Post in evidenza

Via libera di Francesco alla Messa Maya

Grazie a Franca Giansoldati per la ripresa di questa, ennesima, brutta notizia per la Chiesa e la sua Liturgia. QUI su MiL Michael Haynes. ...

domenica 19 settembre 2010

Il Papa a Hyde Park smonta la leggenda di un Newman progressista


Da decenni è in corso una battaglia di 'appropriazione' della figura di John Henry Newman; battaglia destinata ad acuirsi, ora che il teologo e cardinale inglese viene assurto all'onore degli altari. Per anni i progressisti hanno tentato di farne 'uno di loro': egli sarebbe stato, manco a dirlo, un precursore del Concilio Vaticano II, un alfiere della libertà di coscienza e del senso critico nella Chiesa, un ecumenista che costruì ponti tra diverse confessioni (l'anglicana e la cattolica). Si cita, a questo proposito, la sua frase che, se avesse dovuto levare un brindisi, l'avrebbe dedicato prima alla sua coscienza, e solo dopo al Papa.
Perfino l'Osservatore romano, in un articolo che pubblicammo e commentammo (
inorridite qui) arrivò a definire il nuovo beato niente meno che "Dottore del Concilio e della Chiesa postconciliare". E giovedì scorso, di mattina, a Radio Maria un tronfio conduttore pontificava proclamando il card. Newman un "cattolico liberale" che avrebbe aperto la strada alle conquiste del Concilio.
Newman fu tutt'altro. Figuriamoci, ad esempio, quanto potesse essere ecumenico chi aveva ripudiato e abiurato la propria precedente religione, della quale era pastore, per aderire al cattolicesimo. Ma soprattutto, basta leggere il cosiddetto "discorso del biglietto" (pronunziato quando gli fu cominicata la nomina a cardinale) per rendersi conto: lo riportiamo in fondo al
post. E adesso anche il Papa, con tutta la sua autorità, ha preso posizione per riportare il card. Newman nel suo vero alveo, lontanissimo dallo "spirito posconciliare" e da ogni visione positiva del pluralismo religioso. Ecco dunque le parole del Papa ieri sera ad Hyde Park (e segnaliamo anche l'ispirato paragone tra i martiri inglesi ed il martirio che oggi subisce chi viene irriso e discriminato, perché mantiene intatta la fede in Cristo):



[..] Alla fine della vita, Newman avrebbe descritto il proprio lavoro come una lotta contro la tendenza crescente a considerare la religione come un fatto puramente privato e soggettivo, una questione di opinione personale. Qui vi è la prima lezione che possiamo apprendere dalla sua vita: ai nostri giorni, quando un relativismo intellettuale e morale minaccia di fiaccare i fondamenti stessi della nostra società, Newman ci rammenta che, quali uomini e donne creati ad immagine e somiglianza di Dio, siamo stati creati per conoscere la verità, per trovare in essa la nostra definitiva libertà e l’adempimento delle più profonde aspirazioni umane. In una parola, siamo stati pensati per conoscere Cristo, che è Lui stesso “la via, la verità e la vita” (Gv 14,6).
L’esistenza di Newman, inoltre, ci insegna che la passione per la verità, per l’onestà intellettuale e per la conversione genuina comportano un grande prezzo da pagare. La verità che ci rende liberi non può essere trattenuta per noi stessi; esige la testimonianza, ha bisogno di essere udita, ed in fondo la sua potenza di convincere viene da essa stessa e non dall’umana eloquenza o dai ragionamenti nei quali può essere adagiata. Non lontano da qui, a Tyburn, un gran numero di nostri fratelli e sorelle morirono per la fede; la testimonianza della loro fedeltà sino alla fine fu ben più potente delle parole ispirate che molti di loro dissero prima di abbandonare ogni cosa al Signore. Nella nostra epoca, il prezzo da pagare per la fedeltà al Vangelo non è tanto quello di essere impiccati, affogati e squartati, ma spesso implica l’essere additati come irrilevanti, ridicolizzati o fatti segno di parodia. E tuttavia la Chiesa non si può esimere dal dovere di proclamare Cristo e il suo Vangelo quale verità salvifica, la sorgente della nostra felicità ultima come individui, e quale fondamento di una società giusta e umana. [..]
Benedetto XVI PP

***
Dal "biglietto speech" di J.H. Newman (trad. Osservatore romano 9.4.10):

[..]Per trenta, quaranta, cinquant’anni ho cercato di contrastare con tutte le mie forze lo spirito del liberalismo nella religione. Mai la santa Chiesa ha avuto maggiore necessità di qualcuno che vi si opponesse più di oggi, quando, ahimé! si tratta ormai di un errore che si estende come trappola mortale su tutta la terra; e nella presente occasione, così grande per me, quando è naturale che io estenda lo sguardo a tutto il mondo, alla santa Chiesa e al suo futuro, non sarà spero ritenuto inopportuno che io rinnovi quella condanna che già così spesso ho pronunciato.
Il liberalismo in campo religioso è la dottrina secondo cui non c’è alcuna verità positiva nella religione, ma un credo vale quanto un altro, e questa è una convinzione che ogni giorno acquista più credito e forza. È contro qualunque riconoscimento di una religione come vera. Insegna che tutte devono essere tollerate, perché per tutte si tratta di una questione di opinioni. La religione rivelata non è una verità, ma un sentimento e una preferenza personale; non un fatto oggettivo o miracoloso; ed è un diritto di ciascun individuo farle dire tutto ciò che più colpisce la sua fantasia. La devozione non si fonda necessariamente sulla fede. Si possono frequentare le Chiese protestanti e le Chiese cattoliche, sedere alla mensa di entrambe e non appartenere a nessuna. Si può fraternizzare e avere pensieri e sentimenti spirituali in comune, senza nemmeno porsi il problema di una comune dottrina o sentirne l’esigenza. Poiché dunque la religione è una caratteristica così personale e una proprietà così privata, si deve assolutamente ignorarla nei rapporti tra le persone. Se anche uno cambiasse religione ogni mattina, a te che cosa dovrebbe importare? Indagare sulla religione di un altro non è meno indiscreto che indagare sulle sue risorse economiche o sulla sua vita familiare. La religione non è affatto un collante della società.
Finora il potere civile è stato cristiano. Anche in Nazioni separate dalla Chiesa, come nella mia, quand’ero giovane valeva ancora il detto: “Il cristianesimo è la legge del Paese”. Ora questa struttura civile della società, che è stata creazione del cristianesimo, sta rigettando il cristianesimo. Il detto, e tanti altri che ne conseguivano, è scomparso o sta scomparendo, e per la fine del secolo, se Dio non interviene, sarà del tutto dimenticato. Finora si pensava che bastasse la religione con le sue sanzioni soprannaturali ad assicurare alla nostra popolazione la legge e l’ordine; ora filosofi e politici tendono a risolvere questo problema senza l’aiuto del cristianesimo. Al posto dell’autorità e dell’insegnamento della Chiesa, essi sostengono innanzitutto un’educazione totalmente secolarizzata, intesa a far capire ad ogni individuo che essere ordinato, laborioso e sobrio torna a suo personale vantaggio. Poi si forniscono i grandi principi che devono sostituire la religione e che le masse così educate dovrebbero seguire, le verità etiche fondamentali nel loro senso più ampio, la giustizia, la benevolenza, l’onestà, ecc.; l’esperienza acquisita; e quelle leggi naturali che esistono e agiscono spontaneamente nella società e nelle cose sociali, sia fisiche che psicologiche, ad esempio, nel governo, nel commercio, nella finanza, nel campo sanitario e nei rapporti tra le Nazioni. Quanto alla religione, essa è un lusso privato, che uno può permettersi, se vuole, ma che ovviamente deve pagare, e che non può né imporre agli altri né infastidirli praticandola lui stesso.
Le caratteristiche generali di questa grande apostasia sono identiche dovunque; ma nei particolari variano a seconda dei Paesi. Parlerò del mio Paese perché lo conosco meglio. Temo che essa avrà qui un grande seguito, anche se non si può immaginare come finirà. A prima vista si potrebbe pensare che gli Inglesi siano troppo religiosi per un modo di pensare che nel resto del continente europeo appare fondato sull’ateismo; ma la nostra disgrazia è che, nonostante, come altrove, conduca all’ateismo, qui esso non nasce necessariamente dall’ateismo. Occorre ricordare che le sette religiose, comparse in Inghilterra tre secoli fa e oggi così forti, si sono ferocemente opposte all’unione della Chiesa e dello Stato e vorrebbero la scristianizzazione della monarchia e di tutto il suo apparato, sostenendo che tale catastrofe renderebbe il cristianesimo più puro e più forte. Il principio del liberalismo, poi, ci è imposto dalle circostanze stesse. Consideriamo le conseguenze di tutte queste sette. Con tutta probabilità esse rappresentano la religione della metà della popolazione; e non dimentichiamo che il nostro governo è una democrazia. È come se, in una dozzina di persone prese a caso per la strada e che certamente hanno la loro quota di potere, si trovassero fino a sette religioni diverse. Ora come possono trovare unanimità di azione in campo locale o nazionale quando ciascuna si batte per il riconoscimento della propria denominazione religiosa? Ogni decisione sarebbe bloccata, a meno che l’argomento religione non venga del tutto ignorato. Non c’è altro da fare. E in terzo luogo, non dimentichiamo che nel pensiero liberale c’è molto di buono e di vero; basta citare, ad esempio, i principi di giustizia, onestà, sobrietà, autocontrollo, benevolenza che, come ho già notato, sono tra i suoi principi più proclamati e costituiscono leggi naturali della società. È solo quando ci accorgiamo che questo bell’elenco di principi è inteso a mettere da parte e cancellare completamente la religione, che ci troviamo costretti a condannare il liberalismo. Invero, non c’è mai stato un piano del Nemico così abilmente architettato e con più grandi possibilità di riuscita. E, di fatto, esso sta ampiamente raggiungendo i suoi scopi, attirando nei propri ranghi moltissimi uomini capaci, seri ed onesti, anziani stimati, dotati di lunga esperienza, e giovani di belle speranze. [..]

101 commenti:

  1. <span>, a Radio Maria un tronfio conduttore pontificava proclamando il card. Newman un "cattolico liberale" che avrebbe aperto la strada alle conquiste del Concilio.</span>
    ------------------------
    visto di che stoffa è fatta Radio Maria  ?
    questa beatificazione svela i pensieri occulti di molti fieri e convinti "cattolici rispettosi" della Tradizione e del Depositum fidei !
    *DONT_KNOW*

    RispondiElimina
  2. Sig. Cartina, è il solito discorso dei puntini neri sulla tela bianca. L'occhio cade sui puntini, ma la tela di Radio Maria non è tutta nera.... mi spiace, è fuori strada!

    RispondiElimina
  3. più che altro, essa rispecchia bene la Chiesa conciliare dell'et-et, con le sue mille contraddizioni !

    RispondiElimina
  4. <span>Anche in Nazioni separate dalla Chiesa, come nella mia, quand’ero giovane valeva ancora il detto: “Il cristianesimo è la legge del Paese”. </span>
    <span>Ora questa struttura civile della società, che è stata creazione del cristianesimo, sta rigettando il cristianesimo. </span>

    RispondiElimina
  5. davvero ispirato e impressionante questo biglietto, soprattutto nel passaggio nel quale Newman chiama Grande Apostasia la dilagante diffusione mondiale del liberalismo religioso (o dovremmo dire Modernismo?)

    "Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio." II Tessalonicesi

    RispondiElimina
  6. e così anche grazie all'adesione a quell'ideologia tanti cattolici, nelle parole e opere, sono diventati "sale scipito" !

    RispondiElimina
  7. Caro Marco, a me piace Radio Maria e la seguo molto, ma lei provi a pensare a queanta gente SEMPLICE, ascoltando, perseguirà quei puntini NERI spacciandoli per verità.... ;)

    RispondiElimina
  8. Ho fatto un breve excursus tra alcuni parroci di mia vecchia conoscenza, sacerdoti e catechisti..... ho appreso che nessuno di loro che per altro sono impegnati in Parrocchie, sta seguendo i discorsi del Pontefice in questi giorni.... generalmente non sanno neppure cosa dice il mercoledì... qualcuno mi ha risposto " sta parlando alla Chiesa in Inghilterra, NON MI RIGUARDA, mentre lui fa il suo mestiere, io faccio il mio..."
    Ho chiesto anche se avessero poi l'intenzione di aggiornarsi di questo magistero, la risposta è stata: "dipende se ciò rientrerà negli INTERESSI di ciò che devo fare..."
    A riguardo della beatificazione di Newman mi sono sentita rispondere: "se dovessi seguire tutti i santi e beati che il Papa proprone non avrei più il tempo per fare ciò che devo fare!"
    alla mia osservazione che una cosa non esclude un altra visto che siamo nel Cattolicesimo, ossia UNIVERSALITA' della Chiesa, la risposta è stata: "AI GIOVANI NON INTERESSANO figure di persone che non hanno vissuto il LORO problemi di oggi...." *DONT_KNOW*

    Insomma....sfido a fare una ricerca nelle nostre Parrocchie e fra i "gruppi" per verificare quanti di questi stanno ASCOLTANDO IL PONTEFICE.... il risultato sarebbe molto deludente e se Radio Maria che è una fonte diretta con molti fedeli che diversamente non potrebbero sapere cosa dice il Papa, finiscono per INTERPRETARE questi momenti per continuare a seminare il proprio relativsimo e le proprie OPINIONI, il seme gettato dal Papa stenterà a mettere radici...

    RispondiElimina
  9. Capo cosparso di cenere ...19 settembre 2010 alle ore 09:25

    Chi ha paura della Libertà?
    IL Card. Newman, strenuo amante della Verità, non poteva non testimoniare il fatto che la Verità lo aveva liberato! Definire il Card. Newman un cattolico liberale ( al netto dell'ipocrisia libertaria) non solo è giusto ma anche doveroso verso colui che più di altri ha testimoniato come per progredire nell'unità e nell'universsalità non si possa non partie dalla Libertà immersa nella Verità.
    Buona Domenica

    RispondiElimina
  10. brava Caterina !
    è il solito discorso: "verba volant, exempla trahunt!"; ma se le parole vengono da uno che insegna con autorità, si tratta di parole che fanno da<span> esempio docente !</span>
     i media sono CATTEDRE: qui <span>le parole fanno scuola</span>, una scuola seguitissima, quella di Radio Maria, dai semplici fedeli, spesso inermi di fronte ad affermazioni fuorvianti dalla Dottrina perenne, perchè non-formati più ad essa, e poco forniti di strumenti per discernere il vero dal falso, tenendo conto dei tempi di "inclusività" (indistinzione) in cui viviamo, volenti o nolenti.....

    RispondiElimina
  11. <span>brava Caterina !  
    è il solito discorso: "verba volant, exempla trahunt!"; ma se le parole vengono da uno che insegna con autorità, si tratta di parole che fanno da<span> esempio docente !</span>  
     i media sono CATTEDRE: e qui <span>le parole fanno scuola</span>, una scuola seguitissima, quella di Radio Maria, dai semplici fedeli, spesso inermi di fronte ad affermazioni fuorvianti dalla Dottrina perenne, perchè non-formati più ad essa, e poco forniti di strumenti per discernere il vero dal falso, tenendo conto dei tempi di "inclusività" (=indifferentismo e indistinzione relativista e soggettivista) in cui viviamo, volenti o nolenti.....</span>

    RispondiElimina
  12. come, doveroso  ? ! ?   =-O
    ......ahh, ci risiamo : è Bartimeo che parla....
    normale, allora: sentiremo di peggio....   *DONT_KNOW*

    RispondiElimina
  13. I progressisti hanno bisogno, come un corpo ha bisogno dell'aria, di trovare sempre più personaggi di peso da additare come precursori delle "conquiste" ottenute col Vaticano II; ciò che essi han costruito è talmente fragile che han bisogno di colonne che lo reggano. Hanno bisogno di "profeti" del postconcilio.

    Il Beato Newman non poteva certo fare eccezione. Nonostante abbia il gran "difetto" di essersi convertito.

    Recentemente tra questi precursori e questi profeti qualcuno ha pure arruolato Martin Lutero!

    Però, se  Newman c'entra tanto quanto i cavoli a merenda, Lutero non mi sembra poi così fuori posto...... anzi, a ben guardare il postconcilio, forse, ci sta propio bene....

    ;)

    RispondiElimina
  14. <span> qualcuno ha pure arruolato Martin Lutero!  </span>
       altro che qualcuno !.... in realtà ci sono molti vescovi, teologi e loro allievi tra quei "qualcuno" !
    e i parrocchiani, affascinati, ripetono, ripetono le loro grandi riscoperte come nuove verità da seguire, secondo il luminoso futuro "dis-velarsi" e "di-venire" della Verità (non più)eterna !
    :(
    .....e le pecore disperse non riescono più a distinguere la Voce del Buon Pastore che indica l'Unico vero Ovile in cui rientrare o rimanere protetti, mentre Lui va a cercare quelle smarrite
    (anzi: "smarrite", ORMAI, che significa ?....se anche quelle "di fuori" stanno già diversamente-dentro?....)

    RispondiElimina
  15. Tocca un punto dolente, Caterina. L'espressione più locale e immediata della Chiesa, le parrocchie, agisce spesso nella completa indifferenza, quando non in aperta ostilità, verso le indicazioni del Pontefice, cosicché si ha l'impressione che ciascuno faccia chiesa a sé, al massimo disciplinandosi alle direttive del proprio datore di lavoro, l'episcopo-papetto. Vero è però che l'ostilità e l'indifferenza che Benedetto XVI incontra negli ambienti clericali - che, non dimentichiamolo, sono stati e sono i grandi artefici del disastro - trova immediata correlazione con l'affetto, l'attenzione e il sostegno che questo Papa trova presso molta parte dei laici, persino in società in cui domina il secolarismo terminale.

    RispondiElimina
  16. certo che i progressisti/modernisti ne dicono  di  bugie...un ulteriore esempio, se mai ce ne fosse bisogno, di quanto non siano altro che dei volgari impostori per coloro che li sanno smascherare e dicono la verità. Ma che faccia tosta che hanno! >:o (per non dire altro..)...nel "biglietto" di J.H. Newman si afferma l'esatto contrario. I modernisti usano il solito vecchio trucco per seminare imposture e falsificazioni, cercano di appropriarselo sicuri che tanto la gente semplice non va alle fonti o non ha il tempo e le capacità di approfondire la questione...

    RispondiElimina
  17. E' tutto calcolato, anche adesso prima dell'inizio della Messa, il giornalista vaticano ha detto le stesse cose: "precursore del V2 e del liberismo religioso"!

    RispondiElimina
  18. E le chierichette adolescenti,nella processione che portava il Santissimo all`Altare per l`Adorazione,  e poi ai piedi dell`Altare, a lato del Santo Padre, tutto ok?

    RispondiElimina
  19. C'è stata una folata di vento anomala. Un sacerdote si è grattato il palmo della mano
    Le esegete e custodi della dottrina qui presenti spero vogliano darci la corretta interpretazione dei fatti e spiegare se gli stessi sono in continuità con l'eterno e immutabile magistero della chiesa.

    RispondiElimina
  20. Cara Luisa,
    L'ho viste...NON ERANO CHIERICHETTE come non lo sono stamani alla Messa in diretta..... ;)
    ieri sera reggevano i candelieri e basta.... come due angeli posti al fianco del Santissimo, non mi sembra anomalo....
    anche stamani alla Messa che sta seguendo le due ragazze reggono semplicemente la Mitria e il Pastorale del Pontefice:
    http://cache.daylife.com/imageserve/0bXf4GIb1VfL3/x610.jpg 
    non mi sembra così scandaloso suvvia... non sono chierichette che stanno servendo all'Altare... c'è una bella differenza, hanno agito con un certo compromesso ai margini di una certa leicità.... piuttosto NON AVREI MESSO LORO LA TALARE NERA....questa si, confonde i ruoli e li accomuna... *DONT_KNOW*  mons. Guido Marini, faccia qualcosa in futuro....

    Caro er tripparolo..... la folata di vento anomala c'è stata 48 anni fa....e non portò nulla di buono altrimenti tutta sta fatica di Benedetto XVI non avrebbe alcun senso.... ;)
    il prurito alle mani, secondo trinità di Terence Hill significa desiderio di impugnare la pistola e fare giustizia.....
    Quanto ciò sia conforme o meno al bimillenario Magistero ecclesiale, lo lasceremo decidere ai posteri....ciò che possiamo dire è che il Papa procede un cammino di continuità, lei e chi la pensa come lei, sempre a criticare ma mai a portare un contributo alle riflessioni non lo so.... :-D
    Senza dubbio la ringrazio ugualmente, perchè anche far sorridere e strappare un sorriso di sti tempi è difficile, e lei ogni tanto ci riesce benissimo!

    Beato Newman, ora pro nobis!

    RispondiElimina
  21. Le parole del Papa all'omelia appena pronunciate:

    <span>Ed in verità, quale meta migliore potrebbero proporsi gli insegnanti di religione se non quel famoso appello del Beato John Henry per un laicato intelligente e ben istruito: “Voglio un laicato non arrogante, non precipitoso nei discorsi, non polemico, ma uomini che conoscono la propria religione, che in essa vi entrino, che sappiano bene dove si ergono, che sanno cosa credono e cosa non credono, che conoscono il proprio credo così bene da dare conto di esso, che conoscono così bene la storia da poterlo difendere” (The Present Position of Catholics in England, IX, 390). Oggi quando l’autore di queste parole viene innalzato sugli altari, prego che, mediante la sua intercessione ed il suo esempio, quanti sono impegnati nel compito dell’insegnamento e della catechesi siano ispirati ad un più grande sforzo dalla sua visione, che così chiaramente pone davanti a noi.</span>


    ebbè!! ;)

    RispondiElimina
  22. rigorosamente 'in piedi' ai quattro angoli dell'altare!!!

    RispondiElimina
  23. il vaticanista di Rai! come tutta la Rai sono infarciti di progressismo cattolico... ;)
    commenti interessanti invece dalla speaker del CTV sulla scia dell'interpretazione di Benedetto XVI attraverso i discorsi di questi giorni e la figura di Newman nella nostra attualità e sopratutto che LA LIBERTA' COSTA SACRIFICIO...per Newman non fu affatto facile il passaggio nella Chiesa Cattolica, egli fu avversato alla fine dagli uni che lo ritennero un traditore, e dai "nostri" che non si fidavano della sua conversione....ergo, ha detto, l'importanza della fedeltà di Newman ai Padri della Chiesa che furono proprio loro a convincerlo della verità perseguita dalla Chiesa di Roma...
    non scoraggiarti don Camì.... non potendo ignorare questa beatificazione, i modernisti stanno cercando di interpretarla per loro stessi...

    RispondiElimina
  24. mi sapete spiegare cosa rappresenta la settima candela DAVANTI al crocifisso su ogni altare delle celebrazioni?

    RispondiElimina
  25. P.S.
    comunque ringraziamo il Cielo e il neo Beato....le attese devastanti novità annunciate nei giorni scorsi, che sarebbero dovute avvenire durante questa Liturgia, non sono avvenute....
    ;)

    RispondiElimina
  26. <span>mi sapete spiegare cosa rappresenta la settima candela DAVANTI al crocifisso su ogni altare delle celebrazioni?</span>

    RispondiElimina
  27. Sono più intransigente di te, cara Caterina, io lo trovo anomalo, chi guarda non fa tante sottili distinzioni, un passo dopo l`altro, una porta che si apre dopo l`altra, una concessione e un compromesso dopo l`altro, abbiamo visto, vediamo e vedremo nella realtà quali ne sono state, sono  e saranno le conseguenze.

    RispondiElimina
  28. ...da quel che ho appreso catecheticamente è che Gesù, seppur si sta facendo MEMORIA della sua morte in Croce (incruenta) Egli è LA LUCE....in tal senso da sempre la Chiesa ha messo da dietro il Crocefisso un cero, una candela a specificare questa realtà... che noi non stiamo celebrando "un morto"... ma Cristo LUCE DEL MONDO...
    nella foto si vede che stavolta hanno fatto un errore, io credo, il Crocefisso doveva essere rivolto verso il celebrante e non come da foto....la candela così rifulge da dietro, irradiandosi verso tutti...
    in tutte le altre Messe celebrate dal Papa infatti, il Crocefisso è rivolto verso di lui che celebra...

    riguardo a disposizioni canoniche-liturgiche non ne conosco la "legge" ;) , lascio alla tastiera a chi ne sa di più...

    RispondiElimina
  29. La gente semplice non andrà alle fonti e non avrà le capacità ma allora i sacerdoti che ci stanno a fare? cominciassero di nuovo dai fondamentali... che sarebbe ora!

    RispondiElimina
  30. se hai l'originale (Cristo Signore sulla Croce) che bisogno hai di mettere in evidenza il simbolo della luce?
    Del resto ci sono le altre sei candele, che insieme alla Croce di Cristo Centrale ricostruiscono la menorah,
    Inoltre sull'Altare si celebra il sacrificio, non si fa 'memoria' della Risurrezione che è un FATTO, nel quale il sacrificio introduce anche noi!

    RispondiElimina
  31. Ho appena visto la Santa Messa da Birmingham:

    CHI può spiegarmi  la presenza di  quelle due giovani donne con una stola  dorata, già prima nello spazio sacro, e poi subito dietro il Papa nella processione di uscita dopo la Santa Messa?
    Non l`ho mai visto, la confusione è immensa.

    RispondiElimina
  32. Luisa....finchè ci sarà la Messa NOM questi percioli ci saranno sempre...starà a noi arginare i pericoli della deriva spiegando con infinita pazienza quali siano i limiti, sta ai Sacerdoti mantenersi sobri in queste scelte...sta  ai Vescovi VIGILARE...noi facciamo la nostra piccolissima parte, ognuno faccia la sua...e ritorniamo alla Messa di sempre così queste ambiguità si elimineranno....il Papa ci ha lasciati liberi di scegliere? approfittiamone...
    Tuttavia non sarei così pessimista.... credo che la lezione l'abbiamo imparata, gli errori di oggi non sono novità di "oggi" ma sempre di 40 anni fa.... ;)

    RispondiElimina
  33. ....NON E' UNA STOLA!!!! ;)

    RispondiElimina
  34. Ho notato che BENEDETTO XVI all' ELEVAZIONE DELLE DUE SPECIE NON LE MOSTRA ai quattro punti dell' ORBE come invece facevano i SOMMI PONTEFICI E GPII fino all' impedimento della malattia ..........

    qualcuno puo' dare spiegazioni ??

    RispondiElimina
  35. Perché vi ostinate a guardare le trasmissioni con i commenti ( quelli Rai i peggiori seguono gli altri, che non scherzano)? Collegatevi al satellite e scegliete l'opzione senza commenti, solo l'audio originale. Ne trarranno vantaggio le orecchie e il fegato:

    RispondiElimina
  36. Sono vimpe, servono per toccare le insegne dei vescovi sono rettangoli lunghi di tessuto che si pongono sulle spalle.In passato ai pontificali queste vimpe erano indossate solo da chierici, i chierici porta insegne, e servivano dette vimpe a sorreggere la mitria , il pastorale la bugia e il libro, nei pontificali al trono erano questi chierici dotati di piviale. Nelle messe papali erano dei prelati a solgere questo ruolo di ''chierici porta insegne''. Nella messa di oggi le vimpe erano indossate da due ragazze, una portava la mitria el'altra il pastorale del papa.L'analfabetismo liturgico regna ormai sovrano, lo stesso Marini nuovo è un analfabeta liturgico. Pochi anni di disuso della vecchia liturgia e siamo diventati una babele rubricale. Oggi una ragazza e non un cappellano pontificio regge le insegne del Pastore Universale.Messe brutte, gli anglicani, durante la cerimonia ecumenica nella loro  cattedrale avevano più smalto liturgico di noi che, dopo il giro di vite bugniniano montinico, non abbiamo più una liturgia seria e presentabile.

    RispondiElimina
  37. L'interpretazione allegorica data da Caterina al settimo candeliere è indubbiamente interessante, ma liturgicamente le origini e i significati sono diversi. Sette erano le regioni, (noi oggi le chiameremmo parrocchie) in cui in antico era divisa Roma; e alla messa papale interveniva  anche un diacono e un  suddiacono (oltre al clero) da ogni regione  portando ognuno un candelabro. Ecco l'origine dei sette candelabri. Tale numero pertanto indicava la pienezza del potere del papa; per estensione tale numero di candele lo si usa anche dal vescovo, ma solo quando celebra solennemente dentro i confini della propia giurisdizione. In ultima analisi quindi le sette candele sono anche segno di giurisdizione.

    RispondiElimina
  38. <span>L'interpretazione allegorica data da Caterina al settimo candeliere è indubbiamente molto bella e interessante. Liturgicamente invece  le origini e i significati sono diversi. Sette erano le regioni, (noi oggi le chiameremmo parrocchie) in cui in antico era divisa Roma; e alla messa papale interveniva  anche un diacono e un  suddiacono (oltre al clero) da ogni regione  portando ognuno un candelabro. Ecco l'origine dei sette candelabri. Tale numero pertanto indicava la pienezza del potere del papa; per estensione tale numero di candele lo si usa anche dal vescovo, ma solo quando celebra solennemente dentro i confini della propia giurisdizione. In ultima analisi quindi le sette candele sono anche segno di giurisdizione.</span>

    RispondiElimina
  39. Non due...tre e tutte in piedi ! 

    RispondiElimina
  40. Giusto, ottima spiegazione pertinente, il settimo candeliere è un privilegio dei vescovi che celebrano pontificalmente. Inoltre c'è anche il valore numerologico del ''sette'' come numero biblico perfetto, sette sono i giorni della Creazione e si esprime con questo numero la pienezza.

    RispondiElimina
  41. grazie della tua precisazione :)

    RispondiElimina
  42. <span>grazie della tua precisazione </span>
    abbiamo sempre qualcosa da imparare

    RispondiElimina
  43. ......la settima candela....significa anche...la messa pontificale.....

    RispondiElimina
  44. Però se questi "errori", frutto di compromessi, si commettono là dove c`è il Papa, in presenza del Papa, come vai poi a dire a chi li commette altrove che non si fanno, che sono errori da evitare?
    "Come, ma se lo fa il Papa",  ti verrà risposto, "se il Papa lo ha accettato", tutto è ok, tutto è normale!

    RispondiElimina
  45. Poco importa Caterina, il fedele comune, quelle distinzioni non le fa!
    Non è una stola? OK, avrà un altro nome, era dorata, su questo penso siamo d`accordo, avrà un significato nella Liturgia o no?
    E poi che ci facevano quelle giovani donne subito dietro il Papa?
    Il fedele comune che cosa credi che avrà percepito, integrato, vedendo quelle immagini? 

    RispondiElimina
  46. Grazie ospite! Il mio italiano liturgico si arrichisce grazie a lei e mi confermo nella mia intuizione, e malgrado la mia ignoranza, che quelle donne avevano una funzione devoluta ai chierichetti!
    Sono molta sorpresa che mons. Marini lo abbia accettato.

    RispondiElimina
  47. Comunque io mi chiedo: ma in Gran Bretagna sono proprio messi così male per non avere dei seminaristi per servire alle cerimonie liturgiche?

    RispondiElimina
  48. La settima candela si mette quando a celebrare è il vescovo della diocesi o il Santo padre ed indica la pienezza del sacerdozio. La settima candela si usa sia nel rito romano antico, si può usare anche nel rito di Paolo VI, di fatto però è con Papa benedetto che è stata ripristinata.
    Qualche esperto di liturgia potrà precisare meglio meglio.

    RispondiElimina
  49. qualche seminarista è rimasto, ma non vorrai paragonare  un maschietto, per quanto carino, con l'effetto che fa una bella ragazza, magari con un filo di trucco?
    La ragazza è  decisamente più trendy!

    E in ultima analisi il fine della nuova liturgia è propio questo: essere, o almeno apparire, trendy, fashion! 
    :-P

    RispondiElimina
  50. Sull'altare non si fa memoria della risurrezione? E la preghiera del canone (anche del canone romano) dopo la consacrazione?

    RispondiElimina
  51. Tutto assolutamente vero, ma chi è stato, oltre all'Italia, l'altro firmatario degli "accordi di Villa Madama" che, innovando sul precedente Concordato, esplicitamente rinunziava alla qualifica del cattolicesimo quale "religione di Stato" (per quanto riduttivamente questa nozione potesse essere interpretata) ?

    RispondiElimina
  52. Quiz delle mille pistole19 settembre 2010 alle ore 15:38

    <span>Tutto assolutamente vero, ma chi è stato, oltre all'Italia, l'altro firmatario degli "accordi di Villa Madama" che, innovando sul precedente Concordato, esplicitamente rinunziava alla qualifica del cattolicesimo quale "religione di Stato" (per quanto riduttivamente questa nozione potesse essere interpretata) ?</span>

    RispondiElimina
  53. Quiz delle mille pistole (ancora più difficile)19 settembre 2010 alle ore 15:41

    E chi fu quel politico democristiano che - come risulta anche dai resoconti verbali dell'Assemblea Costituente - si fece garante presso gli Stati Uniti d'America, affinché, nella Costituzione italiana, assolutamente non si desse luogo ad alcun elemento di confessionalità?

    RispondiElimina
  54. I quesiti di cui sopra per significare: nulla accade mai per caso, nè, tanto meno, a causa di oscure congiure, ma i fatti camminano, quasi sempre, sulle gambe dell'incoerenza morale dei soggetti che avrebbero avuto il dovere etico di agire in tutt'altra maniera.

    RispondiElimina
  55. Eh certo, i cattolici si dimostrarono così poco fiduciosi della conversione del Beato, da insignirlo addirittura della porpora cardinalizia; questa affermazione, forse, per il fatto che ,dopo il Concilio Vaticano II, si è iniziato a procedere così ? Effettivamente, a giudicare da talune delle nomine postconciliari, si sarebbe davvero portati a sospettarlo ... 

    RispondiElimina
  56. cerdo che l' 'in memoriam' dell'Unde et memores... non abbia lo stesso significato attribuito dal Signore alle parole "ogni volte che farete questo lo fate in meoria di me" Infatti nelle messa si ri-presenta al Padre il Sacrificio di Cristo e si riproduce quel fatto, cioè il sacrificio che si riattualizza per noi... Ma non possiamo pensare che si fa memoria nel senso di riattualizzare la Risurrezione, perché la Risurrezione E' e basta... 

    RispondiElimina
  57. <span>credo che l' 'in memoriam' dell'Unde et memores... non abbia lo stesso significato attribuito dal Signore alle parole "ogni volta che farete questo lo fate in meoria di me" </span>
    <span>Infatti nella S. messa si ri-presenta al Padre il Sacrificio di Cristo e si riproduce quel fatto, cioè il sacrificio che si riattualizza per noi... Ma non possiamo pensare che si fa memoria nel senso di riattualizzare la Risurrezione, perché la Risurrezione E' e basta... </span>

    RispondiElimina
  58. <span><span>credo che l' 'in memoriam' dell'Unde et memores... non abbia lo stesso significato attribuito dal Signore alle parole "ogni volta che farete questo lo fate in memoria di me" </span>  
    <span>Infatti nella S. messa si ri-presenta al Padre il Sacrificio di Cristo e si riproduce quel fatto,cioè il sacrificio che si riattualizza per noi... Ma non possiamo pensare che si fa memoria nel senso di riattualizzare la Risurrezione, perché la Risurrezione E' e basta... </span></span>

    RispondiElimina
  59. Non è di certo la chiesa conciliare ad essere la chiesa dell' et-et.
    E' la Santa Apostolica e Cattolica ad essere la chiesa dell' et-et. Da sempre.

    Detto questo, la frase di Newman sulla coscienza è un capolavoro di una profondità clamorosa che mostra la grandissima umanità della fede cristiana, che non si fonda, nei suoi comandamenti, su invenzioni umane, ma sulla coscienza di ognuno, illuminata dalla rivelazione.

    Come stupenda è a riguardo la catechesi di San Josemaria Escrivà sulla libertà delle coscienze.

    Ovviamente tutto questo vale per chi legge senza anteporre la propria di "coscienza" al senso della chiesa.

    RispondiElimina
  60. Lutero ? Repetita iuvant  ( aut taedio afficiunt) : Le "cattoliche" Edizioni Paoline, pubblicarono  anni fa - e non so se lo ristampano ancora - il commento alla Lettera ai Romani  con tanto di battage pubblicitario e cicli di conferenze , ricordo benissimo, volte a rivalutare l'eresiarca germanico.

    RispondiElimina
  61. Caro Quiz, mi permetto di formularti un quesito: Qual'era il Regno che all'art. 1 del suo Statuto definiva quella Cattolica la Religione di Stato, al centro della sua bandiera aveva una croce, ma perseguitò la Chiesa usurpando il Papa, arrestando i Vescovi, sopprimendo gli ordini religiosi?

    RispondiElimina
  62. fino al 1962 la Chiesa Cattolica non includeva le dottrine eretiche o manipolatrici di Vangelo e dogmi (v. NC) a pari merito accanto alla Verità e alla Dottrina bimillenaria !
    fino al 1962 la Chiesa usava il rigore contro ogni forma di eresia e deviazione dal Magistero inalterrabile, usando correzioni e, ove necessario, anatemi e scomuniche, con linguaggio INEQUIVOCABILE: dopo, non più, eccezion fatta per mons. Lefebvre e la FSSPX !
    fino al 1962 la Chiesa usava il linguaggio del SI' SI' NO NO: dopo ha iniziato a usare il NI ED IL "MAANCHE", ed il vero che INCLUSIVAMENTE "accoglie" il "diversamente vero", senza chiamarlo più "FALSO" ! Essa fa omaggio alla grande al politically correct nei confronti della Verità, dimenticando spessissimo che "Nessuno può servire due padroni! !

    RispondiElimina
  63. <span>fino al 1962 la Chiesa Cattolica non includeva le dottrine eretiche o manipolatrici di Vangelo e dogmi (v. NC) a pari merito accanto alla Verità e alla Dottrina bimillenaria !  
    fino al 1962 la Chiesa usava il rigore contro ogni forma di eresia e deviazione dal Magistero inalterabile, usando severe e pronte correzioni e, ove necessario, anatemi e scomuniche, con linguaggio INEQUIVOCABILE: dopo quella data, non più, eccezion fatta per mons. Lefebvre e la FSSPX !  
    fino al 1962 la Chiesa usava il linguaggio del SI' SI' NO NO: dopo ha iniziato a usare il NI ED IL "MA-ANCHE", ed il Vero che INCLUSIVAMENTE "accoglie" il "diversamente vero", senza chiamarlo più "FALSO" ! Essa ormai fa omaggio alla grande al politically correct nei confronti della Verità, dimenticando spessissimo che "Nessuno può servire due padroni" !</span>

    RispondiElimina
  64. Non ho visto, ma penso che sia la vimpa un velo che usano gli accoliti quando sorreggono la mitria e il pastorale del vescovo per non toccarli con le mani. Una vera sciocchezza dopo la riforma: tutti toccano con le mani il Corpo di Cristo, ma la mitria e il pastorale sono della persona sacra del vescovo, solo lui può toccarli, perbacco!!

    RispondiElimina
  65. Tutto vero, si dovrebbe però considerare, per estrema sintesi, come lo Statuto Albertino costituisse una "carta ottriata" (una concessione del Sovrano al suo popolo), la quale era quindi espressiva dell'originario intendimento dei Re di Sardegna, ma era, altresì "costituzione flessibile", vale a dire di contenuto derogabile da qualsiasi atto di legislazione ad essa successivo; tuttavia, al suo interno, la determinazione dell' "indirizzo politico generale" veniva demandato ad una camera elettiva (la funzione del Senato di nomina, veniva prevalentemente intesa come quella di una "assise ritardatoria" e la "sanzione regia" alle Leggi come un "atto dovuto") la quale, quindi, poteva deliberare a proprio assoluto talento, indipendentemente dalle esplicite statuizioni dello Statuto. Questo il tratteggio del contesto giuridico generale. Infatti, dal carteggio intercorso fra Vittorio Emanuele II e Pio IX, integralmente pubblicato negli anni '70, chiaramente emerge - al di là dell'apologetica risorgimentale - il fatto di come il futuro Sovrano d'Italia fosse, di fatto, ostaggio della linea politica dei "suoi" governi, assolutamente non condividendone l'indirizzo che, pure, in forza del giuramento prestato allo Statuto era obbligato a secondare e, ben consapevole di ciò, il Pontefice non procedesse ad una sua scomunica. Per inciso, differente l'azione del re Umberto I che, in pratica, tentando d'interpretare - implicitamente ed in filigrana - la "forma di governo" italiana come "costituzionale pura", in luogo che come "parlamentare", in certo qual modo riuscì ad esercitare (a fasi alternanti) una certa qual influenza sulle compagini di governo (pur continuando a considerare la "sanzione regia" alle Leggi, indipendentemente dal loro contenuto, come "atto dovuto").

    In ogni caso, la dottrina costituzionalistica aveva espresso l'opinione abbastanza comune circa il fatto che la riproduzione dell'art.1 dello Statuto nei Patti Lateranensi, avesse importato un nuovo e superiore vigore alla proposizione costituzionale in oggetto e, effettivamente, il tenore della legislazione successiva aveva avuto a corroborare tale linea interpretativa.

    RispondiElimina
  66. <span>Tutto vero, si dovrebbe però considerare, per estrema sintesi, come lo Statuto Albertino costituisse una "carta ottriata" (una concessione del Sovrano al suo popolo), la quale era quindi espressiva dell'originario intendimento dei Re di Sardegna, ma era, altresì "costituzione flessibile", vale a dire di contenuto derogabile da qualsiasi atto di legislazione ad essa successivo; tuttavia, al suo interno, la determinazione dell' "indirizzo politico generale" veniva demandato ad un governo totalmente dipendente da una camera elettiva (la funzione del Senato di nomina, veniva prevalentemente intesa come quella di una "assise ritardatoria" e la "sanzione regia" alle Leggi come un "atto dovuto") la quale, quindi, poteva deliberare a proprio assoluto talento, indipendentemente dalle esplicite statuizioni dello Statuto. Questo il tratteggio del contesto giuridico generale. Infatti, dal carteggio intercorso fra Vittorio Emanuele II e Pio IX, integralmente pubblicato negli anni '70, chiaramente emerge - al di là dell'apologetica risorgimentale - il fatto di come il futuro Sovrano d'Italia fosse, di fatto, ostaggio della linea politica dei "suoi" governi, assolutamente non condividendone l'indirizzo che, pure, in forza del giuramento prestato allo Statuto era obbligato a secondare e, ben consapevole di ciò, il Pontefice non procedette mai ad una sua scomunica. Per inciso, differente l'azione del re Umberto I che, in pratica, tentando d'interpretare - implicitamente ed in filigrana - la "forma di governo" italiana come "costituzionale pura", in luogo che come "parlamentare", in certo qual modo riuscì ad esercitare (a fasi alternanti) una certa qual influenza sulle compagini di governo (pur continuando a considerare la "sanzione regia" alle Leggi, indipendentemente dal loro contenuto, come "atto dovuto").  
     
    In ogni caso, la dottrina costituzionalistica aveva espresso l'opinione abbastanza comune circa il fatto che la riproduzione dell'art.1 dello Statuto nei Patti Lateranensi, avesse importato un nuovo e superiore vigore alla proposizione costituzionale in oggetto e, effettivamente, il tenore della legislazione successiva aveva avuto a corroborare tale linea interpretativa.</span>

    RispondiElimina
  67. Era Paolo Sorbi (ieri in LC, oggi neocon) il commentatore di Radio Maria? Se era lui, allora non c'è da stupirsi. 
    Inoltre, sarebbe ora che si cominci a smontare anche la leggenda, ben più radicata, di un Rosmini liberale, ampiamente diffusa in ambienti clerico-moderati o clerico-conservatori (vedi il defunto Cossiga o il sociologo Gianfranco Morra). Come hanno mostrato studiosi seri quali il padre rosminiano Giuseppe Bozzetti e il laico Pietro Piovani chi parla di un Rosmini "cattolico liberale" non sa cosa siano né il cattolicesimo né il liberalismo.

    RispondiElimina
  68. ha detto don Gianluigi:

    <span>Non ho visto, ma penso che sia la vimpa un velo che usano gli accoliti quando sorreggono la mitria e il pastorale del vescovo per non toccarli con le mani. Una vera sciocchezza dopo la riforma: tutti toccano con le mani il Corpo di Cristo, ma la mitria e il pastorale sono della persona sacra del vescovo, solo lui può toccarli, perbacco!!</span>
    <span></span>
    <span>**********************</span>
    <span></span>
    <span>( si era la vimpa come altri hanno sottolineato) la sua risposta è comunque da incorniciare..... ;) </span>
    <span></span>
    <span></span>

    RispondiElimina
  69. certo che no, l'hanno fatto apposta per i "tradizionalisti" ;)

    RispondiElimina
  70. ...grazie per le precisazioni che avevo appun to richiesto.... ;)

    RispondiElimina
  71. A tratti viene la nausea lo stesso, ma almeno ci risparmiamo il vomito.

    RispondiElimina
  72.                E' bene ripeterlo per non sbalordire nessuno: l'essenza del sacrificio di Cristo è nell'oblazione della vittima immolata, e percio' /  la sola passione e morte di Cristo E' il sacrificio propriamente detto. / Le altre azioni furono preparazione  (remota o immediata)  o complemento: così la Risurrezione e l'Ascensione sono complemento del Sacrificio propriamente detto. Adios.

    RispondiElimina
  73. Una cerimonia con luci e ombre. Un po' solenne liturgia, con tanto di Kyrie Orbis Factor (in molte messe N.O. il Kyrie è assurto ormai a contentino per il pubblico tradizionalista), un po' musical, con inauditi intarsi in precario equilibrio tra inni da college, musica di corte e canti conviviali (c'era anche un pasciuto giovane dall'aspetto di un irlandese in ghingheri per la festa di compleanno al pub), un po' circo Barnum, con chierichette implumi, negrette-leggio, signore dalle unghie lapislazzulo, ottuagenari tripodi. Il messodromo, insomma, si è rivelato pienamente confacente alla sua destinazione di immane contenitore universale.

    RispondiElimina
  74. Qualche timido passo avanti si è visto. Diciamo che stiamo uscendo dalla natural burella, ancora vivi gli echi delle orride adunate spettacolo (gig) che erano diventate un marchio di fabbrica dello scorso pontificato, e comincia a profilarsi il tremolar della marina. Con l'immane montagna purgatoriale da scalare pazientemente.

    RispondiElimina
  75. Per Caterina63

    si sta per tirare le somme.
    Tu da che parte vuoi stare?
    Riflettici perchè mi sembra che qualche distanza la stai prendendo e qualche lumicino ti si sta accendendo.
    Poi fai tu.

    RispondiElimina
  76. *DONT_KNOW*  ECCO IL DANNO....
    guardate questa foto:
    http://cache.daylife.com/imageserve/0g9hcO5d0c8w3/610x.jpg

    il bambino è andato dal sacerdote che distribuiva la Comunione CON LE BRACCIA INCROCIATE SUL PETTO....questo atteggiamento è molto usato in questi Paesi dove l'Ecumenismo ha permesso che fedeli di altre comunità cristiane NON cattoliche, partecipino alle Messe Cattoliche e poichè non possono ricevere l'Eucarestia, vengono istruiti di presentarsi alla Comunione con le braccia incrociate sul petto, il Sacerdote da loro una benedizione e li segna con una crocetta sulla fronte senza dare ovviamente la Sacra Particola....
    qui dalla foto, a parte il fatto che il bambino è molto piccolo, ma deve aver imitato un adulto, buona grazia della nonna e della madre (così sembra dall'età delle due donne ) che INTERVENGONO per fermare tale profanazione.... ma il sacerdote è partito in quarta...

    Oggi ho visto nella diretta molte persone NON prendere l'Eucarestia ma farsi...benedire.... tuttavia mi chiedo... quanti avranno rispettato o rispettano, ANCHE FRA CATTOLICI DIVORZIATI E RISPOSATI.... una simile situazione?
    Devo dire che mi sono sembrati più seri i cristiani NON cattolici, se ne vedevano molti accostarsi al Sacerdote con le braccia incrociate sul petto E A FARE LA FILA....c'era più compostezza fra loro che non fra i cattolici che ridendo e alla chitichella ricevevano l'Eucarestia SULLE MANI.....

    RispondiElimina
  77. Sembra vedere kiko da piccolino  :-D

    RispondiElimina
  78. :-D  Confesso che la domanda non l'ho capita....comunque io sto con il Papa....sono gli altri che NON stanno con lui..... :-D
    lo abbiamo detto poi mille volte, stare con il Papa non significa tacere, al contrario.....e sto con quel Concilio che ha voluto che questo sistema di continuità e discontinuità animasse allegramente le nostre giornate...... ;)

    RispondiElimina
  79. Mah! Dove sta il problema? Mi sembra che ci sia un documento che dica che le donne ( e tra esse ci sono delle Sante) POSSANO SERVIRE IL CELEBRANTE!

    RispondiElimina
  80. A tripparolo ... sei sempre er meio!
    Bartimeo
    Però devo riprenderti ... perchè te la prendi sempre con il duo comareggiante? :-D :-D :-D :-D

    RispondiElimina
  81. Capo cosparso di cenere!19 settembre 2010 alle ore 21:02

    Già ... perchè qualcuno ritiene che i fedeli ( comuni) sono tutti dei co...oni incapaci di capire i gesti!
    Arroganza culturale!

    RispondiElimina
  82. Redazione di Messainlatino.it19 settembre 2010 alle ore 21:03

    Papa Benedetto non apre una porta dopo l'altra: le chiude pian piano per non provocar danni ( come fanno con le valvole delle dighe, chè altrimenti il cambiamento di pressione immediato farebbe esplodere le condotte).
    Agite piano Santo Padre!

    Sebastiano P.

    RispondiElimina
  83. Le consiglio di leggere quello che ho scritto, non partire per la tangente parlando d' altro e leggersi il vangelo di oggi. Calendario tradizionale ovviamente.

    RispondiElimina
  84. Sottolinerei la riflessione della Redazione:


    <span>Papa Benedetto non apre una porta dopo l'altra: le chiude pian piano per non provocar danni ( come fanno con le valvole delle dighe, chè altrimenti il cambiamento di pressione immediato farebbe esplodere le condotte).  
    Agite piano Santo Padre
    !  
     
    Sebastiano P.</span>
    <span></span>
    <span></span>

    RispondiElimina
  85. Non c'è bisogno di raccomandarglielo. Bisogna essere fiduciosi. Benedetto XVI ha il passo lento ma costante (dell'escursionista bavarese) e soprattutto ha ben chiaro quali sono i problemi e in quale direzione occorre procedere.

    RispondiElimina
  86. A parte il fatto che non mi riferivo specificamente al Papa nel mio commento, Benedetto XVI sta cercando di chiudere certe le porte come scrive lei,  Sebastiano, il problema è che non le chiude a chiave per poi tenere la chiave ben salda nelle sue mani .
    E c`è chi quella porta  la apre e passa oltre, come non fatto, come non detto, sulla porta non sta scritto "STOP da qui non si passa più ! " No, al limite sta scritto "attenzione, quella non è la strada giusta, la porta giusta,", ma chi ci fa caso? Chi teme di varcare comunque e di nuovo quella porta? 
    Tanto che cosa rischia?

    RispondiElimina
  87. Redazione di Messainlatino.it19 settembre 2010 alle ore 23:37

    Sì, era lui

    RispondiElimina
  88. Il problema delle dighe è che quando si apre una falla succede un Vajont. No sarei troppo entusisata delle vostre dighe, perchè spesso nascondono una chiusura allo Spirito, che si esprime ponendo il marchio dell'eterodoxia su ciò che no collima con le movenze e fattezze neotridentine. E' il cuore che conta no i gesti esteriori. E' tutto da dimostrare che lo stile tridentino sia OGGI il piu fedele alla teologia eucharistica. Io credo che invece allontani molti, perchè assomiglia tanto a vuoto orpello e sterile manierismo. Io credo che ci vuole la libertà dello Spirito, il Signore alla fine giudicherà lui. Togliete lo Spirito rimango solo fossili e le dighe fanno inondazioni. Pace e bene.

    RispondiElimina
  89. In realtà:
    il CVII ha aperto tante porte che prima erano ermeticamente chiuse: le porte aperte sono quelle dell<span>'ambiguità dei documenti, </span>dalle quali passa tutto e il contrario di tutto, ovvero le "diverse" ed opposte interpretazioni di dottrina, pastorale e liturgia.
    Fino a quando il Papa lascerà quelle porte aperte, ovvero <span>non scioglierà le ambiguità conciliari,</span> TUTTO continuerà a passare per quelle porte, sia cose giuste che cose errate e dannose, compreso il fumo di satana.
    Finchè il Papa non emette pronunciamenti definitivi e irrevocabili, con <span>autorità suprema e indiscutibile</span>, su ciò che del concilio si deve accettare come giusto e su ciò che si deve rigettare come errato,
    TUTTE le porte rimarranno aperte, con tutte le conseguenti possibili entrate e/o uscite.

    RispondiElimina
  90. Cara Luisa la Chiesa NON è un Soviet e il Papa non è un "castiga-matti".... ;)
    Nella Chiesa vige la LIBERTA' DI ESPRESSIONE a tal punto che è grazie a questa libertà che è nata e si è sviluppata la APOLOGETICA....
    le rammento le dispute sul giorno della Pasqua e sul ribattesimo sostenuto nientemeno che da un certo Cipriano diventato poi anche santo e Padre della Chiesa.... fu grazie a questa libertà che egli potè comprendere le ragioni del Papa al quale poi fu san Cipriano stesso a darne una profonda importanza....così come fu grazie a questa libertà che si poterono salvare centinaia di cristiani che per timore delle persecuzioni avevano abiurato alla fede cattolica....
    Insomma, ci sono tempi in cui il bastone non serve....forse di questi tempi servirebbe, io credo che il Papa lo stia usando seppur nei modi che a noi non soddisfano...
    Il rischio è sempre quello di pretendere una Chiesa come vogliamo "noi"..... il guaio di oggi e da dopo il Concilio è proprio questo: ognuno difende una propria visione di Chiesa con il rischio di una inquietudine continuata che spesso non ci fa vedere il buon lavoro che il Papa svolge... ;)

    RispondiElimina
  91. Quanto hai ragione sull`importanza del linguaggio!
    Linguaggio che veicola ideologie, valori che trasforma, che stravolge, che progressivamente, anche lentamente, ma sicuramente, cambia in profondità il pensiero e poi il comportamento o...il comportamento e poi il pensiero.
    Lo si vede nella società civile, in tanti ambiti, non ultimo quello dello statuto della famiglia, dell`etica, sconvolti in profondità.
    Quel linguaggio è entrato anche nella Chiesa, con il suo relativismo, il suo permissivismo, le sue menzogne, la sua voluta poco chiarezza, i suoi silenzi,  con i suoi NUOVI paradigmi e le sue nuove formule.
    È far prova di una grande e grave mancanza di "lunga vista" ignorare le conseguenze di un certo linguaggio che si conforma alle esigenze del momento, sempre mutabili,  credendo di essere meglio accetti, più credibili, più performanti, meno criticati...

    RispondiElimina
  92. conviene precisare che il Papa non sta chiudendo nessuna porta:
    egli ha solo dato un fausto e benvenuto AVVISO a tutto il Gregge che <span>la porta della possibilità di celebrare l</span>a Messa di sempre ERA SEMPRE rimasta APERTA: ma ha dovuto dirlo perchè la Verità era stata nascosta e travisata da 45 anni.
    Di seguito <span>e coerentemente</span> a tale avviso, ha dato l'altro avviso di "apertura" rivolto alla FSSPX che -in teoria- doveva "rientrare", ma era rimasta realmente sempre dentro, come si sta evidenziando davanti agli occhi del Gregge, che si va svegliando piano piano dalla narcosi, per prender coscienza di chi sia <span>dentro</span> e chi <span>fuori </span>della Dottrina e della Chiesa perenne.
    Ma di "chiusure" non se ne vedono affatto (basti pensare a Linz, Evreux, KI&Ca e compagnia cantante....)

    RispondiElimina
  93. Quando la "teologia eucaristica"di riferimento è quella kikiana non dobbiamo stupirci di certi commenti e riflessioni. 

    RispondiElimina
  94. precisiamo: la libertà di espressione NON può comprendere la <span>libera docenza dell'eresia</span>, egr. Caterina: e questo viene fatto tranquillamente e impunemente da parte del CNC, approvato ufficialmente come evangelizzatore, non è vero ?
    E ciò significa che non ci devono essere limiti alla libertà ? ma questo è libertinaggio, e se lei ritiene che il Papa non debba mettere limite alcuno alle libertà, sta sostenendo la <span>fine dell'autorità suprem</span>a, altro che castiga-matti: il Papa deve usare per intero il munus regendi e docendi (=governare con autorità e correggere errori mentre si insegna la retta Dottrina) che gli spetta diritto, o non esiste più ? se lei afferma che non lo può usare, allora prendiamo atto:
    Chiesa in-governabile !

    RispondiElimina
  95.          Le affermazioni di 'inopportuno' mi sembrano un vero disastro . Quasi che la fede possa cambiare da un secolo all'altro. Senza lo Spirito SANTO si è solo artefici d'inganni. Vieni Sp.Santo! Ave, maris stella...profer lumen caecis.

    RispondiElimina
  96. Sì è vero, potrebbe la Redazione, nella persona di Sebastiano, indicarci quali porte si sono chiuse?

    RispondiElimina
  97. Sto pensando alla recente nomina del più che progressista vescovo di Bruges che ha appena dichiarato che la Chiesa deve pensare a sopprimere il celibato.

    RispondiElimina
  98. perchè, per... tradizione...
    le donne ci hanno qualcosa ddà ffà ddè diverso,
    che ssò, cucina armeno a domenica...

    RispondiElimina
  99. Ti ringrazio per il dotto intervento degno di un docente di diritto costituzionale, però sulla poca influenza del Re non sono per niente d'accordo. I Savoia, salviamo naturalmente il povero Umberto II, rivendicarono sempre il loro ruolo di capi delle forze armate e di timonieri della politica estera, come del resto stabiliva lo stesso Statuto. Se spesso lasciavano fare ai loro ministri non era perchè erano ostaggi del parlamento, ma semplicemente perchè preferivano occuparsi delle beltà femminili popolane (Vittorio Emanuele II)  o aristocratiche (Umberto I), oppure dedicavano il loro tempo alle ricerche numismatiche. Ti ricordi il Patto di Londra in cui Vittorio Emanuele III si impegnò ad entrare nel primo conflitto mondiale accanto a Francia e Inghilterra mentre governo e parlamento erano neutralisti e i patti internazionali legavano l'Italia agli imperi centrali? Riguardo poi alla corrispondenza tra Vittorio Emanuele II e Pio IX conosco bene il biglietto che il Re ebbe il coraggio di scrivere al Papa alla vigilia di Porta Pia: "Indeclinabile necessità per la sicurezza dell'Italia e della Santa Sede che le mie truppe già poste ai confini s'inoltrino ad occupare quelle posizioni che saranno indispensabili per la sicurezza di Vostra Santità e pel mantenimento dell'ordine". La risposta del Beato Papa è ben nota: " Razza di vipere, sepolcri imbiancati! Ecco dove la rivoluzione ha fatto scendere un re di Casa Savoia! Senz'essere nè profeta, nè figlio di profeta, vi dico che a Roma non vi resterete!" E' bastato aspettare poco più di settant'anni.

    RispondiElimina
  100. Inopportuno a quali dighe ti riferisci? A quelle dell'ortodossia? Mi pare che già Sa Paolo accennasse a qualcosa del genere: «L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!» Gal.1,9. Il Concilio di trento no ha inventato niente, bensì ha rinnovato la Chiesa chiarendo la dottrina proprio sull'Eucaristia. Lo spirito Tridentino fino a prova contraria ha favorito una vita spirituale autentica forgiando una schiera di santi. Cosa intendi per stile tridentino? Io credo che invece sia lo stile post vat.II che abbia allontanato e che continui ad allontanare in massa i giovani che si stufano di tanta aria fritta e di vuoti luoghi comuni, come dialogo, solidarietà, novità. caro fratello del no, sei così accecato dall'ideologia che no vedi nemmeno la realtà. Guarda in Europa che partecipazione ha portato il nuovo stile eucaristico! Le nuove messe vedi come hanno riempito le chiese! Mentre i preti tridentini in Francia le svuotano!! O Inopportuno sveeeeglia, ma che film hai visto???

    RispondiElimina
  101. E neanche chi non riesce a distinguere il Rosmini politico dal Rosmini teologo lo capisce. Cattolico liberale è visione economica e politica. Nulla a che vedere con l'ideologia liberista che , in quanto ideologia, si vuol sostituire alla religione divenendo essa stessa religione civile. Consiglio, ed è scaricabile gratuitamente, il  libro di Don Beniamino di martino Note sulla proprietà privata.
    http://www.storialibera.it/attualita/proprieta_privata/note_sulla_proprieta_privata/

    RispondiElimina