certi principi!  
     
    Quanto sento un papa dire il Concilio ha scoperto i bisogni umani, mi vien da pensare che la Chiesa fino al 1962 non si é occupata di opere corporali.  
    Invece le ha sempre fatte! Non solo, le ha fatte come conseguenza delle opere spirituali le cui grazie nutrivano l'azione sociale della chiesa (san Vincenzo del Paoli, don Bosco, tutte le suore infermiere...  </span>
    <span>


    Dal 1962 invece l'inversione dei ruoli: tutto (o quasi) per il sociale, niente (o quasi) per lo spirituale, al punto che per la prima volta nella storia prelati romani cattolici hanno predicato dal pulpito cosa mai sentite prima  
     
    * il peccato mortale come apertura al mondo (senza andare lontano ieri Mgr Fonloup e la contraccezione)  
    * la negazione del diavolo e dell'inferno  
    * la negazione di dogmi INFALLIBILI (su tutti la presenza reale)  
    * ...  
     
    Quanti cardinali progressisti non credono più all'inferno! Anche GPII ne dubito' dicendo quel famoso "non ci é dato di sapere se c'é qualcuno in inferno oppure no" di vonBalthazariana memoria...  
    Mi vien voglia di dire : che me frega del sociale ( e via! anche del Samaritano)  quando in tante diocesi manca TUTTO dal punto di vista spirituale ?  

    <span><span>L’antica storia del Samaritano </span></span><span><span>è<span> stata il paradigma della spiritualità del Concilio ... manca  un pezzo: a scapito della prima e più importante legge della Chiesa "lex suprema, salus animarum" </span></span></span>
    </span>

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  31. e il grosso guaio è che i pastori ci stanno insegnando, da 45 anni, a tenere il piede in due scarpe: pretendere di servire  due padroni, voler compiacere Cristo e il mondo, ben sapendo che lo Spirito di Cristo è contrario allo spirito del mondo e viceversa.  La Chiesa "rinnovata" dal concilio ha dimenticato che il mondo "è sotto il potere del maligno" ed ha cercato continui compromessi con le sue vanità, cadendo nella tiepidezza e causando la dissipazione della Fede in tante anime, per due generazioni e oltre.

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  32. Memory e hpoirot, non vedo proprio da dove tirate fuori queste vostre interpretazioni da quell'allocuzione del Servo di Dio Paolo VI. Attenetevi, se possibile, al principio di realtà caro a San Tommaso, per favore: sennò non c'è discussione possibile, ma solo "sparate". I.P.

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  33. <span><span><span> Che cosa è avvenuto? uno scontro, una lotta, un anatema? poteva essere; ma non è avvenuto.</span></span><span><span> </span></span><span><span>L’antica storia del Samaritano </span></span><span><span>è<span> stata il paradigma della spiritualità del Concilio</span></span></span><span><span>. Una simpatia immensa lo ha tutto pervaso. La scoperta dei</span></span><span><span> </span></span><span><span>bisogni umani</span></span><span><span> </span></span><span><span>(e</span></span><span><span><span> </span></span></span><span><span><span>tanto maggiori</span></span></span><span><span> </span></span><span><span>sono,</span></span><span><span> </span></span><span><span><span>quanto più grande </span></span></span><span><span>si fa il figlio della terra) ha assorbito l’attenzione del nostro Sinodo..."</span></span><span></span>  </span>

    ebbene, allargato il contesto, sembra che l'antica storia del Samaritano, figura del Signore e ritratto del cristiano fin dagli albori del cristianesimo sia stata scoperta e applicata solo a partire dal concilio... i bisogni umani tanto maggiori quanto si fa grande il figlio della terra (mi pare chiara questa allusione alla grandezza dell'uomo in ragione del suuo dominio della scienza e della tecnica) non vanno "visti con simpatia immensa", ma con l'amore espiativo-oblativo di Cristo che tutto si dona... alla fine i bisogni dell'uomo non sono e non saranno, invece, sempre quelli legati alle domande ultime, fondamentali, le stesse di sempre, come lo stesso è il Signore? 
    Mi sembra che il cambiamento di paradigma che mette in campo una "simpatia immensa", che alla fine diventa condivisione anche dell'errore, rimanga su un piano psicologico-sentimentale, mentre la Salvezza dell'uomo e il suo rapporto con Dio si gioca su un piano ontologico che interpella la conoscenza seguìta della volontà e non esclude né lo scontro né l'anatema, quando serve per il bene delle anime e per salvaguardarle dall'errore, che va riconosciuto e rifiutato, non accolto e blandito....

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  34. <span><span><span><span>Che cosa è avvenuto? uno scontro, una lotta, un anatema? poteva essere; ma non è avvenuto.</span></span><span><span> </span></span><span><span>L’antica storia del Samaritano </span></span><span><span>è<span> stata il paradigma della spiritualità del Concilio</span></span></span><span><span>. Una simpatia immensa lo ha tutto pervaso. La scoperta dei</span></span><span><span> </span></span><span><span>bisogni umani</span></span><span><span> </span></span><span><span>(e</span></span><span><span><span> </span></span></span><span><span><span>tanto maggiori</span></span></span><span><span> </span></span><span><span>sono,</span></span><span><span> </span></span><span><span><span>quanto più grande </span></span></span><span><span>si fa il figlio della terra) ha assorbito l’attenzione del nostro Sinodo..."</span></span><span></span>  </span>  
     
    ebbene, allargato il contesto, sembra che l'antica storia del Samaritano, figura del Signore e ritratto del cristiano fin dagli albori del cristianesimo sia stata scoperta e applicata solo a partire dal concilio...</span>
    <span>... i bisogni umani tanto maggiori quanto si fa grande il figlio della terra (mi pare chiara questa allusione alla grandezza dell'uomo in ragione del suo dominio della scienza e della tecnica) non vanno "visti con simpatia immensa", ma con l'amore espiativo-oblativo di Cristo che tutto si dona, ripristinando la Giustixia sia nella singola persona che nel mondo delle sue relazioni... alla fine i bisogni dell'uomo non sono e non saranno, invece, sempre quelli legati alle domande ultime, fondamentali, le stesse di sempre, come lo stesso è il Signore?   
    Mi sembra che il cambiamento di paradigma che mette in campo una "simpatia immensa", che alla fine diventa condivisione anche dell'errore, rimanga su un piano psicologico-sentimentale, mentre la Salvezza dell'uomo e il suo rapporto con Dio si gioca su un piano ontologico che interpella la conoscenza seguìta dalla volontà e non esclude né lo scontro né l'anatema, quando serve per il bene delle anime e per salvaguardarle dall'errore, che va riconosciuto e rifiutato, non accolto e blandito....</span>

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  35. "<span>Mi sembra che il cambiamento di paradigma che mette in campo una "simpatia immensa", che alla fine diventa condivisione anche dell'errore", scrive Mic: beh, che posso dirle? le sembra sbagliato e niente nel testo conferma le sue illazioni cara mic. Illazioni decisamente no suppportate quando vi si spiega appunto la malvagità di questo umanesimo che fa diventare ancora più grandi i bisogni umani ( altrove vi è anche scritto: "</span><span> l’uomo superuomo di ieri e di oggi e perciò sempre fragile e falso, egoista e feroce").</span>
    E comunque, lungi dal lavarsi le mani sul piano dottrinale e della verità il Servo di Dio, afferma ancora nella stessa allocuzione: "i<span>l magistero della Chiesa, pur non volendo pronunciarsi con sentenze dogmatiche straordinarie, ha profuso il suo autorevole insegnamento sopra una quantità di questioni, che oggi impegnano la coscienza e l’attività dell’uomo".</span>
    Amici, se per dimostrare le vostre tesi, il solo ricorso che avete è quello di continuamente deformare le parole dei Sommi Pontefici, o di inventare calunnie costantemente, allora vuol dire che codeste tesi non hanno sostanza propria e si capisce il velo di sfiducia nei vostri confronti che si leva nella Chiesa rimasta fedele al Vicario che il Cristo stesso si è scelto ed ai Vescovi in unione con lui. I.P.

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  36. Almeno cara mic, lei ha il merito di essere coerente nel suo non essere in comunione con la Chiesa Docente, cioè con il Papa ed i Vescovi in unione con lui, di cui fa parte il Card Llovera: i suoi interventi usuali sono quindi in sintonia con i suoi atti. Il che rispetto profondamente, anche se fa male vedere qualcuno che si pone volontariamente fuori dall'Unica Chiesa del Cristo, la Santa Chiesa cattolica, apostolica e romana. I.P.

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  37. Attenetevi al principio di realtà caro a San Tommaso... lo devi dire ai geni teologi del Concilio, kantiani e hegeliani convinti...

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  38. in moltissime parrocchie da 45 anni non c'é differenza tra un'associazione laica (magari di sinistra) e le occupazioni parrocchiali...
    non le sembra questo una intergrazione di idée umaniste? magari non 100% laico (lo posso accordare) ma siamo comunque
    MOLTO più lontani da una parrocchia di don Bosco che da Amnesty International! 
    Principalmente perché non si parla più di cose spirituali...

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  39. <span>bell'esempio mi mix chiesa-umanismo con parole del papa (dedica speciale per Simon)   
     
       <embed></embed>  
     
    nel video di promozione di "TU ES CHRISTUS" lo speciale CD per la beatificazione di GPII sono registrate alcune frasi famose del papa, che riporto  
     
    no all'egoismo,  
    no all'ingiustizia,  
    <span>no al piacere senza regole morali,  
    </span>no alla disperazione  
    no alll'odio e alla violenza  
    <span>no ai cammini senza Dio</span><span>  
    </span>no all'irresponsabilità e alla mediocrità  
     
    si al rispetto della dignità  
    della libertà e dei diritti della persona  
    <span>si allo sforzo per elevare l'uomo a Dio  
    </span>si alla giustizia all'amore e alla pace  
    si alla solidarietà e alla speranza  
    si alla possibilità di costruire una società dell'uomo (+ giusta?)  
     
    in 4 minuti 13 affermazioni, solo 3 cattoliche. Le altre sono pienamente condivisibili con l'ONU, Amnesty International, il partito socialista, la massoneria...  
     
    RIVOGLIAMO UN PAPA CHE DICA CHIARAMENTE E CON CORAGGIO:  
    NO AL PECCATO MORTALE PERCHE' E' UN'OFFESA INFINITA CHE SI FA A DIO E CHE MERITA L'INFERNO
     
     
    il CD é condito dall'altra frase sintomatica "tu figlio di Dio che hai redento TUTTI con la tua croce" (chiaro sopo aver scacciato il pro-multis della messa)  
    che lascia ancora planere il dubbio che l'inferno sia ...VUOTO!  </span>

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  40. Oramai la Chiesa progressista, quella che non crede né al diavolo, né all'inferno, né al paradiso ma crede per esempio nell'eutanasia o nell'aborto e in mille altri dogmi politicamente corretti, nella sostanza ha preso largamente il predominio. Non credo assolutamente sia un caso o si tratti solo di prudenza se prelati posso fare tranquillamente affermazioni contro quello che era il credo della Chiesa Cattolica di una volta senza che nulla succeda mentre se un povero reverendo si azzarda a celebrare una Santa Messa  in latino o riaffermare la Fede di sempre scattano reprimende con vigore e velocità degne delle forze speciali. Mi chiedo da comunissimo fedele in quale Chiesa credere visto che chi ha il potere e l'autorità per fare chiarezza permette tutto questo.

    RispondiElimina
  41. Oramai la Chiesa progressista, quella che non crede né al diavolo, né all'inferno, né al paradiso ma crede per esempio nell'eutanasia o nell'aborto e in mille altri dogmi politicamente corretti, nella sostanza ha preso largamente il predominio. Non credo assolutamente sia un caso o si tratti solo di prudenza se prelati posso fare tranquillamente affermazioni contro quello che era il credo della Chiesa Cattolica di una volta senza che nulla succeda mentre se un povero reverendo si azzarda a celebrare una Santa Messa  in latino o riaffermare la Fede di sempre scattano reprimende con vigore e velocità degne delle forze speciali. Mi chiedo da comunissimo fedele in quale Chiesa credere visto che chi ha il potere e l'autorità per fare chiarezza permette tutto questo.

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  42. Oramai la Chiesa progressista, quella che non crede né al diavolo, né all'inferno, né al paradiso ma crede per esempio nell'eutanasia o nell'aborto e in mille altri dogmi politicamente corretti, nella sostanza ha preso largamente il predominio. Non credo assolutamente sia un caso o si tratti solo di prudenza se prelati posso fare tranquillamente affermazioni contro quello che era il credo della Chiesa Cattolica di una volta senza che nulla succeda mentre se un povero reverendo si azzarda a celebrare una Santa Messa  in latino o riaffermare la Fede di sempre scattano reprimende con vigore e velocità degne delle forze speciali. Mi chiedo da comunissimo fedele in quale Chiesa credere visto che chi ha il potere e l'autorità per fare chiarezza permette tutto questo.

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  43. <span>Accuso</span> il Concilio di aver fermato lo slancio missionario della carità; di avergli sostituito un umanitarismo universale che sa nutrire e curare i soli corpi, senza nutrire e curare le anime con la grazia della fede.
    <span>Accuso</span> il Concilio di aver voluto trasformare la Chiesa in un ONU religiosa senza dogmi né gerarchia né regole per lo spirito, e che, sotto pretesto di libertà e dignità umana (toh guarda un po' il caso! proprio le parole del CD di GPII!!!!!!!!), ricondurrà nel mondo, se questo pretesto di libertà fosse possibile, il regno legale dell'inganno e della forza.
    [Mgr Lefebvre  -  J'accuse le Concile]

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  44. non mi sento di partecipare ad una Messa solenne di un cardinale che celebra con i neocat...
     
    L'ISTINTO suggerisce questo.
    La RAGIONE ribatte che se saremo in tanti, altrettanti vedranno e capiranno che non siamo "i soliti quattro gatti nostalgici, patetici pensionati decrepiti e fuori dal tempo": e poichè gli "altrettanti" saranno, forse, figli di buona donna (mi correggo: Molto Reverendi figli di buona donna - che non mi si accusi di mancare di rispetto), ma, certamente, non sono sciocchi ... ebbene, qualcosa di utile ne sortirà.

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  45. Citare encicliche non serve a molto, altrimenti se ne potrebbero citare altre di Giovanni XXIII o Paolo VI sicuramente sgradite ad Agnoli e soci. Non si può scegliere nel magistero ponitificio ciò che "piace" solamente.
    Per il resto, articolo apprezzabile, se non altro perché evita di citare i soliti pseudopensatori o pseudostorici alla Gilberto Oneto (!) o pliniani delle varie osservanze e correnti :-D

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  46. <span>non mi sento di partecipare ad una Messa solenne di un cardinale che celebra con i neocat...  
       
    L'ISTINTO suggerisce questo.  
    La RAGIONE ribatte che se saremo in tanti, altrettanti vedranno e capiranno che non siamo "i soliti quattro gatti nostalgici, patetici pensionati decrepiti e fuori dal tempo": e poichè fra gli "altrettanti" molti saranno, forse, figli di buona donna (mi correggo: Molto Reverendi figli di buona donna - che non mi si accusi di mancare di rispetto), ma, certamente, non sono sciocchi ... ebbene, qualcosa di utile ne sortirà.</span>

    RispondiElimina
  47. Simon,
    non può confutare i pensieri che ho espresso  limitandosi a dire che niente nel testo conferma le mie supposte illazioni e poi continuando a parlare per suo conto prendendo un'altra direzione rispetto alle mie affermazioni.
    Ma non mi stupisce affatto. Mi pare il suo comportamento di sempre tolta qualche rara eccezione 

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  48. <span><span><span>La scoperta dei</span></span><span><span> </span></span><span><span>bisogni umani</span></span><span><span> </span></span><span><span>(e</span></span><span><span><span> </span></span></span><span><span><span>tanto maggiori</span></span></span><span><span> </span></span><span><span>sono,</span></span><span><span> </span></span><span><span><span>quanto più grande </span></span></span><span><span>si fa il figlio della terra) ha assorbito l’attenzione del nostro Sinodo...</span></span></span>

    da queste parole che lei stesso ha citato, è l'umanesimo laico profano che li ha scoperti, o il Sinodo, inondato dalla simpatia di cui ho parlato prima...?

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  49. <span>pliniani delle varie osservanze e correnti </span>

    e chi sarebbero costoro?

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  50. il grande male del concilioV2 è proprio un vizio d'origine:
    il voler dialogare col mondo anzichè convertirlo, e riportarlo sempre a Cristo, commisurando tutti i bisogni e tutta la storia a Lui.  La Chiesa, che era Militante (contro il peccato e lo spirito del mondo, soggiogato da satana) ha deciso di diventare dialogante, ed ecumenica con tutto e tutti a 360°: deve dialogare con verità e menzogne, ortodossi ed eretici, senza segnalare errori, in nome dell'"accoglienza inclusiva" del diverso (-> cerchiamo ciò che ci unisce....)
    <span>Col tempo, a furia di dialogare ha sempre più dimenticato il divino mandato di annunciare il Vangelo a tutti gli uomini; si è messa a dialogare anche con le eresie (specialmente quella kikiana); esiziale direzione, perchè dialogare con la menzogna sfocia, prima o poi in quella nota metamorfosi:</span>
    <span>"chi va con lo zoppo impara a zoppicare". </span>
    <span>Torniamo sempre a ripetere (sempre più clamantes in deserto) che Cristo non ha detto: "Andate e dialogate con tutti, cercando un utopistico punto medio tra opposte vedute", poichè non esiste il punto di mezzo tra errore e Verità, tra Luce e tenebre; Egli non è venuto a dialogare, ma a testimoniare l'amore del Padre che ha donato il suo Figlio Unigenito per la salvezza del mondo, col Sacrificio di espiazione dei peccati e Redenzione dell'umanità dalla dannazione infernale. Egli ha detto ai suoi, prima dell'Ascensione:</span>
    <span>"Andate, predicate, battezzate ....ammaestrate tutti i popoli insegnando ad OSSERVARE ciò che vi ho comandato".</span>
    <span>Non ha esortato a cercare compromessi tra il Vangelo e le idee del mondo, per  mendicare simpatia o compiacenza da esso. Infatti egli non dialoga con la menzogna, ma dice: "Chi non è con Me, è contro di Me", "Chi non raccoglie con Me, disperde".</span>
    <span>Chi accoglie Cristo scrive con  Lui la storia della salvezza sua e della parte di mondo che gli è affidata; ma chi non Lo accoglie  certamente rifiuta il Progetto di salvezza del Padre , che passa necessariamente attraverso Cristo, che dice chiaramente:</span>
    <span> "Nessuno viene al Padre se non  per Me" ; e purtroppo il meeting Assisi -comunque si svolga, se NON è evangelizzazione dei pagani e vario-credenti - è l'eclatante negazione (con un disinvolto bypassare, come se non fosse mai stato pronunciato) di questo avvertimento di Nostro Signore. Infatti si dice che tutti si rivolgono allo stesso Dio, che siano o non siano cristiani. ognuno a modo suo ha il diritto di pregare, senza dover essere corretto o avvisato che non sta camminando nella Luce, ma nelle tenebre. e deve essere rispettato in questo suo cammino....di pellegrino della Verità :(</span>
    (per carità, nessuno cerchi di indicargli la Via : sarebbe mancanza di rispetto !)

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  51. <span>il grande male del concilioV2 è proprio un vizio d'origine:  
    il voler dialogare col mondo anzichè convertirlo, e riportarlo sempre a Cristo, commisurando tutti i bisogni e tutta la storia a Lui.  La Chiesa, che era Militante (contro il peccato e lo spirito del mondo, soggiogato da satana) ha deciso di diventare dialogante, ed ecumenica con tutto e tutti a 360°: deve dialogare con verità e menzogne, ortodossi ed eretici, senza segnalare errori, in nome dell<span>'"accoglienza inclusiva" del diverso</span> (-> cerchiamo ciò che ci unisce....)  
    <span>Col tempo, a furia di dialogare ha sempre più dimenticato il divino mandato di annunciare il Vangelo a tutti gli uomini; si è messa a dialogare anche con le eresie (specialmente quella kikiana); esiziale direzione, perchè dialogare con la menzogna sfocia, prima o poi in quella nota metamorfosi:</span>  
    <span>"chi va con lo zoppo impara a zoppicare". </span> 
    <span>Torniamo sempre a ripetere (sempre più clamantes in deserto) che Cristo non ha detto: "Andate e dialogate con tutti, cercando un utopistico punto medio tra opposte vedute", poichè non esiste il punto di mezzo tra errore e Verità, tra Luce e tenebre; Egli non è venuto a dialogare, ma a testimoniare l'amore del Padre che ha donato il suo Figlio Unigenito per la salvezza del mondo, col Sacrificio di espiazione dei peccati e Redenzione dell'umanità dalla dannazione infernale. Egli ha detto ai suoi, prima dell'Ascensione:</span>  
    <span>"Andate, predicate, battezzate ....ammaestrate tutti i popoliinsegnando ad OSSERVARE ciò che vi ho comandato".</span>  
    <span>Non ha esortato a cercare compromessi tra il Vangelo e le idee del mondo, per  mendicare simpatia o compiacenza da esso. Infatti egli non dialoga con la menzogna, ma dice: "Chi non è con Me, è contro di Me", "Chi non raccoglie con Me, disperde".</span>  
    <span>Chi accoglie Cristo scrive con  Lui la storia della salvezza sua e della parte di mondo che gli è affidata; ma chi non Lo accoglie  certamente rifiuta il Progetto di salvezza del Padre , che passa necessariamente attraverso Cristo, che dice chiaramente:</span>  
    <span>"Nessuno viene al Padre se non  per Me" ; e purtroppo il meeting di Assisi -comunque si svolga, se NON è evangelizzazione dei pagani e vario-credenti - è l'eclatante negazione (con un disinvolto bypassare, come se non fosse mai stato pronunciato) di questo avvertimento di Nostro Signore. Infatti si dice che tutti si rivolgono allo stesso Dio, che siano o non siano cristiani: ognuno a modo suo ha il diritto di pregare, senza dover essere corretto o avvisato che non sta camminando nella Luce, ma nelle tenebre, e deve essere rispettato in questo suo cammino....di "pellegrino della Verità"....  :( </span>  
    (per carità, nessuno cerchi di indicargli la Via : sarebbe mancanza di rispetto !)</span>

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  52. Caro Para-liturgo,
    vedo che risulta anche a lei che i molto reverendi... sono sensibili ai 'numeri' più che alla sostanza.
    Al di là comunque della sua giusta istanza di visibilità e di riconoscimento, il mio è un problema personale di ordine spirituale e riguarda la "communicatio in sacris". Sono eccessiva? Forse... ci dovrò riflettere

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  53. non è un MIO problema, caro Simon, credo che sia uno dei più grandi "nodi" irrisolti di questo nostro tempo...

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  54. <p><span>Stasera ho sentito al tg2 uno dei primi  annunci del prossimo meeting, chiamato con parole altisonanti: "Giornata mondiale di tutte le religioni".</span>
    </p><p><span>Che senso ha tale slogan-adunata per il cattolico, a quale comportamento lo SPINGE, lo persuade, senza violenza palese, ma in modo soft e "naturale" ?     .....è evidente: solo alla rinuncia alla propria identità di fronte al mondo, a distinguersi come<span> </span>testimone dell' unica Vera religione, perchè Divina.  </span>
    </p><p><span>    In nome di che cosa ? della PARITA' DI DIRITTI, DELL'UGUAGLIANZA, DELLA FRATERNITA' che NON ammette differenze e barriere culturali, nè religiose (cercare ciò che unisce, tralasciare ciò che divide....ovvero: se tu dichiari la tua Fede in Cristo Unico Signore, ti mostri SUPERBO, ti vuoi sentire superiore agli altri....non sia mai!);</span>
    </p><p><span>in  nome dunque di una menzognera par condicio tra Verità ed errori,  del solito RISPETTO  PER I DIVERSI, si conducono gli spettatori planetari, come masse docili e acritiche di fronte al mega happening  (che fa tanto pensare alla canzone    "WE ARE THE CHILDREN.....WE ARE THE WORLD...." così coinvolgente, entusiasmante, convincente/av-vincente sui cuori sentimentali  (= un grande girotondo intorno al mondo, UNITED COLOURS OF RELIGION ecc. ecc.): null'altro che   <span> </span>trionfo del relativismo,<span> </span>secondo la tolleranza illuminista, quella che però fece dire a Voltaire: "Schiacciate l'infame!", ovvero Cristo e la sua Chiesa.</span>
    </p>

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  55. al diavolo il concilio vat ii!!!!!!!!!!!!

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  56. <span>non è un MIO problema, credo che sia uno dei più grandi "nodi" irrisolti di questo nostro tempo...</span>
    <span> fuori da cosa, Simon? E' lei a stabilirlo? ah già: ubi Pterus... </span>
    <span>ma io non mi sento in dis-comunione con Pietro, sono a disagio spirituale per ciò che accade e ciò che non accade alla nostra Chiesa visibile...</span>

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  57. <span>

    <span>Stasera ho sentito al tg2 uno dei primi  annunci del prossimo meeting, chiamato con parole altisonanti: "Giornata mondiale di tutte le religioni".</span>
    <span>Che senso ha tale slogan-adunata per il cattolico, a quale comportamento lo SPINGE, lo persuade, senza violenza palese, ma in modo soft e "naturale" ?     .....è evidente: solo alla rinuncia alla propria identità di fronte al mondo, a distinguersi come<span> </span>testimone dell' unica Vera religione, perchè Divina, rivelata da Cristo, Verità eterna, Verbo di Dio.  </span>
    <span>    In nome di che cosa ? della PARITA' DI DIRITTI, DELL'UGUAGLIANZA, DELLA FRATERNITA' che NON ammette differenze e barriere culturali, nè religiose (cercare ciò che unisce, tralasciare ciò che divide....ovvero: se tu dichiari la tua Fede in Cristo Unico Signore, ti mostri SUPERBO, ti vuoi sentire superiore agli altri....non sia mai!);</span>
    <span>in  nome dunque di una menzognera par condicio tra Verità ed errori,  del solito RISPETTO  PER I DIVERSI, si conducono gli spettatori planetari, come masse docili e acritiche di fronte al mega-happening  (che fa tanto pensare alla canzone    "WE ARE THE CHILDREN.....WE ARE THE WORLD...." , così coinvolgente, entusiasmante, convincente/av-vincente sui cuori sentimentali  (= un grande girotondo intorno al mondo, UNITED COLOURS OF RELIGIONS ecc. ecc.): null'altro che   trionfo del relativismo,<span> (per ora....) </span>secondo la tolleranza illuminista, quella che però fece dire a Voltaire: "Schiacciate l'infame!", ovvero Cristo e la sua Chiesa.</span>  
    </span>

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  58. <span><span>Stasera ho sentito al tg2 uno dei primi  annunci del prossimo meeting, chiamato con parole altisonanti: "Giornata mondiale di tutte le religioni".</span>  
    <span>Che senso ha tale slogan-adunata per il cattolico, a quale comportamento lo SPINGE, lo persuade, senza violenza palese, ma in modo soft e "naturale" ?     .....è evidente: solo alla rinuncia a dichiarare la propria identità NEL mondo e di fronte al mondo, a distinguersi come<span> </span>testimone dell' unica Vera religione, perchè Divina, rivelata da Cristo, Verità eterna, Verbo di Dio.  </span>  
    <span>    In nome di che cosa ? della PARITA' DI DIRITTI, DELL'UGUAGLIANZA, DELLA FRATERNITA' che NON ammette differenze e barriere culturali, nè religiose (cercare ciò che unisce, tralasciare ciò che divide....ovvero: se tu dichiari la tua Fede in Cristo Unico Signore, ti mostri SUPERBO, ti vuoi sentire superiore agli altri....non sia mai!);</span>  
    <span>in  nome dunque di una menzognera par condicio tra Verità ed errori,  del solito RISPETTO  PER I DIVERSI, si conducono gli spettatori planetari, come masse docili e acritiche di fronte al mega-happening  (che fa tanto pensare alla canzone    "WE ARE THE CHILDREN.....WE ARE THE WORLD...." , così coinvolgente, entusiasmante, convincente/av-vincente sui cuori sentimentali  (= un grande girotondo intorno al mondo, UNITED COLOURS OF RELIGIONS ecc. ecc.): null'altro che   trionfo del relativismo,<span> (per ora....) </span>secondo la tolleranza illuminista, quella che però fece dire a Voltaire: "Schiacciate l'infame!", ovvero Cristo e la sua Chiesa.</span>    </span>

    RispondiElimina
  59. <span>Simon,  
    non può confutare i pensieri che ho espresso  limitandosi a dire che niente nel testo conferma le mie supposte illazioni senza dimostrarlo e poi continuando a parlare per suo conto prendendo un'altra direzione rispetto alle mie affermazioni.  
    Ma non mi stupisce affatto. Mi pare il suo comportamento di sempre tolta qualche rara eccezione </span>

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  60. <span>aro Para-liturgo,  
    vedo che risulta anche a lei che i molto reverendi... sono sensibili ai 'numeri' più che alla sostanza.  
    Al di là comunque della sua giusta istanza di visibilità e di riconoscimento, che condivido, il mio è un problema personale di ordine spirituale e riguarda la "communicatio in sacris". Sono eccessiva? Forse... ci dovrò riflettere</span>

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  61. C<span>aro Para-liturgo,    </span>
    <span>vedo che risulta anche a lei che i molto reverendi... sono sensibili ai 'numeri' più che alla sostanza.    
    Al di là comunque della sua giusta istanza di visibilità e di riconoscimento, che condivido, il mio è un problema personale di ordine spirituale e riguarda la "communicatio in sacris". Sono eccessiva? Forse... ci dovrò riflettere</span>

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  62. ONU DELLE RELIGIONIl: è proprio questo che si manifesterà ad Assisi3, evento di cui non credo affatto che sia una "mutazione genetica" rispetto ad Assisi1, ma semmai un suuo peggioramento, proprio perchè reso più "digeribile" e accettabile dai più diffidenti, più subdolo grazie a qualche travestimento mellifluo (di falsa fratellanza cristiana, forse...) che non inciderà sulla sostanza gravissima dell'atto, da parte della Chiesa, di rinuncia alla testimonianza di appartenere a Cristo Signore.

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  63. <span>ONU DELLE RELIGIONIl: è proprio questo che si manifesterà ad Assisi3, evento di cui non credo affatto che sia una "mutazione genetica" rispetto ad Assisi1, ma semmai un suuo peggioramento, proprio perchè reso più "digeribile" e accettabile dai più diffidenti, più subdolo grazie a qualche travestimento mellifluo (di falsa fratellanza cristiana-pseudofrancescana, forse...) che non inciderà sulla sostanza gravissima dell'atto, da parte della Chiesa, di rinuncia alla testimonianza di appartenere a Cristo Signore.</span>

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  64. <span>Simon,    
    non può confutare i pensieri che ho espresso  limitandosi a dire che niente nel testo conferma le mie supposte illazioni, senza dimostrarlo, per poi continuare a parlare per suo conto prendendo un'altra direzione rispetto alle mie affermazioni.    
    Non è un dialogo, è confusione delle lingue... Ma non mi stupisce affatto. Mi pare il suo comportamento di sempre tolta qualche rara eccezione </span>

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  65. infatti in nome di quella "dignità umana", ad es. si vorrà un giorno legalizzare l'eutanasia, per assicurare  (imporre) il "diritto ad una morte dignitosa", <span>come spesso abbiamo sentito, ai tempi della povera Eluana !</span>

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  66. <span><span>non è un MIO problema, credo che sia uno dei più grandi "nodi" irrisolti di questo nostro tempo...</span>  
    <span>fuori da cosa, Simon? E' lei a stabilirlo? ah già: ubi Petrus... </span> 
    <span>ma io non mi sento -e non sono- in discomunione con Pietro, sono a disagio spirituale per ciò che accade e ciò che non accade alla nostra Chiesa visibile...</span></span>

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  67. Ovviamente mic, rispondevo alla domanda "chi ha mai denunciato..."

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  68. No, cara mic: è a lei dimostrare che quel testo supporta la sua interpretazione, in quanto io non ho trovato che frasi ed affermazioni che non corroborano il suo punto di vista, come dimostrato in un paio di esempi.
    In altre parole questo non era il buon testo da citare per supportare le sue illazioni anti-papiste e anti-Magistero.
    A mio umile parere. I.P.

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  69. Simon, non spetta ad Agnoli, nè ad altri fedeli dimostrare che le "estrapolazioni progressiste e sincretiste inautorizzate" sono false (interpreto bene il suo "capire, mostrare e dimostrare quanto diverso sia l'intento del Santo Pontefice"?) Spetta la Chiesa Docente (per usare una sua espressione) farlo. Finora non l'ha fatto e lo stesso annuncio di un Assisi 3 non sembra promettere bene. Comunque, per rispetto a un doveroso principio di prudenza, stiamo in vigilante (e da parte mia scettica) attesa. Vedremo cosa succederà. In sostanza e in generale: è la Chiesa Docente che deve dimostrare la presunta continuità delle tesi conciliari con la Dottrina immutabile, non i fedeli che devono supporla sulla base di un atto fideistico e irrazionale. La nostra è "Fides et Ratio". E' ciò finora non è avvenuto nè sulla libertà religiosa, nè sul famoso "subsistit" (nonostante gli sforzi e le forzature teologiche di ben noti documenti), nè sulla giudeologia, nè sulla liturgia, nè su altri temi sui quali la discontinuità è evidente. In sostanza: o la Chiesa diconosce alcuni "principi" conciliari in evidente contrapposizione con la Dottrina di sempre, oppure (missione per me impossibile) ne dimostri la continuità. Tertium non datur. Se non fa nè l'uno, nè l'altro, che ne renda conto ai fedeli e, soprattutto, a Dio.

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  70. Silente, ai fedeli cattolici romani si chiede una sola cosa: il doveroso assenso dell'intelligenza e della volontà al Magistero, ( cann. 750-752). Questo assenso non significa non porsi domande se ne hanno le competenze, ma di sempre posizionarsi in una critica positiva, cioè costruttiva. In altre parole un'atteggiamento come mons Schneider è paradigmatico in questo senso: vede dei problemi e porta delle risposte in linea colla dottrina dell'ermeutica della continuità. Questo è un atteggiamento veramente cattolico: non il fermarsi ottusamente ai problemi senza voler capire e mandare avanti le risposte che la Chiesa Docente, che non puô mai errare in materia di fede e di costumi ( cf Catechismo S.PioX) propone.
    Tutte le risposte alle domande che lei pone sono già state portate nei varî documenti ed atti di magistero da cinquant'anni in qua, ma quando la gente come lei non vuole vedere e capire, perchè hanno una concezione del cattolicesimo come di un supermarket dove si accetta solo quel gli piace del Magistero Autentico, è ovvio che non si un atteggiamento genuinamente cattolico, ma protestantoide.
    L'articolo di Agnoli è buono: sarebbe stato ottimo se si fosse anche dato la pena di analizzare le proposte del Magistero e le sue prese di posizioni, non solo, ma anche di spiegarne i contenuti a chi sembra incapace di tale approccio oggettivo. I.P.

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  71. <span>NO AL PECCATO MORTALE PERCHE' E' UN'OFFESA INFINITA CHE SI FA A DIO E CHE MERITA L'INFERNO    
       E che è costato sofferenza a Gesù!</span>

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  72. Rpeto ciò che ho scritto qualche giorno 

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  73. Cosa c'entra Gilberto Oneto, apprezzato storico del cosiddetto risorgimento? Cosa c'entra Plinio Correa de Oliveira? Ha mai letto qualcosa di loro?

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  74. <span>Cosa c'entra Gilberto Oneto, apprezzato storico del cosiddetto risorgimento? Cosa c'entra Plinio Correa de Oliveira, uno dei massimi pensatori cattolici del novecento? Ha qualcosa contro di loro? E, soprattutto, li ha mai letti?</span>

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  75. <span><span>Non devi rispondere sensatamente alle domande degli ortodossi o dei lefebvriani. </span>  <span>Se proprio convinto che, il giorno in cui comparirai davanti a Nostro Signore, tale tua affermazione (ed il fatto che io sia convinto che non lo metti in pratica ed è solo un distinguo di lana caprina, citato per il gusto della polemica, non modifica i termini del problema) sarà fonte di bella figura?   
    Io, se credessi al Vaticano II (come dici di crederci tu), mi farei qualche esame di coscienza. Mi auguro, per te, che, almeno in foro interno, almeno implicitamente e de facto, tu ne faccia tesoro. Ovviamente non pretendo che tu lo ammetta in pubblico. Anzi, più insisterai per il no, più io penserò che "La lingua (nella fattispecie la tastiera) batte dove il dente duole".</span><span>Poi ci vediamo a Giosafat.</span>    <span><span>Chissà chi, quel giorno ne avrà di sorprerse.    
    Quanto sei disposto a scommettere che le tue di sorprerse di quel giorno, saranno ben più grandi delle mie?</span></span><span><span></span></span><span>Solo indignarti e dire che la risposta la sa il Papa e questo basta</span>  <span>SMACK....  
    TANTISSIMI BACIONI!  
    Peccato, per te, che ci sia stato il Vaticano II.  
    Trovami un solo atto concreto (non un documento che nessuno legge e meno ancora capisce) del Post-Vat II, in cui il Papa abbia fatto il Papa (e/o incoraggiato ad avere un tale comportamento /atteggiamento, che manda a monte ogni pretesa di dialogo). Ovviamente fanno eccezione (e non valgono) quelli contro i tradizionalisti.</span></span>

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