Quando si dice la coerenza (dei laicisti, non di Ferrara, eh).
Leggete questo articolo di Giuliano Ferrara, uscito su Il Foglio del 26 gennaio 2011.
fonte: il Foglio.it via blog amici di papa ratzinger 4
per il rinnovamento liturgico della Chiesa, nel solco della Tradizione - a.D. 2008 . - “Multa renascentur quae iam cecidere”
Gesù è nato veramente nella data decisa dalla Chiesa. Luigi C. Il Cammino dei Tre Sentieri , 21 Dicembre 2024 Il professor Michele Loconsol...
...lo possono leggere solo gli abbonati...
RispondiEliminaah ecco.... mi sembrava strana che si trattava solo di quelle 4 righe..... :-D
RispondiEliminastavo per chiedere aiuto perchè dalla presentazione nel sito non ci ho capito nulla....ma manca l'articolo integrale...
Tramite il <span>blog amici di papa ratzinger 4</span> si può liberamente accedere all'articolo.
RispondiEliminams
scusate questo OT troppo divertente:
RispondiEliminaIL CASO "Basta con il celibato dei preti"
L'appello del giovane Ratzinger Imbarazzo per la lettera del '70 svelata dalla Sueddeutsche Zeitung
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
<img></img> <span>Joseph Ratzinger (a destra), il futuro Papa Benedetto XVI, assieme al fratello Georg durante la loro ordinazione a Freising nel 1951</span>
BERLINO - Quarantuno anni fa Joseph Ratzinger mise in discussione l'obbligo del celibato per i sacerdoti cattolici. Lo fece in una lettera confidenziale, scritta insieme ad altri otto illustri e allora giovani teologi, inviata alla Conferenza episcopale tedesca. L'uomo che oggi appare un Pontefice conservatore <span>(hahahhah!!)</span> , uno strenuo difensore di tradizioni, ortodossia e dogmi, allora chiese di considerare l'ipotesi di permettere ai preti una normale vita sessuale e la costruzione d'una famiglia. Lo ha rivelato ieri la Sueddeutsche Zeitung, riportando il contenuto della missiva.
È una scoperta imbarazzante per Benedetto XVI, anche perché quest'anno in settembre visiterà la Germania, suo paese natale, dove il partito di governo, la Cdu di Angela Merkel, è in prima linea contro l'obbligo del celibato. Disobbedienza di massa di sacerdoti e fedeli, crisi delle vocazioni, esodo dei preti e dei credenti dalla Chiesa, carenza grave di nuovi sacerdoti che siano veramente all'altezza del ministero, perdita di contatto con la realtà della vita d'oggi. Ecco i pericoli che Ratzinger e gli altri otto teologi indicarono nella lettera segreta. La gerarchia decise di non reagire e non rispondere. La lettera finì insabbiata negli archivi, ma adesso il circolo dei cattolici critici di Ratisbona (Akr) ha deciso di divulgarla.
Era il 9 febbraio 1970, Ratzinger aveva appena 42 anni. "Pieni di timor di Dio - scrissero i nove teologi - poniamo la questione della situazione d'emergenza della
Chiesa. Le nostre riflessioni riguardano la necessità urgente di una riflessione e di un approccio differenziato sulla legge del celibato della Chiesa. Siamo convinti che ciò sia necessario al più alto livello ecclesiastico".
Scelsero di svolgere così il loro incarico di consiglieri della Conferenza episcopale tedesca sui problemi della fede. "Chi ritiene superfluo un simile chiarimento ci sembra abbia poca fede nell'invito del Vangelo e della Grazia di Dio", si legge ancora nella lettera dei teologi che, a suo tempo, ricordavano come il celibato nella Chiesa fosse una legge ma non un dogma. E ancora: "Teologicamente è ingiusto non ripensare il tema alla luce della nuova situazione storica e sociale. Specialmente i preti giovani si chiedono, alla luce dell'acuta crisi delle vocazioni, come questi problemi della vita della Chiesa e dei suoi pastori potranno essere risolti nei prossimi anni". Chi sceglie il sacerdozio, sottolinearono i nove, affronta solitudine e perdita di riconoscimento del proprio ruolo nella società di oggi, una società altamente sessualizzata.
La lettera di Ratzinger e degli altri otto fu ignorata, non è nemmeno chiaro se la Conferenza episcopale tedesca la inoltrò a Roma o no. La crisi delle vocazioni continua, ma oggi uno dei nove teologi appare dall'altra parte della barricata.
Scusate ma è troppo diveertente questo OT.
RispondiEliminaIL CASO
"Basta con il celibato dei preti"
L'appello del giovane Ratzinger
Imbarazzo per la lettera del '70 svelata dalla Sueddeutsche Zeitung
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI Joseph Ratzinger (a destra), il futuro Papa Benedetto XVI, assieme al fratello Georg durante la loro ordinazione a Freising nel 1951
BERLINO - Quarantuno anni fa Joseph Ratzinger mise in discussione l'obbligo del celibato per i sacerdoti cattolici. Lo fece in una lettera confidenziale, scritta insieme ad altri otto illustri e allora giovani teologi, inviata alla Conferenza episcopale tedesca. L'uomo che oggi appare un Pontefice conservatore <span>(hahhahah!!)</span>, uno strenuo difensore di tradizioni, ortodossia e dogmi, allora chiese di considerare l'ipotesi di permettere ai preti una normale vita sessuale e la costruzione d'una famiglia. Lo ha rivelato ieri la Sueddeutsche Zeitung, riportando il contenuto della missiva.
È una scoperta imbarazzante per Benedetto XVI, anche perché quest'anno in settembre visiterà la Germania, suo paese natale, dove il partito di governo, la Cdu di Angela Merkel, è in prima linea contro l'obbligo del celibato. Disobbedienza di massa di sacerdoti e fedeli, crisi delle vocazioni, esodo dei preti e dei credenti dalla Chiesa, carenza grave di nuovi sacerdoti che siano veramente all'altezza del ministero, perdita di contatto con la realtà della vita d'oggi. Ecco i pericoli che Ratzinger e gli altri otto teologi indicarono nella lettera segreta. La gerarchia decise di non reagire e non rispondere. La lettera finì insabbiata negli archivi, ma adesso il circolo dei cattolici critici di Ratisbona (Akr) ha deciso di divulgarla.
Era il 9 febbraio 1970, Ratzinger aveva appena 42 anni. "Pieni di timor di Dio - scrissero i nove teologi - poniamo la questione della situazione d'emergenza della
Chiesa. Le nostre riflessioni riguardano la necessità urgente di una riflessione e di un approccio differenziato sulla legge del celibato della Chiesa. Siamo convinti che ciò sia necessario al più alto livello ecclesiastico".
Scelsero di svolgere così il loro incarico di consiglieri della Conferenza episcopale tedesca sui problemi della fede. "Chi ritiene superfluo un simile chiarimento ci sembra abbia poca fede nell'invito del Vangelo e della Grazia di Dio", si legge ancora nella lettera dei teologi che, a suo tempo, ricordavano come il celibato nella Chiesa fosse una legge ma non un dogma. E ancora: "Teologicamente è ingiusto non ripensare il tema alla luce della nuova situazione storica e sociale. Specialmente i preti giovani si chiedono, alla luce dell'acuta crisi delle vocazioni, come questi problemi della vita della Chiesa e dei suoi pastori potranno essere risolti nei prossimi anni". Chi sceglie il sacerdozio, sottolinearono i nove, affronta solitudine e perdita di riconoscimento del proprio ruolo nella società di oggi, una società altamente sessualizzata.
La lettera di Ratzinger e degli altri otto fu ignorata, non è nemmeno chiaro se la Conferenza episcopale tedesca la inoltrò a Roma o no. La crisi delle vocazioni continua, ma oggi uno dei nove teologi appare dall'altra parte della barricata.<span></span>
<span>(hahahhah!! lacrimo dalle risate!)</span>
<span>... Eccessi del genere non sono, purtroppo, isolati, né limitati a esponenti emarginati (come meriterebbero) nella Fraternità. Massimo Introvigne (link), sia pure con malcelata soddisfazione, ma purtroppo senza inventar nulla, riferisce dell'ultima 'fatica' editoriale di mons. Tissier de Mallerais, il vescovo più ascetico della Fraternità (a giudicar dall'aspetto, ché par macerato dai digiuni come fra' Cristoforo).<span> La cui missione terrena sembra esser quella di denunziare la (citiamo) "strana teologia" di Benedetto XVI, accusato delle peggiori eresie, di "supermodernismo" e di "allontanarsi in modo impressionante dalla teologia cattolica"</span>. Già solo per la plateale esagerazione, non sfugge al ridicolo...</span>
RispondiEliminaC'è tutto: la doppia verità averroista rivisitata;l'utilizzazione della religione di un certo pensiero illuminista;la bacchettoneria protestante.E' il pensiero debole che annaspa!!
RispondiEliminaComunque,non c'è da disperare:in soccorso di lor signori viene sempre in aiuto l'intervista di qualche bravo "pastore" =-X
Ferrara è un grande, una delle poche voci che non si lasciano lusingare da giochi di parte.
RispondiEliminaNon è divertente, Don Camillo.
RispondiElimina<span>Anche Sant'Agostino da giovane era un po' diverso rispetto a quello che tutti conosciamo...per non parlarte di San Francesco...come la mettiamo? Forse non est sapientis mutare consilium?
RispondiElimina</span>
Don Camillo. Sei troppo spassoso! Meglio il tuo OT che il T del Ferrarone, ormai grande, pardon grossa, icona del blog (contenti loro!).
RispondiEliminaBeata ingenuità!
RispondiEliminaalla faccia !!!!!!!!!!!
RispondiElimina...e tantissime altre persone - esempio - me stessa!
RispondiEliminaE' un peccato che tu te la spassi in questo modo, Don Camillo..... :-[ perchè sai benissimo, o dovresti saperlo... che questo testo e ciò che pensava il quel tempo, lo stesso Ratzinger lo chiarì più volte, soprattutto nella sua autobiografia riconoscendo, come pochi.... proprio come quel "vento" (v minuscola) avesse davvero colpito la Chiesa.... e riconoscendolo in tempi non sospetti.... e dovresti sapere che proprio rimangiandosi certi pensieri gli costò perfino il posto da professore all'Università quando Hans Kung lo congedò perchè il giovane Ratzinger NON CEDETTE AI COMPROMESSI DOTTRINALI quando comprese cosa c'era in ballo....
RispondiEliminaQuanti sacerdoti, teologi, o giovani vescovi, oggi, sarebbero in grado di farsi cacciare via DAL LAVORO pur di non cedere ai compromessi dottrinali?
Ratzinger ebbe questa onestà.... e non credo sia un caso che Cristo l'abbia voluto quale suo Vicario....
Tirare in ballo ora questa notizia è la scoperta dell'acqua calda.... per chi ha letto la sua autobiografia e ne ha seguito il percorso e le interviste, questa notizia non è affatto nuova.... è come se qualcuno, caro Don Camillo, a conoscenza di qualche tuo peccatuccio passato, RIMESSO, tornasse dopo 30 anni a rivendicarne la stortura.....
Non c'è da ridere.... c'è da piangere vedere che c'è ancora chi pensa di aver preso il toro per la corna....scaricando ancora una volta fango SUL PONTEFICE e non semplicemente su Joseph Ratzinger....
Non vedo il problema, a parte il fatto che è lecito anche ai santi prendere posizioni sbagliate o azzardi teologici (S. Vincenzo Ferrer fu confessore di un antipapa, S Tommaso negò l'Immacolata Concezione), la speciale assistenza dello spirito santo "copre" i pontefici regnanti non quelli "in fieri". Pio II, quando era ancora Enea Silvio, appoggiò per un certo periodo Felice V macchiandosi, dunque, della colpa di scisma.
RispondiEliminaA noi, in conclusione, quello che pensava il teologo Ratzinger dovrebbe interessare relativamente, deve interessare molto di più quello che insegna oggi Benedetto XVI felicemente regnante.
Buona domenica
Un uomo di Stato non può permettersi uno stile di vita come quello che emerge dalle intercettazioni. Detto questo, mi fa letteralmente schifo il sinedrio mediatico organizzato da lerner, santoro e sodali, specie quando richiedono l'ingerenza della Chiesa, quella stessa Chiesa che, quando parla di diritto naturale, matrimonio e fine vita vorrebbero bandita dal consesso civile.
RispondiEliminaCento volte meglio gli atei devoti alla Ferrara con i quali si può argomentare sul piano della razionalità anzichè gli sputtanatori mediatici a corrente alternata (vedasi l'Augias di ieri sera alle Invasioni barbariche della Bignardi che, non a caso, inneggiava a Martini e Tettamanzi per dare del machiavelli a Bertone, Ruini e all'attuale Pontefice).
Thanks Caterina.
RispondiEliminaAnche io non ne posso più di questi "giornalisti" televisivi che hanno la presunzione di poter parlare di tutto e giudicare (secondo la loro visione atea della vita)
RispondiEliminaBellissima l'autobiografia di Joseph Ratzinger. L'ho letta subito dopo la sua elezione al soglio di Pietro, per capirlo meglio senza i filtri (antipapisti) della stampa. Mi ha molto colpito la sua onestà e l'umiltà di saper riconoscere le proprie "sbandate" giovanili.
RispondiEliminaTu quoque,don Camillo!
RispondiElimina"Cosa è l'ateo devoto".
RispondiEliminaUna minchiata.
RispondiEliminaMi sembra che su questo tema dei rapporti tra Chiesa italiana e presidente del Consiglio ci sia un certo imbarazzo. Se lo si vuol superare prendendosela con i soliti laicisti e compagnia bella ...
RispondiEliminainfatti a me pare solo un gioco di parole.
RispondiEliminaUn ossimoro.
Una maschera scenica, che si indossa e si toglie di continuo : dire una cosa e contraddirla, per giocare a guardare che succede sullla scena e nella platea che osserva il gioco, mentre si va avanti e indietro tra la ribalta e le quinte, or recitando la propria parte, or ritirandosi in un angolo "filosofico", stccandosi dalla generale contesa intellettuale, per poter dire di ogni cosa affermata: "Qui lo dico e qui lo nego. Sono ateo e son devoto; non sono integralmente e nettamente nessuno dei due. Non prendo posizione, al fine di potermi ritirare da ciascuna delle due, dopo averla presa per un po'."
Un modo come un altro per partecipare alla mischia mediatico-ideologica, e poi volerne rimanere al di fuori e al di sopra, per poter dire: "Io non mi sono mai illuso, come la massa degli ingenui".
Una pura illusione, coltivata da "color che son sospesi" tra il SI' e il NO, che occore invece scegliere in modo netto, per mostrare in modo netto e senza ambiguità, di aver fatto l'"opzione fondamentale".
Un passatempo che può occupare l'intera vita, quello degli scettici, che si trovano come Dante all'inizio del percorso diviso in tre cantiche, di cui intravedono tutto lo spinoso cammino, e non si risolvono ad intraprenderlo decisamente.
Un gioco intellettuale, per puro gusto del proprio intelletto: umiltà e superbia si guardano tra loro, con occhi disincantati, e convivono, senza lotta, senza drammi, senza scelta, come in tanti di noi accade, da 2000 anni, lungo la vita di ognuno, per un tempo indeterminato.
<span>Così a me pare.</span>
A meno di smentite e chiarimenti di coloro che tali si professano.
Dicesi ateo devoto un senza dio che tuttavia sostiene l'importanza della religione (in questo caso la religione cattolica) e delle sue istituzioni per motivi di natura storica, culturale, politica e civile, per esempio in funzione antislamica o anticomunista. Secondo alcuni credenti l'ateo devoto svolgerebbe positivamente il ruolo del cosiddetto 'utile idiota', colui cioè che giova alla causa senza avere l'intenzione di farlo. Secondo altri credenti e secondo alcuni non credenti, invece, a svolgere il ruolo di 'utile idiota' sarebbe invece la religione (e di conseguenza i suoi adepti) così come intesa dall'ateo devoto.
RispondiEliminaDon Camillo mi pare diabolico.
RispondiElimina:-[ cerchiamo di rammentare il confronto A BRACCIO BELLISSIMO che il Papa ebbe nella Veglia di Chiusura per l'Anno Sacerdotale
RispondiEliminaLo slovacco don Darol Miklosko ha sollecitato poi Benedetto XVI a parlare del celibato anche di fronte alle critiche del mondo.
Il Pontefice ha ricordato che il celibato è un'anticipazione della vita nuova, resa possibile dalla grazia e dalla risurrezione di Cristo.
A questo proposito, il Papa ha detto che un grande problema della cristianità, del mondo di oggi, è che non si pensa più al futuro di Dio. Sembra sufficiente solo il presente di questo mondo.
L'uomo aspira ad avere solo questo mondo, a vivere solo in questo mondo. E così chiude le porte alla vera grandezza della sua esistenza.
Il senso del celibato come anticipazione del futuro, ha aggiunto, è proprio aprire queste porte, rendere più grande il mondo, mostrare la realtà del futuro che va vissuto da noi già come presente.
Si tratta quindi di vivere una testimonianza di fede: crediamo realmente che Dio c'è, che Dio c'entra nella nostra vita, che possiamo fondare la nostra vita su Cristo, sulla vita futura.
Riguardo alle critiche del mondo, il Pontefice ha detto che per chi non crede il celibato è un grande scandalo, perché mostra che il Signore va considerato come realtà e vissuto come realtà. Si tratta, ha affermato, di un grande segno della fede, della presenza di Dio nel mondo.
Il celibato è un sì definitivo, un lasciarsi prendere per mano da Dio, un darsi nelle mani del Signore. Si tratta perciò di un atto di fedeltà e di fiducia, così come il matrimonio, che rappresenta la forma naturale dell'essere uomo e donna, il fondamento della cultura cristiana e delle grandi culture del mondo: se esso scompare - ha ammonito il Pontefice - va distrutta la radice della nostra cultura. Perciò il celibato conferma il sì del matrimonio con il suo sì al mondo futuro.
Da qui l'appello di Benedetto XVI a superare gli scandali secondari, provocati da insufficienze e peccati dei sacerdoti, per mostrare al mondo il grande scandalo della fede.