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giovedì 6 gennaio 2011

Benedetto XVI: anche la punizione può essere un atto d’amore


Un piccolo ma interessante stralcio tratto da “Luce del Mondo”, l’intervista di Benedetto XVI al giornalista tedesco Peter Seewald.
In questo brandello, il S. Padre segnala come - dopo la fine degli anni ’50 - la gerarchia cattolica ha smesso di punire, anche quando ve ne era l’assoluta necessità.
La domanda fa riferimento alla pedofilia in Irlanda ma – lo hanno visto bene gli storici e i sociologi - questo vale per anche per altri comportamenti disdicevoli e – inter alia - per la punizione degli eretici. Sarebbe importante proseguire il cammino che, anche la punizione, è un atto di amore cristiano, verità che nel post concilio si è persa completamente.
E speriamo che si passi sempre più dalle parole ai fatti.
Cacius

[Santità] Non è soltanto l'abuso in sé a sconvolgere, ma anche il modo in cui è stato gestito. Quelle azioni sono state sottaciute e nascoste per decenni [si parla della pedofilia nel clero]. È una dichiarazione di fallimento per un'istituzione che sul suo vessillo ha scritto la parola amore.

È interessante, a questo proposito, quello che mi ha detto l'arcivescovo di Dublino. Diceva che il Diritto penale ecclesiastico sino alla fine degli anni Cinquanta ha funzionato; certo, non era completo - in molto lo si potrebbe criticare - ma in ogni caso veniva applicato. A partire dalla metà dagli anni Sessanta semplice­mente non è stato più applicato. Dominava la convinzione che la Chiesa non dovesse essere una Chiesa di diritto, ma una Chiesa dell’amore; che non dovesse punire. Si spense in tal modo la consapevo­lezza che la punizione può essere un atto d'amore.
In quell'epoca anche persone molto capaci hanno subito uno strano oscuramento del pensiero.
Oggi dobbiamo imparare nuovamente che l'amore per il peccatore e l'amore per la vittima starino nel giu­sto equilibrio per il fatto che io punisco il peccatore nella forma possibile ed appropriata. In questo senso nel passato c'è stata un'alterazione della coscienza per cui è subentrato un oscuramento del diritto e della necessità della pena. Ed in fin dei conti anche un restringimento del concetto di amore, che non è sol­tanto gentilezza e cortesia, ma che è amore nella verità. E della verità fa parte anche il fatto che devo punire chi ha peccato contro il vero amore.

24 commenti:

  1. <span>In quell'epoca anche persone molto capaci hanno subito uno strano oscuramento del pensiero.</span>


    Grazie, Santo Padre! Questo è parlar chiaro. E se le persone...ecc. figuriamoci gli altri!!!    Vieni, Spirito Santo, VIENI!

    Buona Epifania A TUTTI.

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  2. Ben detto. Questo non vale solo per la pedofilia, ma anche per i rapporti inter-ecclesiali. La scomunica a Lefevre e ai 4 "vescovi" in primo luogo. Ma non è stata solo una punizione personale, ma anche a tutto un modo di pensare, che pensa la tradizione solo in senso di fissità e mantenimento, solo come  "custodire il deposito" che come vita e vitalità, secondo l'insegnamento  della parabola dei talenti: per i tradizionalisti il servo più fedele è quello che nasconde i talenti e non quello che li traffica. Un modello di fedeltà statico.
    Giusta la punizione della scomunica, perchè peccato grave è ignorare le istanze dell'uomo secolarizzato, che vuole autonomia e non eteronomia. Se le sue istanze non sono accolte all'interno della chiesa, esse trovano risposte altrove.  Nella chiesa la libertà non è riconosciuta. Quindi si creano due situazioni estreme: da una parte abbiamo la rottura e dall'altra l'integralismo. Sono aspetti antitetici, ma sono anche le due facce della stessa medaglia. ma l'integralismo è peggiore. Ben vengano allora le punizioni salutari.

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  3. Grazie redazione! "Speriamo che si passi SEMPRE DI PIU' dalle parole ai fatti"...mah, fin'ora di fatti non se ne sono visti, e gli unici ad essere stati puniti sono stati i sacerdoti che celebrano la Messa di sempre, non gli arcivescovi che espongono ultime cene pornogay! Già...questi fatti che sono nelle speranze di tutti da cinque anni...speriamo, speriamo...

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  4. l'arcivescovo che espone cene pornogay e altro, Schoenborn... è stato nominato nel nuovo dicastero della Evangelizzazione... come pure Zollitsch, che disse che Cristo non era morto sulla Croce per espiare i nostri peccati, ma solo per mostrare una "grande solidarietà"... è questa la nuova chiesa nella quale dovremmo riconoscerci?

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  5. oggi il grande peccato è diventato (forse per l'enorme scandalo suscitato) quello contro la morale.... ma l'oscuramento della dottrina e della Verità che è all'origine anche del degrado morale, perché non viene altrettanto duramente condannato e, soprattutto, allontanato dalla vita ecclesiale?
    Non basta dire che "tutto è orientato a Cristo" per rendere automaticamente positiva ogni esperienza e 'includela' nella Chiesa,. Bisogna invece riconoscere e chiamare per nome ciò che NON è orientato a Cristo per evitarlo e rimuoverlo...

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  6. <span>oggi il grande peccato è diventato (forse per l'enorme scandalo suscitato) quello contro la morale.... ma l'oscuramento della dottrina e della Verità che è all'origine anche del degrado morale, perché non viene altrettanto duramente condannato e, soprattutto, allontanato dalla vita ecclesiale?  
    Non basta dire che "tutto è orientato a Cristo" per rendere automaticamente positiva ogni esperienza e 'includerla' nella Chiesa. Bisogna invece riconoscere e chiamare per nome ciò che NON è orientato a Cristo per evitarlo e rimuoverlo...</span>

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  7. Già il fatto che si riconosca il problema è un fatto positivo. Certo non basta, ma è un inizio ...

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  8. ....solitamente ritengo devastante il tentativo di relegare esclusivamente il peccato, gravissimo, della pedofilia quale atto UNICO al quale si riferirebbe il santo Padre quando parla di obbedienza, bastone, vincastro, punizioni e penitenze.....ma probabilmente sono i Media e le varie estrapolazioni che fanno tendere solo da una parte certi importanti richiami....
    Vi segnalo così l'Omelia di oggi, Epifania di Nostro Signore, nella quale il Papa fra le altre cose dice:

    I Magi poi incontrano gli studiosi, i teologi, gli esperti che sanno tutto sulle Sacre Scritture, che ne conoscono le possibili interpretazioni, che sono capaci di citarne a memoria ogni passo e che quindi sono un prezioso aiuto per chi vuole percorrere la via di Dio.

    Ma, afferma sant’Agostino, essi amano essere guide per gli altri, indicano la strada, ma non camminano, rimangono immobili.

    Per loro le Scritture diventano una specie di atlante da leggere con curiosità, un insieme di parole e di concetti da esaminare e su cui discutere dottamente. Ma nuovamente possiamo domandarci: non c’è anche in noi la tentazione di ritenere le Sacre Scritture, questo tesoro ricchissimo e vitale per la fede della Chiesa, più come un oggetto per lo studio e la discussione degli specialisti, che come il Libro che ci indica la via per giungere alla vita

    Penso che, come ho indicato <span>nell’Esortazione apostolica Verbum Domini</span>, dovrebbe nascere sempre di nuovo in noi la disposizione profonda a vedere la parola della Bibbia, letta nella Tradizione viva della Chiesa (n. 18), come la verità che ci dice che cosa è l’uomo e come può realizzarsi pienamente, la verità che è la via da percorrere quotidianamente, insieme agli altri, se vogliamo costruire la nostra esistenza sulla roccia e non sulla sabbia.

    ;)

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  9. Una risata sarebbe il commento migliore!

    Parla di cose come "statico" "fisso"  "vitalità" ecc. come se avessero qualche attinenza con Verità e Giustizia!

    Falsissimo: figuri che il nemico è sempre sveglio e in frenetica attività per divorare anime! Un bell'esempio di "vitalità"


    Ultimo: lasci perdere i "traffici"! Molti se ne fanno sulla via larga, quella che va in discesa.

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  10. "...per i tradizionalisti il servo più fedele è quello che nasconde i talenti e non quello che li traffica. Un modello di fedeltà statico. " 

        Quest' affermazione, caro  pastor ille ,  è solo sua. La vera definizione dei "tradizionalisti" non mi pare affatto che sia essa. Se manca un accordo in questo non c'è possibilità di dialogare. Sarebbe un perder tempo. Adios! 

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  11. E' avvenuto anche all'Aquila con Padre D'Ascanio!

    Pochi giorni dopo hanno gridato le pietre!

     Letteralmente.

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  12. Don Camillo continua a deliziarci con le sue visioni da veggente.
    E sembra dimenticare, ammesso che abbia ragione, che più la fede è perseguitata, più si fortifica.

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  13. l'arcivescovo che espone le cene pornogay e altro, Shoenborn, è tra i nuovi nominati al Dicastero dell'Evangelizzazione,  insieme all'arcivescovo che non riconosce il Sacrificio espiatorio di Cristo, Zollitsch, il quale ha dichiarato pubblicamente che Cristo è morto "per mostrare una grande solidarietà" e anche insieme a Rylko, uno degli sponsor del neocat.
    E' questa la NUOVA Chiesa nella quale dovremmo riconoscerci?

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  14. <span>oggi il grande peccato è diventato (forse per l'enorme scandalo suscitato) quello contro la morale.... ma l'oscuramento della dottrina e della Verità che è all'origine anche del degrado morale, e le derive Liturgiche  perché non vengono altrettanto duramente condannati e, soprattutto, allontanati dalla vita ecclesiale?    
    Non basta dire che "tutto è orientato a Cristo" per rendere automaticamente positiva ogni esperienza e 'includerla' nella Chiesa. Bisogna invece riconoscere e chiamare per nome ciò che NON è orientato a Cristo per evitarlo e rimuoverlo...</span>

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  15. "<span>per i tradizionalisti il servo più fedele è quello che nasconde i talenti e non quello che li traffica. Un modello di fedeltà statico." </span>
    Crede davvero a quello che dice? alquanto puerile... Non sarà evangelico ma le ricordo il Gattopardo: " tutto deve cambiare perchè nulla cambi": le ricorda qualcosa?
    Molti hanno svenduto fedeli e Fede e Santa Chiesa per poter relazionarsi non con Dio ma CON ALCUNI UOMINI...O MEGLIO CON I CAPOCCIONI DEL MONDO SECOLARIZZATO FACENDO CREDERE ALLA TOTALITà DEI FEDELI LE NOTE MAGNIFICHE SORTI PROGRESSIVE DELL'APERTURA AL MONDO! ecco perchè in molti temono i tradizionalisti: relazionarsi in preferenza assoluta con il Padre Eterno sarebbe poco conveniente per i seggi di qualche eminenza o eccellenza o per i loro faccendieri. Le cose di Dio non sempre, quasi mai per il vero, vanno di pari passo con quelle degli uomini.

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  16. la scomunica a Lefebvre è stata automatica perchè ha consacrato vescovi senza mandato pontificio. Altrimenti non sarebbe mai stato scomunicato... quanta ignoranza però...ti cadono le braccia a sentire certe cose..

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  17. <span>la scomunica a Lefebvre è stata automatica perchè ha consacrato vescovi senza mandato pontificio e solo in quest'ottica va considerata. Altrimenti non sarebbe mai stato scomunicato... quanta ignoranza però...ti cadono le braccia a sentire certe cose...</span>

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  18. Egregio "Pastor ille",
    ha uno strano modo di pensare lei. Prima dice che è stato giusto scomunicare chi non si è sentito di seguire le nuove regole imposte dagli ibnterpreti progressisti del CVII. Poi dice "peccato grave è ignorare le istanze dell'uomo secolarizzato, che vuole autonomia e non eteronomia. Se le sue istanze non sono accolte all'interno della chiesa, esse trovano risposte altrove.  Nella chiesa la libertà non è riconosciuta."
    In questo secondo caso, dunque, è giusto che "l'uomo secolarizzato" possa sentirsi non vincolato alle regole (che sono quelle scritte nelle costituzioni e nei decreti, non quelle liberamente interpretate "trafficando" i propri talenti).  Altrimenti cosa succede? Nella chiesa la libertà non è riconosciuta e allora si va a cercare altrove la soddisfazione delle proprie istanze.
    Non c'è che dire: una bella coerenza.

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  19. Pastor ille, parli in questi termini della Fraternità di San Pio X - che prima di essere lefebvriana è cattolica al cento per cento - solo per la epidermica avversione che appartiene a chiunque, frutto della cosiddetta primavera conciliare, è allergico a quanto di autenticamente cattolico la Chiesa possa aver provvidensialmente mantenuto. 
    Ma la FSSPX non è la sola, anche se è l'esempio più eclatante...

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  20. Pastor ille parla con slogan da linguaggio automatico, e come se la scomunica non fosse stata tolta.

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  21. Quale punizione si ritiene giusta per gli eretici? La stessa di qualche secolo fa?

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  22. non è prevista nessuna punizione per gli eretici, che sono persone che vanno rispettate, se non impedire che vadanno a diffondere il loro vangelo anziché quello di Cristo.
    Infatti non dovrebbe esserci nessun rispetto per l'errore, che andrebbe identificato e condannato, per impedire che continui ad offuscare la Verità ed a sviare tante persone

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  23. <span>non è prevista nessuna punizione per gli eretici, che sono persone che vanno rispettate, se non impedire che continuino a diffondere il loro vangelo anziché quello di Cristo.  
    Infatti non dovrebbe esserci nessun rispetto per l'errore, che andrebbe identificato e condannato, per impedire che continui ad offuscare la Verità ed a sviare tante persone</span>

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  24. infatti il Papa stesso aveva parlato del BASTONE DEL PASTORE:
    «Bisogna usare il bastone per sanzionare i comportamenti indegni della vita sacerdotale», così come «l`eresia, il travisamento e il disfacimento della fede». Sono i termini forti che il Papa utilizza nell’omelia conclusiva dell’anno sacerdotale.
    «Il PASTORE ha bisogno del BASTONE contro le bestie selvatiche che vogliono irrompere tra il gregge; contro i briganti che cercano il loro bottino», ha detto il Papa riprendendo il linguaggio del salmista.
    «Accanto al bastone c`è il vincastro che dona sostegno ed aiuta ad attraversare passaggi difficili. Ambedue le cose rientrano anche nel ministero della Chiesa, nel ministero del sacerdote.
    Anche la Chiesa - ha aggiunto Papa Ratzinger - deve usare il bastone del pastore, il bastone col quale protegge la fede contro i falsificatori, contro gli orientamenti che sono, in realtà, disorientamenti. Proprio l`uso del bastone - ha sottolineato Benedetto XVI - può essere un servizio di amore».
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    Il Papa si era così espresso molto chiaramente circa questo servizio amorevole del pastore che protegge il gregge allontanando o raddrizzando il  lupi, in un discorso risalente al giugno dell'anno scorso, a conclusione dell'anno sacerdotale, come qui riportato e su tutti i media, proprio partendo dallo spinoso argomento pedofilia.
    Ma allora, quando lo vedremo finalmente passare dalle parole ai fatti, nella grave situazione dell'eresia dottrinale dilagante e deviazioni liturgiche propagate ad opera di certi movimenti fuori di ogni controllo, nonchè  vigilanza efficiente e correzione effettiva, come pare, da decenni ?

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