Disprezzo per le "pie devozioni"; Concilio Vaticano come nuova Pentecoste (e naturalmente più importante per il nostro tempo di Nicea o Calcedonia); tradizionalismo come "nostalgia del passato" e "ritualità priva di anima", che ostacola "l'impegno per la giustizia e per la pace; "preghiera liturgica partecipata attivamente da tutte le componenti del popolo di Dio" che "ha precedenza sulle devozioni"; popolo di Dio da educare 'a celebrare'; orrore per il fatto che talvolta si effettuino confessioni durante la celebrazione eucaristica; "Chiesa diventata più sensibile al dialogo per la ricomposizione di tutti i credenti in Cristo, in ascolto di ogni esperienza religiosa che cerca Dio nei modi più disparati, attenta ai diritti dell'uomo, alla libertà religiosa". Eccetera.
L'articolo che segue è un condensato dei più triti, dei più vieti luoghi comuni, che perfino un progressista con un minimo di amor proprio si vergognerebbe di propinare così acriticamente. La prosa che leggerete sembra presa da un manualetto delle Paoline edito negli anni Settanta. E invece, è il vicedirettore dell'Osservatore romano, in questo 2011 cominciato sotto cattivi auspici, che ci propina così tante scempiaggini, con ogni probabilità commissionate dagli "editori" in Segreteria di Stato.
Enrico
di CARLO DI CICCO
[..] Il culto dei cristiani ha un senso anche oggi, non è archeologia ma ha cose importanti da dire nel nostro tempo. È evidente, pertanto, che un liturgista non possa vivere di sola nostalgia del passato chiudendosi al presente. Dalla rivisitazione avvenuta nel convegno di forme liturgiche e dei loro sviluppi tra l'età di Gregorio Magno (590-604) e il più tormentato tempo del pontificato di Leone III (795-816), si evince che la prassi di salvare e custodire nel culto il nucleo della fede aggiornando le forme espressive appare già allora confermata. Si erano sviluppati riti e istituzioni variate rispetto al tempo apostolico. E non si impedivano nuove forme liturgiche vagliate dalla pastorale della Chiesa.
[..] Il culto dei cristiani ha un senso anche oggi, non è archeologia ma ha cose importanti da dire nel nostro tempo. È evidente, pertanto, che un liturgista non possa vivere di sola nostalgia del passato chiudendosi al presente. Dalla rivisitazione avvenuta nel convegno di forme liturgiche e dei loro sviluppi tra l'età di Gregorio Magno (590-604) e il più tormentato tempo del pontificato di Leone III (795-816), si evince che la prassi di salvare e custodire nel culto il nucleo della fede aggiornando le forme espressive appare già allora confermata. Si erano sviluppati riti e istituzioni variate rispetto al tempo apostolico. E non si impedivano nuove forme liturgiche vagliate dalla pastorale della Chiesa.
Allo stesso tempo emerge che la celebrazione, ossia la preghiera della Chiesa (lex orandi) ispira e modella la purezza della fede (lex credendi); che dal retto modo di pregare deriva un retto modo di credere e quindi di fare ed essere Chiesa (lex agendi). Quando si fatica a fare Chiesa occorre pertanto esaminare anzitutto la preghiera della Chiesa, occorre confrontarsi con la liturgia: Chiesa e liturgia sono indissociabili; se l'una è in sofferenza anche l'altra lo è.
Neppure nella ricerca storica dell'evoluzione liturgica nell'alto medioevo poteva così mancare il quadro ecclesiologico, la riflessione su quale coscienza la Chiesa ha di sé nel fluire del tempo. Nel concilio Vaticano II che ha posto alla base dei suoi documenti la costituzione sulla liturgia, Paolo VI enfatizzava il carattere ecclesiologico della storica assise invitando la Chiesa a chiedersi quale coscienza avesse di se stessa in rapporto a Cristo suo fondatore.
Il giovane teologo Joseph Ratzinger spiegava il concilio appena concluso riassumendolo in sei questioni principali. Al primo punto degli obiettivi conciliari poneva la liturgia. E argomentava: "Appare forse anche la questione meno importante a chi sta fuori ed è un po' tentato di vedervi una specie di estetismo, un gioco di specialisti e di storici che vogliono creare un campo conveniente alle loro scoperte. Ma la liturgia è questione di vita o di morte per la Chiesa che, se non riesce a portarvi i fedeli e in modo che siano essi stessi a compierla, ha fallito il suo compito ed ha perso il suo diritto ad esistere. Ora proprio in questo punto, c'era nella vita della Chiesa una crisi profonda, le cui radici risalgono molto lontane. Nel tardo medioevo era andata sempre più scomparendo la conoscenza della vera essenza della liturgia cristiana. Le esteriorità passarono in primo piano e avvolsero tutto l'insieme. L'antica sostanza cristiana, rimasta integra nei testi, era talmente ricoperta da pii accessori da non giungere più a portare frutto" (cfr. Problemi e risultati del concilio Vaticano II, Brescia, Queriniana, 1966, pp. 23-24).
È a questo punto, nel nesso stretto tra liturgia ed ecclesiologia, che possiamo guardare al periodo storico preso in esame comparandolo con l'età che stiamo vivendo noi oggi. La nostra Chiesa è segnata dal concilio Vaticano II, come quella del VI- IX secolo era segnata dai grandi concili ecumenici di Nicea, Costantinopoli, Efeso, Calcedonia e ancora dal secondo e terzo di Costantinopoli e dal secondo di Nicea (787). Nel tempo odierno siamo chiamati a confrontarci con il concilio Vaticano II per comprenderlo nella sua pienezza di nuova Pentecoste e realizzarlo gradualmente e possibilmente nella sua totalità.
Alla luce di queste annotazioni vorrei evocare alcuni spunti che mi sembrano attuali. Al tempo del concilio Vaticano II e subito dopo la sua conclusione si è registrata una grande animazione liturgica, un entusiasmo almeno pari alla grande paura generata da eccessi di avanguardie minoritarie e alimentata a dismisura da minoritarie retroguardie.
In un clima di paura e di scontento era importante e molto innovativo applicare la riforma chiesta dal concilio e realizzata da Paolo VI. Purtroppo scambiata con gli eccessi, mai entrati, del resto, nel Messale romano. La confusione artificiosa e strumentale tra eccessi e riforma ha prodotto una critica ingenerosa alla riforma stessa. Essa invece ha introdotto un mutamento culturale profondo rendendo comprensibile la celebrazione dei santi misteri: la preghiera liturgica partecipata attivamente da tutte le componenti del popolo di Dio ha precedenza sulle devozioni; e se le pratiche devote private, per quanto lodevoli non sono indispensabili, della preghiera liturgica non si può fare a meno, senza che venga meno la stessa Chiesa. Ma non di rado per la pastorale feriale, quella al di fuori dai riflettori, sottoposta alla tentazione della stanchezza di un quotidiano ripetitivo, è stato talvolta più sbrigativo incentivare particolari devozioni, piuttosto che educare con pazienza e amore il popolo di Dio a celebrare. La celebrazione liturgica, specialmente eucaristica, risveglia infatti una condivisione esigente di responsabilità per la missione, la testimonianza, la fraternità.
La vis polemica intorno alla liturgia nel dopoconcilio è stata a dir poco accesa e ciò ha nuociuto a una serena valutazione dei benefici della riforma. I liturgisti, di frequente impegnati nella necessaria azione apologetica della riforma, sono riusciti a curare con minore continuità iniziative di ampio respiro per la formazione liturgica permanente dei vescovi, dei preti e dei laici. Una formazione riuscita avrebbe facilitato una prassi liturgica rinnovata e condivisa.
Esiste una certa fatica a preparare omelie di qualità nelle celebrazioni e assicurare una partecipazione attiva e informata nella messa e nei sacramenti. Si ascolta ancora un certo linguaggio che parla di "assistere" alla messa, una certa propensione a considerare la messa una devozione, e come tale non di rado considerata quasi privatisticamente.
Capita durante le messe domenicali di vedere comportamenti e partecipazione difformi tra i fedeli di una stessa parrocchia. Non di rado i parroci e i loro aiutanti incoraggiano la confessione dei fedeli durante la celebrazione eucaristica.
Sarebbe importante una stagione nuova di entusiasmo e di sforzi da parte dei liturgisti convinti della bontà della riforma conciliare per comunicare meglio natura e senso della riforma stessa e allargare una cosciente e attiva partecipazione all'eucaristia e agli altri sacramenti. Spiegare la flessibilità già contenuta nel Messale romano approvato e l'importanza di una completa ricezione dell'ecclesiologia del Vaticano II e della Dei Verbum per sintonizzarsi seriamente con la liturgia della Chiesa. Nell'età della comunicazione multimediale e digitale l'afasia liturgica è un controsenso e una zavorra per la credibilità dell'annuncio cristiano.
Proprio la varietà e la durezza del contesto politico e sociale del primo medioevo - sarebbe interessante riflettere anche sulla contemporaneità della nascita dell'islam - insegnano che l'evoluzione della liturgia avviene stando dentro la storia perché la liturgia è il momento di raccordo tra tempo ed eternità, progetto umano e grazia divina. Non dovremmo far risiedere lo splendore della liturgia tanto nell'uso di vesti liturgiche preziose, quanto nella crescita di consapevolezza cristiana di fronte alla preghiera liturgica, intesa quale espressione viva di una Chiesa diventata più sensibile al dialogo per la ricomposizione di tutti i credenti in Cristo, in ascolto di ogni esperienza religiosa che cerca Dio nei modi più disparati, attenta ai diritti dell'uomo, alla libertà religiosa. E questa consapevolezza diventata patrimonio corale e normale dei fedeli aiuterà a superare la ritualità a volte priva di anima delle celebrazioni e darà la giusta motivazione nell'impegno per la giustizia e la pace.
La Chiesa ha bisogno ancora di tanti che si dedichino con passione alla liturgia e che sappiano mettere al centro della storia e del significato della vita la ricerca di Dio, come don Luigi Della Torre (1930-1996), un grande liturgista e pastore della diocesi del Papa. È stato uno di quei preti felici della propria vocazione e perciò liberi di spirito che meglio hanno tradotto in Italia la riforma liturgica conciliare in una nuova vita ecclesiale. Egli può suggerire un metodo e un percorso pastorale concreto. Era convinto che la liturgia proposta nella Sacrosanctum concilium fosse il catechismo per eccellenza di una buona vita cristiana perché la preghiera della Chiesa adegua la mente e il cuore dei fedeli alla Parola di Dio e spinge chi nel nostro tempo vi partecipa con sincerità, all'imitazione di Cristo.
Fonte: Osservatore Romano 6.3.11
NOMINATE DI CICCO VICEDIRETTORE DI GOLIAS: LA PROSA E' LA STESSA
Personalmente lo approvo, e se è il vicedirettore dell'Osservatore Romano a scriverlo, mi fa ben sperare ...
RispondiEliminaNel tardo medioevo era andata sempre più scomparendo la conoscenza della vera essenza della liturgia cristiana. Le esteriorità passarono in primo piano e avvolsero tutto l'insieme.
RispondiEliminaPersonalmente non posso che approvare. E se è il vicedirettore dell'Osservatore Romano a scrivere questo articolo, mi fa ben sperare che non si torni a santini e latinorum a discapito di una vera consapevolezza cristiana che va oltre a gesti e mere esteriorità.
non aggiunga disprezzo a disprezzo caro "ospite", i SANTINI E IL LATINORUM sono una preziosità ancora oggi TRADIZIONALMENTE importante, soprattutto in campo catechetico e per i BAMBINI.... san Padre Pio osava regalare SANTINI specialmente dopo la confessione QUALE PENITENZA da recitarsi e venerarsi, se il santino conteneva appunto una preghiera...
RispondiEliminain alcune foto dove si vede Giovanni Paolo II con il breviario, si vede anche un santino di forgia antica....
il discapito spesse volte sono risposte come le sue.... anche ben peggiori dell'articolo da esaminare...
Lei non esamina l'articolo, continua piuttosto nell'errore di sovrapporre continuamente i vari aspetti DEI CAMBIAMENTI che non possono accusare sempre il passato giudicandolo negativamente...
<span>
RispondiElimina<p><span><span><span>Per caso il suggeritore dell’Articolo (Pontificio) è il futuro Arcivescovo di Milano e amico del Papa: mons. Bruno Forte? Oppure il NeoCatecumenale e uomo di fiducia del Papa mons. Filoni? </span></span></span>
</p></span>
Questa è la constatazione dello stato di ammutinamento e di distruzione in cui siamo...
RispondiEliminameno male che oggi la chiesa e' libera da gesti di mera esteriorita' va tutto bene grazie, tutti possono vedere i meravigliosi frutti della attuale situazione, meglio di cosi' non si puo', le parole non bastano a descrivere le meraviglie di cui parla l'osservatore romano che ancora una volta dimostra di essere la voce del papa......................
RispondiEliminaCerto che c'è da ben sperare, perchè la brava gente del popolo neanche lo legge l'osservatore romano, e nella stragrande maggioranza dei casi ancora è affezionata e legata ai santini, ai rosari, alle icone e alle immagini dei Santi, della Vergine e di Nostro Signore. Ad eccezione di una manciata di cattolici adulti come lei, come quelli dell'O.R., Enzo Bianchi, Martini, Ravasi e Bruno Forte, la gente vuole ancora, sente un profondo bisogno di gesti, parole e immagini attraverso cui esprimere la propria Fede: fa parte della natura umana, non siamo astratte figure geometriche ma cuore, sangue e anima. Avete costruito la vostra casa sulla sabbia, ed essa sta lentamente ma inesorabilmente sprofondando.
RispondiEliminanon posso non estrarre il termine “afasia”, che mi ha colpito come uno schiaffo (nella trascrizione sopra l’ho contrassegnato in grassetto). Se si è costretti a constatare un’“afasia liturgica”, si ha la prova evidente che in quella liturgia manca una Presenza, quella della Parola Viva, che parla e crea contemporaneamente, cioè nostro Signore in Corpo Sangue Anima e Divinità
RispondiEliminane ho parlato qui proprio oggi
Per sdrammatizzare...a Verona si risponderebbe a tale articolo con un'essenziale: OTO NARE?!
RispondiElimina...e poi non ho ragione, quando mi rifiuto di leggere Avvenire e l'Osservatore Romano?
RispondiEliminaSarei proprio curioso di sapere quali siano i benefici della Riforma Liturgica del 1970 o i buoni frutti del Concilio Vaticano II, della Primavera (o Inverno?) Conciliare...e sarei anche curioso di sapere se l'autore di questo pezzo abbia mai letto la Sacrosanctum Concilium, dove si parla abbondantemente di latino e di gregoriano...
Sarebbe importante una stagione nuova di entusiasmo e di sforzi da parte dei liturgisti convinti della bontà della riforma conciliare per comunicare meglio natura e senso della riforma stessa
RispondiEliminaNatura e senso che sarebbero, di grazia...?
Chissà come mai, l'estensore unico di questo genere di articoli (copiaincolla che rimbalza da decenni dai bollettini parrochiali all'Avvenire all'OR) dimentica sempre di citare la Sacrosantum Concilium. Un caso? O forse la costituzione sulla Liturgia afferma esattamente il contrario di quello che questi signori intendono con "natura e senso" della riforma liturgica?
Le chiese vuote e la sufficienza con cui viene considerata l'attuale liturgia dagli stessi cattolici (anzi, dagli stessi preti innovatori e creativi) sono la migliore risposta ai deliramenta di questo articolo.
RispondiElimina<span>...Nell'età della comunicazione multimediale e digitale l'afasia liturgica è un controsenso e una zavorra per la credibilità dell'annuncio cristiano...</span>
RispondiElimina<span>non posso non estrarre il termine “afasia”, che mi ha colpito come uno schiaffo . Se si è costretti a constatare un’“afasia liturgica”, si ha la prova evidente che in quella liturgia manca una Presenza, quella della Parola Viva, che parla e crea contemporaneamente, cioè nostro Signore in Corpo Sangue Anima e Divinità.
ne ho parlato qui proprio oggi</span>
Leggendo l'articolo mi rendo conto che l'errore che si continua a fare è quello di portare un certo passato quale esempio NEGATIVO ed ostracista di LEGITTIMI cambiamenti i quali, se fossero letti invece in chiave di continuità, non alimenterebbero questa nevrosi del passato e della Tradizione!
RispondiEliminala stessa citazione estrapolata da "ospite" sopra riferita a Ratzinger, va letta nel suo contesto dove infatti egli stava ripercorrendo un aspetto di quel medioevo che a CAUSA DELLA RIFORMA PROTESTANTE portò senza dubbio la Chiesa a portare IN PRIMO PIANO una certa esteriorità che fu necessaria.... lo spiega infatti bene nel libro sulla Liturgia, dando al Concilio di Trento il grandissimo PREGIO di aver RISOLTO il problema liturgico combattuto dalla Riforma di Lutero....
Il fatto che ci sia stato un tempo in cui la Chjiesa ebbe bisogno di focalizzare l'esteriorità lo sappiamo anche con l'approvazione della Festa del CORPUS DOMINI....la Chiesa sentì la necessità di FAR USCIRE DALLE CHIESE IL DIVINO SACRAMENTO perchè venisse adorato, riconosciuto e perchè potesse ENTRARE NELLE VIE E NELLE CASE DELLA CITTA'....
in " La festa della fede" di Ratzinger a pag.101, per la Festa del Cospur Domini, leggiamo:
In questo giorno, l'ininterrotta presenza di Cristo, suntuosamente Esposto e circondato di affetto e mille attenzioni, veniva celebrata quasi come una visita di Stato, per la quale nulla è lasciato al caso e nulla viene trascurato, neppure nei più piccoli villaggi.
Il Concilio di Trento ha detto che il Corpus Domini ha lo scopo di suscitare la gratitudine e di tenere desta in tutti la memoria, viva e Presente nel mistero, di nostro Signore. In poche righe, nel suo dettato ci imbattiamo subito in tre motivi validi:
1) il Corpus Domini deve reagire alla smemoratezza dell'uomo;
2) deve far suscitare in lui sentimenti di riconoscenza ed è funzionale alla comunione, alla forza che ci lega in unità;
3) e proviene dallo sguardo rivolto all'unico Signore...
Così il Corpus Domini è in definitiva l'autentica confessione di chi è Dio e di che cosa è l'amore e di cosa è capace; è attestazione che Dio è davvero amore.
Tutto ciò che si dice e si fa nella festa del Corpus Domini è in realtà una originale variazione di questo tema: ciò che l'Amore è e fa!
*****************
con lo stesso spirito va letta ed interpretata anche la Riforma Liturgica del Concilio Vaticano II..... si va AVANTI e non disprezzando il passato, non rinnegandolo, non cancellandolo.... ;)
Caro Ospite, lei ha perfettamente ragione, l'abominevole pratica dell'esteriorizzazione è purtroppo iniziata ben prima del medioevo con quell'irresponsabile della Maddalena che sprecò un unguento prezioso per profumare i piedi di Nostro Signore Gesù Cristo. Fa bene lei a scandalizzarsi come gli apostoli di allora!
RispondiEliminaMi compiaccio, (si fa per dire e forse non è nemmeno un buon italiano), che questo articolo non sia sfuggito alla votra vigile attenzione.
RispondiEliminaQuando ho letto e ancora riletto tutti quei clichés così sprezzanti mi son stupita che trovassero spazio nel giornale "del Papa", ma il colmo del mio stupore l`ho raggiunto quando ho letto che "Non dovremmo far risiedere lo splendore della liturgia tanto nell'uso di vesti liturgiche preziose (!!!) , quanto nella crescita di consapevolezza cristiana di fronte alla preghiera liturgica, intesa quale espressione viva di una Chiesa diventata più sensibile al dialogo per la ricomposizione di tutti i credenti in Cristo, in ascolto di ogni esperienza religiosa che cerca Dio nei modi più disparati, attenta ai diritti dell'uomo, alla libertà religiosa."
Chi mi può dire dove il vicedirettore dell`OR ha trovato quella definizione ?
Siamo sicuri che stiamo parlando della Sacra Liturgia? Del Sacrificio Eucaristico?
Lo è il signor De Cicco quando scrive: "E questa consapevolezza diventata patrimonio corale e normale dei fedeli aiuterà a superare la ritualità a volte priva di anima delle celebrazioni e darà la giusta motivazione nell'impegno per la giustizia e la pace."?
Mah!
"Il giovane teologo Joseph Ratzinger"
RispondiEliminaQuesta singolare espressione di rispetto verso il Papa regnante qualifica da sola l'articolo e il suo estensore. Mi chiedo cosa sarebbe successo a un giornalista dell'Osservatore Romano che a inizio '900 avesse citato "il giovane contadino Giuseppe Sarto".
Insomma....chi e' contro la Tradizione e' contro la Comunione dei Santi! Io preferisco a questo punto rimanere Cattolico ed accettare la persecuzione!
RispondiEliminaInsomma....chi e' contro la Tradizione e' contro la Comunione dei Santi! Io preferisco a questo punto rimanere Cattolico ed accettare la persecuzione!
RispondiElimina<span>(...) a discapito di una vera consapevolezza cristiana che va oltre a gesti e mere esteriorità.</span>
RispondiEliminaQui l'unica consapevolezza è che i seminari sono desolatamente vuoti. Sono invece stranamente pieni laddove non si vuole fare a meno dei gesti e delle esteriorità.
Caro ospite come la mettiamo? Hai una risposta per spiegare questo fatto? Non cercare la risposta su "famiglia luterana", là non la trovi di certo.
Caro ospite non te la prendere, ma io al festival dell'aria fritta postconciliare,che non ha portato nessun bene alla chiesa anzi........
RispondiElimina...............preferisco santini e latinorum.
Possiedo una collezione di oltre 15000 santini e me la tengo stretta.
Uno dei miei santini, in questo primo venerdì di quaresima, lo voglio condividere con tutti gli amici del blog.
Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me.
Perdonate, ma l'articolo mi sembra completamente condivisibile, e soprattutto non mi sembra dica nulla che vada non solo contro "la Tradizione", ma neanche contro i tradizionalisti.
RispondiEliminaScusate, siamo arrivati al punto che se l'Osservatore Romano difende la riforma liturgica è da tacciare, in modo scandalizato, di "antitradizionalismo"?
Forse l'articolo disturba proprio perché, con lucidità, parla di quella "confusione artificiosa e strumentale tra eccessi e riforma" che troppo spesso anche su queste pagine viene coltivata.
Attaccare con tanta veemenza questo articolo rischia di generare il sospetto che siate affezionati proprio alla "ritualità senz'anima" che vi viene criticata.
E' del tutto evidente che la Messa ha la precedenza sulle devozioni. Voi la pensate diversamente? E' questa una novità introdotta dal Concilio Vaticano II? Se lo fosse, sarebbe una buona novità: ma naturalmente questa è la dottrina, del tutto ovvia, della Chiesa. Beninteso, lo dico da amante e seguace di molte delle devozioni che vengono coltivate nella mia parrocchia e nel mio territorio, che ha un dispiacere non solo culturale quando vengono trascurate o perdute. Per esempio, traggo un grande frutto spirituale dal Rosario e dalle processioni, attribuisco grande valore alle immagini sacre per strada, alle icone, ai santini e ai semplici atti di devozione (come fare il segno di Croce passando davanti alle chiese, visitare il Santissimo, eccetera). Ma è evidente che essi assumono il loro significato solo dalla Messa e mediante la Messa, come "riverbero" della Messa durante la giornata e la settimana. Sostenere questo è forse "anti-tradizionale"?
ermeneutica della rottura? nel medioevo non capivano niente di liturgia? ma chi è? Lutero?
RispondiElimina:-[ l'aspetto più inquietante, cara Luisa, è che poi questi signori fanno a gara per DIFENDERE LE TRADIZIONI ALTRUI, ma disprezzando la propria.....
RispondiEliminail paradosso è che De Cicco citando Ratzinger estrapolandolo dal contesto, si dimentica di citare il SUMMORUM PONTIFICUM integralmente e dove comincia con queste parole significative:
I Sommi Pontefici fino ai nostri giorni ebbero costantemente cura che la Chiesa di Cristo offrisse alla Divina Maestà un culto degno, "a lode e gloria del Suo nome" ed "ad utilità di tutta la sua Santa Chiesa".
Da tempo immemorabile, come anche per l'avvenire, è necessario mantenere il principio secondo il quale "ogni Chiesa particolare deve concordare con la Chiesa universale, non solo quanto alla dottrina della fede e ai segni sacramentali, ma anche quanto agli usi universalmente accettati dalla ininterrotta tradizione apostolica, che devono essere osservati non solo per evitare errori, ma anche per trasmettere l'integrità della fede, perché la legge della preghiera della Chiesa corrisponde alla sua legge di fede"
e dice ancora Benedetto XVI:
Molte persone, che accettavano chiaramente il carattere vincolante del Concilio Vaticano II e che erano fedeli al Papa e ai Vescovi, desideravano tuttavia anche ritrovare la forma, a loro cara, della sacra Liturgia; questo avvenne anzitutto perché in molti luoghi non si celebrava in modo fedele alle prescrizioni del nuovo Messale, ma esso addirittura veniva inteso come un’autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività, la quale portò spesso a deformazioni della Liturgia al limite del sopportabile. Parlo per esperienza, perché ho vissuto anch’io quel periodo con tutte le sue attese e confusioni. E ho visto quanto profondamente siano state ferite, dalle deformazioni arbitrarie della Liturgia, persone che erano totalmente radicate nella fede della Chiesa.
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o il De Cicco ha vuoti di memoria, oppure è lampante il fatto che nel trattare l'argomento dell'esteriorità LITURGICA si vuole colpire anche il Papa che di fatto e senza troppe parole ha cambiato completamente L'ESTERIORITA' IMPOSTA DALLA FALSA INTERPRETAZIONE DEL CONCILIO E AVANZATA DA BUGNI E MON. PIERO MARINI.....
Non è forse un dato oggettivo e reale che Benedetto XVI SI SIA DEDICATO IN QUESTI ANNI A RIPORTARE L'ESTERIORITA' LITURGICA A RISOLLEVARSI DALL'INDIGENZA IN CUI ERA CADUTA?
Il Papa NON ha toccato il Messale MA LA FORMA ESTERIORE....come mai?
;)
l'osserv. romano ha pubblicato di recente anche una gioconda nuda a seno scoperto e un giove che bacia ganimede nudo sulla bocca... Che altro volete? beatles, u2, springsteeen...
RispondiEliminaUn cattolico per definizione non può rifiutare la Tradizione e non può che accettare la persecuzione.
RispondiElimina"I liturgisti, di frequente impegnati nella necessaria azione apologetica della riforma, sono riusciti a curare con minore continuità iniziative di ampio respiro per la formazione liturgica permanente dei vescovi, dei preti e dei laici."
Questa frase, nonostante sia venerdì di quaresima, m'ha fatto sobbalzare dalle risa. Queste amenità andrebbero censurate. E' roba da Zelig.
Non offendiamo la trasmissione comicaparagonandola a queste fregnacce...
RispondiEliminaPESSIMO. Le devozioni ovvero la capacità apofatica del mistero.
RispondiEliminaSemplicemente vergognoso
RispondiEliminaanche io ho una bella collezione . tesori di famiglia !!!!!!!!
RispondiEliminaed il mio libretto di massime eterne rigurgita di santini .
E ......... come se non bastasse dico le mie preghiere devozionali davanti le immagini di SANTINI e l' immmagine del SACRO CUORE su iphoto quando sono in viaggio ...........
e come se non bastasse sul mio libretto di MASSIME ETERNE .. fra i tanti santini caro OSPITE ci sono anche '' quelle ,, di LUIGI XVI E M. ANTONIETTA comperate alla boutique del LOUVRE !!!!!!!! ............
AH AH AH AH !!!!!!!!!! . ohi che ridere !!!!!!!!! .
e giu' coi piagnistei e la solita lagna infinita !!!!!!!!!!!!!!!!!
:-[ caro "ospite ingrato", lei domanda:
RispondiEliminaE' del tutto evidente che la Messa ha la precedenza sulle devozioni. Voi la pensate diversamente?
***************
questo è lo sbaglio che si fa: CONTRAPPORRE CONTINUAMENTE...... la DEVOZIONE non è qualcosa al di fuori della Messa... la Messa, nella sua forma liturgica e di CULTO A DIO FA SCATURIRE OGNI DEVOZIONE.... e senza dubbio che la Santa Messa è il fulcro e che senza di lei non esisterebbe alcuna vera devozione......ma attenzione, la devozione autentica, a sua volta, ANIMA LA SANTA MESSA..... ecco perchè Ratzinger condanna il concetto della CREATIVITA' nella Liturgia.... ed è ciò che l'articolo non affonda... ;)
NON è la creatività la forma adatta per vivere la Messa, ma è LA DEVOZIONE........la quale è spinta dalla FEDE... ecco perchè in passato la Messa poteva essere officiata anche senza l'assemblea, perchè Essa NON ha bisogno della creatività del fedele, ma della DEVOZIONE DELLA CHIESA CON LA QUALE L'ATTO SI COMPIE.....
e questo non lo sto dicendo come "personale opinione" ma è ben espresso nel CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI
DIRETTORIO SU PIETÀ POPOLARE E LITURGIA - PRINCIPI E ORIENTAMENTI - Città del Vaticano 2002, naturalmente firmato da Ratzinger.... ;)
al n. 8 l'esteriorità si riappropria della sua TRADIZIONE ECCLESIALE E LITURGICA :
Devozioni
8. Nel nostro ambito, il termine viene usato per designare le diverse pratiche esteriori (ad esempio: testi di preghiera e di canto; osservanza di tempi e visita a luoghi particolari, insegne, medaglie, abiti e consuetudini), che, animate da interiore atteggiamento di fede, manifestano un accento particolare della relazione del fedele con le Divine Persone, o con la beata Vergine nei suoi privilegi di grazia e nei titoli che li esprimono, o con i Santi, considerati nella loro configurazione a Cristo o nel ruolo da loro svolto nella vita della Chiesa....
***
Se il Di Cicco voleva fare un buon articolo, avrebbe dovuto fare una ricostruzione meno spigolosa e meno AMBIGUA....smettendola una buona volta di continuare a comtrapporre l'antico con il nuovo...
ha perso un'ottima occasione...
Mi perdoni ma l'articolo dell'O.R. non si limita a circoscrivere il significato delle devozioni alla Santa Messa, bensì li svuota proprio di ogni significato, come in questo passaggio:
RispondiElimina<span>"Capita durante le messe domenicali di vedere comportamenti e partecipazione difformi tra i fedeli di una stessa parrocchia. Non di rado i parroci e i loro aiutanti incoraggiano la confessione dei fedeli durante la celebrazione eucaristica."
<span>Qui per esempio si esprime un concetto più pseudo-protestante che altro, ovvero la solita tiritera della dimensione comunitara senza la quale la stessa S.Messa sembra non sortisca effetti sui fedeli. E per altro tirando in ballo la Confessione, neanche la classicissima vecchietta che recita il rosario durante la Messa! A me hanno insegnato che la massima partecipazione sta nella Santa Comunione, unione reale alla Vittima Immacolata: non conta solo questo, o sbaglio? Troppo spesso la beneamata "dimensione comunitaria ce lo fa scordare forse.</span></span>
Rispondo ad ospite che ha postato il magnifico santino:
RispondiEliminatra i molti piaceri ho quello di raccogliere santini :-D lo fo per DEVOZIONE e perchè contengono spesso nel retro, preghiere ed INDULGENZE oramai in disuso.... uno dedicato al Natale DEL 1900 reca questa preghiera, in fondo vi allego l'immaginetta...
Al Bambin Gesù
O Bambino Gesù, Pastore delle anime nostre, Dio di clemenza, concedeteci per l'intercessione della nostra gran Madre Beata Vergine Immacolata, che vi concepì, di espiare noi con le lagrime del nostro pentimento le colpe di questo secolo appena concluso e di preparare il nuovo secolo che ci apprestiamo a vivere così, che sia tutto consacrato alla gloria del vostro Santo Nome e al trionfo della vostra santa Chiesa Cattolica, depositaria delle vostre sante dottrine a cui tutte le genti rendano omaggio in unità di fede e in carità perfetta.
Così sia.
(Leone XIII 28.11.1900 - Preghiera incisa sul Santino dedicato a Gesù Bambino Salvatore del mondo)
no ovviamente secondo questi qui nel Medioevo non capivano niente: erano pagani... non credevano in Gesù Cristo e infatti non facevano opere di bene (ospedali orfanotrofi etc..) non civilizzavano la società insegnando che la moglie non si ammazza e che il consenso della sposa è fondamentale alla valisità del matrimonio, producevano un'arte sacra mediocre tipo cattedrali gotiche e polifonia, avavano una cultura mediocre, come s. Agostino, s, Domenico, s. Francesco etc.... tutti burini che non avevano capito quasi niente! Meno male che poi sono arrivati Martini, Ravasi e Enzo Bianchi, che ci hanno svelato il segreto della fede cristiana!
RispondiEliminale chiese non sono vuote per colpa della riforma, ma perchè l'ondata del secolarismo ci ha travolti e non eravamo pronti a cambatterlo, perchè non si combatte a colpi di scomuniche ma ad opera di dialogo e convincimento
RispondiEliminaè vero sanfedista, quello della devozione è stato il primo aspetto discusso all'articolo, in modo negativo..... e quanto lei sottolinea è parte, infatti di quella CREATIVITA' condannata dallo stesso Ratzinger....esiste una creatività che è andata a discapito della vera DEVOZIONE... come a dire: se prendo questa Santa Messa SENZA FIATARE MA SOLO ADORANDO....NON VI PARTECIPO? ;)
RispondiEliminaè questo OBBLIGO E QUESTA IMPOSIZIONE DEL FARE LA MESSA anche per i fedeli che porta a ROTTURA e a vedere malamente la Messa nella sua forma NELLA TRADIZIONE...
Eppure, fra gli innumerevoli sragionamenti neoterici e spiritualmente decettivi, una considerazione corretta è tuttavia sfuggita: " ... Chiesa e liturgia sono indissociabili; se l'una è in sofferenza anche l'altra lo è ...".
RispondiEliminaDal che, può direttamente inferirsi che: o la Chiesa post conciliare non è da considerarsi in sofferenza, ed allora ciò significa che la sua liturgia riformata costituisce l'espressione di una realtà spiritualmente adeguata all'epoca presente, oppure, al contrario, la Chiesa postconciliare è da considerarsi in sofferenza e, quindi, la sua liturgia riformata deve considerarsi il frutto malato di questo suo periodo di crisi spirituale, et de hoc tertium non datur.
Questo ragionamento parrebbe ulteriormente corroborarsi anche dall'osservazione dell'esperienza comune, considerando, poi, come la liturgia maggiormente accordata ai sintomi della malattia dello spirito (e più lontana da quella già praticata nelle epoche più ordinarie) appaia estrinsecarsi, con particolare virulenza dissacratoria, proprio in quei Paesi dove la diffusa situazione di crisi della Fede appare manifestarsi con una maggiore evidenza.
condivido a pieno il post di "Ospite ingrato" e preciso che spesso sono i post di questo blog che fanno contrapposizione e non ermeneutica della continuità, non accettando e criticando senza conoscere la Riforma
RispondiEliminasono le teste di Guest che sono vuote per colpa della riforma
RispondiEliminaE' tempo ormai di fare un'appello su Internet e chiamar al boicottaggio dell'O.R. I.P.
RispondiElimina<span>@Caterina, avevo in mente proprio il Direttorio su pietà popolare e liturgia (titolo significativo), che mi sembra un "tesoro" ben poco utilizzato nelle nostre parrocchie.</span>
RispondiElimina<span>A me sembra che Di Cicco abbia semplicemente riproposto un discorso storico, non c'è nessuna contrapposizione come nessuna contrapposizione (besnì un armonioso accostamento) è quello che ho cercto di proporre io qui sopra.</span>
<span>Confessarsi durante la messa è senz'altro possibile e anzi, se ve n'è necessità, assolutamente doveroso, ma di per sé è del tutto ovvio che sarebbe meglio riuscire a godere separatamente del frutto di questi due sacramenti.</span>
<span></span>
<span>Soprattutto, non si capisce dove Di Cicco "attacchi" la "Tradizione", o comunque la Messa Tridentina. E' proprio per questo che trovo preoccupante tutta questa levata di scudi per un articolo che trovo, oltre che condivisibile, completamente innocuo.</span>
Caro Ospite Ingrato,
RispondiEliminail problema dell'articolo di Di Cicco è che, senza dirlo espressamente veicola dei concetti alquanto dubbiosi e post-sessantottini: cioè proprio quelli che hanno rovinato l'applicazione pratica della forma ordinaria in molti posti.
E' un discorso "inaudibile".
Però a scanso di voler fare dei processi di intenzione, vorrei sottolineare l'ultima frase del suo articolo, che non si può non condividere: "<span>Era convinto che la liturgia proposta nella <span>Sacrosanctum concilium</span> fosse il catechismo per eccellenza di una buona vita cristiana perché la preghiera della Chiesa adegua la mente e il cuore dei fedeli alla Parola di Dio e spinge chi nel nostro tempo vi partecipa con sincerità, all'imitazione di Cristo."</span>
Ma mio buon Simon, lo sa bene, lei che ce lo ha detto in tutte le salse, che a fare degli appelli su internet sono solo quei pseudo-cripto-falsi -****toidi, insomma riassumendo quei tradiprotestant, tutti isteriche e manipolabili marionette vittime delle loro emozioni, che hanno " l`outrecuidance ", l`impertinenza, di rivolgersi al Papa per difendere il Summorum Pontificum!
RispondiEliminaNon vorrà mica seguire il loro deprecabile esempio!
<span>Ma mio buon Simon, lo sa bene, lei che ce lo ha detto in tutte le salse, che a fare degli appelli su internet sono solo quei pseudo-cripto-falsi -****toidi, insomma riassumendo quei tradiprotestanti, tutti isteriche e manipolabili marionette vittime delle loro emozioni, che hanno " l`outrecuidance ", l`impertinenza, di rivolgersi al Papa per difendere il Summorum Pontificum!
RispondiEliminaNon vorrà mica seguire il loro deprecabile esempio!
</span>
Boicottaggio? Ma se non lo leggono più nemmeno i preti ...
RispondiEliminaMi risulta che il convegno, che doveva essere unicamente di studio e approfondimento su "Liturgie e culture tra l'età di Gregorio Magno e Leone III. Aspetti rituali, ecclesiologici e istituzionali", si è trasformato, grazie anche alla presenza di relatori come Sodi, in un panegirico della "piena applicazione del concilio"...
RispondiEliminaIn ogni caso lo stesso giornale del Papa, che ha dato spazio a questa enfasi, non ha degnato di commenti il convegno sul Vaticano II (aspetti teologico - filosofico - pastorali) organizzato a dicembre scorso dai Francescani dell'Immacolata.
Sono molto fiero di essere dalla parte dei santini e del latinorum! Questi articoli non sono altro che la dimostrazione che il cornuto arranca sotto i potenti colpi infertigli dalla chiara e decisa restaurazione liturgica del Papa ... sono i colpi di coda, pericolosi sì, ma segno di più o meno imminenete sconfitta. NON PRAEVALEBUNT.
RispondiElimina"...consapevolezza cristiana di fronte alla preghiera liturgica, intesa quale espressione viva di una Chiesa diventata più sensibile al dialogo per la ricomposizione di tutti i credenti in Cristo, in ascolto di ogni esperienza religiosa che cerca Dio nei modi più disparati, attenta ai diritti dell'uomo, alla libertà religiosa."
RispondiEliminaW ASSISI III !!! :-D
E chi dice che questa formalita' non sia presente anche in questa era moderna con Messe di 20 minuti, gente che non si inginocchia piu' , schiamazza, va' a spasso durante il segno della pace.....mangia la gomma americana e va a farsi la comunione con essa...insomma tutti segni esteriori e formali che oramai si e' persa la Fede in quelle che si fa'! Un'apostasia formale dato che chi ci assicura che con il cuore stanno con Gesu'...vedendo quello che fanno!!!
RispondiElimina<span>non si combatte a colpi di scomuniche ma ad opera di dialogo e convincimento</span>
RispondiEliminaSintesi perfetta della ricetta fallimentare degli ultimi 40 anni, propinata dai cultori dello Spiritodelconcilio come rimedio perfetto al secolarismo che tutto ha travolto (tranne chi non aspettava altro ed è rimasto a galla e ha fatto carriera).
Errore, caro Ospite delle 12,53 !
RispondiEliminaErrore !
Le chiese sono vuote per colpa della riforma che ha generato l'indifferenza religiosa, prima del concilio un fenomeno alquanto marginale.
All'indifferenza religiosa, generata dalla riforma ( come menti illuminate, anche se lontane dalla Chiesa presagirono fin dagli sventurati anni) si è assommata anche l'ondata del secolarismo un vero tsunami che , non trovando adeguate dighe, ha travolto istituzioni ecclesiastiche e anime un tempo devote.
Intanto il Diavolo, il tentatore, se la ride ...
Preghiamo anche per quelle anime consacrate che si sono trovate ( o si dovranno trovare ) a rispondere del massacro spirituale del gregge che era stato loro affidato davanti al Tribunale di Dio !
Il Profeta Ezechiele fu' portato da Dio con un soffio a vedere il Tempio di Gerusalemme.Vedendo la parte piu' Santa vide l'idolo della Gelosia Baal . E chi stava prostrat o davanti ad esso? Parte del sacerdozio adorava Baal. Poi con un soffio gli fece vedere parte dei 70 "seniori" , la classe dirigente del popolo di Israele anche essi adoravano idoli e serpenti. Poi con un soffio gli mostra parte delle Vergini che adoravano idoli e che avevano apostatato . Ancora con un soffio alla porta del Tempio e gli mostro' 25 uomini ossia parte del popolo che davano le spalle al tempio del Signore. (Ezechiele IX,1 e sgg). Defensor , lei sa' cosa e' la Bibbia oppure e' gia' superata dal CV2? E NON VENITEMI A DIRE CHE DIO E' UN SEDEVACANTISTA? W DIO !!!
RispondiElimina<span>I veri amici del popolo non sono né rivoluzionari, né novatori, ma tradizionalisti. (San Pio X, “Notre charge apostolique”)</span>
RispondiElimina<span></span>
<span>Anche i veri amici del papa... che non abitano di certo all'O.R.</span>
piuttosto che l'O.R. leggerei già l'Unità o Libération, almeno se leggo certe cose non cado dalle nuvole...
RispondiEliminaGiovanni Battista chiama gli scribi, razza di vipere! Gesu' ai Farisei, guai a voi ipocriti. Anche se dite che discendete da Abramo, il vostro padre e' il diavolo! Prende a frustate e caccia i mercanti parassiti del Tempio . Ed i Farisei erano i Sacerdoti del Tempio di Dio, la Chiesa Ufficiale del tempo in Israele........era forse un Sedevantatista??? NO, era il Figlio del Dio Vivente!!!! E di Giuda , il primo socialista modernista che aveva da ridire sul profumo prezioso usato dalla Maddalena , sappiamo bene che fine ha fatto. Questo ed altro sul Vangelo, se i conciliovaticansecondisti si ricordano ancora cosa e' il Vangelo e che in principio era il Verbo e non il CV2 ne' Assisi!!!!
RispondiEliminaFamiglia Cristiana fuori dalle chiese, Avvenire fuori dalle canoniche. Osservatore Romano fuori dal Vaticano. Per il bene della Chiesa.
RispondiEliminase i cattolici italiani avessero ancora l'ardore dei nostri nonni, avrebbero organizzato un bel falo' con kili di O.R sui sagrati delle chiesa domenica mattina dopo le messe...
RispondiElimina<span>... le chiese non sono vuote per colpa della <span>riforma</span> ...</span>
RispondiElimina<span>Gentile ospite, per favore, abbia più rispetto del Concilio Vaticano II!</span>
<span>Il suo frutto eccelso è la <span>Riforma</span> (con la R maiuscola), non la riforma.</span>
Il mio era un'intervento al secondo grado.....
RispondiEliminaIl prete nella sua famiglia che giornale Cattolico legge?
RispondiEliminapuro modernismo: se il giornale del Papa sostiene tesi eretiche, che dobbiamo dedurne? Preghiamo che il Papa intervenga a far cessare questo scandalo per la nostra Santa Fede.
RispondiEliminaIl principio, in sé giusto, per cui la Messa sia da preferire alle devozioni, ha condotto alla scomparsa delle devozioni stesse. Per cui i fedeli oggi vanno alla Messa con lo stesso spirito con cui assistono ad un'opera lirica: se non rispondono, non cantano o non si muovono... non sanno cosa fare. Non sanno pregare. Il concetto di partecipazione interiore è scomparso, a vantaggio di una partecipazione puramente esteriore e meccanica. In 22 anni di frequenza parrocchiale, io non ho mai visto celebrare pubblicamente una funzione diversa dalla Messa: niente rosario, niente Vespro, niente adorazione eucaristica, niente di niente. Quindi non si finga di non capire dove vanno a parare talune petizione di principio. I risultati li conosciamo fin troppo bene.
RispondiEliminaIl secolarismo è antico quanto la Chiesa ed è dilagante fin dal 1789. Da quando lo si considera un'opportunità, anziché un rischio, lo abbiamo subito in pieno. Per la liturgia è lo stesso. Le istanze di riforma in senso modernizzatore, ci sono fin dalla fine del XVIII (vedi il Conciliabolo di Pistoia...). Quando le si sono messe in pratica, si sono visti gli effetti. Non si dica che è colpa del secolarismo. Le statistiche sono chiare. Prima del riformone, la frequenza alla Messa non era affatto in ribasso. Negli Stati Uniti toccava l'80% dei battezzati. Poi, dal 1965, i grafici crollano. L'ideologia non basta a cancellare la realtà.
RispondiEliminaSono convinto che questo galvanizzerebbe incredibilmente il sentimento religioso italiano.... probabilmente quello buddista.
RispondiEliminaQuando le soluzioni proposte sono ben peggio dei problemi supposti
Il mio vescovo usa l'Osservatore Romano per incartare le alici, le cozze e i vari frutti di mare, di cui va matto, che personalmente compra al mercato che si tiene sotto l'episcopio.
RispondiEliminama lo fa per attuare l'Apostolicam actuositatem tanto conciliare, non di certo per assaggiare qualche totanetto crudo che gli offre ogni tanto qualche pescivendolo, cui è nota la santa cupidità del presule per tale ... ben di Dio.....
ma che dici Simone? Stai scherzando? Guarda che questi qui lo fanno davvero..
RispondiEliminaMa poi, se la riforma doveva essere la panacea a tutti i mali, perché si rende "necessaria" una "azione apologetica" volta a dimostrarne la bontà?
RispondiEliminaCoaraggio, ancora una nuova pentecoste e rimaniamo solo più noi 4 tradizionalisti con i santini, la Madonna e l'Eucarestia ...
RispondiEliminaLa riforma protestante?
RispondiEliminaProbabilmente è il futuro Prefetto... hops!... Intendevo dire Arcivescovo di Milano cardinale Gianfraco Ravasi.
RispondiEliminaIl problema che non volete vedere e che volete a tutti i costi considerarlo come un problema con il CVII, è che la società è cambiata, la gente è cambiata e non è più incline a credere per oro colato ciò che un prete predica dall'ambone come in passato, quando neppure aveva la possibilità di leggere la Bibbia. Bastava appunto qualche santino, un rosario e qualche indulgenza per essere in pace con se stessi e con Dio.
RispondiEliminaLa gente si è svegliata e la Chiesa di oggi grazie a Dio se n'è accorta e sta provvedendo alla cosa ... voi rimanete pure attaccati alla collezione di santini ....
Che forse sono tesi eretiche per chi scrive quì (per la maggior parte semplici fedeli laici che niente hanno della cultura e dello studio di teologia e liturgia che può avere Ratzingher?) e che uno può cantarsela come vuole perchè è più facile che ubbidire a chi è a capo della Chiesa?
RispondiEliminaSveglia!! La gente prende per oro colato la monnezza che esce dal teleschermo! Il progresso è un'illusione, l'uomo di oggi non è in nulla migliore nè diverso da quello di ieri, del rinascimento o del medioevo, solo più rimbabito e confuso!
RispondiEliminaMi stupisco nel vedere che anche l'Osservatore Romano si sia tolto le fette di salame dagli occhi
RispondiEliminaE aggiungo: il secolarismo che nasce nel '700 non è nè più ne meno che l'ennesima delle eresie staccatesi dal Cristianesimo fin dai primi secoli; chiamiamolo umanesimo e vediamo benissimo cosa prende e cosa rifiuta della verità rilevata. L'unica differenza con le eresie del passato è che a un certo punto la gerarchia ecclesiastica si è accomodata con essa anzichè trovare nuovi strumenti per combatterla, ha intronizzato sull'altare i Diritti Umani e la Libertà Religiosa e ha iniziato a cantare senza sosta tout va bien, madame la Marquise. Se i pastori del passato avessero avuto lo stesso coraggio e forma mentis di quelli del presente, saremmo tutti monofisiti, ammesso che ci sarebbe stato ancora qualcuno memore di un personaggio storico chiamato Gesù Cristo.
RispondiEliminaquante teologhesse in chiffon avrebbe esclamato il Casini.
RispondiEliminaCaro "ospite ingrato",
RispondiEliminal'attacco alla Tradizione la si fa quando si presenta il NUOVO come se il vecchio fosse decaduto, o come se fosse un intralcio o tale fosse stato alle innovazioni.... si fa torto alla Tradizione quando, parlando di INNOVAZIONI, non si cita più l'antico o lo si fa per correggerlo quasi fosse stato tutto uno sbaglio...
leggasi la citazione di Ratzinger al quale gli attribuisce in modo singolare ed ambiguo la frase:
<span>Nel tardo medioevo era andata sempre più scomparendo la conoscenza della vera essenza della liturgia cristiana. Le esteriorità passarono in primo piano e avvolsero tutto l'insieme. </span>
*****
e che l'altro ospite, prontamente, ha usato per aprire il dibattito...dimostrando così che quel testo è ambiguo e "attacca" la Tradizione. ;)
In verità Ratzinger diceva ben altra cosa, per questo Di Cicco avrebbe dovuto usare ben altri passi di Ratzinger e non comunque attribuirgli un attacco alla ESTERIORITA' DEL RITO.... diversamente egli ci dovrebbe spiegare perchè il Papa ha mandato in cantina le innovazioni di Piero Marini ed ha MODIFICATO L'ESTERIORITA' DEL NOM DA LUI CELEBRATO... CURANDO PIVIALI, TRONI, ALTARE, CERIMONIE LITURGICHE.... IL PASTORALE, LE MITRIE LE CASULE ECC... :-D
L'esteriorità è importante....altrimenti non accuseremo le riviste pornografiche di impudicizia....e l'impudicizia non sta solo nel sesso....il Papa a Vienna in quel vestiario da mago Otelma... e in quella Messa dove protarono al Papa perfino un...Pikachū .. fu davvero UNA ESTERIORITA' PORNOGRAFICA... ;)
il problema di questo articolo come di altri progressisti, è la continua ed odiosa contrapposizione del vecchio sul nuovo... la lettura che ne esce è devastante e continua a mietere vittime dividendo le membra....
meno male che l'oss.rom. non ha nominato il convegno dei ffi sennò che vongole romane uscivano su quel giornale...
RispondiEliminacaro "ospite"
RispondiEliminail fatto che uno che si firma con l'username Martin Luther, appoggia lei e quelli che sostengono certa interpretazione, non le fa venire alcun sospetto? :-D
Concordo, Simon, il punto è infatti quella contrapposizione dal vecchio al nuovo anzichè unire il vecchio al nuovo....
RispondiEliminala differenza per molti può sembrare sfumosa, invece è importante....
Le cose cominciano ad andarvi male, vero? Ma se volete gridare e lamentarvi ancora di più leggete bene l'ultimo libro di Ratzinger.
RispondiEliminaSì Caterina, in realtà nel discorso di Di Cicco si perpetua questa rottura che non fu voluta dalla Sacrosanctum Concilio: è un discorso che in realtà vuole soffocare il nuovo movimento liturgico voluto dal Santo Padre dietro un discorso fumoso ma che, in realtà, non inganna nessuno. I.P.
RispondiEliminaper fugare ogni dubbio....suggerisco questa meditazione che riporto da Cordialiter:
RispondiEliminaIl sacro non è soltanto il rito: è la presenza nel rito della realtà significata. Quando si mitizza il rito, si perde il senso della sostanza che contiene. Non ci si meravigli poi che l’Eucarestia divenga per taluni una semplice festa dell’unità umana, in cui Dio è semplicemente spettatore. Qui, siamo non alla eresia, ma alla apostasia.
[Pensiero del Cardinale Giuseppe Siri tratto dalla rivista "Renovatio", VI, 1970]
ci ha già pensato l'aggiornamento a galvanizzare il sentimento religioso buddhista in Italia e non solo...
RispondiEliminamoh, adesso dobbiamo prestare l'ossequio dell'intelletto anche all'osservatore romano? e a carlo di ciucco?
RispondiElimina<span>La riforma protestante?</span>
RispondiElimina<span><span>Gentile Fedele, per favore, abbia più rispetto dell'opera di san Martino!</span>
<span>Ciò che egli ha donato alla Chiesa tutta è la Riforma Protestante (con le maiuscole, come per tutte le cose sante), non la riforma protestante.</span></span>
Alquanto sconcertante che Ratzinger ritenesse che:
RispondiElimina"..... la liturgia è questione di vita o di morte per la Chiesa che, se non riesce a portarvi i fedeli e in modo che siano essi stessi a compierla, ha fallito il suo compito ed ha perso il suo diritto ad esistere".
Io pensavo che la Chiesa avesse garanzia di indefettibilita' e che il suo diritto as esistere fosse basato sull'essere stata fondata da Gesu' su Pietro invece che sulla sua abilita' di "portare i fedeli" ad essere in qualche modo "coinvolti". Stai a vedere che adesso non sono i fedeli a dover seguire la Chiesa, ma la Chiesa a dover essere seguita dai fedeli.
Come si chiama questo tale? Ratzinger? Speriamo che non diventi Papa, perche' potrebbe uscirsene con cose strane tipo la non necessita' di convertire gli Ebrei... ;)
Mundabor
Suvvia non allarmiamoci per così poco, e che volete che sia, è solo l'opinone di un giornalista, e che avrà detto mai? Sull'osserv. rom. si leggono cose peggiori. La verità al giorno d'oggi può stare a mezzo servizio e in quei sacri palazzi la notte quasi tutti fanno sonni tranquilli.
RispondiEliminatra i molti piaceri ho quello di raccogliere santini :-D lo fo per DEVOZIONE e perchè contengono spesso nel retro, preghiere ed INDULGENZE oramai in disuso.... uno dedicato al Natale DEL 1900 reca questa preghiera, in fondo vi allego l'immaginetta...
RispondiEliminaah ma allora prima o poi dobbiamo confrontarci sull'argomento, anche io sono un appassionato raccoglitore! sapesse quanti ne ho tratti in salvo dalle manie d buttar via di certa gente.
e Bugnini, per carità, non si dimentichi di Bugnini! chi l'ha mi visto un liturgista così sopraffino, altro che S. Pio V
RispondiElimina<span>APPELLO A TUTTI VOI, FORUMISTI E REDAZIONE: HO BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO!!!! SCUSATEMI TANTO SE INVADO QUESTA DISCUSSIONE!!!
RispondiEliminaSTO CERCANDO DI RIAVVICINARE UN AMICO VENTENNE CREDENTE MA NON PRATICANTE COI SOLITI PREGIUDIZI SULLA CHIESA ALLA RELIGIONE, E STO TENTANDO DI PORTARLO ALLA MESSA. QUALCUNO SA CONSIGLIARMI QUALCHE LIBELLO O OPUSCOLO CHE POSSA REGALARGLI PER FARGLI CAPIRE L'IMPORTANZA DELLA MESSA E DEI SACRAMENTI E DELLA CHIESA??? DEVE ESSERE BREVE, PRIVO DI QUELLA RETORICA PRECONCILIARE CHE CI PIACE TANTO MA CHE PURTROPPO OGGI NON E' APPREZZATA E SOPRATTUTTO COMPRENSIBILISSIMO E SEMPLICISSIMO: CAPITE BENE CHE NON VA ALLA MESSA DA DOPO A CRESIMA, E CHE NON SA NEMMENO COSA SIA LA MESSA IN RITO ANTICO!!! QUINDI NON VOGLIO STRAFARE E CERCARE DI PROPORGLI DA SUBITO LA MESSA VETUS ORDO, QUELLA AL MASSIMO LA CERCHERA' LUI COME L'HO CERCATA IO QUANDO MI SONO CONVERTITO E ANDAVO SOLO ALLA MESSA NOVUS ORDO, E DOPO ANNI HO VISTO CHE NON C'ERA LA SACRALITA' CHE CERCAVO IN QUEL RITO. AVVICINARLO E' QUELLO CHE VOGLIO, CON L'AIUTO DI DIO, E DOVRA' ESSERE PER FORZA UNA COSA GRADUALE: ECCO, A ME SERVE UNA BASE.</span>
Placentium, cerca di vedere se ci sono dei Neocat nei suoi dintorni: sono bravi a far riscoprire il battesimo a chi si è allontanato. I.P.
RispondiElimina"Era convinto che la liturgia proposta nella Sacrosanctum concilium fosse il catechismo per eccellenza di una buona vita cristiana"
RispondiEliminaE poteva anche essere una convinzione giusta, peccato che tra la liturgia proposta nella SC e quella inventata da Bugnini ci sia una bella differieìnza!!
E poi questo De Cicco è proprio un somaro: scrivere "nuociuto" sarà anche una forma accettata, ma stride con le regole della pronuncia ed è cacofonico.
Io non mi meraviglierei più di tanto e non me la prenderei con L'Osservatore Romano: "Talis pagatio, talis cantatio"! Bisogna smascherare piuttosto il mandante, che sta in alto, molto in alto e fa il doppio gioco.
RispondiEliminaNon e' un caso che Gesu' nei Vangeli si muova accuratamente fuori dall'ambito del sacro parassitato da farisei leviti e sacerdoti
RispondiElimina<p><span><span>Le cose cominciano ad andarvi male, vero?</span></span>
RispondiElimina</p><p><span><span> </span></span>
</p><p><span><span>Ne è proprio sicuro, gentile ospite cattivo?</span></span>
</p><p><span><span>Affidare la difesa delle ragioni della “liturgia riformata” ad una fluviale sbrodolata di trite banalità, risaputi luoghi comuni e pompose vacuità del tipo di quelle esposte dalla talpa liturgica dell’Osservatore Romano significa, al di là del non voler riconoscere la realtà delle cose, che non si è neanche più capaci di parlare alla gente: in tal modo ci si riduce a non essere ascoltati e, alla lunga, nemmeno più presi in considerazione.</span></span>
</p><p><span><span>Le cose stanno andando male, drammaticamente male, non a “noi”, bensì a tutti, Lei compreso.</span></span>
</p><p><span><span><span><span></span></span></span></span>
</p><p><span><span><span></span></span></span>
</p><p><span><span><span>P.S.</span></span><span> <span></span>Per la Redazione: voglio precisare che la locuzione “TALPA LITURGICA” non ha alcun intento dileggiativo. Assolutamente! Si tratta di un termine tecnico (dal tardo latino: TALPA LITURGIAE) che, richiamando l’animale popolarmente ritenuto cieco, vuole indicare, del tutto asetticamente, una comprensione della realtà molto parziale e limitata. </span></span></p>
"Isaia ha veramente profetato di voi, ipocriti, quando scrisse che lo onoravate con le labbra ma non con il cuore. Se così non fosse, voi non accusereste degli innocenti solo per amore della vostra tradizione"
RispondiEliminaOvviamente ciò che ha scritto l'ospite di<span>Today, 12:53:32</span>
RispondiElimina<span>è da spedire al NG delle barzellette .</span>
A tempo perso fa anche il carrozziere?
RispondiEliminaveramente il mio intervento voleva essere IRONICO...
RispondiEliminaBen detto!
RispondiEliminaIllusi cosa vi aspettate che esaltino la TRADIZIONE bimillenaria della Santa Chiesa?
RispondiEliminaQuesto quotidiano organo ufficiale della SANTA SEDE è tutt'altro che la voce del Papa,ma bensì quella del Segretario di stato e della conferenza episcopale e di una ristretta cerchia di massoni che si riempiono la Boccuccia di Cristo e lo rinnegono nel cuore state accorti qui il Papa non conta niente purtroppo.
e perchè non voi, fuori dalla Chiesa????
RispondiEliminama si vergogni!!!!!
RispondiEliminaquesta non è la sintesi fallimentare ma saper guardare la realtà di oggi. Alcuni pensate che lo sfascio è venuta dalla riforma, questo propinano i tradizionalisti arroccati al passato e incapaci di entrare dentro questo tempo
RispondiEliminaForse non ho capito, Vittorio (e in questo caso le chiedo scusa anticipatamente), ma lei ha qualcosa contro Luigi XVI e Maria Antonietta, martirizzati dai rivoluzionari massonici per la loro fede, la loro coerenza nell'amore per la Francia e la loro fedeltà ai doveri di stato?
RispondiEliminama vergognati!! cos'hai contro i santini??? Fatti il segno della croce sbattezzato che non sei altro!
RispondiEliminaassolutamente NO !!!!!!!!! .........
RispondiElimina....... al contrario , sono e spero fra i miei ANGELI CUSTODI !!!!!!!!!!!!
IL PESCE PUZZA SEMPRE DALLA TESTA:e' inutile girarci intorno!
RispondiEliminaIlluso!Non si muove foglia che il Papa non voglia(ALMENO in Vaticano!).
RispondiEliminaCome S. Tommaso d'Aquino...
RispondiEliminaLa società non è per nulla cambiata, poiché l'uomo è sempre lo stesso. La differenza è che oggi, anziché dare ascolto alla voce di Cristo, dà ascolto alla voce dei nuovi profeti che esaltano l'onnipotenza dell'uomo. Il ragionamento per cui la società è cambiata, quindi bisogna cambiare con essa, è falso sia storicamente sia filosoficamente. Storicamente perché, come dice S. Agostino, sono gli uomini che fanno la storia: quindi se la società è cambiata, significa che qualcuno, con le sue decisioni, l'ha fatta cambiare. Filosoficamente perché suppone il principio del determinismo storico, considerando il divenire come una forza necessaria e dotata di una virtualità intrinseca, alla quale tutto e tutti si devono piegare. In tale prospettiva, l'unico dio che si ammette è la storia stessa, impersonalmente considerata. Per il cattolico, invece, esiste una verità, che non muta col passare del tempo, anche se vi sono epoche in cui la maggior parte degli uomini preferisce, per proprio comodo, ignorarla o negarla. Nei primi tempi del cristianesimo era lo stesso: la società era molto simile a quella moderna; eppure la Chiesa primitiva non si è adeguata ad essa. Altrimenti oggi conosceremmo il cristianesimo come una delle tante fedi orientali comparse sulla scena romana del tardo impero. Quindi, bisogna scegliere: o il Dio di Gesù Cristo, o il dio-storia dell'idealismo, del marxismo, del nichismo. Tertium non datur. L'unica logica alternativa alla posizione cattolica è, come affermava S. Pio X, l'ateismo. E infatti dopo i grandi e progressivi adattamenti del Concilione, la gente non ha cominciato a credere in modo diverso: ha cominciato a non credere più, oppure a non porsi neanche il problema. Per inciso, le facoltà intellettuali delle persone sono assai più sopite ora di quando c'era l'analfabetismo. La decadenza morale moderna ne è la dimostrazione.
RispondiElimina