ESEMPIO I.
Si narra nel Prato Fiorito, cap. 40 [1], che una donna divota desiderava sapere quali anime fossero a Gesù più care; un giorno stando a sentire la Messa, nell'elevarsi la sacra ostia, vide Gesù bambino sull'altare ed insieme con lui tre verginelle. Gesù prese la prima e le fece molte carezze. Andò alla seconda, e toltole dalla faccia il velo, le diè una gran guanciata e voltò le spalle; ma tra poco vedendola rattristata, il Fanciullo con finezze d'affetto la consolò. Si accostò in fine alla terza, la prese quasi adirato per un braccio, la percosse e la cacciò da sé; ma la verginella quanto più vedevasi straziata e discacciata, tanto più si umiliava e gli andava appresso; e cosi finì la visione. Essendo poi rimasta quella divota con gran desiderio di sapere il significato di ciò, le apparve di nuovo Gesù e le disse ch'egli tiene in terra tre sorte d'anime che l'amano. Alcune l'amano, ma il loro amore è così debole, che se non sono accarezzate con gusti spirituali, s'inquietano e stanno in pericolo di voltargli le spalle: e di ciò era stata figura la prima verginella. Nella seconda poi le avea figurate quell'anime che l'amano con amore men debole, ma che han bisogno di essere da quando in quando consolate. La terza poi era figura di quell'anime più forti, che benché sempre desolate e prive di consolazioni spirituali, non lasciano di far quanto possono per compiacerlo; e queste disse ch'erano le anime a lui più dilette.
ESEMPIO II.
ESEMPIO III.
Nelle Cronache Cisterciensi (die 24 nov.) [3] si porta che viaggiando nella notte di Natale un certo monaco del Brabante, nel passare per una selva sentì un gemito come di bambino di fresco nato; si accostò verso dove sentiva la voce, e vide un bel fanciullo in mezzo alla neve che tutto tremante di freddo piangeva. Mosso a compassione il religioso, intenerito smontò subito da cavallo, ed accostatosi al fanciullo, disse: O figliuolo mio, come ti trovi così abbandonato in questa neve a piangere e morire? Ed allora intese rispondersi: Ohimè, e come posso non piangere, mentre mi vedo così abbandonato da tutti, e vedo che niuno m'accoglie né ha compassione di me? E ciò detto disparve, dandoli [4] ad intendere ch'egli era il Redentore che con tal visione volle rimproverare l'ingratitudine degli uomini, i quali, vedendolo nato in una grotta per loro amore, lo lasciano a piangere senza neppur compatirlo.
ESEMPIO IV.
[1] Prato fiorito di vari esempi, lib. 3, cap. 40. Opera di Fra Valerio, cappuccino veneto, dice il Melzi, nel suo Dizionario di opere anonime e pseudonime di Scrittori italiani, v. Ballardini. - Nel Prato fiorito, il racconto comincia così: «Leggesi nello Specchio Historiale..», cioè Speculum historiale Fr. VINCENTII BELLOVACENSIS, O. P.
[2] Giuseppe Antonio PATRIGNANI, S. I., La Santa Infanzia del Figliuolo di Dio, tomo IV: Quattro corone di esempi, ovvero Finezze amorose del SS. Bambino Gesù: corona 4, esempio 13. Il Patrignani cita: P. Cagnolius, in concione Nativitatis, cioè, a quanto pare, Giovampaolo Cagnoli, Prediche morali e panegiriche.
[3] Cronache Cisterciensi, al 24 di dicembre.
[4] La I ed. di Nap. e quella veneta del 1760: dandosi; Napoli, 1773: dandoli; Venezia, 1779: dandoci.
[5] Acta Sanctorum Bollandiana, die 6 martii: Vita B. Coletae, auctore PETRO A VALLIBUS sive a Remis, ipsius Beatae confessario, latine reddita a Stephano Iuliano, Ord. Min., cap. 10, n. 84. - Ibid.: Sororis Petrinae de Balma, eiusdem Beatae sociae, Summarium virtutum et miraculorum B. Coletae, cap. 3, n. 34. - «Matri praedictae ferventer deprecanti Virginem gloriosissimam Matrem Domini Salvatoris, quatenus intercedere dignaretur apud suum carissimum Filium, ut ipse misericorditer parceret suo populo pauperrimo: praesentatus ibidem sibi fuit quidam discus, parvis petiis carnium, quasi forent unius infantis parvuli, repletus, cum responsione per modum qui sequitur: «Quomodo requiram ego Filium carissimum pro talibus, qui quotidie per offensas, iniurias et horrenda peccata commissa, quantum in ipsis est, ipsum minutius dilaniant, quam hae carnes quas in hoc vasculo conspicis, fuerant dilaniatae?» Propter quod longo tempore pertulit in corde suo grandem tristitiam et dolorem.» Vita, auctore Petro a Vallibus, l. c. - La canonizzazione di S. Coletta, decretata nel 1790, fu solennizzata nel 1807.
<span>....dandole a vedere come in un bacile il suo Figlio bambino lacerato e trinciato a pezzi, le disse: <span><span>Figlia mia, compatisci me e 'l</span></span><span><span> </span></span><span><span>mio Figlio; mira come lo trattano i peccatori.</span></span></span>
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<span><span>spero che questo memento venuto dal Cielo, consegnato alla storia (nelle biografie) attraverso l'esperienza mistica di una Santa, riceva la dovuta attenzione da parte di tutti coloro che con grande superficialità ritengono che i nostri peccati non toccano e non offendono in alcun modo Nostro Signore (e peggio ancora, lo predicano apertamente, in un noto gruppo "catto-eretico": chiedo venia per la contraddictio in terminis....), suscitando nella loro anima una salutare presa di coscienza di tutto ciò che i Santi, secondo la Dottrina perenne e immutabile, come tutti i cattolici, hanno sempre creduto vero, lungo 19 secoli e mezzo di storia della Chiesa.</span></span><span><span>Meditando su questo mistero: i nostri peccati che ancora feriscono e straziano Nostro Signore, (e oggi il suo Corpo Mistico, come ricordò il Papa a Fatima) fino alla fine del mondo.</span></span>
Robe da reparto psichiatrico...
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